L'apostolato
Tratto da "Cammino" XLIV
Autore: San Josemaría Escrivá
960. Come il clamore dell’oceano si compone del rumore di ciascuna delle onde, così la santità del vostro apostolato si compone delle virtù personali di ciascuno di voi.
961. È necessario che tu sia “uomo di Dio”, uomo di vita interiore, uomo di preghiera e di sacrificio. —Il tuo apostolato dev’essere un traboccare della tua vita “al di dentro”.
962. Unità. —Unità e sottomissione. Che ne faccio dei pezzi smontati di un orologio, benché siano di valore, se non mi dànno l’ora?
963. Non fate delle “chiesuole” nel vostro lavoro. —Sarebbe un immeschinire gli apostolati: perché se la “chiesuola” giunge, alla fine, al governo d’una impresa universale…, l’impresa universale finisce ben presto in “chiesuola”!
964. Mi dicevi, con sconforto: Ci sono molte strade! —Devono esserci: perché tutte le anime possano trovare la loro, in questa varietà ammirevole.
Confusionismo? —Scegli una volta per tutte: e la confusione si trasformerà in sicurezza.
965. Rallégrati, se vedi che altri lavorano in fecondi apostolati. —E chiedi, per loro, grazia di Dio abbondante e corrispondenza a questa grazia.
Poi, tu segui il tuo cammino: persuaditi di non averne altro.
966. È cattivo spirito il tuo se ti duole che altri lavorino per Cristo senza chiedere la tua collaborazione. —Ricordati di questo passo di San Marco: “Maestro, abbiamo visto un tale, che non viene con noi, scacciare i demoni in nome tuo, e glielo abbiamo proibito. Ma Gesù disse: Non glielo proibite; perché nessuno che fa prodigi in nome mio potrà poi dir male di me. Perché chi non è contro di noi è con noi”.
967. È inutile che ti affanni in tante opere esteriori se ti manca Amore. —È come cucire con un ago senza filo.
Che pena se alla fine avessi fatto il “tuo” apostolato e non il “suo” Apostolato!
968. Ti benedico con gioia, figliolo, per quella fede nella tua missione d’apostolo che ti ha portato a scrivere: “Non c’è dubbio: l’avvenire è sicuro, forse malgrado noi stessi. Ma è necessario che siamo una sola cosa con il Capo —”ut omnes unum sint!”— per mezzo della preghiera e del sacrificio”.
969. Coloro che, lasciando l’azione agli altri, pregano e soffrono, non brilleranno quaggiù, ma come splenderà la loro corona nel Regno della Vita!
—Sia benedetto “l’apostolato della sofferenza”!
970. È vero che ho chiamato il tuo apostolato discreto “missione silenziosa e operativa”. —E non ho nulla da rettificare.
971. Mi sembra così buona la tua devozione per i primi cristiani, che farò il possibile per accrescerla, in modo che tu svolga —come loro—, con sempre maggiore entusiasmo, questo Apostolato efficace di discrezione e di confidenza.
972. Quando metti in pratica il tuo “apostolato di discrezione e di confidenza”, non dirmi che non sai che cosa dire. —Perché —ti dirò con il salmo— “Dominus dabit verbum evangelizantibus virtute multa”, il Signore mette in bocca ai suoi apostoli parole piene d’efficacia.
973. Quelle parole lasciate scivolare proprio al momento giusto all’orecchio dell’amico che vacilla; quella conversazione orientatrice che hai saputo provocare così a proposito; e quel consiglio professionale che migliora il suo lavoro universitario; e la discreta indiscrezione che ti porta a suggerirgli orizzonti insospettati di zelo… Tutto questo è “apostolato della confidenza”.
974. “Apostolato della mensa”: è la vecchia ospitalità dei Patriarchi, con il calore fraterno di Betania. —Quando lo si esercita, sembra di intravedere Gesù, che presiede, come in casa di Lazzaro.
975. Urge ricristianizzare le feste e i costumi popolari. —Urge evitare che gli spettacoli pubblici si trovino in questa alternativa: o insulsi o pagani.
Chiedi al Signore che vi sia chi s’impegni in questo lavoro urgente che possiamo chiamare “apostolato del divertimento”.
976. Dell’“apostolato epistolare” mi fai un bel panegirico. —Scrivi: “Non so come imbrattare il foglio parlando di cose che possano essere utili a chi riceverà la lettera. Quando comincio, dico al mio Angelo Custode che, se scrivo, è perché serva a qualcosa. E, sebbene non dica altro che sciocchezze, nessuno potrà togliermi —né togliere a lui— il tempo che ho impiegato nel chiedere al Signore quel che so che più giova all’anima di colui al quale è diretta la mia lettera”.
977. “La lettera mi ha colto in giorni tristi, senza motivo, e leggerla mi ha incoraggiato straordinariamente, sentendo come lavorano gli altri”. —E un altro: “Le sue lettere e le notizie dei miei fratelli mi aiutano come un sogno felice di fronte alla realtà di tutto ciò che tocchiamo…”. —E un altro ancora: “Che gioia ricevere queste lettere e sapermi amico di questi amici!”. E un altro e altri mille: “Ho ricevuto la lettera di X e mi vergogno della mia mancanza di buono spirito in confronto al loro…”.
Non è vero che è efficace l’“apostolato epistolare”?
978. “Venite post me, et faciam vos fieri piscatores hominum” —venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini. —Non senza mistero il Signore impiega queste parole: gli uomini —come i pesci— bisogna prenderli dalla testa.
Che profondità evangelica ha l’“apostolato dell’intelligenza”!
979. Fa parte della condizione umana stimare poco quello che costa poco. —Questa è la ragione per cui ti consiglio l’“apostolato del non dare”.
Non mancar mai di riscuotere ciò che è giusto e ragionevole nell’esercizio della tua professione, se la tua professione è lo strumento del tuo apostolato.
980. “Non abbiamo forse la facoltà di condurre con noi nei viaggi una donna, sorella in Gesù Cristo, che ci assista, come fanno gli altri apostoli e i parenti del Signore e Pietro?”.
Questo dice San Paolo nella sua prima lettera ai Corinzi. —Non è possibile disdegnare la collaborazione della “donna nell’apostolato”.
981. “Qualche tempo dopo —si legge nell’ottavo capitolo di San Luca— Gesù andava per le città e i villaggi, predicando e annunciando il regno di Dio; ed erano con lui i dodici, come pure alcune donne che erano state liberate da spiriti maligni e da malattie: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna moglie di Cusa, procuratore d’Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con le loro sostanze”.
Trascrivo. E prego Dio che, se qualche donna mi legge, si riempia di una santa invidia, piena d’efficacia.
982. È più forte la donna dell’uomo, e più fedele nell’ora del dolore. —Maria Maddalena e Maria di Cleofa e Salomé!
Con un gruppo di donne coraggiose, come queste, ben unite alla Vergine Addolorata, che lavoro di anime si farebbe nel mondo!