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Catechismo Degli Adulti - Capitolo 20 - 6 - 7

Discepola E Cooperatrice Del Salvatore

Autore: Autori Cristiani

Carissimi Fratelli e Sorelle ,
6. [775] Il Cristo è l’unico maestro e l’unico redentore; da lui riceviamo la grazia di essere suoi discepoli e cooperatori, partecipi della sua vita e della sua missione, santi e santificatori.
Maria è la più perfetta seguace di Cristo e la prima collaboratrice all’opera della salvezza. Il suo personale cammino di fede, come emerge dai racconti evangelici, è anche il dilatarsi della sua carità verso tutti gli uomini, con un inserimento sempre più consapevole nel mistero della redenzione.
[776] Nell’annunciazione, Maria ascolta con fede la parola di Dio e si consegna come docile strumento nelle sue mani; accoglie il Messia e si mette a disposizione della sua opera. Il suo consenso apre al Signore la via per la sua venuta personale nel mondo e inaugura la pienezza dei tempi.
[777] Dopo questo evento decisivo, Maria non si ripiega su se stessa, ma va a far visita a Elisabetta, sua parente. La prima evangelizzata diventa la prima evangelizzatrice: proclama le meraviglie del Signore, con la presenza gioiosa e santificante, il cantico di lode e il servizio.
[778] Gesù nasce a Betlemme in condizioni di indigenza e di emarginazione, e Maria lo presenta ai pastori come Messia per i poveri, povero egli stesso. Dopo quaranta giorni lo offre a Dio nel Tempio e con lui offre la propria obbedienza, mentre la voce di Simeone le indica che «la sua maternità sarà oscura e dolorosa». Vengono i Magi, primizia dei popoli pagani, ad adorare il Messia; ma Erode scatena la prima persecuzione e bisogna fuggire in Egitto.
[779] A dodici anni Gesù partecipa al pellegrinaggio a Gerusalemme per la festa di Pasqua e compie un misterioso gesto profetico. Al momento di ripartire, senza che i suoi se ne accorgano, rimane nel tempio. Lo ritrovano dopo tre giorni di angosciosa ricerca. Maria gli ricorda, in modo discreto, il diritto dei genitori: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo» (Lc 2,48). La risposta è enigmatica: Gesù appartiene a un altro Padre e deve abitare con lui. Ma torna a Nàzaret, obbediente e sottomesso. Al compiersi dei suoi giorni terreni, un’altra Pasqua, svelerà il senso di questo abitare con il Padre. Maria e Giuseppe al momento non comprendono, ma riflettono in silenzio. Intanto passano i lunghi anni della vita nascosta: lavoro quotidiano, intimo contatto col Mistero, fatica di credere.
[780] Comincia la vita pubblica di Gesù. A Cana di Galilea, Maria presenta al Figlio l’umana indigenza: «Non hanno più vino»; poi invita i servi a compiere la sua volontà: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,35). Così coopera all’«inizio» dei segni e contribuisce a suscitare la fede dei primi seguaci: «Gesù… manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui» (Gv 2,11). Viene indicata come la «donna», figura del popolo di Dio nell’ora in cui si celebra la nuova alleanza nuziale con il Signore, che riceverà il sigillo definitivo nella Pasqua di morte e risurrezione.
[781] Gesù procede nel suo ministero e rivela gradualmente le esigenze del regno di Dio. Maria è chiamata a superare la sua umanissima premura materna per il Figlio. Quando si reca da lui insieme ai parenti, che vogliono moderarne lo zelo e invitarlo a una maggiore precauzione, deve ascoltare la risposta decisa: «Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre» (Mc 3,35). Fedele discepola, comprende sempre meglio cosa significa essere la serva del Signore dietro al Messia-Servo, incamminato verso la croce.
[782] Sul Calvario Maria è accanto alla croce: «Fu presente in dolorosa compassione col suo unigenito Figlio, associandosi con animo materno al suo sacrificio e unendo il suo amorevole consenso all’immolazione della vittima che lei stessa aveva generata». Il Figlio viene condannato e schernito, percosso e schiacciato come un verme, abbandonato dai discepoli. In un certo senso appare abbandonato anche dal Padre. Le grandiose promesse sembrano smentite: dov’è il trono di David? dov’è il regno che non avrà fine? Per Maria è una prova terribile, più dura di quella di Abramo al sacrificio di Isacco, ma rimane in piedi. La sua fede è incrollabile, senza riserve. Non vede via di uscita; ma sa che tutto è possibile a Dio e le sue vie sono inaccessibili. Adesso il “sì” dell’annunciazione diventa esplicito consenso al sacrificio del Figlio e partecipazione al suo amore redentore verso tutti gli uomini.
[783] «Il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione con l’obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva legò con la sua incredulità, la vergine Maria sciolse con la sua fede». Gesù crocifisso vede in Maria la «donna», figura della Chiesa, nuova Gerusalemme e nuova Eva; la costituisce madre spirituale di tutti gli uomini, particolarmente dei credenti, impersonati dal discepolo amato: «Vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”» (Gv 19,26-27).
La maternità divina verso Cristo si dilata nella maternità universale. In virtù dello Spirito Santo, Maria diventa «per noi madre nell’ordine della grazia», per cooperare alla rigenerazione e alla formazione dei figli di Dio.
[784] Fedele discepola del Verbo fatto uomo, Maria cercò costantemente il volere di Dio e lo compì con amore . 7. [785] La maternità universale di Maria interviene in modo discreto e silenzioso già all’esordio della Chiesa. Al centro del nucleo iniziale, esiguo ma proteso ad abbracciare tutte le genti, Maria invoca e accoglie il dono dello Spirito di Pentecoste. L’evangelista Luca racconta l’evento con alcuni richiami all’annunciazione e alla visitazione, quasi suggerendo una certa continuità tra la Vergine Maria e la Chiesa: come allora Maria, così ora la Chiesa riceve la potenza dello Spirito, che scende dall’alto sopra di lei, poi va ad annunziare le grandi opere di Dio.
La Vergine Madre Maria si prolunga nella vergine madre Chiesa: «Con la sua nuova maternità nello Spirito, abbraccia tutti e ciascuno nella Chiesa, abbraccia anche tutti e ciascuno mediante la Chiesa». Non si pone solo come modello, ma coopera personalmente a rigenerare i figli di Dio.
[786] «La maternità di Maria nell’ordine della grazia perdura ininterrotta, a partire dal consenso prestato fedelmente nell’annunciazione e mantenuto senza esitazioni ai piedi della croce, fino al coronamento eterno di tutti gli eletti». Divenuta più vicina a Dio con l’assunzione alla gloria celeste, è più vicina anche a noi. Non più soggetta ai limiti della condizione terrestre, accompagna il cammino di tutti e di ciascuno con la sua intercessione presso Dio e con la sua azione piena di carità: «Noi crediamo che la Madre santissima di Dio, nuova Eva, Madre della Chiesa, continua in cielo il suo ufficio materno riguardo alle membra di Cristo, cooperando alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle anime dei redenti».
La mediazione materna di Maria si colloca dentro la mediazione di tutta la Chiesa, al centro di essa. Se nel mistero della comunione dei santi tutti i fedeli intercedono gli uni per gli altri e si aiutano gli uni gli altri, non sorprende che Maria faccia la stessa cosa, con una efficacia del tutto singolare. Se Dio compie meraviglie per amore dei suoi amici e con la loro cooperazione, non sorprende che operi coinvolgendo soprattutto la Madre di suo Figlio.
[787] La mediazione di Maria non reca pregiudizio a Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini, perché dipende da lui come ogni altra cooperazione umana: «La funzione materna di Maria verso gli uomini non oscura né in alcun modo sminuisce l’unica mediazione di Cristo, ma ne mostra piuttosto l’efficacia… E nemmeno impedisce il contatto immediato dei credenti con Cristo, ma anzi lo favorisce». Maria non si interpone come intermediaria tra noi e il Signore, quasi fosse più vicina e misericordiosa di lui; piuttosto è un dono e un riflesso della sua bontà, un segno della sua vicinanza.
[788] Signore, Padre santo, «nel mistero della tua benevolenza hai voluto che Maria, madre e socia del Redentore, continuasse nella Chiesa la sua missione materna: di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di riconciliazione e di pace» .
8. [789] Maria accompagna la Chiesa nel suo cammino e la precede alla meta. Assunta in cielo in anima e corpo, vive nella completa e definitiva perfezione della comunione con Dio e costituisce la primizia della Chiesa gloriosa, che si compirà alla risurrezione universale dei morti, ponendosi davanti a noi come modello concreto della speranza cristiana.
La verità dell’assunzione di Maria è emersa lentamente lungo i secoli, con crescente chiarezza, nel comune senso della fede del popolo cristiano, in oriente e in occidente. Infine è stata solennemente definita da Pio XII nel 1950: «L’immacolata Madre di Dio e sempre vergine Maria, finito il corso della sua vita terrena, è stata assunta, in corpo e anima, alla gloria celeste».
È la Pasqua di Maria, frutto della Pasqua di Gesù. È il compimento di un’unione senza pari con il Signore della vita, il coronamento dei doni di grazia e di santità a partire dall’immacolata concezione, il premio alla sua obbedienza di fede e al suo servizio di carità.
[790] Per noi, che avanziamo a fatica in mezzo alle prove del tempo presente, la gloriosa Vergine risplende come stella del mattino che annuncia il giorno, come stella del mare che indica il porto ai naviganti: «Brilla quaggiù come segno di sicura speranza e di consolazione per il popolo di Dio che è in cammino, fino a quando arriverà il giorno del Signore».
[791] «Maria è assunta in cielo: esultano le schiere degli angeli. Alleluia».
9. [792] Maria ha una posizione del tutto singolare nel mistero di Cristo e della Chiesa: è Madre del Figlio di Dio, cooperatrice del Salvatore, tutta santa, modello e madre della Chiesa, vicina con la sua intercessione e con la sua azione alle necessità di tutti gli uomini. Perciò giustamente viene venerata con un culto superiore a quello degli angeli e dei santi. I santi stessi gareggiano nella lode verso di lei: «O Maria, mare pacifico, Maria donatrice di pace, Maria terra fruttifera. Tu, Maria, sei quella pianta novella della quale abbiamo il fiore odorifero del Verbo Unigenito figliuolo di Dio, perché in te, terra fruttifera, fu seminato questo Verbo. Tu sei la terra e sei la pianta. O Maria, carro di fuoco, tu portasti il fuoco nascosto e velato sotto la cenere della tua umanità».
[793] «Tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48). Duemila anni di storia lo dimostrano: liturgia e devozione popolare, canti e immagini mirabili, rosario e “angelus Domini”, pellegrinaggi e santuari, comunità ecclesiali, congregazioni religiose e correnti di spiritualità, peccatori e santi alimentano su tutta la terra la lode perenne di Maria.
L’entusiasmo delle folle si accende facilmente in occasione di presunte apparizioni. La loro autenticità non può essere negata pregiudizialmente, perché Maria accompagna il nostro cammino storico con premura materna e può comunicare con noi, adattandosi alla nostra condizione terrena. Occorre però un prudente discernimento sotto la guida della competente autorità ecclesiale, perché illusioni e inganni sono frequenti e dannosi. In ogni caso non ci si deve attendere un messaggio nuovo rispetto al vangelo, ma solo un richiamo ad esso, in vista di una più seria conversione.
[794] Il concilio Vaticano II insegna che la vera devozione non ha niente a che fare con la curiosità, la vana credulità, il miracolismo, il superficiale sentimentalismo e il formalismo delle pratiche esteriori; ma consiste piuttosto nel riconoscere la singolare dignità di Maria, nel rivolgersi a lei con fiducia e amore filiale, nell’imitare le sue virtù, per seguire Cristo insieme con lei.
Secondo sant’Agostino, «onorare e non imitare altro non è che bugiarda adulazione». Maria vuole essere modello, non solo rifugio. Non è una madre protettiva e possessiva, che blocca i figli nell’infantilismo; ma una madre che fa crescere verso la maturità e spinge ad affrontare il rischio. Accogliere lei tra le cose proprienota, come il discepolo che Gesù amava, significa soprattutto assimilare i suoi atteggiamenti: fede coraggiosa, libertà e dono di sé, responsabilità e presenza nella storia, là dove si attua il disegno di Dio. Affidarsi o consacrarsi a lei significa vivere il proprio battesimo in sua compagnia, con coerenza e radicalità evangelica.
Nella venerazione della santa Vergine deve avere il primo posto il culto liturgico e le altre forme di devozione devono ispirarsi ad esso, in modo che Maria appaia sempre unita a Cristo nei suoi misteri e coinvolta nel movimento di adorazione, che egli nello Spirito Santo fa salire al Padrenota. Maria rimane «la serva del Signore» (Lc 1,38) e la sua gloria in cielo è ancora «la gloria di servire». Il suo cantico è sempre lo stesso: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (Lc 1,46); e sempre lo stesso è il suo invito: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5).
[795] «La pietà della Chiesa verso la santa Vergine è elemento intrinseco del culto cristiano» .
Il culto mariano, «pur essendo del tutto singolare, è però essenzialmente diverso da quel culto di adorazione che viene tributato al Verbo incarnato insieme al Padre e allo Spirito Santo» .

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