Commento al Vangelo di Mercoledì 11 maggio
"Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato"
Autore: Don Nicola Salsa
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12, 44-50
In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma
in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non
rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo
condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare
il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la
parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho
parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui
di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo
comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così
come il Padre le ha dette a me».
Parole del Santo Padre
È la missione di Gesù: portare la luce. E la
missione degli apostoli è portare la luce di Gesù. Illuminare. Perché il
mondo era nelle tenebre. Non è facile vivere nella luce. La luce ci fa
vedere tante cose brutte dentro di noi che noi non vogliamo vedere: i
vizi, i peccati… queste cose ci accecano, ci allontanano dalla luce di
Gesù. Ma se noi iniziamo a pensare queste cose, non troveremo un muro,
no, troveremo un’uscita, perché Gesù stesso dice che Lui è la luce, e
anche: “Sono venuto al mondo non per condannare il mondo, ma per salvare
il mondo” (cfr Gv 12,46-47). Gesù stesso, la luce, dice: “Abbi
coraggio: lasciati illuminare, lasciati vedere per quello che hai
dentro, perché sono io a portarti avanti, a salvarti. Io non ti
condanno. Io ti salvo”. Tante tenebre ci sono, dentro. E il Signore ci
salva. Ma ci chiede di vederle, prima; avere il coraggio di vedere le
nostre tenebre perché la luce del Signore entri e ci salvi. (Santa
Marta, 6 maggio 2020)