Cammino XXIX
Discrezione
Autore: San Josemaría Escrivá
639. Di tacere non ti pentirai mai: di parlare, molte volte.
640. Come osi raccomandare di custodirti il segreto…, se questa avvertenza è prova che tu non l’hai saputo custodire?
641. La discrezione non è mistero, né confabulazione.
—È, semplicemente, naturalezza.
642. Discrezione è… delicatezza. —Non avverti un’inquietudine, un malessere intimo, quando i fatti —nobili e normali— della tua famiglia escono dal calore del focolare, per finire nell’indifferenza o nella curiosità della pubblica piazza?
643. Non manifestare con leggerezza l’intimità del tuo apostolato: non vedi che il mondo è pieno di egoistiche incomprensioni?
644. Taci. Non dimenticare che il tuo ideale è come un lumicino appena acceso. —Può bastare un soffio per spegnerlo nel tuo cuore.
645. Quanto è fecondo il silenzio! —Tutte le energie che mi perdi, con le tue mancanze di discrezione, sono energie che sottrai all’efficacia del tuo lavoro.
—Sii discreto.
646. Se tu fossi più discreto, non ti lamenteresti interiormente dell’amaro in bocca che ti fa soffrire dopo molte tue conversazioni.
647. Non pretendere che ti “capiscano”. —Quell’incomprensione è provvidenziale: perché il tuo sacrificio passi nascosto.
648. Se taci otterrai maggior efficacia nelle tue imprese apostoliche —quanti perdono la loro “forza” dalla bocca!— ed eviterai molti pericoli di vanagloria.
649. Sempre spettacolo! —Mi domandi fotografie, grafici, statistiche.
—Non ti mando questo materiale perché —e mi pare molto rispettabile l’opinione contraria— poi penserei di aver lavorato per dare la scalata alla terra… e invece è il cielo che io voglio scalare.
650. C’è molta gente —santa— che non capisce il tuo cammino. —Non ostinarti a farglielo comprendere: perderai il tempo e darai luogo a indiscrezioni.
651. “Non si può essere radice e fronda se non si è linfa, spirito, qualcosa che circola al di dentro”.
—L’amico tuo che scrisse queste parole sapeva che sei nobilmente ambizioso. —E ti indicò il cammino: la discrezione, il sacrificio, il lavorare dal di dentro.
652. Discrezione, virtù di pochi. —Chi ha calunniato la donna dicendo che la discrezione non è virtù di donne?
—Quanti uomini, con tanto di barba, devono imparare!
653. Quale esempio di discrezione ci dà la Madre di Dio! Nemmeno a Giuseppe dà a conoscere il mistero.
—Chiedi alla Madonna la discrezione che ti manca.
654. È il disappunto che ha affilato la tua lingua. Taci!
655. Non ti raccomanderò mai a sufficienza l’importanza della discrezione.
—Se non è il taglio della tua arma di lotta, ti dirò che ne è l’impugnatura.
656. Taci, ogni qualvolta senti dentro di te il ribollire dell’indignazione. —E questo, anche se fossi giustissimamente adirato.
—Perché, malgrado la tua discrezione, in quei momenti dici sempre di più di quello che vorresti.