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Cammino XV

Formazione

Autore: San Josemaría Escrivá

360. Come ridevi, schiettamente, quando ti consigliai di porre i tuoi verdi anni sotto la protezione di San Raffaele! Perché ti conduca, come il giovane Tobia, a un matrimonio santo, con una moglie buona, bella e ricca —ti dissi scherzando.
E poi, come sei rimasto pensoso, quando aggiunsi il consiglio di metterti anche sotto il patrocinio dell’apostolo adolescente, Giovanni: se mai il Signore ti chiedesse di più.
361. Per te, che ti lamenti interiormente perché ti trattano con durezza e senti il contrasto di questo rigore con il comportamento dei tuoi famigliari, copio queste frasi della lettera di un ufficiale medico: “Davanti al malato si può avere l’atteggiamento freddo e calcolatore, ma oggettivo e utile al paziente, del professionista onesto, o quello insulso e piagnucoloso della famiglia. —Che cosa diverrebbe un posto di pronto soccorso, durante un combattimento, quando si riversa la fiumana dei feriti che si accumulano perché lo smistamento non è sufficientemente rapido, se vicino a ogni barella ci fosse una famiglia? Meglio sarebbe passare al nemico!”.
362. Non ho bisogno di miracoli: per me sono più che sufficienti quelli della Scrittura. —Invece, ho bisogno del tuo compimento del dovere, della tua corrispondenza alla grazia.
363. Deluso. —Ritorni con le ali abbattute. Gli uomini ti hanno dato una lezione! —Credevano che non avresti avuto bisogno di loro, e abbondavano le offerte. La prospettiva di doverti aiutare economicamente —qualche miserabile liretta— ha tramutato l’amicizia in indifferenza.
—Confida solo in Dio e in coloro che, per Lui, sono uniti a te.
364. Ah, se ti proponessi di servire Dio “seriamente”, con lo stesso impegno che metti nel servire la tua ambizione, le tue vanità, la tua sensualità!…
365. Se ti senti spinto a essere capo, la tua aspirazione sarà: con i tuoi fratelli, l’ultimo; con gli altri, il primo.
366. Vediamo un po’: che offesa ti si fa se il tale o il tal altro ha più confidenza con certe persone che ha conosciuto prima o verso le quali sente più affinità per ragioni di simpatia, di professione, di carattere?
—Tuttavia, evita accuratamente fra i tuoi anche l’apparenza di un’amicizia particolare.
367. Il cibo più delicato e scelto, se viene mangiato da un maiale (questo è il suo nome, senza eufemismi) si trasforma, tutt’al più… in carne di maiale!
Siamo angeli, per nobilitare le idee nell’assimilarle. —O, almeno, siamo uomini: per trasformare gli alimenti in muscoli vigorosi e belli, o forse in cervello potente… capace di comprendere e di adorare Dio.
—Ma… non rendiamoci bestie come tanti e tanti!
368. Ti annoi? —È perché tieni desti i sensi e addormentata l’anima.
369. La carità di Gesù Cristo ti porterà a molte concessioni… nobilissime. —E la carità di Gesù Cristo ti porterà a molte intransigenze…, nobilissime anch’esse.
370. Se non sei cattivo, e lo sembri, sei stupido. —E questa stupidità —pietra di scandalo— è peggiore della cattiveria.
371. Quando persone professionalmente mal considerate si agitano alla testa di manifestazioni esteriori di religiosità, sono sicuro che sentite la voglia di dir loro all’orecchio: “Per favore, abbiano la bontà d’essere meno cattolici!”.
372. Se occupi un posto ufficiale, hai anche dei diritti che nascono dall’esercizio della tua carica, e dei doveri.
—Ti allontani dal tuo cammino d’apostolo se, a causa —o con la scusa— di un’opera di zelo, lasci incompiuti i doveri della tua carica. Perché mi perderai il prestigio professionale, che è proprio il tuo “amo di pescatore d’uomini”.
373. Mi piace il tuo motto d’apostolo: “Lavorare senza riposo”.
374. Perché quella precipitazione? —Non dirmi che è attività: è stordimento.
375. Dissipazione. —Lasci abbeverare i tuoi sensi e le tue facoltà a ogni pozzanghera. —Per questo poi cammini così: senza fermezza, l’attenzione dispersa, la volontà addormentata e la concupiscenza sveglia.
—Torna con serietà a sottometterti a un programma che ti faccia vivere la vita di cristiano, altrimenti non concluderai mai nulla di buono.
376. “Influisce tanto l’ambiente!”, mi hai detto. —E dovetti rispondere: senza dubbio. Perciò è necessario che la vostra formazione sia tale che siate voi a condizionare, con naturalezza, il vostro ambiente, per dare “il vostro tono” alla società nella quale vivete.
—E allora, se hai colto questo spirito, sono sicuro che mi dirai, con lo stupore dei primi discepoli nel contemplare le primizie dei miracoli che le loro mani operavano in nome di Cristo: “Influiamo tanto sull’ambiente!”.
377. E come acquisterò “la nostra formazione”, come conserverò “il nostro spirito”? —Compiendomi le norme concrete che il tuo Direttore ti ha indicato, ti ha spiegato e ti ha fatto amare: compile e sarai apostolo.
378. Non essere pessimista. —Non sai che tutto quanto succede o può succedere è per il bene?
—Il tuo ottimismo sarà conseguenza necessaria della tua fede.
379. Naturalezza. —La vostra vita di uomini cristiani, di donne cristiane —il vostro sale e la vostra luce— scorra spontanea, senza stranezze e senza bigotterie: portate sempre con voi il nostro spirito di semplicità.
380. Mi domandi: “Non sembrerà artificiosa la mia naturalezza in un ambiente paganizzato o pagano, dato che tale ambiente urterà con la mia vita?”.
—E ti rispondo: “La tua vita urterà senza dubbio con la loro; e questo contrasto, che conferma con le opere la tua fede, è appunto la naturalezza che ti chiedo”.
381. Non ti preoccupare se dicono che hai spirito di corpo. —Che pretendono? Uno strumento fatiscente, che si sgretola al momento di prenderlo in pugno?
382. Nel regalarti quella “Storia di Gesù”, scrissi come dedica: “Cerca Cristo, trova Cristo, ama Cristo”.
—Sono tre tappe chiarissime. Hai tentato di vivere, almeno, la prima?
383. Se ti vedono vacillare… e sei il capo, non è strano che s’infranga l’obbedienza.
384. Confusionismo. —Seppi che vacillava la rettitudine del tuo criterio. E, perché m’intendessi, ti scrissi: il diavolo ha la faccia molto brutta e, siccome la sa lunga, non si espone a mostrarci le corna. Non si presenta di fronte. —Per questo, quante volte viene mascherato di nobiltà e perfino di spiritualità!
385. Dice il Signore: “Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno che siete miei discepoli”.
—E San Paolo: “Portate gli uni il peso degli altri, e così compirete la legge di Cristo”.
—Io non ti dico niente.
386. Non dimenticare, figliolo, che per te sulla terra c’è solo un male da temere e, con la grazia divina, da evitare: il peccato.