Cammino XXII - La Santa Messa
Autore: San Josemaría Escrivá
528. Una caratteristica molto importante dell’uomo apostolico è amare la Messa.
529. La Messa è lunga, tu dici; e io aggiungo: perché il tuo amore è corto.
530. Non è strano che molti cristiani, posati e persino solenni nella vita di relazione (non hanno fretta), nelle loro poco attive attività professionali, a tavola, nel riposo (neanche in ciò hanno fretta), si sentano incalzati dalla fretta e incalzino il Sacerdote, nella loro ansia di abbreviare, di affrettare il tempo dedicato al Sacrificio Santissimo dell’Altare?
531. “Trattàtemelo bene, trattàtemelo bene”, diceva, fra le lacrime, un anziano Prelato ai nuovi Sacerdoti che aveva appena ordinato.
—Signore! Chi mi darà parole e autorità per gridare allo stesso modo all’orecchio e al cuore di molti cristiani, di molti?
532. Come pianse, ai piedi dell’altare, quel giovane Sacerdote santo che meritò il martirio, perché si rammentava di un’anima che si era accostata in peccato mortale a ricevere Cristo!
—Ripari così anche tu?
533. Umiltà di Gesù: a Betlemme, a Nazaret, sul Calvario… —Ma la sua umiliazione e il suo annichilimento sono maggiori nell’Ostia Santissima: più che nella stalla, che a Nazaret, che sulla Croce.
Perciò, quanto sono obbligato ad amare la Messa! (La “nostra” Messa, Gesù…).
534. Quanti anni di comunione quotidiana! —Un altro sarebbe diventato santo —mi hai detto—, io invece sempre lo stesso! —Figliolo —ti ho risposto—, prosegui nella Comunione quotidiana e pensa: che cosa sarei, se non mi fossi comunicato?
535. Comunione, unione, comunicazione, confidenza: Parola, Pane, Amore.
536. Comùnicati. —Non è mancanza di rispetto. —Comùnicati proprio oggi, appena uscito da quel laccio.
—Dimentichi che Gesù ha detto: il medico non è necessario ai sani, ma ai malati?
537. Quando ti avvicini al Tabernacolo pensa che Lui… ti aspetta da venti secoli.
538. Egli è lì: il Re dei Re, il Signore dei Signori. —È nascosto nel pane.
—Si è umiliato sino a questo estremo per amor tuo.
539. È rimasto per te. —Se tu sei ben disposto, non è segno di riverenza omettere la Comunione. —Irriverenza è solo riceverlo indegnamente.
540. Quale fonte di grazie è la Comunione spirituale! —Praticala di frequente e avrai più presenza di Dio e più unione con Lui nelle opere.
541. La vita di pietà ha una sua correttezza. —Apprendila. —Fanno pena quelle persone “pie” che non sanno assistere alla Messa —benché la frequentino ogni giorno— né sanno fare il segno della Croce —tracciano strani geroglifici, in tutta fretta—, né sanno inginocchiarsi dinanzi al Tabernacolo —le loro ridicole genuflessioni sembrano una burla—, né sanno inclinare riverentemente la testa davanti a un’immagine della Madonna.
542. Non esponetemi al culto immagini fabbricate “in serie”: preferisco un Santo Cristo di ferro rozzo a quei Crocifissi di gesso rileccato che sembrano fatti di zucchero.
543. Mi hai visto celebrare la Santa Messa sopra un altare nudo —mensa e ara—, senza pala ornamentale. Il Crocifisso, grande. I candelieri robusti, con torce di cera digradanti: più alte vicino alla Croce. Paliotto del colore liturgico. Pianeta ampia. Severo di linee, larga la coppa e ricco, il calice. Assente la luce elettrica: non ne abbiamo notato la mancanza.
—E ti costò fatica uscire dall’oratorio: si stava così bene! Vedi come conduce a Dio, come avvicina a Dio il rigore della liturgia?