Perseveranza
Cammino XLV
Autore: San Josemaría Escrivá
983. Cominciare è di tutti; perseverare è dei santi.
La tua perseveranza non sia conseguenza cieca del primo impulso, opera dell’inerzia: sia una perseveranza riflessiva.
984. Digli: “Ecce ego quia vocasti me!”. Eccomi, perché mi hai chiamato!
985. Ti eri allontanato dal cammino e non tornavi perché avevi vergogna. —Sarebbe più logico che ti vergognassi di non rettificare.
986. “È proprio vero che non occorre essere eroi —mi confessi— per sapersi isolare, senza stravaganze né affettazione, per quel tanto che è necessario, a seconda dei casi… e perseverare”. —E aggiungi: “Finché osserverò le norme che lei mi ha dato, non mi preoccuperanno i raggiri e le mormorazioni dell’ambiente: mi spaventerebbe piuttosto l’aver paura di queste piccolezze”. —Magnifico!
987. Coltiva e preserva l’ideale nobilissimo che è appena nato in te. —Bada che sono molti i fiori a sbocciare in primavera, e pochi quelli che maturano in frutto.
988. Lo scoraggiamento è nemico della tua perseveranza. —Se non lotti contro lo scoraggiamento, giungerai dapprima al pessimismo, e poi alla tiepidezza. —Sii ottimista.
989. Insomma: dopo tanto dire “Croce, Signore, Croce!”, si vede che volevi una croce di tuo gradimento.
990. Costanza, che nulla faccia vacillare. —Ne hai bisogno. Chiedila al Signore e fa’ quanto puoi per ottenerla: perché è un gran mezzo per non separarti dal fecondo cammino che hai intrapreso.
991. Non puoi “salire”. —Non è strano: quella caduta!…
Persevera e “salirai”. —Ricorda ciò che dice un autore spirituale: la tua povera anima è un uccello con le ali imbrattate di fango.
C’è bisogno di molto sole del cielo e di sforzi personali, piccoli e costanti, per strappare quelle inclinazioni, quelle immaginazioni, quell’abbattimento: quel fango appiccicoso delle tue ali.
E ti troverai libero. —Se perseveri, “salirai”.
992. Ringrazia Dio che ti ha aiutato e rallegrati della tua vittoria. —Che gioia profonda sente la tua anima, dopo aver corrisposto!
993. Ragioni… bene, freddamente: quanti motivi per abbandonare il lavoro! —E qualcuno, a quanto sembra, decisivo.
Vedo, senza dubbio, che hai delle ragioni. —Ma non hai ragione.
994. “Mi è passato l’entusiasmo”, mi hai scritto. —Tu non devi lavorare per entusiasmo, ma per Amore: con coscienza del dovere, che è abnegazione.
995. Irremovibile: così devi essere. —Se le miserie altrui o tue personali fanno vacillare la tua perseveranza, mi faccio un triste concetto del tuo ideale.
Deciditi una volta per tutte.
996. Hai una povera idea del tuo cammino se, nel sentirti freddo, credi di averlo perduto: è l’ora della prova; per questo ti sono state tolte le consolazioni sensibili.
997. Assenza, isolamento: prove per la perseveranza. —Santa Messa, orazione, sacramenti, sacrifici: comunione dei santi! Ecco le armi per vincere nella prova.
998. Benedetta perseveranza dell’asinello di nòria! —Sempre allo stesso passo. Sempre gli stessi giri. —Un giorno dopo l’altro: tutti uguali.
Senza di ciò, non vi sarebbe maturità nei frutti, né freschezza nell’orto, non avrebbe aromi il giardino.
Porta questo pensiero alla tua vita interiore.
999. Qual è il segreto della perseveranza? L’Amore. —Innamòrati, e non “lo” lascerai.