Catechismo Degli Adulti - Capitolo 8 - 1 - 2
Il Cristo , Il Signore
Autore: Chiesa Cattolica
Carissimi Fratelli e Sorelle ,
1. [285] Le diverse opinioni sull’identità di Gesù dividevano i suoi contemporaneinota e hanno continuato a dividere gli uomini di ogni epoca, fino alla nostra. Oggi gran parte della gente nel nostro paese riconosce in lui il Figlio di Dio fatto uomo. Tra le verità specificamente cristiane è la più condivisa. Non manca però chi considera Gesù soltanto un grande personaggio, un profeta o addirittura una figura mitica.
Ma quale idea si facevano di lui le prime comunità cristiane? Qual è l’autentica fede della Chiesa? Possiamo rendercene conto, passando in rassegna i principali titoli attribuiti a Gesù, a cominciare da quello che è diventato il suo secondo nome: “Cristo”, cioè Messia.
[286] Anticamente si chiamavano “messia” i re di Israele, in quanto consacrati con l’olio e investiti da Dio della missione di governare 8-152.pngin suo nome. Figura tipica ne era David. A un suo discendente, secondo la promessa, Dio avrebbe affidato la sovranità su Israele per semprenota.
Nei periodi di crisi e di sventura nazionale, i profeti annunziavano la futura rinascita attraverso un re-messia ideale, della stirpe di Davidnota. Il popolo manteneva desta questa speranza con la preghiera dei salminota.
Al tempo di Gesù l’attesa era molto viva. Ogni tanto qualcuno si metteva a capo di una banda armata e si presentava come messia condottiero, venuto a liberare Israele dalla tirannia di Erode e dal dominio di Roma. Il successo era effimero; ma la gente aspettava, sempre più ansiosa, la riscossa e il trionfo su tutti i nemici.
Da parte sua, Gesù rimane cauto e reticente sulla propria identità di messia, per non essere frainteso. Preferisce che siano gli altri a pronunciarsi. Il riconoscimento definitivo, non più incerto e timido, viene dopo la Pasqua.
[287] I primi credenti dell’ambiente palestinese professano che Gesù è il Cristo, il Messia glorificato, consacrato con l’unzione di Spirito Santonota, intronizzato alla destra del Padre.
Quel titolo, che durante la vita terrena del Maestro poteva far pensare a una sovranità in senso politico nazionale, adesso si libera di ogni ambiguità. Gesù è Messia-re di un regno che riguarda tutti i popoli e la loro storia, ma soprattutto va al di là della storia. Davvero Dio ha glorificato il suo Servo obbediente!
La professione di fede: «Gesù è il Cristo», diventa a poco a poco un nome proprio, “Gesù Cristo”, quasi a indicare che tutta la sua esistenza umana si identifica con la missione di salvatore. E ad Antiòchia di Siria i suoi seguaci per la prima volta ricevono il nome di «cristiani» (At 11,26): nome che poi si è affermato, perché adatto a suggerire l’intimo legame con il Cristo, la partecipazione alla sua vita e alla sua missione, la consacrazione con l’unzione del suo Spirito nel battesimo e nella cresima.
[288] Gesù è «il Cristo», che doveva «patire e risuscitare dai morti», «per entrare nella sua gloria» (Lc 24,2646). 2. [289] Le comunità palestinesi di lingua aramaica, tutte protese alla futura venuta del Messia nella gloria, lo invocavano già come Signore: «Marana tha» (1Cor 16,22)nota, «Signore nostro vieni!». Successivamente, nelle comunità ellenistiche di lingua greca, acquista grande importanza la professione di fede: «Gesù è il Signore» (1Cor 12,3Rm 10,9), come condizione per essere salvati. Nello stesso tempo l’accento si sposta dall’attesa per il futuro alla presenza attuale della salvezza.
[290] Secondo l’Antico Testamento, “Signore” (in ebraico Adonài, in greco Kyrios) è titolo riservato a Dio: «Io sono il Signore e non v’è alcun altro» (Is 45,5). Gesù come uomo riceve dal Padre questo nome, «che è al di sopra di ogni altro nome» (Fil 2,9), a motivo della sua obbedienza fino alla morte in croce; ma nella profondità della sua persona da sempre vive insieme a Dio e in perfetta uguaglianza con lui. La signoria che egli esercita sui singoli credenti e sulla Chiesa, sulla storia degli uomini e sul mondo intero, è quella stessa di Dio, per dare vita e salvezza con la potenza dello Spirito.
Egli non opprime, ma libera e fa crescere. Chi piega il ginocchio davanti a lui, rimane in piedi davanti ai potenti della terra e non teme il destino o la minaccia di forze oscure.
[291] Nella fede delle comunità cristiane di cultura ellenistica viene sempre più esplicitata la signoria di Cristo nei confronti dell’universo. Ogni creatura è orientata verso di lui fin dal principio e aspetta di trovare in lui la sua verità e il suo compimento. Le potenze cosmiche sono da lui sottomesse e ricondotte all’armonia, perché il mondo non precipiti nel caos e nel nulla. Egli trascende l’universo, perché esiste prima di tutte le cose, che «sono state create per mezzo di lui e in vista di lui» (Col 1,16).
[292] Gesù è il Signore della storia e dell’universo. Affidando a lui la propria vita, i cristiani sono liberi dall’idolatria, dalla paura e dalla superstizione.