20 minuti

Aspetto la tua collaborazione

Quando il Maestro parla al cuore - IX

Autore: Padre Gaston Courtois

Consìderati come un membro del mio Corpo, legato a me con tutte le fibre della tua fede e del tuo cuore, con tutto l’orientamento della tua volontà.

Agisci come mio membro, cosciente di tutti i tuoi limiti personali, della tua impossibilità a realizzare qualcosa di veramente efficace da solo. Prega come mio membro, unendoti alla preghiera che io stesso faccio in te e unendoti alla preghiera di tutti gli uomini tuoi fratelli. Offriti come mio membro, non dimenticando che per amore sono in un continuo stato di oblazione al Padre mio e desidero unire a quest’atto di offerta il maggior numero possibile di uomini viventi sulla terra. Ricevi come mio membro. Il Padre mio, al quale mi dono, si dona continuamente a me nell’unità dello Spirito Santo. Nella misura in cui tu sei uno come me, tu condividi le ricchezze divine ad modum recipientis. Ama come mio membro, sforzandoti di amare tutti coloro che io amo e con lo stesso amore con cui io li amo.
Ciò che conta non è il chiasso, essere in primo piano, la pubblicità, ma il legame fedele e generoso con me.

Che penseresti di un raggio che si staccasse dal sole, di un fiume che deviasse dalla sorgente, di una fiamma che si separasse dal focolare?
Lavora in me. Tu sei mio servo. Meglio ancora, sei un mio membro, e tanto più tu lavori per te quanto più agisci per me. Nulla di quanto è compiuto per me va perduto.
Partecipa al mio pensiero eterno su tutte le cose. Non puoi accoglierlo integralmente, poiché è infinito, ma una tale comunione ti varrà qualche luce, o almeno qualche riflesso che renderà più sicura la tua strada quaggiù. L’idea che possiedo sugli uomini e sulla realizzazione dei piani dell’amore divino ti aiuterà a concepirli con maggiore rispetto e stima. E poi ricòrdati che un giorno tu stesso attribuirai agli esseri e alle cose della terra un valore ben diverso da quello che attualmente attribuisci loro.

Attraverso l’amore cresce il mio Corpo Mistico. Attraverso l’amore io ricupero e assumo ogni essere umano al punto da trasfigurarlo divinamente, nella misura in cui è diventato pura carità. Lavora con l’esempio, la parola, gli scritti per suscitare nel cuore degli uomini una carità sempre più intensa. Questo è l’obiettivo da fissare di continuo nelle tue preghiere, nei tuoi sacrifici, nelle tue attività.
Io dirigo ogni cosa nella tua vita, ma ho bisogno della tua collaborazione attiva, per aiutarti a fare liberamente ciò che vuole il Padre mio. Io dirigo tutto nel mondo, ma, per poter effettivamente realizzare i disegni del Padre, aspetto che gli uomini accettino di lavorare liberamente sotto l’influsso conscio o inconscio del mio Spirito.
Io attendo il mondo. Attendo che venga a me liberamente, non solo fisicamente, ma moralmente.

Attendo che accetti di raggiungermi, che unisca la sua miseria a quella che ho provato in vece sua nel Getsemani.
Attendo che unisca le inseparabili sofferenze della sua condizione umana a quelle che ho sopportato in vece sua durante il mio soggiorno terreno, soprattutto durante la mia passione.
Attendo che unisca la sua preghiera alla mia, il suo amore al mio Amore.

Attendo il mondo. Che cosa impedisce ad esso di venire a me e, soprattutto, di ascoltare la mia voce che dolcemente ma instancabilmente lo chiama? È il peccato, che come un catrame vischioso ottunde tutti i sensi spirituali, rende la sua anima opaca alle cose del cielo e imbriglia i suoi movimenti appesantendone il cammino. È lo spirito superficiale, la mancanza di attenzione, l’assenza di riflessione, il turbinio della vita, degli affari, delle notizie, delle relazioni. È la mancanza di amore; eppure, il mondo ne ha sete. Non ha in bocca che questa parola, ma troppo spesso il suo amore non è che sensualità ed egoismo, quando non porta all’odio.
Attendo il mondo per guarirlo, per purificarlo, per detergerlo e ristabilire in esso la vera nozione dei valori…

Però mi sono necessari dei collaboratori, ed è per questo che ho bisogno di te. Sì, ho bisogno di contemplativi che mi aiutino a cancellare le colpe, unendo la loro vita di preghiera, di lavoro e di amore alla mia, completando con l’offerta generosa delle loro sofferenze provvidenziali la mia oblazione redentrice. Ho bisogno di contemplativi, che uniscano le loro invocazioni alla mia preghiera, per ottenere quei missionari ed educatori spirituali , penetrati del mio Spirito, di cui il mondo ha inconsapevolmente sete.

L’importante non è fare molto, ma fare bene; e per fare bene è necessario molto amore.
Per diventare santo ci vuole coraggio, poiché io non voglio fare nulla senza di te; e ci vuole umiltà, poiché non puoi far nulla senza di me.
Io sono il fiume che purifica, che santifica, che spiritualizza e che, sfociando nell’oceano trinitario, divinizza ciò che c’è di meglio nell’uomo rigenerato dall’amore.
I rigagnoli, i rivi e persino i ruscelli, se non sfociano nel fiume, si perdono tra le sabbie, stagnano negli acquitrini e formano paludi nauseabonde. Ciò che devi fare è gettare in me tutto quello che compi e tutto quello che sei. Devi inoltre condurmi tutti i tuoi fratelli: i loro peccati, affinché li perdoni; le loro gioie, affinché le purifichi; le loro preghiere, affinché ne tenga conto; le loro fatiche, affinché attribuisca ad esse valore di omaggio al Padre mio; le loro sofferenze, affinché comunichi ad esse potenza redentrice.

Confluenza! È una parola d’ordine che può salvare l’umanità, poiché è per me, con me, in me, nell’unità dello Spirito Santo che è resa al Padre una gloria totale, tramite la riunificazione di tutti gli uomini.
Sì, io sono il punto Omega: verso di me tendono tutti gli affluenti umani, o dovrebbero tendervi, sotto pena di dispersione. Tra questi ci sono i ruscelli dolci e tranquilli; i torrenti che rotolano impetuosi e mi raggiungono in un gorgoglio di schiuma, con tutto ciò che hanno trascinato per via; ci sono le acque fangose, in apparenza giallognole e sporche. Ma dopo poche leghe, grazie all’ossigenazione del mio Spirito, tutto quel che in esse vi è di infetto viene purificato: diventano perfettamente sane e salubri e possono raggiungere le acque del mare.
È questo tutto il gran lavoro che si opera in modo invisibile nella vita degli uomini.

Io sono in uno stato di crescita costante, sia dal punto di vista qualitativo sia dal punto di vista quantitativo.
Nella massa immensa di umanità, in cui individuo ciascuno con il suo nome e lo chiamo con tutto il mio amore, io lavoro e agisco, spiando la più piccola risposta alla mia grazia. In alcuni, la mia grazia è feconda e intensifica la mia presenza: vivono della mia amicizia e testimoniano la mia realtà e il mio amore tra i loro fratelli. In altri, i più numerosi, mi tocca aspettare a lungo prima che mi diano un segno di assenso, ma la mia misericordia è inesauribile, e se appena trovo un briciolo di bontà e di umiltà, io penetro e trasfiguro.

Per questo sono contento che tu non sia troppo inquieto a motivo degli attuali risucchi nella Chiesa. Esiste quello che appare, come il solco lasciato da una nave sull’oceano, ma esiste ben più profondamente tutto quello che si vive nel silenzio delle coscienze, tenuto conto di tutte le circostanze attenuanti che scusano molti atteggiamenti contrastanti.
Semina l’ottimismo intorno a te. Certo, io ti chiedo di lavorare, di diffondere la mia luce con la parola, gli scritti e soprattutto con la testimonianza di una vita che esprima la buona novella di un Dio di amore, il quale ricapitola in sé tutti gli uomini per assumerli, in misura della loro libera adesione, in una vita eterna di felicità e di gioia. Ma, prima di tutto e soprattutto: fiducia. Sono sempre presente, io, l’Eterno Vincitore.
Non complicare la tua vita spirituale. Dònati a me molto semplicemente, cosi come sei. Sii con me senza offuscamento, senza sbavature, senza ombre. Allora potrò
crescere più facilmente in te e passare attraverso di te.

Questo mondo passa e va verso l’annientamento, in attesa di cieli nuovi e di terre nuove. Certo, anche se effimero, esso mantiene il suo valore. Io vi ho voluti e vi ho scelti in mezzo al mondo, questo mondo, in questa epoca. Ciò non toglie che, pur servendolo per sacralizzarlo, non dovete rimanerne invischiati. La vostra missione è diversa. Si tratta, per voi, di aiutarlo ad attuare il piano di amore che il Padre ha concepito nel crearlo. Questo disegno rimane tuttora misterioso, ma un giorno vedrai fino a che punto era meraviglioso.

Sono già numerosi i tuoi confratelli e amici entrati nell’eternità. Se potessi vedere lo sguardo di pietà, eppur cosi carico di indulgenza, con il quale essi considerano ciò che tanti uomini reputano valori! Troppo spesso non si tratta che di«apparenze» transitorie, che nascondono ai loro occhi le realtà durevoli, le uniche importanti.

Il mondo soffre terribilmente per mancanza di educazione spirituale e ciò in gran parte è il risultato delle carenze di quanti dovrebbero essere guide e trascinatori. Ma non può essere educatore spirituale autentico se non colui che fa ricorso umilmente alla mia luce e, contemplando assiduamente i miei misteri, traduce il mio Vangelo in tutta la sua vita.
Ho bisogno più di apostoli che siano contemplativi e testimoni, che non di sociologi e di teologi da tavolino, i quali non pregano la loro teologia e non mettono in accordo la loro vita con ciò che insegnano.
In quest’epoca, troppi uomini, troppi preti si credono orgogliosamente autorizzati a riformare la mia Chiesa, invece di iniziare col riformare se stessi e col formare, intorno a sé e con umiltà, discepoli fedeli non a ciò che essi pensano, ma a ciò che penso io!

Ti è già stato detto e hai potuto constatarlo: l’umanità attraversa una crisi di follia e si agita in ogni senso, senza nessuna idea spirituale, che pure la aiuterebbe a riprendere fiato in me e a stabilizzarsi.
Soltanto un esiguo drappello di anime contemplative può impedire questo profondo squilibrio che porta alla catastrofe, e ritardare, in tal modo, l’ora delle grandi espiazioni. Quanto tempo ancora durerà? Questo dipende dalla disponibilità delle anime che ho scelto.

Ho vinto il mondo, il male, il peccato, l’inferno, ma perché la mia vittoria sia evidente, bisogna che l’umanità accetti liberamente la salvezza che le offro.
Finché siete sulla terra, potete intercedere a nome di quanti non ci pensano, potete crescere nella mia amicizia in favore e in riparazione di quanti mi rifiutano e si allontanano da me, potete offrire sofferenze fisiche e morali in unione alle mie, a nome di quanti le subiscono in spirito di rivolta.
Nulla di quanto mi permettete di assumere per amore diventa inutile. Voi non sapete dove vada a finire tutto ciò, ma siate certi che produce frutti.
Ricapitoliamo insieme tutti gli sforzi e tutti i passi, anche vacillanti, dell’umanità verso di me. Unisci alle mie le loro preghiere, anche se inespresse; i loro movimenti, anche se ambigui; i loro atti di bontà, anche se imperfetti; le loro gioie più o meno pure, le loro sofferenze più o meno accettate, le loro agonie più o meno coscienti, nell’ora della verità e, soprattutto, le loro morti che si identificano con la mia: così, insieme, noi provocheremo un accrescimento di tensione verso Colui che solo può dare il segreto della pace e della felicità vera.

Grazie a questa trilogia: ricapitolazione con assunzione di corresponsabilità, unione per confluenza e suscitazione, nella fede, di benefici spirituali invisibili, io sono vittorioso in molti che rimangono sorpresi della semplicità delle mie vie e della forza della mia tenerezza divina.
Non c’è nulla di meschino, nulla di piccolo quando si lavora o si soffre in unione con me che riunisco tutti gli uomini. La dimensione universale è essenziale ad ogni cristiano, a maggior ragione ad ogni sacerdote. Oltre te, io vedo tutte le anime che ho legato alla tua. Vedo le loro miserie, il bisogno che possono avere del mio aiuto attraverso di te; io adatto il tuo genere di vita sia al piano d’amore del Padre, sia alle necessità presenti, modificate dalla libertà umana. Tutto avviene nella sintesi dei disegni divini che sanno trarre il bene dal male e fanno zampillare l’amore, persino laddove la cattiveria e la stupidità umana sembrano fare ostacolo.
Il mondo dei cristiani è troppo agitato, troppo rivolto verso l’esterno, anche quello di molti sacerdoti e suore. Eppure, solo nella misura in cui mi si accoglie, mi si desidera, si cerca di aprirsi totalmente al mio amore, la vita cristiana e la vita apostolica sono piene di gioia e di fecondità.

Soltanto io faccio il bene che dura: ho bisogno di servitori e di strumenti che siano canali di grazie e non ostacolo ai miei benefici spirituali, con le loro dissipazioni e con le ambiguità della ricerca di se stessi nel loro operare.
Certamente, voglio che i miei fedeli siano liberi creatori, ma insieme a me, secondo il piano del Padre mio. Tuttavia non dimentichino mai che, pur se li chiamo a collaborare con me, di per se stessi non sono che poveri servi.
Solo nella misura in cui dimorano in me e mi permettono di agire in essi la loro vita è feconda.

Ciascuno ha un itinerario che gli è proprio. Se è fedele, nell’abbandono e nella serenità, noi cammineremo insieme; e se mi invita a rimanere con sé, mi riconoscerà attraverso i dettagli più ordinari della sua vita e il suo cuore brucerà d’amore per il Padre mio e per gli uomini.
Ricapitola in te l’umanità sofferente e getta in me tutte le miserie del mondo. In tal modo mi permetti di renderle feconde e di aprire molti cuori ancora ermeticamente chiusi. Io ho tutti i mezzi per invadere, penetrare, guarire, ma voglio utilizzarli soltanto con il tuo concorso. C’è certamente il concorso della parola, dell’azione, della testimonianza: ma ho soprattutto bisogno di quello dell’unione silenziosa con me, nella gioia come nella sofferenza. Rièmpiti di me a tal punto che, pur senza sospettarlo, mi si senta in te e si ricavino benefici dalla mia divina influenza attraverso di te.

Tra i giovani esistono più possibilità di bene di quanto non si creda. Ciò di cui hanno bisogno è di essere ascoltati e presi sul serio.
Quante lacune nella loro educazione! Ma la maggior parte di essi si interroga, vuole riflettere ed è felice di essere compresa.

Pensa ai milioni di giovani ventenni che costruiranno il mondo di domani e che mi cercano più o meno coscientemente. Offrili spesso all’azione dello Spirito Santo. Anche se non lo conoscono molto bene, la sua azione luminosa e dolce li penetrerà, li orienterà verso la costruzione di un mondo più fraterno, invece di voler stupidamente distruggere tutto.
Il tempo di creare, di organizzare, di realizzare non è più per te. Ma ti riservo una missione nascosta della quale i più giovani beneficeranno e da cui trarranno dinamismo. Questa missione interiore e invisibile è di servire di raccordo tra me e loro, di ottenere ad essi i carismi necessari per una vera efficacia apostolica. Prendili tutti in blocco, ogni età, ogni condizione, ogni razza, e offrili gioiosamente alle radiazioni della mia umiltà e del mio silenzio eucaristico.

Mitezza e umiltà vanno di pari passo e senza queste due virtù l’anima si sclerotizza, nonostante che le sue qualità umane e spirituali la facciano esteriormente brillare.
A che serve all’uomo mettersi in mostra, raccogliere pubblicità, applausi e complimenti, se perde il segreto del suo influsso benefico a servizio del mondo e della Chiesa?
Niente è più subdolo del veleno dell’orgoglio in un’anima sacerdotale. Tu stesso lo hai sperimentato spesso. Accogli in te i tuoi confratelli, in particolare coloro ai quali i successi, apparenti ed effimeri, rischiano di far girare la testa.
Se invece di pensare solo a se stessi si pensasse un poco di più a me! È su questo punto che la vita contemplativa, vissuta fedelmente, porta una sicurezza e un equilibrio preziosi.

Link alla fonte »