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7 Dicembre - Novena all'Immacolata - Nono giorno

Ora pro nobis, intercede pro nobis ad Dominum Iesum Christum

Autore: Don Francesco Argese

Nono giorno

Ora pro nobis,

intercede pro nobis

ad Dominum Iesum Christum.

Hai guardato l’uomo come una terra inondata di errori

e hai tolto da lui le erbacce del desiderio, la fame, la sete, il sonno, la grande paura del dolore.

Chi ti guarda, chi ti conosce depone le armi della difesa contro il dolore

e capisce che solo tu lo puoi annientare col senso della misericordia di Dio.

Tu sei la legge divina

ma sei anche un canestro di pace e di fermento,

tu sei la terra che sorge,

la terra che ti adora e ti ringrazia,

tu conosci i movimenti del cielo, la parola ignuda,

e i tuoi grandi occhi celesti sono degli antidoti contro la morte.

Poter morire in te è la consolazione dell’uomo.

Fidarti la nostra anima vuol dire ingiuriare quell’ala che è demonio

e che pasce i nostri visceri.

(Alda Merini, 1931–2009)

È cuore di mamma che nessuno dei suoi figli si perda e vada perduto per sempre. Ed è per questo che Lei ci mostra il Figlio e orienta la nostra preghiera e la nostra devozione a Lei su di Lui. Perché solo nel Nome del Figlio c’è salvezza: Yeshu‘a, in ebraico “Dio salva”. Chiediamo oggi a Maria di pregare e intercedere per noi, di portarci sempre al Figlio. Lo facciamo ogni volta che le nostre labbra si impregnano della potenza dell’Ave, quando a Maria chiediamo una sola cosa: prega per noi, peccatori, e di farlo negli unici momenti certi della nostra vita: adesso e nell’ora della nostra morte.

Nascere dal tuo grembo e morire sul tuo grembo, Madre,

è la più grande consolazione che ogni figlio possa sperare.

Ed è anche la mia.

Tu che mi hai chiamato e invitato in casa tua,

affinché il Figlio tuo potesse finalmente riabbracciare questo figlio perduto,

restami accanto nei momenti cruciali della vita.

Fino al definitivo “sì” della morte.

Quando la pronuncia per un’ultima volta del Nome tuo soave

sarà certezza di approdo nel Regno.

(don Francesco Argese)