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Cammino XIX

I mezzi

Autore: San Josemaría Escrivá

470. Ma… e i mezzi? —Sono gli stessi di Pietro e di Paolo, di Domenico e di Francesco, di Ignazio e di Saverio: il Crocifisso e il Vangelo…
—Forse ti sembrano piccoli?
471. Nelle imprese d’apostolato è bene —è un dovere— considerare anche i mezzi terreni a tua disposizione (2 + 2 = 4), ma non dimenticare mai che devi contare, per fortuna, su di un altro addendo: Dio + 2 + 2…
472. Servi il tuo Dio con rettitudine, siigli fedele… e non ti preoccupare di nulla: perché è una grande verità che “se cerchi il regno di Dio e la sua giustizia, Egli ti darà il resto —il materiale, i mezzi— in sovrappiù”.
473. Allontana da te la sfiducia che nasce dalla consapevolezza della tua miseria. —È vero: per il tuo prestigio economico, sei uno zero…, per il tuo prestigio sociale, un altro zero…, un altro per le tue virtù, e un altro per il tuo talento…
Ma a sinistra di queste negazioni c’è Cristo… E che cifra incommensurabile risulta!
474. Non sei… nessuno. —Altri, invece, hanno operato e operano meraviglie d’organizzazione, di stampa, di propaganda. — Hanno tutti i mezzi, mentre tu non ne possiedi alcuno?… Bene: ricordati di Ignazio:
Ignorante fra i dottori di Alcalá. —Povero, poverissimo fra gli studenti di Parigi. —Perseguitato, calunniato…
È il cammino: ama, credi e soffri! Il tuo Amore, la tua Fede e la tua Croce sono i mezzi infallibili per realizzare ed eternare l’ansia d’apostolato che porti nel cuore.
475. Ti riconosci miserabile. E lo sei. —Malgrado tutto —anzi, proprio per questo— Dio ti ha cercato.
—Egli impiega sempre strumenti sproporzionati: perché si veda che l’“opera” è sua.
—A te chiede solo docilità.
476. Quando ti “darai” a Dio, non ci sarà difficoltà che possa scuotere il tuo ottimismo.
477. Perché lasci quegli angolini nel tuo cuore? — Finché tu non ti darai del tutto, è inutile pretendere di condurre altri a Dio.
—Sei un ben povero strumento.
478. Ma insomma! Giunti a questo punto, senti ancora il bisogno dell’approvazione, dell’incoraggiamento, del conforto dei potenti per continuare a fare ciò che Dio vuole?
—I potenti, di solito, sono volubili e tu devi essere costante. Sii riconoscente, se ti aiutano. E va’ avanti imperturbabile, se ti disprezzano.
479. Non farci caso. —I “prudenti” hanno sempre chiamato pazzie le opere di Dio.
—Avanti, audacia!
480. Vedi? Un filo, un altro e molti ancora, ben intrecciati, formano quella fune capace di sollevare pesi enormi.
—Tu e i tuoi fratelli, le vostre volontà unite per compiere quella di Dio, sarete capaci di superare tutti gli ostacoli.
481. Quando si cerca solo Dio, si può ben mettere in pratica, per mandare avanti le opere d’apostolato, quel principio di un nostro buon amico: “Si spende quel che si deve, anche se si deve quel che si spende”.
482. Che importa se il mondo intero, con tutto il suo potere, è contro di te? Tu… avanti!
—Ripeti le parole del salmo: “Il Signore è mia luce e mia salvezza: chi dovrò temere?… Si consistant adversum me castra, non timebit cor meum — Anche se fossi circondato dai nemici, il mio cuore non vacillerà”.
483. Coraggio! Tu… ce la fai. —Vedi che cosa ha fatto la grazia di Dio di quel Pietro dormiglione, rinnegatore e codardo…, di quel Paolo persecutore, odiatore e caparbio?
484. Sii strumento: d’oro o d’acciaio, di platino o di ferro…, grande o piccolo, delicato o rozzo…
—Tutti sono utili: ognuno ha la sua funzione. Come nelle cose materiali: chi oserà dire che la sega del falegname sia meno utile delle pinze del chirurgo?
—Il tuo dovere è d’essere strumento.
485. Bene. E con ciò? Non capisco come puoi sottrarti a questo lavoro di anime —se non per occulta superbia: ti credi perfetto—, con il pretesto che il fuoco di Dio che ti ha attratto dà alle volte, oltre alla luce e al calore che ti entusiasmano, anche il fumo della debolezza degli strumenti.
486. Di lavoro… ce n’è. —Gli strumenti non possono stare ad ammuffire. —Ci sono pure delle norme per evitare muffa e ruggine. —Basta metterle in pratica.
487. Non stare in ansia per il guaio economico che minaccia la tua impresa d’apostolato. —Accresci la fiducia in Dio, fa’ ciò che umanamente puoi, e vedrai che ben presto il denaro non sarà più un guaio!
488. Non tralasciare di fare le cose per mancanza di strumenti: si comincia come si può. —Poi, la funzione crea l’organo. Alcuni, che sembravano incapaci, si rivelano idonei. Con altri, anche se duole, si fa un’operazione chirurgica —buoni “chirurghi” furono i santi!—, e si prosegue il cammino.
489. Fede viva e penetrante. Come la fede di Pietro. —Quando l’avrai —l’ha detto Lui— rimuoverai le montagne, gli ostacoli, umanamente insuperabili, che si oppongono alle tue imprese d’apostolo.
490. Rettitudine di cuore e buona volontà: con questi due elementi e con lo sguardo fisso al compimento di quello che Dio vuole, vedrai realizzati i tuoi sogni d’Amore e saziata la tua fame di anime.
491. “Nonne hic est fabri filius? Nonne hic est faber, filius Mariae?” —Non è questi il figlio dell’artigiano? Non è l’artigiano, figlio di Maria?
—Ciò che dissero di Gesù è molto probabile che sia detto di te, con un po’ di stupore e un po’ di presa in giro, quando “definitivamente” ti deciderai a compiere la Volontà di Dio, a essere strumento: Ma costui non è quel tale?
—Taci. E fa’ che le tue opere confermino la tua missione.