Cammino XLII
Chiamata
Autore: San Josemaría Escrivá
902. Perché non ti dai a Dio una buona volta…, sul serio…, adesso?
903. Se vedi chiaramente il tuo cammino, seguilo. —Perché non respingi la vigliaccheria che ti trattiene?
904. “Andate, predicate il Vangelo… Io sono con voi…”. —Lo ha detto Gesù… e lo ha detto a te.
905. Il fervore patriottico —lodevole— porta molti uomini a fare della loro vita un “servizio”, una “milizia”. —Non dimenticare che anche Cristo ha “milizie” e gente scelta al suo “servizio”.
906. “Et regni eius non erit finis”. —Il suo Regno non avrà fine!
Non ti dà gioia lavorare per un regno così?
907. “Nesciebatis quia in his quae Patris mei sunt oportet me esse?” —Non sapevate che devo occuparmi delle cose che riguardano il servizio del Padre mio?
Risposta di Gesù adolescente. E risposta a una Madre come sua Madre, che da tre giorni lo va cercando, credendolo perduto. —Risposta che ha per complemento quelle parole di Cristo trascritte da San Matteo: “Chi ama suo padre o sua madre più di me, non è degno di me”.
908. Troppa semplicità è la tua quando giudichi il valore delle imprese d’apostolato da quello che di esse è visibile. —Con questo criterio dovresti preferire un quintale di carbone a un pugno di diamanti.
909. Ora che ti sei dato a Lui, chiedigli una vita nuova, un “sigillo”: per dare fermezza all’autenticità della tua missione d’uomo di Dio.
910. Tutto questo —il tuo ideale, la tua vocazione— è… una pazzia. —E gli altri —i tuoi amici, i tuoi fratelli— pazzi anche loro…
Non hai sentito, qualche volta, questo grido nel più profondo di te? —Rispondi, con decisione, che ringrazi Dio per l’onore di appartenere al “manicomio”.
911. Mi scrivi: “Il desiderio così grande che tutti noi abbiamo di vedere che “questo” progredisca e si dilati, sembra tramutarsi in impazienza. Quando sfonderà, quando irromperà…; quando vedremo il mondo tutto nostro?”.
E aggiungi: “Il desiderio non sarà inutile se lo sfoghiamo nel “forzare la mano” al Signore, nell’importunarlo: perché allora avremo formidabilmente guadagnato tempo”.
912. Mi spiego la tua sofferenza quando, in mezzo alla tua forzata inattività, consideri il lavoro che c’è ancora da fare. —Il mondo non basta a contenere il tuo cuore, e devi adattarti… a un minuscolo lavoro d’ufficio.
Ma, a quando il Fiat?…
913. Sta’ sicuro: la tua vocazione è la grazia più grande che il Signore abbia potuto farti. —Ringrazialo.
914. Che pena fanno quelle folle —alte, basse e medie— senza ideale! —Dànno l’impressione di non sapere che posseggono un’anima: sono… mandria, gregge…, branco…
Gesù: noi, con l’aiuto del tuo Amore Misericordioso, trasformeremo la mandria in schiera, il gregge in esercito… e dal branco estrarremo, purificati, coloro che non vogliono più rimanere immondi.
915. Le opere di Dio non sono né leve, né gradini.
916. Signore, rendici pazzi, di quella pazzia contagiosa che attiri molti al tuo apostolato.
917. “Nonne cor nostrum ardens erat in nobis, dum loqueretur in via?” —Non ardeva forse il nostro cuore dentro di noi, mentre ci parlava per via?
Queste parole dei discepoli di Emmaus dovranno uscire spontanee, se sei apostolo, dalle labbra dei tuoi compagni di professione, dopo avere incontrato te lungo il cammino della loro vita.
918. Va’ all’apostolato a dare tutto, e non a cercare alcunché di terreno.
919. Nel volerti apostolo, il Signore ti ha ricordato, affinché tu non abbia mai a dimenticarlo, che sei “figlio di Dio”.
920. Ognuno di voi deve fare in modo di essere apostolo di apostoli.
921. Tu sei sale, anima d’apostolo. —“Bonum est sal”— il sale è buono, si legge nel Santo Vangelo; “si autem sal evanuerit” —ma se il sale diventa scipìto… non serve a nulla, né per la terra, né per il concime; lo si getta via come cosa inutile.
Tu sei sale, anima d’apostolo. —Ma se diventi scipìto…
922. Figlio mio: se ami il tuo apostolato, sta’ sicuro che ami Dio.
923. Il giorno in cui “sentirai” bene il tuo apostolato, questo stesso apostolato sarà per te una corazza contro la quale si frantumeranno tutte le insidie dei tuoi avversari della terra e dell’inferno.
924. Prega sempre per la tua perseveranza e per quella dei tuoi compagni d’apostolato, perché il nostro avversario, il demonio, sa troppo bene che siete suoi grandi nemici…, e una caduta nelle vostre file, quanto gli fa piacere!
925. Come i religiosi osservanti hanno desiderio di conoscere in che modo vivevano i primi seguaci del loro ordine o della loro congregazione, per uniformarsi alla loro condotta, così tu —cavaliere cristiano— cerca di conoscere e di imitare la vita dei discepoli di Gesù, di coloro che frequentarono Pietro e Paolo e Giovanni, e furono forse testimoni della Morte e della Risurrezione del Maestro.
926. Mi domandi… e ti rispondo: la tua perfezione consiste nel vivere perfettamente nel luogo, nell’ufficio e nel grado in cui Dio, per mezzo di chi ha autorità, ti vorrà collocare.
927. Pregate gli uni per gli altri. —Uno vacilla?… —E l’altro?…
Continuate a pregare, senza perdere la pace. —Se ne vanno? Si perdono?… Il Signore vi ha tutti contati, fin dall’eternità!
928. Hai ragione. —“Dalla vetta —mi scrivi— dovunque si guardi —ed è un raggio di molti chilometri—, non si vede una pianura: dietro ogni montagna, un’altra montagna. Se in qualche punto il paesaggio sembra addolcirsi, all’alzarsi della nebbia ecco ancora una catena di monti che era dietro celata”.
Così è, così deve essere l’orizzonte del tuo apostolato: bisogna attraversare il mondo. Ma non ci sono vie tracciate per voi… Le traccerete, attraverso le montagne, col battere dei vostri passi.