Conosci te stesso
La vita cristiana spiegata ai giovani, cap I-II
Autore: Don Angelo Albani e Don Massimo Astrua
Caro giovane, pensiamo di farti un dono prezioso invitandoti a leggere questo libretto.
Costa meno di un fumetto, ma vale più di tutto l’oro del mondo, perché ti insegna a diventare un vero Cristiano. Non leggerlo in fretta, sbadatamente, ma con attenzione, fermandoti a riflettere su ciò che più ti ha colpito e, soprattutto, cercando di metterlo in pratica giorno per giorno. Ricordati che essere Cristiano vuol dire andare «contro corrente»: contro la corrente delle proprie passioni e contro quella dell’andazzo del mondo. Ma vuol dire anche avere il cuore pieno di gioia e di pace, la gioia che solo Dio sa donare ai suoi figli. Don Angelo Albani Don Massimo Astrua
Tu non sei un essere tanto semplice. Per non fare confusione andiamo perciò con ordine.
In te vi sono tre parti distinte: il corpo, l’anima e la Vita di Dio: il corpo e l’anima fanno di te un uomo; la presenza di Dio ti rende Suo figlio.
Sai bene cosa sia il corpo, perché è ciò che più dà nell’occhio: lo vedi, lo tocchi, lo puoi pesare, ecc.
Esso è fornito di 5 sensi: la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto, che sono come cinque finestre attraverso le quali entrano in te i colori, i suoni, gli odori, i gusti e le forme delle cose che ti circondano.
Nel tuo corpo vi sono anche le passioni che sono degli impulsi che ti spingono verso ciò che piace ai sensi (ad esempio un buon odore, una bella musica, un compagno simpatico, ecc.), e che ti respingono da ciò che dispiace ai sensi (ad esempio un cattivo odore, una musica stonata, un compagno fastidioso, ecc.).
Esse «scattano» solo se le cose piacevoli o spiacevoli sono entrate in te attraverso i sensi.
Le passioni più frequepti alla tua età sono la pigrizia, la gelosia, l’odio, la paura, la sensualità. Se le passioni vengono accontentate, a lungo andare diventano prepotenti e creano in te abitudini cattive che difficilmente poi si possono vincere.
L’ anima non la puoi vedere come il corpo, né toccare, né pesare… perché è spirituale *.
* Essendo spirituale, l’anima tua non può dissolversi come il corpo: perciò è immortale.
Essa, oltre a dare la vita al tuo corpo (quando infatti l’anima uscirà dal corpo quello sarà il giorno della morte), è capace di fare tre cose: Con l’intelligenza «capisce» le cose che le sono presentate dai sensi. Così tu adesso mentre col senso della vista «vedi» dei segni neri sulla carta bianca, con l’intelligenza «capisci» il loro significato.
Con la memoria l’anima «ricorda», anche molto tempo dopo, ciò che ha capito con l’intelligenza. Tu infatti potrai, domani o fra un mese, ricordare ciò che oggi stai imparando *.
* La «memoria», come avrai già intuito, non è che un aspetto della «intelligenza»: è l’intelligenza che «ricorda». Perciò si dice anche che l’anima umana ha non tre facoltà, ma due: 1° «l’Inteligenza (+memoria)» per conoscere; 2° «la Volontà» per volere.
Con la volontà può «volere o no», liberamente, le cose che l’intelligenza o la memoria le presentano.
Quando la volontà vuole una cosa, si dice che «ama» quella cosa.
Così tu, dopo aver letto sul Vangelo la frase di Gesù: «Dà ai poveri il denaro superfluo ed avrai un tesoro nel cielo», ed aver capito che cosa essa significa, resti però libero di darlo o no, a secondo che con la volontà tu ami più i denari o il tesoro eterno promesso da Gesù.
Da tutto ciò comprendi subito una cosa: che la Volontà è la parte più nobile dell’anima tua e ne è come la Regina: infatti i sensi e l’intelligenza la servano porgendole le cognizioni; tutte le facoltà (intelligenza compresa) l’obbediscono facendo le azioni che lei comanda.
Conoscenza – Amore – Azione: ecco schematicamente l’attività spirituale dell’uomo. Ma ciò che più vale è l’AMORE! Di esso, poiché è libero, tu sei responsabile e dovrai renderne conto a Dio: «Alla fine della vita – dice S. Giovanni della Croce – noi saremo giudicati sull’amore!».
Corpo ed anima fanno di te un UOMO.
Le bestie non sono uomini perché hanno solo il corpo; gli angeli non sono uomini perché hanno solo l’anima. Tu sei un uomo perché hai corpo ed anima.
Ma non hai solo questo.
Dio ha messo in te un tesoro infinitamente più grande: ha messo Se stesso.
Ciò che sto per dirti è tanto bello da sembrare incredibile, se Dio stesso non avesse parlato. Ascolta dunque quello che ti dice Gesù:
«Se uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà; e noi (cioè il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo) verremo a lui e prenderemo dimora dentro di lui» (Gv 14,23).
E’ importante comprendere che Dio, venendo dentro di te, non se ne sta distaccato da te, come una persona dentro a una stanza, ma «si unisce» alla tua vita umana, comunicandoti la Sua Vita divina e trasformandoti in Lui: questa “trasformazione” è detta GRAZIA SANTIFICANTE.
Perciò, dopo che Dio è venuto in te, tu non sei più quello di prima, ma sei uno nuovo essere, «una nuova creatura» (2Cor 5,17): da quel momento tu sei veramente «nato di nuovo» e non a una semplice vita di creatura, ma alla stessa vita increata ed eterna di Dio*.
La presenza di Dio in te è iniziata nel giorno del Battesimo e può essere da te resa più intima con le buone opere e ricevendo i Santi Sacramenti, specialmente l’Eucaristia. Purtroppo la puoi perdere con il peccato mortale, ma la puoi riacquistare con la Santa Confessione o con un atto di Dolore perfetto.
Il modello nel quale Dio ti ha trasformato è il Suo divin Figlio Gesù Cristo. Per questo la Vita divina che Dio ha messo in te si chiama «vita di Cristo» o «vita cristiana». Essa ti unisce intimamente a Gesù, rendendoti come Lui: figlio di Dio e partecipe del Suo mistico Corpo, come ora ti spiegherò.
1) Figlio di Dio. Infatti dandoti la Sua Vita, Dio ti ha reso Suo figlio e vuole che tu Lo chiami col dolce nome di Padre. «E che voi siate figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei vostri cuori lo Spirito del Suo Figlio che grida: “Abbà, Padre!”» (Gal 4,6) *.
L’unico Figlio «per natura» di Dio è Gesù. Noi, per la presenza di Dio, diveniamo Suoi figli «adottivi»; però veramente figli, perché è la Sua stessa Vita che scorre in noi.
Perché tu possa comprendere il senso esatto di queste affermazioni, voglio qui ricordarti i due principali Misteri della fede cristiana:
1) Il Mistero della Santissima Trinità nel quale ci è rivelato che l’unico Dio è Padre, è Figlio, è Spirito Santo (i teologi diranno che «l’unica Natura divina vive in tre Persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo»).
2) Il Mistero della Incarnazione, nel quale ci è rivelato che la seconda Persona della Santissima «vita cristiana». Essa ti unisce intimamente a Gesù, rendendoti come Lui: figlio di Dio e partecipe del Suo mistico Corpo, come ora ti spiegherò.
1) Figlio di Dio. Infatti dandoti la Sua Vita, Dio ti ha reso Suo figlio e vuole che tu Lo chiami col dolce nome di Padre. «E che voi siate figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei vostri cuori lo Spirito del Suo Figlio che grida: “Abbà, Padre!”» (Gal 4,6) *.
L’unico Figlio «per natura» di Dio è Gesù. Noi, per la presenza di Dio, diveniamo Suoi figli «adottivi»; però veramente figli, perché è la Sua stessa Vita che scorre in noi.
Perché tu possa comprendere il senso esatto di queste affermazioni, voglio qui ricordarti i due principali Misteri della fede cristiana:
1) Il Mistero della Santissima Trinità nel quale ci è rivelato che l’unico Dio è Padre, è Figlio, è Spirito Santo (i teologi diranno che «l’unica Natura divina vive in tre Persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo»).
2) Il Mistero della Incarnazione, nel quale ci è rivelato che la seconda Persona della Santissima Trinità, cioè il Figlio, si fece uomo come noi, nascendo da Maria vergine e prendendo il nome di Gesù.
E «come figlio sei anche erede» (Rom 8,17) delle Sue ricchezze e della Sua felicità, cioè del Paradiso.
2) Parte viva del Corpo Mistico di Cristo. Poiché la stessa Vita divina che c’è in Gesù c’è in te e in tutti i Cristiani in Grazia di Dio, ecco che noi tutti formiamo con Gesù un solo organismo soprannaturale di cui Gesù è il Capo e i cristiani in Grazia Santificante (anche se già in Purgatorio o in Paradiso) le membra vive*: il Corpo Mistico di Cristo, che è la Chiesa.
Un Cristiano in peccato mortale, pur essendo morto alla Vita divina, continua a far parte del Corpo Mistico di Cristo in quanto ha ancora la possibilità di riacquistare la Grazia: è un membro temporaneamente morto del Corpo Mistico. Ne verrà definitivamente staccato solo allorché, morendo in stato di peccato mortale, perderà per sempre questa possibilità.
In tal modo nella Chiesa la santità di Gesù si trasmette a tutti i Cristiani, ed il bene fatto da un
Cristiano ritorna a beneficio di tutti: è questo il dogma della Comunione dei Santi.
Tu ora sei un FIGLIO DI DIO.
Il tuo destino non è più quello di essere solo «umanamente» felice, ma «divinamente» felice nella casa di Dio tuo Padre: nel Paradiso!
Ma per giungere lassù le tue forze umane (intelligenza e volontà) sono evidentemente insufficienti e come sproporzionate all’impresa. È necessario che Dio le trasformi, le divinizzi, così da renderti capace di conoscerLo, amarLo, servirLo e, un giorno in Paradiso, goderLo come si conviene ad uno che ora è Suo figlio.
Questa trasformazione Dio la compie infondendo nella tua intelligenza e nella tua volontà delle forze nuove, divine: le Virtù soprannaturali e i Doni dello Spirito Santo*.
Queste forze soprannaturali (Virtù Soprannaturali e Doni dello Spirito Santo) sono intimamente connesse con la Vita divina da cui emanano.
Esse ti sono state infuse con la Vita divina del S. Battesimo, aumentano con l’aumentare della Vita divina e si perdono perdendo la Vita divina, il che avviene nel peccato mortale. Uniche eccezioni: la fede e la Speranza, che restano in noi anche senza la Vita divina e che si perdono solo col peccato di infedeltà e di disperazione. Infine, si riacquistano riacquistando la Vita divina.
1° Le Virtù soprannaturali ti danno la «capacità» di agire divinamente. Esse sono assolutamente necessarie per avvicinarsi in modo soprannaturale a Dio. Senza di esse, pur avendo la Vita di Dio in te, tu saresti simile ad un uomo vivo, ma incapace di muoversi e di agire.
Però richiedono la tua collaborazione. Sono come i remi della barca: necessari per farla procedere, ma bisognosi di essere mossi.
Tra le Virtù soprannaturali, la Fede, la Speranza e la Carità occupano un posto di onore perché hanno il pregio di metterti in diretto contatto con Dio, di unirti immediatamente a Lui. Perciò sono dette «divine » «teologali» .
Le tre Virtù Teologali ti rendono capace di conoscere, sperare, amare Dio, fondandoti sulle perfezioni di Dio. Così chi ha la Fede, fondandosi sulla infallibile Parola di Dio, viene a conoscere con certezza assoluta i più intimi segreti della Divinità, che la sua intelligenza umana non avrebbe mai potuto neppur sospettare.
Chi ha la Speranza, fondandosi sulla bontà e fedeltà di Dio, attende da Lui con incrollabile fiducia il Paradiso e quant’altro da Dio promesso.
Chi ha la Carità, fondandosi sulla infinita amabilità di Dio, Lo ama con un amore simile a quello che Egli porta a Se stesso. E poichè tutti gli altri uomini sono amati da Dio come figli, chi ha la Carità amerà – per amore di Dio – tutti gli altri uomini come fratelli.
Il bambino che «contempla» estatico il volto del suo Papà, che «si abbandona» con fiducia tra le sue braccia, che gli esprime in mille modi «il suo amore»: ecco l’immagine più bella di ciò che le Virtù Teologali rendono possibile a noi nei confronti del Padre Celeste!
Tutte le altre Virtù soprannaturali regolano invece i tuoi rapporti con le creature (te stesso, il prossimo, le cose), dandoti la capacità di usarle nel modo e nella misura che maggiormente favorisce la tua unione soprannaturale con Dio. Perciò sono dette «morali».
Esse ti uniscono a Dio non immediatamente, ma mediante il buon uso che ti fanno fare delle creature: sono come «i passi» del bimbo che corre verso il suo Papà!
Le Virtù morali sono molto numerose, ma si possono tutte ricondurre alle quattro virtù cosiddette «cardinali»: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza.
Così, ad esempio, la Virtù della Prudenza ti dà la capacità e la forza di scegliere il mezzi più opportuni per evitare il peccato, per fare il bene e così giungere a Dio.
2° I Doni dello Spirito Santo hanno invece la funzione di «facilitare» la ascesa verso Dio.
Essi agiscono indipendentemente dalla tua collaborazione. Sono come le vele della barca che, raccogliendo il soffio dello Spirito Santo (le Sue ispirazioni), rendono bella e facile la pratica delle virtù.
Il dono della Sapienza, ad esempio, dandoti il gusto di Dio, infiamma il tuo Amore per Lui. Il dono dell’Intelletto, facendoti quasi intuire le Verità divine, illumina la tua Fede in Lui. E così dicasi degli altri Doni dello Spirito Santo nei confronti delle altre Virtù.
Essi rendono pure possibile allo Spirito Santo di prendere l’iniziativa, di trascinarti, quasi, verso il Padre, senza chiedere a te altro impegno che quello di non opporti all’opera Sua, di essere docile nel lasciarti condurre là dove Egli con dolcezza ti sospinge.
Così Dio ha reso perfetto il «Suo Dono»: non soltanto SEI figlio di Dio (per la Sua Vita che è in te), ma puoi anche agire da figlio di Dio (per le Virtù e i Doni).
«Oh, se tu conoscessi il Dono di Dio!» pare ti ripeta Gesù (Gio 4,10).
Queste pagine, giovane caro, hanno voluto aiutarti a conoscerlo. Quelle che seguono vogliono aiutarti a viverlo con pienezza, affinché il Dono divino che c’è in te porti frutti di santità in terra e di gloria eterna in Cielo.