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5 Dicembre - Novena all'Immacolata - Settimo giorno

Virgo prudentissima

Autore: Don Francesco Argese

Settimo giorno

Virgo prudentissima

Castità

 

Germogliava in lei luce

come se in lei in piena notte venisse improvvisamente il giorno.

Ed era così piena della voce di Lui

che Maria a tratti diventava grande come una montagna,

e aveva davanti a sé il Sinai e il Calvario,

ed era ancora più grande di loro,

di queste montagne ardenti

oltre le quali lei poneva il grande messaggio d’amore

che si chiamava Vita.

E intanto si lavava nelle fonti più pure

e le sue abluzioni erano caste.

Perché Maria era fatta di sola acqua.

(Alda Merini, 1931–2009)

 

Assai prima di essere una condizione del corpo, la verginità di Maria è una disposizione dello spirito. Lei, ricolmata di grazia, vive in modo verginale i suoi amori. Non li vive come possessi, ma li fonda tutti nell’unico Amore, che è quello che il Padre ha manifestato a lei.

Imploriamo oggi da Maria anche per noi il dono di desiderare e saper vivere relazioni caste, dove ogni persona – uomo o donna, in salute o ammalato, bambino o anziano, connazionale o straniero, fratello o sconosciuto – sia riconosciuta come dono da custodire e da restituire integro al Padre. Perché a Lui solo appartiene.

 

 

Dovevi essere bellissima, Maria.

Amabile nell’anima tanto da farvi immergere Dio.

Bellezza acqua e sapone, splendore puro.

Così ti guardavano gli occhi innamorati di Giuseppe.

Così quel giorno ti salutò Gabriele.

“Kekaritomène”, “ricolmata di grazia”.

Traboccante di quella bellezza

che il Creatore sulla terra

ha disseminato per piccoli tratti qua e là,

perché, lungo la strada, tenga deste,

nel nostro cuore di viandanti,

le nostalgie insopprimibili del cielo.

E Tu, Maria, sei Cielo.

Perché sei semplicemente ma integralmente donna.

Infinitamente amata, infinitamente amante.

Perché vergine.

Perché casta.

(don Francesco Argese)