Credo nello Spirito Santo, credo la Santa Chiesa cattolica
Lo Spirito Santo unisce intimamente i fedeli con Cristo in modo da formare un solo corpo
Autore: Miguel de Salis Amara
1. Credo nello Spirito Santo
1.1. La Terza Persona della Santissima Trinità
Nella Sacra Scrittura lo Spirito Santo è chiamato con nomi diversi tra i quali: Dono, Signore, Spirito di Dio, Spirito di Verità, Paraclito. Ognuna di queste parole ci indica qualcosa della Terza Persona della Santissima Trinità. È “Dono” perché il Padre e il Figlio ce lo inviano gratuitamente: lo Spirito è venuto ad abitare nei nostri cuori (cfr. Gal 4, 6); Egli è venuto per restare sempre con gli uomini. Inoltre, da Lui procedono tutte le grazie e i doni, il più grande dei quali è la vita eterna in unione con le altre due Persone divine: in Lui possiamo accedere al Padre mediante il Figlio.
Lo Spirito è “Signore” e “Spirito di Dio”, che nella Sacra Scrittura sono nomi che si attribuiscono solo a Dio, perché Egli è Dio con il Padre e il Figlio. È “Spirito di Verità” perché ci insegna in modo completo tutto ciò che Cristo ci ha rivelato, e guida e mantiene la Chiesa nella verità (cfr. Gv 15, 26; 16, 13-14). È l’“altro” Paraclito (Consolatore, Avvocato) promesso da Cristo, che è il primo Paraclito (il testo greco parla di un “altro” Paraclito e non di un paraclito “diverso” per indicare la comunione e la continuità fra Cristo e lo Spirito).
Nel Simbolo Niceno-Costantinopolitano diciamo « Et in Spiritum Sanctum, Dominum et vivificantem: qui ex Patre [Filioque] procedit. Qui cum Patre et Filio simul adoratur, et conglorificatur: qui locutus est per Prophetas ». In questa frase i Padri del Concilio di Costantinopoli (381) vollero utilizzare alcune espressioni bibliche in cui era nominato lo Spirito. Nel dire che “dà la vita”, si riferivano al dono della vita divina dato all’uomo. Essendo Signore e datore di vita, Egli è Dio col Padre e col Figlio, e pertanto riceve la stessa adorazione delle altre due Persone divine. Infine, hanno voluto anche indicare la missione che lo Spirito compie tra gli uomini: ha parlato per mezzo dei profeti. I profeti sono coloro che hanno parlato in nome di Dio ispirati dallo Spirito per muovere alla conversione il suo popolo. La rivelazione dello Spirito fatta attraverso le profezie dell’Antico Testamento trova la sua pienezza nel mistero di Gesù Cristo, che è la “Parola” definitiva di Dio.
«Sono numerosi i simboli con i quali si rappresenta lo Spirito Santo: l’ acqua viva , che scaturisce dal cuore trafitto di Cristo e disseta i battezzati; l’ unzione con l’olio, che è segno sacramentale della Confermazione; il fuoco , che trasforma ciò che tocca; la nube , oscura o luminosa, in cui si rivela la gloria divina; l’ imposizione delle mani , per cui viene dato lo Spirito; la colomba , che scende su Cristo e rimane su di lui al battesimo» ( Compendio , 139).
1.2. La Missione dello Spirito Santo
La Terza Persona della Santissima Trinità coopera con il Padre e con il Figlio dall’inizio del disegno della nostra salvezza fino alla sua consumazione; però è solo negli “ultimi tempi” – inaugurati con l’Incarnazione redentrice del Figlio – che lo Spirito si è rivelato e ci è stato donato, riconosciuto e accolto come Persona (cfr. Catechismo , 686). Per opera dello Spirito, il Figlio di Dio ha assunto la carne nel grembo purissimo della Vergine Maria. Lo Spirito lo aveva unto fin dal principio; per questo Gesù è il Messia fin dall’inizio della sua umanità, vale a dire, fin dalla sua stessa Incarnazione (cfr. Lc 1, 35). Nel suo insegnamento Cristo rivela lo Spirito, compiendo la promessa fatta ai Padri (cfr. Lc 4, 18 ss), e lo comunica alla Chiesa nascente, alitando sugli Apostoli dopo la Risurrezione (cfr. Compendio , 143). Il giorno di Pentecoste lo Spirito fu inviato per rimanere per sempre nella Chiesa, Corpo mistico di Cristo, vivificandola e guidandola con i suoi doni e con la sua presenza. Per questo si dice anche che la Chiesa è Tempio dello Spirito Santo e che lo Spirito Santo è come l’anima della Chiesa.
Il giorno di Pentecoste lo Spirito discese sugli Apostoli e sui primi discepoli, mostrando con segni straordinari la nascita della Chiesa fondata da Cristo. «La Missione di Cristo e dello Spirito diviene la Missione della Chiesa, inviata per annunziare e diffondere il mistero della comunione trinitaria» (Compendio, 144). Lo Spirito fa entrare il mondo negli “ultimi tempi”, nel tempo della Chiesa.
L’animazione della Chiesa da parte dello Spirito Santo garantisce che si approfondisca, si conservi sempre vivo e senza perdite tutto ciò che Cristo ha detto e ha insegnato nei giorni da Lui vissuti sulla terra fino alla sua Ascensione [1] . Inoltre, con la celebrazione-amministrazione dei sacramenti, lo Spirito santifica la Chiesa, facendo in modo che essa continui a portare sempre le anime a Dio [2] .
La missione del Figlio e dello Spirito sono inseparabili perché «nella Trinità indivisibile, il Figlio e lo Spirito sono distinti ma inseparabili. Dal principio alla fine dei tempi, infatti, quando il Padre invia suo Figlio, invia anche il suo Spirito che ci unisce a Cristo nella fede, affinché possiamo, da figli adottivi, chiamare Dio “Padre” ( Rm 8, 15). Lo Spirito è invisibile, ma noi lo conosciamo attraverso la sua azione quando ci rivela il Verbo e quando agisce nella Chiesa» ( Compendio , 137).
1.3. In che modo Cristo e lo Spirito Santo agiscono nella Chiesa?
Per mezzo dei sacramenti Cristo comunica il suo Spirito alle membra del suo Corpo e offre loro la grazia di Dio, che dà frutti di vita nuova, secondo lo Spirito. Lo Spirito Santo agisce anche concedendo ad alcuni cristiani grazie speciali a beneficio di tutta la Chiesa ed è il Maestro che ricorda a tutti i cristiani quello che Cristo ha rivelato (cfr. Gv 14, 25 ss).
«Lo Spirito Santo edifica, anima e santifica la Chiesa: Spirito d’Amore, egli ridona ai battezzati la somiglianza divina perduta a causa del peccato e li fa vivere, in Cristo, della Vita stessa della Trinità Santa. Li manda a testimoniare la Verità di Cristo e li organizza nelle loro mutue funzioni, affinché tutti portino “il frutto dello Spirito” ( Gal 5, 22» ( Compendio , 145).
2. Credo la Santa Chiesa Cattolica
2.1. La rivelazione della Chiesa
La Chiesa è un mistero (cfr., per es., Rm 16, 25-27), una realtà nella quale stanno in comunione Dio e gli uomini. Chiesa viene dal greco “ekklesia”, che significa assemblea dei convocati. Nell’Antico Testamento fu utilizzata per tradurre il “quahal Yahweh”, o assemblea riunita da Dio per onorarlo col culto dovuto. Ne sono esempi l’assemblea sul Sinai e quella che si riunì ai tempi del re Giosia al fine di lodare Dio e ritornare alla purezza della Legge. Nel Nuovo Testamento il termine chiesa ha varie accezioni, così come nell’Antico Testamento, ma designa in modo particolare il popolo che Dio convoca e riunisce dai confini della terra per costituire l’assemblea di tutti quelli che, per la fede nella sua Parola e nel Battesimo, sono figli di Dio, membri di Cristo e tempio dello Spirito Santo (cfr. Catechismo , 777; Compendio , 147).
Nella Sacra Scrittura la Chiesa riceve diversi nomi, ognuno dei quali sottolinea un particolare aspetto del mistero della comunione di Dio con gli uomini. “ Popolo di Dio ”. Questo è uno dei titoli di Israele e si applica alla Chiesa, nuovo Israele, per significare che Dio non ha voluto salvare gli uomini isolatamente, ma costituendoli in “un popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, in modo che lo conoscesse nella verità e lo servisse santamente” [3] . Significa anche che è stata costituita da Dio – tra le nazioni – come comunità visibile in cammino verso la patria definitiva. In questo popolo tutti hanno la stessa dignità di figli di Dio, una missione comune – essere sale della terra – e un fine comune, che è il Regno di Dio. Tutti partecipano delle tre funzioni di Cristo: regale, profetica e sacerdotale (cfr. Catechismo , 782-786).
Quando diciamo che la Chiesa è il “corpo di Cristo” vogliamo sottolineare che, attraverso l’invio dello Spirito Santo, Cristo unisce intimamente a sé i fedeli, soprattutto nell’Eucaristia, li incorpora alla sua persona mediante lo Spirito Santo, in modo che si sostengano e crescano uniti tra loro nella carità, formando un solo corpo nella diversità delle membra e delle funzioni. Si vuole anche indicare che la buona salute o l’infermità di un membro si ripercuotono in tutto il corpo (cfr. 1 Cor 12, 1-24) e che i fedeli, come membra di Cristo, sono suoi strumenti per operare nel mondo (cfr. Catechismo , 787-795). La Chiesa è chiamata anche “Sposa di Cristo” (cfr. Ef 5, 26 ss). Con questo titolo si sottolinea la distinzione dei due soggetti nell’unione della Chiesa con Cristo. Sta a indicare anche che l’Alleanza di Dio con gli uomini è definitiva, che Dio è fedele alle sue promesse e che la Chiesa ricambia con la sua fedeltà, quale Madre feconda di tutti i figli di Dio.
La Chiesa è anche “tempio dello Spirito Santo”, perché vive in essa e la edifica nella carità con la Parola di Dio, con i sacramenti, con le virtù e i carismi [4] . Poiché vero tempio dello Spirito Santo fu Cristo (cfr. Gv 2, 19-22), con questa immagine si vuol significare che anche ciascun cristiano è Chiesa e tempio dello Spirito Santo. I carismi sono doni che lo Spirito concede a ogni persona per il bene degli uomini, per le necessità del mondo e in modo particolare per l’edificazione della Chiesa. È compito dei pastori discernere e dare valore ai carismi (cfr. 1 Ts 5, 20-22; Compendio , 160).
«La Chiesa trova origine e compimento nel disegno eterno di Dio. Fu preparata nell’Antica Alleanza con l’elezione di Israele, segno della riunione futura di tutte le nazioni. Fondata dalle parole e dalle azioni di Gesù Cristo, fu realizzata soprattutto mediante la sua morte redentrice e la sua risurrezione. Fu poi manifestata come mistero di salvezza mediante l’effusione dello Spirito Santo a Pentecoste. Avrà il suo compimento alla fine dei tempi come assemblea celeste di tutti i redenti» ( Compendio , 149; cfr. Catechismo , 778).
Quando Dio ha rivelato il suo disegno di salvezza, che è da sempre, ha fatto conoscere anche il modo in cui voleva realizzarlo. Egli non ha compiuto questo disegno con un unico atto, ma ha prima preparato l’uomo ad accogliere il Salvatore, successivamente si è rivelato pienamente in Cristo. La salvezza nella comunione divina e nell’unità dell’umanità è stata definitivamente concessa agli uomini con il dono dello Spirito Santo, che è stato effuso nei cuori dei credenti, mettendoli in contatto personale e permanente con Cristo. Poiché siamo tutti figli di Dio in Cristo, ci riconosciamo fratelli degli altri uomini anch’essi figli di Dio. Ogni fraternità e unità del genere umano si basa sulla comune filiazione divina che ci è stata donata dal Padre in Cristo. Non c’è fraternità senza un Padre comune; ad Egli arriviamo mediante lo Spirito Santo.
La Chiesa non è stata fondata dagli uomini. Non è neppure la nobile risposta umana a un progetto di salvezza compiuto da Dio mediante Cristo. Nei misteri della vita di Cristo, l’unto dallo Spirito, hanno trovato compimento le promesse annunciate nella Legge e nei profeti. Si può anche dire che la fondazione della Chiesa coincide con la vita di Gesù; la Chiesa va prendendo forma in relazione alla missione di Cristo tra gli uomini e per gli uomini. Non c’è un momento unico nel quale Cristo abbia fondato la Chiesa, ma l’ha fondata durante tutta la sua vita: dall’incarnazione fino alla sua morte, risurrezione, ascensione e con l’invio del Paraclito. Durante la sua vita Cristo – in cui abitava lo Spirito – ha svelato poco a poco come doveva essere la sua Chiesa. Dopo la sua Ascensione, lo Spirito fu inviato alla Chiesa e in essa rimane facendola partecipare alla missione di Cristo, ricordandole quello che il Signore ha rivelato e guidandola nel corso della storia verso la sua pienezza. Egli attualizza la presenza di Cristo nella sua Chiesa attraverso i sacramenti e la parola, e la provvede continuamente di doni sia gerarchici che carismatici [5] . Mediante la sua presenza si compie la promessa fatta dal Signore di rimanere sempre con i suoi sino alla fine dei tempi (cfr. Mt 28, 20).
Il Concilio Vaticano II ha ripreso un’antica espressione per indicare la Chiesa come “comunione”. Con ciò si afferma che la Chiesa è l’estensione agli uomini della comunione intima della Santissima Trinità; e che sulla terra essa è già comunione con la Trinità divina, pur non avendo ancora trovato il suo pieno compimento. Oltre che comunione, la Chiesa è segno e strumento di questa comunione con tutti gli uomini. Grazie ad essa partecipiamo alla vita intima di Dio e apparteniamo alla famiglia di Dio come figli nel Figlio attraverso lo Spirito [6] . Questo avviene specificamente nei sacramenti, e soprattutto nell’Eucaristia, spesso chiamata anche comunione (cfr. 1 Cor 10, 16). Infine, si chiama comunione anche perché la Chiesa configura e determina i modi dell’orazione cristiana (cfr. Catechismo , 2655, 2672, 2790).
2.2. La missione della Chiesa
La Chiesa deve annunciare ed instaurare in tutti i popoli il Regno di Dio inaugurato da Cristo. Sulla terra è il germe e l’inizio di questo Regno. Dopo la sua Risurrezione il Signore inviò gli Apostoli a predicare il Vangelo, a battezzare e a insegnare a compiere ciò che Egli aveva comandato (cfr. Mt 28, 18 ss). Il Signore ha dato alla sua Chiesa la stessa missione che il Padre aveva affidato a Lui (cfr. Gv 20, 21). Sin dai primi tempi della Chiesa questa missione è stata realizzata da tutti i cristiani (cfr. At 8, 4; 11, 19), che spesso per compierla sono arrivati a sacrificare la propria vita. Il mandato missionario del Signore scaturisce dall’amore eterno di Dio, che ha inviato suo Figlio e il suo Spirito perché «vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» ( 1 Tm 2, 4).
In questo invio missionario sono contenute le tre funzioni della Chiesa sulla terra: il munus profeticum (annunciare la buona notizia della salvezza in Cristo), il munus sacerdotale (rendere effettivamente presente e trasmettere la vita di Cristo che salva attraverso i sacramenti) e il munus regale (aiutare i cristiani a compiere la missione e crescere in santità). Anche se tutti i fedeli condividono la stessa missione, non tutti svolgono uno stesso ruolo. Alcuni sono stati scelti dal Signore per esercitare determinate funzioni, così gli Apostoli e i loro successori, che ricevendo il sacramento dell’Ordine sono stati uniformati a Cristo, capo della Chiesa, in una forma specifica, diversa dalle altre.
Dato che la Chiesa ha ricevuto da Dio sulla terra una missione salvifica, si dice che essa è sacramento universale di salvezza: ha come fine la gloria di Dio e la salvezza degli uomini (cfr. Catechismo , 775). È sacramento universale di salvezza perché è segno e strumento della riconciliazione e della comunione dell’umanità con Dio e dell’unità di tutto il genere umano [7] . Si dice anche che la Chiesa è un mistero, perché nella sua realtà visibile si fa presente e agisce una realtà spirituale e divina che si può percepire soltanto mediante la fede.
L’affermazione «fuori della Chiesa non c’è salvezza» significa che ogni salvezza viene da Cristo-Capo per mezzo della Chiesa, che è il suo Corpo. Nessuno può salvarsi se, avendo riconosciuto che è stata fondata da Cristo per la salvezza degli uomini, la rifiuta o non persevera in essa. Nello stesso tempo, grazie a Cristo e alla sua Chiesa, possono raggiungere la salvezza eterna tutti quelli che, senza alcuna colpa, non conoscono il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma cercano sinceramente Dio e, sotto l’influsso della grazia, si sforzano di compiere la sua volontà, conosciuta mediante il dettame della coscienza. Tutto quanto di buono e di vero si trova nelle altre religioni viene da Dio, può preparare all’accoglimento del Vangelo e condurre verso l’unità dell’umanità nella Chiesa di Cristo (cfr. Compendio , 170 e ss.).
2.3. Le proprietà della Chiesa: Una, Santa, Cattolica, Apostolica
Chiamiamo proprietà alcuni caratteri essenziali della Chiesa che troviamo nei Simboli della fede sin da epoche molto antiche. Tutte le proprietà sono dono di Dio e comportano impegni che i cristiani sono chiamati a vivere.
La Chiesa è Una perché sua origine e modello è la Santissima Trinità; perché Cristo – suo fondatore – ristabilisce l’unità di tutti in un solo corpo; perché lo Spirito Santo unisce i fedeli con il Capo, che è Cristo. L’unità si manifesta nel fatto che i fedeli professano una stessa fede, celebrano i medesimi sacramenti, sono uniti in una medesima gerarchia, hanno una speranza comune e la stessa carità. La Chiesa sussiste come società costituita e organizzata nel mondo come Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui [8] . Solo in essa si può ottenere la pienezza dei mezzi di salvezza dato che il Signore ha affidato i beni della Nuova Alleanza al Collegio apostolico, il cui capo è Pietro. Nelle chiese e comunità cristiane non cattoliche vi sono molti beni di santificazione e di verità che provengono da Cristo e spingono all’unità cattolica; lo Spirito Santo si serve di esse come strumenti di salvezza, dato che la loro forza proviene dalla pienezza di grazia e verità che Cristo ha dato alla Chiesa cattolica (Cfr. Catechismo , 819). I membri di queste chiese e comunità s’incorporano a Cristo nel Battesimo e per questo li riconosciamo come fratelli. Si può favorire l’unità: avvicinandoci di più a Cristo e aiutando gli altri cristiani a stare più vicini a Lui; promuovendo l’unità nelle cose essenziali, la libertà nelle cose accidentali e la carità in tutto [9] ; rendendo più accogliente la casa di Dio; crescendo in venerazione e rispetto per il Papa e i componenti la gerarchia, sostenendoli e seguendo i loro insegnamenti.
Il movimento ecumenico è un’attività ecclesiale con il quale si cerca di ristabilire l’unità dei cristiani nell’unica Chiesa fondata da Cristo. È un desiderio del Signore stesso (cfr. Gv 17, 21). Si realizza con l’orazione, con la conversione del cuore, con la reciproca conoscenza fraterna e col dialogo teologico.
La Chiesa è Santa perché Dio è il suo autore, perché Cristo ha dato se stesso per essa al fine di santificarla e renderla strumento di santificazione, perché lo Spirito Santo la vivifica con la carità. Ha la pienezza dei mezzi di salvezza: perciò la santità è la vocazione di tutti i suoi membri e il fine di ogni sua azione. È santa perché dà continuamente frutti di santità sulla terra, perché la sua santità è la sorgente di santificazione dei suoi figli – anche se su questa terra si riconoscono tutti peccatori e bisognosi di conversione e di purificazione –. La Chiesa è santa anche grazie alla santità raggiunta dai suoi membri che sono già in Cielo, in modo eminente la santissima Vergine Maria, che sono suoi modelli e intercessori (cfr. Catechismo , 823-829). La Chiesa può essere più santa attraverso le opere di santità dei suoi fedeli: la conversione personale, la lotta ascetica per somigliare di più a Cristo, i cambiamenti che aiutano a compiere meglio la loro missione, la purificazione della memoria per rimuovere i falsi pregiudizi, il compimento pratico della volontà di Dio nella carità.
La Chiesa è Cattolica – ossia, universale – perché in essa è presente Cristo, perché conserva e amministra tutti i mezzi di salvezza dati da Cristo, perché la sua missione abbraccia la totalità del genere umano, perché ha ricevuto e trasmette integralmente tutto il tesoro della Salvezza e perché ha la capacità di inculturarsi in tutte le culture, elevandole e migliorandole. La cattolicità cresce in estensione con lo sviluppo della missione della Chiesa. Ogni chiesa particolare, vale a dire, ogni porzione del popolo di Dio che è in comunione nella fede e nei sacramenti con il proprio vescovo – ordinato nella successione apostolica –, formata a immagine della Chiesa universale e in comunione con tutta la Chiesa (che la precede ontologicamente e cronologicamente) è cattolica.
Poiché la missione della Chiesa è destinata a tutta l’umanità, ogni uomo, anche se in misura diversa, appartiene, o almeno può appartenere, all’unico Popolo di Dio. È pienamente incorporato alla Chiesa chi, avendo lo spirito di Cristo, è unito a essa dai vincoli della professione di fede, dei sacramenti, del governo ecclesiastico e della comunione. I cattolici che non perseverano nella carità, anche se incorporati alla Chiesa, ne fanno parte con il corpo ma non con il cuore. I battezzati, che non vivono pienamente tale unità, rimangono in comunione, anche se imperfetta, con la Chiesa Cattolica (cfr. Compendio , 168).
La Chiesa è Apostolica perché Cristo l’ha edificata sugli Apostoli, testimoni eletti della sua Risurrezione e fondamento della sua Chiesa; perché con l’assistenza dello Spirito Santo insegna, custodisce e trasmette fedelmente il deposito della fede ricevuto dagli Apostoli. È apostolica anche per la sua struttura, in quanto è istruita, santificata e governata, fino al ritorno di Cristo, dagli Apostoli e dai loro successori, i vescovi, in comunione col successore di Pietro. La successione apostolica è la trasmissione, mediante il sacramento dell’Ordine, della missione e della potestà degli apostoli ai loro successori. Grazie a questa trasmissione, la Chiesa si mantiene in comunione di fede e di vita con la sua origine, mentre nel corso dei secoli ordina la propria missione apostolica alla diffusione del Regno di Cristo sulla terra. Tutti i membri della Chiesa partecipano, secondo le diverse funzioni, della missione ricevuta dagli Apostoli di portare il Vangelo al mondo intero. La vocazione cristiana, per sua stessa natura, è vocazione all’apostolato (cfr. Catechismo, 863).
[1] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. Dei Verbum , 8.
[2] «La discesa solenne dello Spirito il giorno di Pentecoste non fu un evento isolato. Quasi non c’è pagina degli Atti degli Apostoli in cui non si parli di Lui e dell’azione con cui Egli informa, dirige e vivifica la vita e le opere della comunità cristiana primitiva […]. La realtà profonda che il testo della Sacra Scrittura ci fa conoscere non è un ricordo del passato, un’età dell’oro della Chiesa che si perde nella lontananza dei tempi. È invece, al di sopra delle miserie e dei peccati di ciascuno di noi, anche la realtà della Chiesa di oggi e della Chiesa di tutti i tempi» (San Josemaría, È Gesù che passa , 127-128).
[3] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. Lumen Gentium , 4 e 9; San Cipriano, De Orat Dom. , 23 (CSEL 3, 285).
[4] «Quando invochi, dunque, Dio Padre, ricordati che è stato lo spirito che, muovendo la tua anima, ti ha dato questa preghiera. Se non esistesse lo Spirito Santo, non ci sarebbe nella Chiesa parola alcuna di sapienza o di scienza, perché sta scritto: “È concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza” (1 Cor 12, 8)… Se lo Spirito Santo non fosse presente, la Chiesa non esisterebbe. Però, se la Chiesa esiste, è sicuro che lo Spirito Santo non viene meno» (San Giovanni Crisostomo, Sermones panegyrici in solemnitates D. N. Iesu Christi , hom. 1, De Sancta Pentecostes , n. 3.4, PG 50, 457).
[5] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. Lumen Gentium , 4 e 12.
[6] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. Gaudium et spes , 22.
[7] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. Lumen Gentium , 1.
[8] Cfr. Ibidem , 8.
[9] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. Gaudium et spes , 92.