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Cammino XIV

Studio

Autore: San Josemaría Escrivá

332. A chi può essere un sapiente, non perdoniamo di non esserlo.
333. Studio. —Obbedienza: non multa, sed multum.
334. Preghi, ti mortifichi, lavori in mille cose d’apostolato…, ma non studi. —E allora non servi, se non cambi.
Lo studio, la formazione professionale quale che sia, è obbligo grave fra noi.
335. Un’ora di studio, per un apostolo moderno, è un’ora d’orazione.
336. Se devi servire Dio con la tua intelligenza, per te lo studio è un obbligo grave.
337. Frequenti i Sacramenti, fai orazione, sei casto… e non studi… —Non dirmi che sei buono: sei soltanto bonaccione.
338. Una volta, poiché le cognizioni umane —la scienza— erano molto limitate, sembrava davvero possibile che un solo individuo dotto potesse prendere le difese e fare l’apologia della nostra Santa Fede.
Oggi, con l’estensione e l’intensità della scienza moderna, è necessario che gli apologisti si dividano il lavoro per difendere la Chiesa scientificamente, in tutti i campi.
—Tu… non puoi sottrarti a quest’obbligo.
339. Libri: non comprarne senza chiedere consiglio a persone cristiane, dotte e giudiziose. —Potresti comprare una cosa inutile o nociva.
Quante volte si crede di portare sotto il braccio un libro… e si porta un carico d’immondizie!
340. Studia. —Studia con impegno. —Se devi essere sale e luce, hai bisogno di scienza, di idoneità.
O credi che per la tua pigrizia e indolenza riceverai la scienza infusa?
341. Sta bene che tu metta tanto impegno nello studio, purché tu ne metta altrettanto per acquistare la vita interiore.
342. Non dimenticare che prima di insegnare bisogna fare. —Coepit facere et docere, dice di Gesù Cristo la Sacra Scrittura: cominciò a fare e a insegnare.
—In primo luogo, fare. Perché tu e io imparassimo.
343. Lavora. —Quando avrai la preoccupazione di un lavoro professionale, la vita della tua anima migliorerà: e sarai più virile, perché abbandonerai quello “spirito di comare” che ti consuma.
344. Educatore: l’innegabile impegno che metti nel conoscere e praticare il metodo migliore per far sì che i tuoi allievi acquistino la scienza terrena, mettilo anche nel conoscere e praticare l’ascetica cristiana, che è l’unico metodo perché tu e loro diventiate migliori.
345. Cultura, cultura! —Bene: che nessuno ci superi nell’ambirla e nel possederla.
—Però la cultura è mezzo, e non fine.
346. Studente: fòrmati in una pietà solida e attiva, distinguiti nello studio, senti grandi aneliti di apostolato professionale. —E io ti prometto, col vigore della tua formazione religiosa e scientifica, una rapida e vasta espansione.
347. Ti preoccupi soltanto di edificare la tua cultura. E bisogna edificare la tua anima. —Così lavorerai come devi, per Cristo: perché regni Lui nel mondo sono necessarie persone che, con lo sguardo rivolto al cielo, si dedichino con prestigio a tutte le attività umane e, per mezzo di esse, esercitino in silenzio —e con efficacia— un apostolato di carattere professionale.
348. La tua negligenza, la tua trascuratezza, la tua pigrizia sono viltà e comodità —te lo rammenta di continuo la tua coscienza— ma “non sono il cammino”.
349. Rimani tranquillo se hai espresso un’opinione ortodossa, anche se la malizia di chi ti ascolta lo porta a scandalizzarsi. Perché il suo scandalo è farisaico.
350. Non basta essere dotto, oltre che un buon cristiano. —Se non correggi i modi bruschi del tuo carattere, se rendi incompatibili il tuo zelo e la tua scienza con la buona educazione, non capisco come possa essere santo. —E anche se sei colto —lo sei— te ne dovresti stare legato a una greppia, come un mulo.
351. Quell’aria di sufficienza ti rende molesto e antipatico, ti fa ridicolo e, quel che è peggio, toglie efficacia al tuo lavoro d’apostolo.
Non dimenticare che anche i mediocri possono peccare per eccesso di cultura.
352. La tua stessa inesperienza ti porta alla presunzione, alla vanità, a tutte quelle cose che credi ti diano importanza.
—Correggiti, per favore. Anche stolto come sei, puoi arrivare a occupare posti direttivi (se n’è visto più di un caso), e se non ti persuadi della tua mancanza di talento, ti rifiuterai di ascoltare coloro che hanno il dono di consiglio. —E fa paura pensare al danno che il tuo malgoverno finirà per provocare.
353. Aconfessionalismo. Neutralità. —Vecchi miti che tentano sempre di ringiovanire.
Ti sei dato la pena di pensare quanto è assurdo smettere di essere cattolici quando si entra nell’Università, nell’Associazione professionale, in un’Assemblea di scienziati o in Parlamento, così come si lascia il cappello alla porta?
354. Utilizzami bene il tempo. —Non ti dimenticare del fico maledetto. Faceva già qualcosa: dare foglie. Come te…
—Non dirmi che hai delle scuse. —Non valse al fico —narra l’Evangelista— il fatto che non fosse tempo di fichi quando il Signore andò a cercarne.
—E rimase sterile per sempre.
355. Coloro che si occupano di affari umani dicono che il tempo è oro. —Mi sembra poco: per noi, che ci occupiamo di affari di anime, il tempo è gloria!
356. Non mi spiego come puoi chiamarti cristiano e condurre codesta vita di ozioso inutile. —Dimentichi la vita di lavoro di Cristo?
357. Sembra che tutti i peccati —mi hai detto— stiano aspettando il primo momento di ozio. L’ozio stesso dev’essere già un peccato!
—Chi si impegna a lavorare per Cristo non deve avere un solo momento libero, perché il riposo non è non far niente: è distrarsi con delle attività che esigono meno sforzo.
358. Stare ozioso è qualcosa di incomprensibile in un uomo con anima d’apostolo.
359. Da’ un motivo soprannaturale alla tua ordinaria occupazione professionale, e avrai santificato il lavoro.