20 minuti

Vita comoda, golosità e rustichezza di modi

Esame di coscienza per ogni situazione

Autore: Autori Cristiani

14) – RICERCA DEL BENESSERE – VITA COMODA

Avvisi preziosi

I sensi e i pensieri del cuore umano sono inclinati al male, sin dall’adolescenza.
S. Paolo: Conducetevi secondo lo spirito e non soddisfate ai desideri della carne.
S. Giacomo ; Ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo alletta.
S. Ambrogio: Chi non ha imparato a domare le sue concupiscenze, è come un cavallo selvaggio: si tira, si trascina, si getta a terra….
S. Teresa: Vita sensuale e orazione, non vanno d’accordo. L’Imitazione di G. C.; Quelli che seguono gl’impulsi dei sensi, macchiano la coscienza, e perdono la grazia di Dio.

ESERCIZIO

1. Sono stato pigro all’alzata?
2. Ho preso un contegno troppo comodo, a sedere, in ginocchio, in piedi…? (Mancanze).
3. Mi sono lamentato, per immortificazione, del cibo, del tempo, di qualche leggero malessere?
4. Ho trascurato od omesso qualche mio dovere, perché fastidioso?
5. Ho prolungato oltre il necessario, il sonno, il riposo, il bagno, il gioco…?
6. Mi sono imposto un piccolo sacrificio a ogni pasto? (Vittorie riportate).
7. Quante volte ho ripetuto la giaculatoria indulgenziata : «Cuore di Gesù, fate che io sia per Voi, ostia viva. santa e accetta a Dio»? (Fissare un minimo di volte).

15). GOLOSITA’

I Santi e gli autori ascetici sono d’accordo nel considerare la mortificazione della gola, come l’abc della vita spirituale.
Siate sobri e vegliate, perché il diavolo vostro avversario, vi gira intorno come un leone ruggente,
Non inebriatevi nel vino, nel quale è lussuria; ma siate ripieni di Spirito Santo.
Reprimi la gola e facilmente terrai a freno ogni altra inclinazione della carne.
Accade spesso che ci mettiamo a tavola unicamente per sostenere le forze del nostro corpo, e che ne usciamo, dopo aver sacrificato qualche cosa alla sensualità.
Gli eccessi della tavola illanguidiscono la vivacità dell’intelligenza e deprimono la facoltà dello spirito.
La sobrietà è amica della verginità e nemica della lussuria; mentre l’intemperanza fugge la castità e accompagna la vita scostumata.

I ESERCIZIO

1. Ho mangiato eccessivamente, o con avidità?
2. Ho preso qualcosa, fuori dei pasti comuni, senza necessità e permesso?
3. Ho parlato, o mi solo lamentato del cibo o della bevanda?
4. Ho mancato a qualche prescrizione della santa regola, relativa ai pasti?
5. Ho fatto qualche riflessione sui mali fisici e morali, provocati dall’intemperanza?

II ESERCIZIO

1. Ho colto, senza permesso, i frutti all’orto, per me o per altri?
2. Ho ricevuto o conservo cibi o bevande, senza permesso?
3. Sono stato temperante nell’uso delle bevande alcooliche?
4. Durante i pasti, ho ascoltata la lettura di tavola, o mi sono distratto con qualche buon pensiero?
5. Ho praticato fedelmente i digiuni e le astinenze di obbligo?

16)- RUSTICHEZZA DI MODI

Considerazioni.

Dall’aspetto si conosce l’uomo, e dal come una persona si presenta, si rivela il saggio.
Prevenitevi gli uni gli altri, con testimonianze di rispetto e di amore.
Il volto è lo specchio dell’anima; gli occhi, senza parlare, rivelano i segreti del cuore.
Lo stato dell’animo si tradisce coi moti del corpo; gli atti esprimono i nostri pensieri.
L’esteriore ben regolato è il migliore elogio dell’anima nostra.
La debolezza è il fiore della carità. S. FRANCESCO DI SALES.

I. ESERCIZIO

1. Ho mancato alla gravità o alla riservatezza, nel mio contegno esteriore?
2. Ho salutato, nei vari incontri, i miei Superiori?
3. Ho dato la preferenza agli altri, ogni volta che mi è stato possibile?
4. Sono incorso in qualche volgarità, con le parole o con atti?
5. Sono stato modesto e riservato, specialmente con le persone esterne? (Mancanze).
6. Mi sono considerato spesso alla presenza di Dio, per stimolarmi alla gravita e dignità del contegno? (Minimo di volte).

II ESERCIZIO
1. Ho usato eccessiva familiarità coi Confratelli, toccandoli, scherzando?
2. Ho trattato con asprezza gli alunni, colpendoli, o dando titoli ingiuriosi?
3. Sono stato cortese con tutte le altre persone, che oggi mi hanno avvicinato?
4. Mi sono mostrato strano, irascibile o di cattivo umore? (Mancanze).
5. Sono stato modesto e raccolto, specialmente fuori di casa?
6. Ho riflettuto, un certo numero di volte, alla impressione che in casa e fuori, gli altri riportano di me?

17). VITA DIVAGATA – DISSIPAZIONE

Giudizi da ponderare.
Gli insensati e i leggeri di spirito parlano inconsideratamente, appena un pensiero sorge nella loro testa, che si vede apparire sulle labbra.
Non è¨ abbastanza prudente chi si da tutto all’allegrezza, dimentico della sua passata miseria, e del timore casto di Dio, il quale ci fa temere di perdere la grazia ricevuta.
Si vive come moscerini, che danzano in un raggio di sole! P. ALPHONSE GRATRY.
La spensieratezza è alla gioia umana, un veleno di morte.
Se vuoi far qualche profitto, serbati, nel timore di Dio, e non voler essere troppo libero; ma raffrena tutti i tuoi sensi sotto la disciplina, né darti in preda a una stolta allegrezza.

I ESERCIZIO
1. Mi sono mantenuto raccolto fin dall’alzata, evitando parole, segni, rumori inutili?
2. Ho trascorso in silenzio assoluto, i tempi da me stesso fissati?
3. Quante volle ho agito per abitudine o con precipitazione, senza rendermi ben conto di quanto facevo?
4. Nelle mie conversazioni di oggi, mi sono lasciato sfuggire parole inopportune?
5. Ho fato qualche visita in cappella, per raccogliermi un po’, durante il giorno? (Omissioni).

II ESERCIZIO
1. Dopo quante azioni di oggi, ho fatto un esame sul modo con cui le ho eseguite?
2. Ho fuggito i contatti mondani, dedicandomi interamente a Dio e ai miei doveri professionali? (Mancanze).
3. Quante volle ho mancato alla modestia religiosa?
4. Mi sono abbandonato, oggi, alla loquacità?
5. Ho fatto perdere del tempo, agli altri?

III ESERCIZIO
1. Ho rinnovato le volte da me stabilite, il proposito di non dissiparmi?
2. Quante volte mi sono dato alla ricerca di notizie? ovvero ho diffuso quelle non necessarie?
3. Mi sono lasciato andare allo spirito di critica o di maldicenza?
4. Sono stato sufficientemente raccolto in chiesa e negli Esercizi spirituali? (Mancanze).
5. Quante volte ho richiamata, oggi, la presenza di Dio per eccitarmi a fare molto bene ogni mia azione?

ASPIRAZIONI:
O Spirito Santo, dolce Ospite dell’anima mia restale con me; e fate che io sia sempre con Voi!
Signore Gesù, sii con me in ogni luogo e tempo! (3 Imit., 16, 2)
O buon Gesù, nascondimi nelle tue Piaghe!
S. Giuseppe, Modello e Protettore delle anime interiori, pregate per noi!

18) – PIGRIZIA, INDOLENZA

La pigrizia fa trascurare i propri doveri, per non scomodarsi. Occorre reagire contro l’indolenza naturale, che si rivela nel campo materiale, come in quello intellettuale, e, più ancora in quello morale.
Bisogna eccitarsi a un santo entusiasmo in ogni cosa, pensando che l’opera di Dio si compie anche per mezzo nostro, e che in Cielo, ognuno riceverà la mercede, secondo la sua fatica
L’ozio è maestro di molti vizi.
Gesù: Chi con me non raccoglie, disperde.
S. BERNARDO: L’ozio è il nemico mortale di ogni virtù. Il demonio si serve dell’ozio come di una porta, per introdurre cattivi pensieri nelle anime più pure.
Il Paradiso non è fatto per i poltroni. S. FILIPPO NERI.
L’inerzia è la paura dello sforzo.
L’indolenza è il sonno dello spirito.

I ESERCIZIO
1. Ho mancato di prontezza all’alzata, nel vestirmi, o nell’uscire di camera?
2. Mi sono lasciato vincere dal sonno, nella meditazione o in altri esercizi?
3. Quante volte ho mancato oggi di puntualità?
4. Ho trascurato, per pigrizia, qualche mio dovere; preparazione di lezioni, correzioni di compiti, lavori?
5. Mancanze d’ordine e di pulizia nelle cose a mio uso: tavolo in sala comune, in classe; letto e comodino; posto in cappella, al refettorio…

II ESERCIZIO
1. Sono pulito e ben messo nella mia persona? Ho trascurato di smacchiare, cucire, accomodare…secondo il bisogno?
2. Quante volte mi sono permesso un contegno floscio, camminando, stando a sedere, in piedi, in ginocchio…?
3. Ho perduto tempo durante il giorno, facendo nulla o quasi nulla?
4. Mi sono lamentato facilmente delle mie molteplici, eccessive «occupazioni»?
5. Ho preferito la mia tranquillità, a un lavoro che richiedeva sacrificio?

III ESERCIZIO.
1. Sono stato eccessivamente lento, oggi, nelle cose mie? (Mancanze).
2. Quante volte sono arrivato in ritardo, per colpa mia, a qualche Esercizio, lezione, vigilanza…?
3. Ho lasciato incompiuto qualche lavoro incominciato, per pigrizia o incostanza?
4. Ho perduto del tempo, che avrei potuto occupare nello studio?
5. Quante volte, dopo un insuccesso, mi sono scoraggiato, abbandonando i miei propositi, invece di riprendermi con nuovo vigore, più fiducioso in Dio?
– Gesù: Chi con me non raccoglie, disperde. (Lc., 11, 23)
– e vuoi esser perfetto fuggi l’ozio perché non c’é nulla di più nocivo ai servi di Dio.

19) – TRASCURATEZZA, NONCURANZA
I ESERCIZIO
1. Ho fatto il mio esame di prevedimento, questa mattina?
2. Sono restato passivo nell’orazione, o in altri esercizi spirituali?
3. Ho occupato bene tutto il tempo trascorso in cappella?
4. Ho omesso qualche mia pratica di pietà, per trascuratezza? (Presenza di Dio – Comunioni spirituali – Visite – Via Crucis – Corona, andando qua e là…).
5. Quante occasioni ho perduto di far piacere a qualcuno, per non scomodarmi?
6. Quanto tempo ho sciupato, in chiacchiere o in curiosità?

II ESERCIZIO
1. Questa mattina, ho fatto un piccolo esame, al termine della meditazione?
2. Quante volte ho mancato alle risoluzione prese oggi?
3. Ho tralasciato o trascurato quanto si riferiva a osservazioni fattemi?
4. Ho fatto con fedeltà i vari esami di coscienza, durante il giorno?
5. Mi sono imposte, e ho eseguito, le sanzioni e le penitenze da me determinate?
6. Quante volte ho richiamata, oggi, la presenza di Dio, per stimolarmi a fare molto bene ogni
mia azione?

III ESERCIZIO
1. Ho adempiuto le prescrizioni della santa Regola e gli ordini dei Superiori, come espressione sicura della volontà di Dio?
2. Ho fatto il mio dovere con entusiasmo, reagendo contro l’apatia e l’indifferenza che provavo? (Sconfitte).
3. Ho trascurato la preparazione delle lezioni, la correzione dei compiti, o altri doveri?
4. Quante volte, dopo un insuccesso, mi sono scoraggiato, abbandonando i miei propositi (anche per studi – scuola, ecc.)?
5. Ho accettato tutte le pene di oggi, in espiazione dei miei peccati e delle mie trascuratezze?
6. Quante volte mi sono offerto a Dio come vittima per qualche intenzione di apostolato?

ASPIRAZIONI:
Signore, io mi consacro tutto a Voi, per procurare la vostra gloria, per quanto mi sarà possibile e Voi lo richiederete da me. S. G. B. DE LA SALLE.
Cuore di Gesù che ardete di amore per noi, infiammate i nostri cuori di amore per Voi
Mio Dio, fate di me un sacrificio perfetto di immolazione, per la vostra gloria e la salvezza delle anime!
Antif.: Attirateci a Voi, Vergine Immacolata; noi correremo dietro a Voi nella fragranza dei vostri profumi.
Chi dice: Mi fermo, e non scendo più giù, è già caduto. S. Agostino

20) – TIEPIDEZZA, MEDIOCRITÀ SPIRITUALE, RILASSAMENTO

La tiepidezza è, essenzialmente, un raffreddamento dell’amor divino, che si rivela con la trascuratezza dei propri doveri, specialmente religiosi, e con la facilità a commettere peccali veniali.
È un male comune, assai nocivo all’anima, e difficile a guarire.
Per liberarsene, occorre vivificare la fede nelle verità eterne, tornare con fervore agli Esercizi, spirituali; e soprattutto pregare molto e bene.
Alcuni ragionano in modo strano: Ormai ho cominciato cosi: ora è tardi…, non vale la pena di mettermi sul serio a rifarmi una vita spirituale…
Innanzi tutto non è mai tardi per darsi a Dio di tutto cuore; gli operai dell’undicesima ora sono stati accetti a Dio, e da Lui rimunerati con impensabile generosità….
E poi c’è da chiedersi: Quante volte si vive quaggiù? Nasceremo, forse, di nuovo, per ricominciare una vita più fervente?…
Piuttosto: il pensiero di aver perduto tempo deve suscitare il desiderio di riguadagnarlo: Non voler, fratello mio, perdere la fiducia di progredire nella virtù; tu ne hai ancora il tempo: e questo è il momento!.
Lo Spirito Santo fa ammonire l’angelo della chiesa di Laodicea: Io conosco le opere tue, che non sei né freddo, né fervente. Oh, fossi tu freddo, oppure fervente! Ma, poiché sei tiepido, sto per vomitarti dalla mia bocca.
E l’angelo della chiesa di Efeso; Ho contro di te che hai abbandonata la tua prima carità. Ricordati da dove sei caduto, e ravvediti e fa le opere di prima. Se no, verrò da te, e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto.
Quando l’anima esce dall’assopimento della tiepidezza, freme d’orrore alla vista delle pretese colpe leggere, che ora le appaiono, come delitti,
Se tu cominci a intiepidirti, comincerai a star male; ma, se ti darai al fervore, troverai gran pace, e più lieve ti, parrà la fatica, mediante la grazia di Dio e l’amore della virtù.

I ESERCIZIO
1. Ho omesso o abbreviato qualche Esercizio spirituale di Regola?
2. Sono stato poco edificante nel contegno, nelle parole, o con ricercatezze mondane?
3. Quante volte mi sono oggi, mortificato nel bere o nel mangiare? (Occasioni mancate).
4. Dopo una mancanza, mi sono umiliato, riprendendomi con nuovo vigore, più fiducioso in Dio?
5. Quante volte mi sono offerto a Dio come vittima, per espiare i peccati della mia vita passata? (Minimo di volte, da stabilire).

II ESERCIZIO
1. Quante azioni, di quelle fissate da me, non ho offerto oggi a Dio?
2. Dopo quante azioni, già determinale, non mi sono esaminato sul come le ho fatte?
3. Mi trovo in non buone relazioni coi Superiori o con qualche Confratello? – Quante volte, nelle contrarietà odierne, ho piegato con amore la mia volontà a quella di Dio? (Vittorie riportate).
4. Quante volte ho riflettuto, oggi, sulla minaccia di Geremia: «Guai a chi fa l’opera di Dio con negligenza»? (Ger 48, 10).

III ESERCIZIO
1. Ho preparata l’anima mia alle singole preghiere di oggi? (Vittorie).
2. Ho saputo sopportare tutte le pene di oggi, senza lamentarmi? (Vittorie).
3. Quante azioni ho fatte oggi, nel modo più perfetto che mi era possibile? (Vittorie).
4. Ho seguito, oggi, coraggiosamente le ispirazioni del Signore?
5. Quante volte ho ripetuto, sotto forma di giaculatoria, che sono tutto di Dio, che non voglio vivere e operare che per Lui?

ASPIRAZIONI
O Cuore amorosissimo di Gesù, io pongo tutta la mia fiducia in Voi, perché tutto temo dalla mia debolezza, ma tutto spero dalla vostra bontà.
O Amore che sempre ardi e mai ti consumi! Carità del mio Dio, accendi anche me! (S. Agostino).
Chinate, o Signore, il vostro orecchio e ascoltatemi, perché misero e povero io sono! (Ps., 85, 1).
Vengo a Voi, o Signore, come infermo al Salvatore…desolato, al mio pietoso Consolatore! (4 Imit,, 2, 1).

PREGHIERA PER USCIRE DALLO STATO DI TIEPIDEZZA (S. ALFONSO)
Mio Dio, riconosco sinceramente che una vita piena di negligenze come la mia, non può piacervi. Veggo bene che sono proprio io, con la mia tiepidezza, a chiudere la porta delle grazie che vorreste farmi.
Signore, non mi abbandonate ancora; continuate a usarmi la vostra misericordia, perché io voglio sorgere da questo stato miserabile.
Sì, da ora innanzi, o mio Dio, sarò più premuroso nel domare le mie passioni e nel correggere i miei difetti (specialmente…); seguirò più docilmente le vostre ispirazioni; sarò più sollecito nell’adempiere i miei doveri religiosi e professionali. In una parola, mi propongo di mettere tutta la buona, volontà per contentarvi, e per eseguire coraggiosamente quanto è dì maggiore gradimento alla vostra divina Maestà.
O Gesù, Voi siete stato tanto prodigo di benefizi con me, fino a dare il vostro sangue e la vostra vita per salvarmi; non è conveniente che io continui a essere tanto avaro con Voi. Voi meritate tutto l’onore, tutto l’amore e tutti i sacrifizi da parte mia; ma, mio divino Redentore, voi ben conoscete la mia fiacchezza. Datemi la vostra mano onnipotente, che mi aiuti a sorgere davvero dalla mia tiepidezza, e mi sostenga validamente, lungo il cammino della virtù e della perfezione.
O Maria, Vergine Immacolata, per l’amore che nutrite a Gesù e a me, aiutatemi a vincere me stesso, a perseverare negli sforzi generosi, e a diventare santo!
Così sia!

AVVERTENZE

Sull’uso sistematico degli Itinerari di Esame particolare
1 È necessario fermarsi sopra una serie di «manifestazioni» il tempo conveniente a riportare una vittoria pressoché completa.
È evidente che le conquiste fatte sopra un «esercizio», fanno risentire la loro benefica influenza sopra gli altri; per la ragione contraria, il percorrere affrettatamente i vari «esercizi» senza esaurirli a fondo, compromette il frutto su tutto il soggetto; perché non offrendo più intime soddisfazioni, rende svogliati nella prosecuzione degli sforzi, ed è la causa più ordinaria, per cui si abbandona il lavoro già coraggiosamente iniziato.
Perciò, se una settimana non è stata sufficiente a esaurire i «punti» presi in esame, si continui pure per altri giorni o per altre settimane.
2 Ogni tanto, però, si può interrompere il soggetto ordinario per combattere un difetto esterno riapparso, come la loquacità, la immodestia, l’impazienza, la trascuratezza, la vanità…; però è opportuno che presto si riprenda il lavoro principale.
3 Nell’esame particolare bisogna essere attivi, infaticabili; cominciare e ricominciare ogni volta che occorra. E quando si vede che in un «soggetto» la buona volontà comincia a illanguidirsi, lo si deve riprendere con nuovo slancio, o cambiare, o almeno variare le
manifestazioni da controllare, il modo di computare le mancanze, di sanzionarle, ecc.
4 Ognuno, dopo aver utilizzato gli «itinerari» qui elencati, può ampliarli, compilando da sé i «punti» che meglio rispondono alle proprie esigenze; in talmodo si evita la monotonia dei procedimenti, e, insieme, la dispersione degli sforzi.

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