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Commento al Vangelo di Martedì 10 maggio

" Le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me"

Autore: Don Nicola salsa

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10, 22-30
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione.
Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i
Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai
nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io
compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi
non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore
ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la
vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà
dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e
nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una
cosa sola».

Parole del Santo Padre

Queste parole ci comunicano un senso di assoluta
sicurezza e di immensa tenerezza. La nostra vita è pienamente al sicuro
nelle mani di Gesù e del Padre, che sono una sola cosa: un unico amore,
un’unica misericordia, rivelati una volta per sempre nel sacrificio
della croce. Niente e nessuno potrà strapparci dalle mani di Gesù,
perché niente e nessuno può vincere il suo amore. L’amore di Gesù è
invincibile! (Regina Caeli, 17 Aprile 2016)

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