20 minuti

52 domande su Gesù (V)

Dalla domanda 21 alla domanda 25

Autore: Vari

​21. Chi erano i dodici Apostoli?
Uno dei fatti più conosciuti della vita di Gesù è che egli costituì un gruppo di dodici discepoli che chiamò i “Dodici Apostoli”. Questo gruppo era formato da uomini che Gesù aveva scelto personalmente, che lo accompagnavano nella sua missione di instaurare il Regno di Dio e che furono testimoni delle sue parole, delle sue opere e della sua resurrezione.
Il gruppo dei Dodici dagli scritti del Nuovo Testamento appare come un gruppo stabile e ben delineato. I loro nomi sono “Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.” (Mc 3,16-19). Nelle liste che appaiono negli altri Vangeli e negli Atti degli Apostoli ci sono leggere variazioni. Taddeo, in Luca, viene chiamato Giuda, ma la variazione non è significativa, perché come si vede nell’elenco di Marco sopra citato, ci sono persone che hanno lo stesso nome – Simone, Giacomo – e che si distinguono per il cognome o per un secondo nome. Si tratta dunque di Giuda Taddeo. Un dato significativo è che il libro degli Atti di san Luca non dice nulla del lavoro di evangelizzazione di molti di loro: prova del fatto che si dispersero molto presto e che, ciononostante, la tradizione dei nomi degli Apostoli era fortemente radicata.
San Marco (3,13-15) scrive che Gesù “Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli – perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni”. È così sottolineata l’iniziativa di Gesù e quale doveva essere la funzione del gruppo dei Dodici: stare con lui ed essere inviati a predicare con la stessa potestà di Gesù. San Matteo (10,1) e San Luca (6,12-13) si esprimono con toni simili. Nei racconti degli evangelisti si vede che i Dodici accompagnano Gesù, partecipano della sua missione e ricevono un insegnamento particolare. Non si nasconde il fatto che molte volte non capiscono le parole del Signore e che lo abbandonano al momento della prova. Ma si sottolinea anche come Gesù rinnova loro la propria fiducia.
È di grande importanza che il numero degli eletti sia Dodici. Questo numero rinvia alle dodici tribù di Israele (cfr Mt 19,28; Lc 22,30; ecc.) e non ad altri numeri comuni in quel tempo: i membri del Sinedrio erano 71, i membri del Consiglio di Qumran 15 o 16 e i membri adulti necessari per il culto nella sinagoga, 10. Così appare chiaro che Gesù non vuole restaurare il regno di Israele (At 1,6) – sulla base della terra, del culto e del popolo – ma instaurare il Regno di Dio sulla terra. A conferma di ciò c’è anche il fatto che, al momento della venuta dello Spirito Santo a Pentecoste, Mattia occupi già il posto di Giuda Iscariota e completi il numero dei Dodici (At 1,26)

22. Che ruolo avevano le donne che seguivano Gesù?
L’atteggiamento e gli insegnamenti di Gesù – che furono poi seguiti dalla prima comunità cristiana, come testimoniano il libro degli Atti degli Apostoli e le lettere del Nuovo Testamento – offrivano alla donna una dignità che contrastava con le consuetudini dell’epoca.
Le usanze comuni di quel tempo erano che la donna non avesse un ruolo nella vita pubblica, anche se c’erano differenze a seconda che si appartenesse ad una classe sociale alta o ad una popolare. Il posto della donna era il focolare, sottomessa al marito: usciva poco di casa e quando usciva lo faceva con il volto coperto con un velo e senza trattenersi a parlare con gli uomini. Il marito poteva darle il libello del ripudio e allontanarla. Certamente, tutto questo non si applicava strettamente alle donne che, per esempio, dovevano lavorare in campagna. Però, anche così, non potevano fermarsi da sole con un uomo. Dove si percepisce maggiormente la differenza con l’uomo è, comunque, sul piano religioso: la donna è sottomessa alle proibizioni della Legge, ma non ad alcuni precetti, come andare in pellegrinaggio a Gerusalemme, recitare giornalmente la Shemà, ecc.. Non era obbligata a studiare la Legge e le scuole erano riservate ai ragazzi. Nella sinagoga le donne stavano con i bambini, separate dagli uomini da un recinto. Non partecipavano al banchetto pasquale e non pronunciavano la benedizione dopo il pasto.
Al contrario, nei Vangeli troviamo molti esempi di un atteggiamento di Gesù più aperto: oltre alle molte guarigioni di donne, nella sua predicazione egli propose come esempi figure femminili, come quella che spazza la casa fino a trovare la dracma perduta (Lc 15,8), la vedova perseverante nell’orazione (Lc 18,3), o la vedova povera e generosa (Lc 21,2). Rettificò l’interpretazione sul divorzio (Lc 16,18) e, in contrasto con la posizione dei maestri giudei dell’epoca, considerò la donna capace di ricevere un’istruzione religiosa. Anche riguardo al gruppo dei discepoli e di chi componeva il suo seguito ruppe con le tradizioni. Gesù aveva alcuni seguaci, che si potrebbero definire discepoli sedentari, perché vivevano nelle loro case, come Lazzaro (Gv 11,1; cfr Lc 10, 38-39), o Giuseppe di Arimatea (Mt 27,57). Alla stessa stregua possono considerarsi Marta e Maria (Lc 10,38-41). Di Maria si dice che “seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola” (Lc 10,39), che esprime molto bene l’atteggiamento del discepolo del Signore (cfr Lc 8,15.21).
Nei Vangeli si parla anche della missione itinerante di Gesù e dei suoi discepoli. In questo contesto bisogna intendere Lc 8,1-3 (cfr anche Mt 27,55-56; Mc 15,40-41): Gesù “se ne andava per città e villaggi predicando e annunciando la buona notizia del Regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode; Susanna e molte altre che lo assistevano con i loro beni”. C’è quindi un gruppo di donne che accompagna Gesù e gli Apostoli nella predicazione del Regno e svolge un ruolo di diaconia, di servizio.

23. Chi era Maria Maddalena?
Come per molti altri personaggi, i dati che ci offrono i vangeli sono concisi. Questa essenzialità si può spiegare per il fatto che agli evangelisti interessava parlare soprattutto di Gesù e, forse, perché si trattava di personaggi ben noti ai primi discepoli destinatari di quegli scritti. Lc 8,2 ci informa che tra le donne che seguivano Gesù e lo assistevano con i loro beni c’era Maria Maddalena, cioè a dire una donna chiamata Maria, che era oriunda di Migdal Nunayah, in greco Tarichea, un piccolo paese vicino al lago di Galilea, a 5,5 km a nord di Tiberiade. Da lei Gesù aveva cacciato sette demoni (Lc 8,2; Mc 16,9), come a dire “tutti i demoni”. L’espressione può intendersi come una possessione diabolica, ma anche come una malattia fisica o spirituale. I vangeli sinottici la citano come la prima di un gruppo di donne che assistettero da lontano alla crocifissione di Gesù (Mc 15, 40-41 e par.) e che si fermarono sedute di fronte al sepolcro (Mt 27,61) mentre seppellivano Gesù (Mc 15,47). Riferiscono anche che all’alba del giorno dopo Maria Maddalena e altre donne tornarono al sepolcro per ungere il corpo con gli aromi che avevano comprato (Mc 16,1-7 e par.); fu allora che un giovane (un angelo secondo Mt 28,5) le avvisa che Gesù è resuscitato e chiede loro di andare a comunicarlo ai discepoli (cf. Mc 16,1-7 e par.). San Giovanni riporta le stesse informazioni con piccole varianti. Maria Maddalena è vicina alla Vergine Maria ai piedi della croce (Gv 19,25). Dopo il sabato, quando era ancora buio, si avvicina al sepolcro, vede la pietra spostata e avvisa Pietro, pensando che qualcuno avesse rubato il corpo di Gesù (Gv 20,1-2). Di ritorno dal sepolcro si ferma a piangere e incontra Gesù risorto, che la incarica di annunciare ai discepoli il suo ritorno al Padre (Gv 20,11-18). L’onore e la gloria di Maria Maddalena derivano dal fatto che fu la prima a ricevere la missione di proclamare la resurrezione del Signore. Per l’essenzialità degli elementi che appaiono nei vangeli, la pietà cristiana e l’esegesi di alcuni autori hanno portato, nei secoli, a identificare Maria Maddalena con altre donne che compaiono nei vangeli. A partire dal VI e VII secolo, nella Chiesa Latina, si cominciò a identificare Maria Maddalena con la donna peccatrice che, in Galilea, a casa di Simeone il fariseo, unse i piedi di Gesù con le sue lacrime (Lc 7,36-50). D’altra parte, alcuni Padri e scrittori ecclesiastici avevano già identificato questa donna peccatrice con Maria, la sorella di Lazzaro, che in Betania unse con un profumo il capo di Gesù (Gv 12,1-11); Matteo e Marco, nel passaggio parallelo, non danno il nome di Maria, ma dicono che fu una donna e che l’unzione ebbe luogo in casa di Simone il lebbroso (Mt 26,6-13). DI conseguenza, in buona parte per influsso di San Gregorio Magno, in Occidente si estese l’idea che le tre donne fossero la stessa persona. Tuttavia, i dati evangelici non portano necessariamente alla identificazione di Maria Maddalena con quella Maria che unse Gesù a Betania, perchè con tutta probabilità questa era la sorella di Lazzaro (Gv 12,2-3). Non si può neppure dedurre che la Maddalena sia la peccatrice che secondo Lc 7,36-49 unse Gesù. È facile però capire i motivi di questa progressiva identificazione, tenendo presente la successione degli avvenimenti come vengono descritti da Luca e se si guardano gli avvenimenti da un punto di vista spirituale. In primo luogo, l’unzione di Gesù da parte di questa donna peccatrice si colloca immediatamente prima del passaggio in cui viene detto che tra le donne che assistevano Gesù c’era Maria di Magdala, da cui aveva scacciato sette demoni (Lc 8,2), il che potrebbe essere interpretato come una purificazione da una vita peccaminosa. In secondo luogo, le due donne si caratterizzano per il loro grande amore. Gesù loda la peccatrice della Galilea: “Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha amato molto” (Lc 7,47) e Maria Maddalena manifesta il suo amore nella ricerca del corpo del suo Maestro e nell’incontro con il Risorto (Gv 20,14-18). Per questo, anche se si trattasse della stessa donna, il suo passato di peccatrice non è un disonore: Pietro rinnegò Gesù e Paolo fu un persecutore dei cristiani. La loro grandezza non è nella loro impeccabilità, bensì nel loro amore. La tradizione della Chiesa, per il ruolo svolto da Maria di Magdala nella vita di Gesù, ebbe fin dall’inizio una particolare attenzione alla sua persona. Padri della Chiesa, scrittori ecclesiastici e altri autori esaltarono il ruolo di Maria come discepola del Signore e annunciatrice del Vangelo. Per questo fu chiamata in Oriente “isapóstolos” (uguale a un apostolo) e in Occidente “apostola apostolorum” (apostola di apostoli). In Oriente c’è una tradizione che dice che fu sepolta a Efeso, e che le sue reliquie furono portate a Costantinopoli nel secolo IX. Alcuni gruppi marginali della primitiva Chiesa cercarono nella figura di Maria un appoggio per garantire la validità delle proprie dottrine. Questi gruppi furono fondamentalmente sette gnostiche, i cui scritti raccolgono presunte rivelazioni segrete di Gesù dopo la resurrezione ad alcuni personaggi del Nuovo Testamento. Sono racconti fittizi, che non hanno fondamento storico. Nella letteratura cristiana medievale, a partire dal secolo X, si diffusero novelle e racconti di carattere leggendario che esaltavano la sua figura e che si diffusero soprattutto in Francia. Lì, per esempio, nasce la leggenda che la Maddalena, Lazzaro, e alcuni altri, quando iniziò la persecuzione contro i cristiani, fuggirono da Gerusalemme a Marsiglia ed evangelizzarono la Provenza. Secondo questa leggenda, Maria sarebbe morta a Aix-en Provence (o, secondo alcune varianti, a Saint Maximin) e le sue reliquie sarebbero state portate a Vézelay. Nessuna di queste ipotesi ha fondamento storico.

24. Quale rapporto ci fu tra Gesù e Maria Maddalena?
Maria Maddalena dimostrò un grande amore per Gesù. Era stata liberata da lui da “sette demoni”, lo seguiva come discepola e lo assisteva con i suoi beni (Lc 8,2-3). Con Maria, la Madre di Gesù, e le altre donne fu presente ai piedi della Croce (Mc 15,40-41). Fu, secondo i vangeli, la prima a cui apparve Gesù dopo la resurrezione, mentre piangente lo stava cercando (Gv 20,11-18). Da qui la venerazione come testimone del Risorto, che Maria di Magdala ha avuto nella Chiesa (vedere la domanda Chi era Maria Maddalena?). Da questi elementi non si può dedurre né che sia stata una peccatrice, né tanto meno che sia stata la moglie di Gesù. Quanti sostengono quest’ultima affermazione si appoggiano ad alcuni scritti apocrifi. Che però, forse con l’eccezione di un nucleo del Vangelo di Tommaso, sono posteriori ai vangeli canonici e non hanno un valore storico, ma erano veicoli per trasmettere le dottrine di gruppi gnostici su Gesù e sui suoi insegnamenti. Queste opere, pur portando il nome di vangeli, non lo sono propriamente: si tratta invece di scritti relativi a presunte rivelazioni segrete, dopo la resurrezione, di Gesù ai suoi discepoli, tra cui Mariam (o Mariamne o Mariham; non appare il nome di Maddalena salvo in pochi libri). La Maddalena sarebbe stata quella che capiva meglio tali rivelazioni; per questo sarebbe stata la preferita di Gesù e avrebbe ricevuto quindi una rivelazione speciale. L’opposizione che in alcuni di questi testi (Vangelo di Tommaso, Dialoghi del Salvatore, Pistis Sophia, Vangelo di Maria) gli apostoli mostrano verso di lei in quanto donna riflette la considerazione negativa che alcuni gnostici avevano della femminilità e la condizione di Maria come discepola importante. Tuttavia, alcuni vogliono vedere in questa opposizione un riflesso della posizione della Chiesa ufficiale di allora, che contrasterebbe la proposta di guida spirituale della donna che proponevano questi gruppi. Niente di questo è dimostrabile. Tale opposizione si può intendere meglio come un conflitto di dottrine: quella di Pietro con gli altri apostoli, in antitesi con le dottrine che i gruppi gnostici esponevano in nome di Miriam. In qualsiasi caso, il fatto che si ricorra a Maria è un modo per giustificare le loro impostazioni gnostiche. In altri vangeli apocrifi, specialmente nel Vangelo di Filippo, Mariam (questa volta citata anche con il nome di origine, Maddalena) è modello di gnostico, precisamente per la sua femminilità. Lei è simbolo spirituale della sequela di Cristo e dell’unione perfetta con lui. In questo contesto si parla di un bacio di Gesù a Maria, simboleggiando questa unione, giacché mediante questo bacio, una specie di sacramento superiore al battesimo e all’eucaristia, lo gnostico generava se stesso in quanto gnostico. Il tono di questi scritti è assolutamente lontano da implicazioni sessuali. Per questo, nessuno studioso serio intende questi testi come una testimonianza storica di una relazione sessuale fra Gesù e Maria Maddalena. È molto triste che questa ipotesi, che non ha alcun fondamento storico giacché neanche i cristiani dell’epoca si videro obbligati a polemizzare per difendersene, risorga ogni tanto come se fosse una grande novità.

25. Che rapporto ci fu tra Pietro e Maria Maddalena?
Il vangelo di San Giovanni riferisce che il giorno dopo il sabato Maria Maddalena si diresse al sepolcro di Gesù e, vedendo rimossa la pietra che lo chiudeva, andò di corsa a comunicarlo a Simon Pietro e al discepolo amato. Al ricevere la notizia entrambi corsero al sepolcro, dove più tardi Maria ritornò e incontrò Gesù resuscitato (Gv 20, 1-18). Questo è tutto quello che i vangeli ci dicono sul rapporto di Pietro con Maria Maddalena. Dal punto di vista storico non si può aggiungere altro. Il Vangelo di Pietro, un vangelo apocrifo, forse del II secolo, che racconta le ultime scene della passione, la resurrezione e le apparizioni di Gesù risorto, si riferisce a lei come “discepola del Signore”. Nella letteratura marginale nata nei circoli gnostici si trovano degli scritti in cui si raccontano contrasti tra Pietro e Maria. Come premessa, conviene ricordare che sono testi che non hanno carattere storico e che espongono dialoghi fittizzi fra diversi personaggi, per trasmettere dottrine gnostiche. Il Vangelo di Maria è uno di questi testi; vi si racconta l’incomprensione da parte di Pietro delle rivelazioni segrete ricevute da Maria (vedere la domanda “Che dice il Vangelo di Maria Maddalena?”). Un altro testo, che sembra più antico, è il Vangelo di Tommaso. Qui si narra alla fine che Simon Pietro avrebbe detto: “Mariham si allontani da noi! Perché le donne non sono degne della vita”. Al che Gesù avrebbe risposto: “Guarda, io mi incaricherò di renderla uomo, in modo che anche lei si converta in uno spirito vivente, identico a quello di voi uomini: perché ogni donna che si farà uomo, entrerà nel regno del cielo”. Anche in Pistis Sophia Pietro si spazientisce e protesta perché Maria comprende meglio degli altri i misteri in senso gnostico e riceve complimenti da Gesù: “Signore, non permettere a questa donna di parlare sempre, perché occupa il nostro posto e non ci lascia mai parlare” (54b). (Qui la presenza di Marta nella scena può suggerire che la Maria presente non sia la Maddalena, ma la sorella di Marta e di Lazzaro, anche se le due Marie potevano essere state confuse). In questi testi si osservano tratti ereditati dalla mentalità rabbinica, secondo la quale le donne erano incapaci di apprezzare la dottrina religiosa (cfr. Gv 4,27), ed elementi propri della antropologia gnostica, dove il femminile occupa un posto di riguardo come via di comunicazione di rivelazioni esoteriche. Il rapporto tra Pietro e Maria Maddalena dovette essere simile a quello che c’era tra Pietro e Giovanni, Pietro e Paolo, Pietro e Salomè, ecc. Cioè il rapporto tra colui che era a capo della Chiesa con gli altri che erano stati discepoli del Signore e che, dopo la sua resurrezione, davano testimonianza del Risorto e proclamavano il Vangelo. Altri rapporti sono mera fantasia.