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Esercizi Spirituali secondo Sant'Ignazio di Loyola

Quarta Settimana - Parte V

Autore: Autori Vari

QUARTA SETTIMANA[218] Prima contemplazione: Cristo nostro Signore appare a nostra signora[219].

La solita preghiera preparatoria. Il primo preludio è il soggetto della contemplazione: dopo che Cristo spirò sulla croce e il corpo rimase separato dall’anima, ma sempre unito con la divinità, la sua anima beata discese agli inferi, ugualmente unita con la divinità; liberò di là le anime giuste e, ritornato al sepolcro e resuscitato, apparve in corpo e anima alla sua Madre benedetta.[220]

Il secondo preludio è la composizione vedendo il luogo: qui sarà vedere la disposizione del santo sepolcro e l’ambiente o la casa di nostra Signora, osservando le sue parti separatamente, per esempio la stanza, il posto di preghiera, e così via.[221] Il terzo preludio consiste nel domandare quello che voglio: qui sarà chiedere la grazia di allietarmi e gioire intensamente per la grande gloria e gioia di Cristo nostro Signore.[222] Primo, secondo e terzo punto: sono gli stessi che si sono considerati nell’ultima cena di Cristo nostro Signore .[223]

Quarto punto: considero che la divinità, che nella passione sembrava nascondersi, ora appare e si manifesta così miracolosamente nella santissima risurrezione, attraverso i suoi veri e meravigliosi effetti.[224] Quinto punto: considero la funzione di consolatore che Cristo nostro Signore esercita, paragonandola al modo solito di consolarsi fra amici.[225] Colloquio. Alla fine farò un colloquio o più colloqui, secondo l’argomento trattato, e dirò un Padre nostro.

Prima nota. Nelle contemplazioni seguenti si continua con tutti i misteri dalla risurrezione fino all’ascensione inclusa, nel modo indicato più avanti; per il resto, in tutta la settimana della risurrezione, si seguono e si mantengono la stessa forma e lo stesso metodo seguiti in tutta la settimana della passione . Così, per questa prima contemplazione sulla risurrezione, quanto ai preludi ci si regola secondo l’argomento trattato; i cinque punti sono gli stessi, e anche le addizioni che vengono più avanti sono le stesse; per tutto il resto cioè per le ripetizioni, l’applicazione dei cinque sensi, l’allungare o abbreviare i misteri, e così via ci si può regolare con il metodo della settimana della passione .[227]

Seconda nota. Ordinariamente in questa quarta settimana è opportuno, più che nelle tre precedenti, fare quattro esercizi e non cinque: il primo al mattino appena alzati; il secondo all’ora della messa o prima del pranzo, invece della prima ripetizione; il terzo all’ora dei vespri, invece della seconda ripetizione; il quarto prima della cena, facendo l’applicazione dei cinque sensi sui tre esercizi di quel giorno, fermando l’attenzione e trattenendosi più a lungo sui punti più importanti e dove ciascuno ha sentito maggiori ispirazioni e gusti spirituali.[228]

Terza nota. In tutte le contemplazioni è stato proposto un determinato numero di punti (di solito tre o cinque); tuttavia colui che contempla può fissarne un numero maggiore o minore, come meglio si trova disposto; perciò, prima di incominciare la contemplazione, giova molto prevedere e stabilire un numero determinato di punti da meditare.[229] Quarta nota. In questa quarta settimana, fra le dieci addizioni, si devono modificare la seconda, la sesta, la settima e la decima. La seconda: appena sveglio, mi ricorderò la contemplazione che sto per fare, volendo gioire e allietarmi per la grande gioia e letizia di Cristo nostro Signore . La sesta: richiamerò alla memoria e penserò cose che suscitano piacere, letizia e gioia spirituale, come per esempio il paradiso. La settima: procurerò di valermi della luce o delle opportunità della stagione, come il fresco d’estate e il sole e il riscaldamento d’inverno, in quanto penso o prevedo che mi può essere utile per gioire nel mio Creatore e Redentore.

La decima: invece della penitenza, osserverò la temperanza e il giusto mezzo, a meno che non vi sia obbligo di digiuno o di astinenza comandati dalla Chiesa; questi infatti si devono sempre osservare, se non c’è un legittimo impedimento.[230]

CONTEMPLAZIONE PER RAGGIUNGERE L’AMORE.

Nota. È necessario premettere due osservazioni. La prima è che l’amore si deve porre più nei fatti che nelle parole.[231]

Seconda osservazione: l’amore consiste in un reciproco scambio di beni, cioè l’amante dà e comunica all’amato quello che ha o una parte di quello che ha o può, e a sua volta l’amato lo dà all’amante; in questo modo, chi ha scienza, onori, ricchezze, li dà a chi non li ha, e così reciprocamente. La solita preghiera preparatoria.[232]

Il primo preludio è composizione: qui sarà vedere me stesso alla presenza di Dio nostro Signore, degli angeli e dei santi che intercedono per me.[233] Il secondo preludio consiste nel chiedere quello che voglio: qui sarà chiedere un’intima conoscenza di tutto il bene ricevuto, perché, riconoscendolo interamente, possa in tutto amare e servire la divina Maestà.[234]

Primo punto. Nel primo punto richiamo alla memoria i benefici ricevuti: la creazione, la redenzione, i doni particolari; esamino con molto amore quanto Dio nostro Signore ha fatto per me e quanto mi ha dato di quello che ha; poi ancora quanto egli desidera darsi a me, in tutto quello che può, secondo la sua divina disposizione. Quindi rifletto su me stesso, considerando che cosa è ragionevole e giusto che io, da parte mia, offra e doni alla sua divina Maestà, cioè tutte le mie cose e me stesso con esse, come chi offre con molto amore e dice: “Prendi, o Signore, e accetta tutta la mia libertà, la mia memoria, il mio intelletto, la mia volontà, tutto quello che ho e possiedo. Tu me lo hai dato; a te, Signore, lo ridono. Tutto è tuo: di tutto disponi secondo la tua piena volontà. Dammi il tuo amore e la tua grazia, e questo solo mi basta”.[235]

Secondo punto. Nel secondo punto osservo come Dio è presente nelle creature: negli elementi dando l’esistenza, nelle piante dando la vita, negli animali dando la sensibilità, negli uomini dando l’intelligenza; e così è presente in me, dandomi l’esistenza, la vita, la sensibilità, l’intelligenza; inoltre fa di me un suo tempio, poiché sono creato a immagine e somiglianza della sua divina Maestà. Quindi rifletto di nuovo su me stesso, come è indicato nel primo punto o in un altro modo che mi sembri migliore. Lo stesso farò in ciascuno dei punti seguenti.[236] Terzo punto.

Nel terzo punto considero come Dio opera ed è attivo per me in tutte le realtà di questo mondo, a somiglianza di uno che lavora: così, per esempio, nei cieli, negli elementi, nelle piante, nei frutti, negli armenti, e via dicendo, dando l’esistenza, la conservazione, la vita, la sensibilità, e così via. Quindi rifletto su me stesso.[237] Quarto punto. Nel quarto punto osservo come tutti i beni e i doni discendono dall’alto: per esempio, la mia limitata potenza discende da quella somma e infinita di lassù, e così la giustizia, la bontà, la pietà, la misericordia, e via dicendo, come i raggi discendono dal sole, le acque dalla sorgente, e così via.

Termino riflettendo su me stesso, nel modo indicato. Alla fine farò un colloquio e dirò un Padre nostro.[238] TRE MODI DI PREGARE: PRIMO MODO. PRIMO: SUI COMANDAMENTI. Il primo modo di pregare è sopra i dieci comandamenti, i sette vizi capitali, le tre facoltà dell’anima e i cinque sensi del corpo. Questo modo di pregare consiste, piuttosto che nel dare un procedimento o un metodo di preghiera, nel fornire un procedimento, un metodo e degli esercizi con cui l’anima si prepari e progredisca, per rendere la preghiera gradita a Dio.[239]

Per prima cosa faccio l’equivalente della terza addizione della seconda settimana: prima di incominciare la preghiera, distendo lo spirito sedendo o passeggiando, come mi sembra meglio, e pensando dove vado e a che scopo. Questa addizione si osserverà all’inizio di tutti i modi di pregare.[240] Una preghiera preparatoria: per esempio, chiedo a Dio nostro Signore la grazia di conoscere in che cosa ho mancato riguardo ai dieci comandamenti e l’aiuto per emendarmi in avvenire; domando pure una perfetta conoscenza dei comandamenti, per osservarli più fedelmente e per la maggior gloria e lode della divina Maestà.[241] Riguardo al primo modo di pregare, incomincio a considerare il primo comandamento, e rifletto come l’ho osservato e in che cosa l’ho trasgredito, prendendo come misura il tempo che si impiega a dire per tre volte il Padre nostro e l’Ave Maria; se in questo tempo scopro qualche mancanza, ne chiedo perdono e dico un Padre nostro.

Faccio allo stesso modo per ciascuno dei dieci comandamenti.[242] Prima nota. Quando uno, riflettendo su un comandamento, trova che in questo non ha alcuna abitudine di peccare, non è necessario che vi si trattenga per molto tempo; ma, secondo che uno si trova più o meno in colpa riguardo a quel comandamento, deve soffermarsi più o meno a lungo a considerarlo ed esaminarlo. Lo stesso si deve osservare per i vizi capitali.[243] Seconda nota. Dopo aver terminato la considerazione già indicata sui dieci comandamenti, mi accuso su questi e chiedo la grazia e l’aiuto per emendarmi in avvenire. Alla fine farò un colloquio con Dio nostro Signore, secondo l’argomento trattato.[244]

SECONDO: SUI VIZI CAPITALI. Circa i setti vizi capitali, dopo l’addizione faccio la preghiera preparatoria nel modo già indicato , cambiando soltanto il soggetto: qui sono i peccati da evitare, mentre prima erano i comandamenti da osservare. Seguo inoltre il procedimento e la misura sopra indicati e faccio il colloquio.[245] Per conoscere più facilmente le mancanze commesse circa i vizi capitali, tengo presenti i loro contrari; e così, per evitarli più facilmente, mi propongo e procuro con santi esercizi di acquistare e possedere le sette virtù ad essi contrarie.[246]

TERZO: SULLE FACOLTÀ DELL’ANIMA. Modo. Per le tre facoltà dell’anima si segue lo stesso procedimento e la stessa misura già seguiti per i comandamenti, si osserva l’addizione corrispondente, si fa la preghiera preparatoria e il colloquio.[247]

QUARTO: SUI CINQUE SENSI DEL CORPO. Modo. Circa i cinque sensi del corpo, si mantiene lo stesso procedimento, cambiando l’argomento.[248] Nota. Chi nell’uso dei propri sensi vuole imitare Cristo nostro Signore, nella preghiera preparatoria si raccomandi alla sua divina Maestà, e dopo aver considerato ciascuno dei sensi dica un’Ave Maria o un Padre nostro. Chi nell’uso dei sensi vuole imitare nostra Signora, nella preghiera preparatoria si raccomandi a lei, perché gli ottenga grazia per questo dal suo Figlio e Signore, e dopo aver considerato ciascuno dei sensi dica un’Ave Maria.[249]

SECONDO MODO DI PREGARE: CONTEMPLARE IL SIGNIFICATO DI OGNI PAROLA DELLA PREGHIERA.[250] La stessa addizione del primo modo di pregare si osserverà anche in questo secondo modo.[251] La preghiera preparatoria si farà tenendo presente la persona a cui si rivolge la preghiera.[252] Il secondo modo di pregare consiste in questo: stando in ginocchio o seduto, come ciascuno si sente meglio disposto e trova maggiore devozione, tenendo gli occhi chiusi o fissi su un punto senza muoverli qua e là, si dice “Padre”; su questa parola ci si sofferma a riflettere finché si trovano significati e paragoni, gusto e consolazione nelle considerazioni che si riferiscono ad essa. Si fa lo stesso con ogni parola del Padre nostro o di qualunque altra preghiera che si vuole recitare in questo modo.[253] Prima regola. Si rimane per un’ora, nel modo sopra indicato, su tutto il Padre nostro; finito questo, si dirà l’Ave Maria, il Credo, l'”Anima di Cristo” e la Salve Regina vocalmente o mentalmente, nel modo solito.[254]

Seconda regola. Se, contemplando il Padre nostro, in una o due parole si trova molta materia per riflettere, con gusto e consolazione, non bisogna preoccuparsi di andare avanti, anche se si impiegasse tutta l’ora in quello che si è trovato; passata l’ora, si dirà il resto del Padre nostro nel modo solito.[255] Terza regola. Se uno si è trattenuto per un’ora intera su una o due parole del Padre nostro, un altro giorno, quando vorrà ritornare su questa preghiera, dirà quell’una o due parole nel modo solito e incomincerà a contemplare, come è indicato nella seconda regola, con la parola che segue immediatamente.[256]

Prima nota. Terminato il Padre nostro in uno o più giorni, si farà lo stesso con l’Ave Maria e poi con le altre preghiere, in modo da esercitarsi sempre, per qualche tempo, su una di esse.[257] Seconda nota. Terminata la preghiera, rivolgendosi alla persona a cui essa era diretta, si chiederà la virtù o la grazia di cui si sente maggiore necessità.[258]

TERZO MODO DI PREGARE: A RITMO. L’addizione sarà la stessa del primo e del secondo modo di pregare . La preghiera preparatoria sarà come nel secondo modo di pregare . Il terzo modo di pregare consiste in questo: ad ogni anelito o respiro si prega mentalmente dicendo una parola del Padre nostro o di un’altra preghiera che si vuole recitare; così, tra un respiro e l’altro, si pensa principalmente al significato di quella parola, o alla persona a cui è rivolta, o alla propria pochezza, o alla distanza fra quella grandezza e la propria pochezza.

Con lo stesso procedimento e la stessa misura si continua con le altre parole del Padre nostro; infine si dicono nel modo solito le altre preghiere, cioè l’Ave Maria, l'”Anima di Cristo”, il Credo e la Salve Regina.[259] Prima regola. In altro giorno o in altra ora in cui si vuole pregare, si dice l’Ave Maria con questo ritmo e le altre preghiere nel modo solito; si continua poi allo stesso modo con le altre.[260] Seconda regola. Chi vuole trattenersi più a lungo nella preghiera a ritmo, può dire tutte le preghiere precedenti o parti di esse, seguendo lo stesso procedimento del respiro a ritmo, come si è spiegato .

MISTERI DELLA VITA DI CRISTO [261] I MISTERI DELLA VITA DI CRISTO NOSTRO SIGNORE. Nota. È da notare che, in tutti i misteri che seguono, le parole in corsivo sono tratte dal Vangelo, ma non le altre. In ogni mistero si troveranno generalmente tre punti, per poter meditare e contemplare su questi più facilmente.[262]

L’ANNUNCIAZIONE A NOSTRA SIGNORA (Luca 1, 26-38). Primo punto. L’angelo san Gabriele saluta nostra Signora e le annuncia la concezione di Cristo nostro Signore. L’angelo, entrando dov’era Maria, la salutò dicendole: “Ave, o piena di grazia; concepirai nel tuo grembo e darai alla luce un figlio”. Secondo punto. L’angelo conferma quello che ha detto a nostra Signora, annunciandole la concezione di san Giovanni Battista, e dice: “Vedi, anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio”. Terzo punto. Nostra Signora risponde all’angelo: “Ecco l’ancella del Signore; avvenga di me secondo la tua parola”.[263]

LA VISITA DI NOSTRA SIGNORA A ELISABETTA (Luca 1, 39-56). Primo punto. Nostra Signora fa visita a Elisabetta e san Giovanni Battista, che è nel grembo della madre, avverte la visita fatta da nostra Signora: Appena Elisabetta udì il saluto di nostra Signora, il bambino sussultò di gioia nel suo grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo”. Secondo punto. Nostra Signora innalza un cantico e dice: “L’anima mia magnifica il Signore”. Terzo punto. Maria rimase con Elisabetta quasi tre mesi, poi ritornò a casa sua.[264]

LA NASCITA DI CRISTO NOSTRO SIGNORE (Luca 2, 1-14) Primo punto. Nostra Signora e Giuseppe, suo sposo, vanno da Nazaret a Betlemme: Giuseppe salì dalla Galilea a Betlemme per obbedire a Cesare, con Maria sua sposa che era incinta. Secondo punto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia. Terzo punto. Apparve una schiera di angeli che dicevano: “Gloria a Dio nei cieli”.[265] I PASTORI (Luca 2, 15-20). Primo punto. L’angelo annuncia ai pastori la nascita di Cristo nostro Signore: “Vi annuncio una grande gioia, perché oggi è nato il Salvatore del mondo”. Secondo punto. I pastori vanno a Betlemme: Andarono in fretta e trovarono Maria, Giuseppe e il Bambino che giaceva nella mangiatoia. Terzo punto. I pastori se ne tornarono glorificando e lodando Dio.[266]

LA CIRCONCISIONE (Luca 2,21) Primo punto. Circoncidono il Bambino Gesù. Secondo punto. Il suo nome è Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo della Madre. Terzo punto. Rendono il Bambino alla Madre, che prova compassione per il sangue versato dal Figlio.[267] I TRE RE MAGI (Matteo 2, 1-12). Primo punto. I tre re magi, guidati dalla stella, vengono ad adorare Gesù e dicono: “Abbiamo visto la sua stella in Oriente, e siamo venuti per adorarlo”. Secondo punto. Lo adorano e gli offrono doni: Prostrati a terra lo adorarono e gli presentarono doni: oro, incenso e mirra. Terzo punto. Furono avvertiti in sogno di non tornare da Erode, e per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.[268]

LA PURIFICAZIONE DI NOSTRA SIGNORA E LA PRESENTAZIONE DEL BAMBINO GESÙ (Luca 2, 21-40). Primo punto. Portano il Bambino Gesù al tempio per presentarlo al Signore come primogenito, e offrono per lui una coppia di tortore o di giovani colombi. Secondo punto. Simeone, venuto al tempio, lo prese tra le braccia e disse: “Ora lascia, Signore, che il tuo servo vada in pace”. Terzo punto. Anna, arrivata dopo, lodava il Signore e parlava del Bambino a quanti aspettavano la redenzione di Israele.[269] LA FUGA IN EGITTO (Matteo 2, 13-18). Primo punto. Erode vuole uccidere il bambino Gesù, e perciò uccide gli innocenti. Prima della loro morte l’angelo avverte Giuseppe di fuggire in Egitto: “Alzati, prendi il Bambino e sua Madre e fuggi in Egitto”. Secondo punto. Parte per l’Egitto: Giuseppe si alzò di notte e fuggì in Egitto. Terzo punto. Rimane là fino alla morte di Erode.[270] CRISTO NOSTRO SIGNORE RITORNA DALL’EGITTO (Matteo 2, 19-23) Primo punto. L’angelo avverte Giuseppe di ritornare in Israele “Alzati, prendi il Bambino e sua madre e va’ nel paese d’Israele”. Secondo punto. Si alza e va nel paese d’Israele. Terzo punto. Poiché in Giudea regnava Archelao, figlio di Erode, si ritira a Nazaret.[271]

LA VITA DI CRISTO NOSTRO SIGNORE DAI DODICI AI TRENT’ANNI (Luca 2, 50-52). Primo punto. Era obbediente ai suoi genitori, cresceva in sapienza, età e grazia. Secondo punto. Pare che facesse il mestiere di falegname, come lascia intendere san Marco (6, 3): “Costui non è forse il falegname?”.[272] CRISTO SI RECA AL TEMPIO ALL’ETÀ DI DODICI ANNI (Luca 2, 41-50). Primo punto. Cristo nostro Signore, all’età di dodici anni, si reca da Nazaret a Gerusalemme. Secondo punto. Cristo nostro Signore rimane a Gerusalemme all’insaputa dei suoi genitori. Terzo punto. Trascorsi tre giorni, lo trovano mentre discute nel tempio, seduto tra i dottori. Ai genitori che gli domandano dov’è stato risponde: “Non sapete che devo occuparmi delle cose del Padre mio?”.[273]

IL BATTESIMO DI CRISTO (Matteo 3, 13-17). Primo punto. Cristo nostro Signore, dopo essersi accomiatato dalla sua Madre benedetta, si reca da Nazaret al fiume Giordano, dove si trova san Giovanni Battista. Secondo punto. San Giovanni battezza Cristo nostro Signore; vuole scusarsi ritenendosi indegno di battezzarlo, ma Cristo gli dice: “Lascia fare, per ora, perché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Terzo punto. Venne lo Spirito Santo e la voce del Padre dal cielo che disse: “Questo è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”.[274] LE TENTAZIONI DI CRISTO (Luca 4,1-13; Matteo 4,1-11). Primo punto. Dopo essere stato battezzato, si reca nel deserto, dove digiuna quaranta giorni e quaranta notti. Secondo punto. È tentato dal diavolo tre volte: Il tentatore, avvicinandosi a lui, gli disse: “Se tu sei il Figlio di Dio, di’ a queste pietre che diventino pane; gettati giù; ti darò tutto questo che vedi, se prostrandoti a terra mi adorerai”. Terzo punto. Gli si accostarono gli angeli e lo servivano.[275]

LA CHIAMATA DEGLI APOSTOLI. Primo punto. Pare che san Pietro e sant’Andrea siano stati chiamati tre volte: la prima per una certa conoscenza (Giovanni 1,35-42); la seconda per seguire Cristo in qualche modo, cioè con l’intenzione di tornare a possedere quello che avevano lasciato (Luca 5,1-11); la terza per seguire per sempre Cristo nostro Signore (Matteo 4,18-22; Marco 1, 16-20). Secondo punto. Chiama Filippo (Giovanni 1,43-44) e Matteo (Matteo 9,9-13). Terzo punto. Chiama gli altri apostoli, ma della loro vocazione non si fa speciale menzione nel Vangelo. Si devono pure considerare altri tre aspetti: il primo, la rozza e umile condizione degli apostoli; il secondo, la dignità a cui furono così benignamente chiamati; il terzo, i doni e le grazie con cui furono posti al di sopra di tutti i padri del nuovo e dell’antico testamento.[276] IL PRIMO MIRACOLO COMPIUTO ALLE NOZZE DI CANA (Giovanni 2, 1-12). Primo punto. Cristo nostro Signore è invitato con i suoi discepoli alle nozze. Secondo punto. La Madre fa osservare al Figlio che è venuto a mancare il vino, dicendo: “Non hanno più vino”; e ordina ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Terzo punto. Cambiò l’acqua in vino, manifestando la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.[277]

CRISTO SCACCIA DAL TEMPIO I MERCANTI (Giovanni 2, 13-22). Primo punto. Scaccia dal tempio tutti i mercanti con una sferza fatta di corde. Secondo punto. Rovescia a terra i tavoli e i denari dei ricchi banchieri che stanno nel tempio. Terzo punto. Ai poveri venditori di colombe dice con tono mite: “Portatele via di qua, e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato”.[278] IL DISCORSO DI CRISTO SULLA MONTAGNA (Matteo 5, 1-48). Primo punto. Ai suoi amati discepoli espone in privato le otto beatitudini: “Beati i poveri in spirito, i miti, i misericordiosi, gli afflitti, quelli che hanno, fame e sete di giustizia, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati”. Secondo punto. Li esorta a fare buon uso dei loro talenti: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”. Terzo punto. Dichiara di non abolire la legge, ma di darle compimento, spiegando i comandamenti di non uccidere, non commettere atti impuri, non spergiurare e amare i nemici: “Io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori”.[279]

CRISTO NOSTRO SIGNORE CALMA LA TEMPESTA DEL MARE (Matteo 8,23-27). Primo punto. Mentre Cristo nostro Signore dorme sulla barca, si scatena una violenta tempesta. Secondo punto. I discepoli atterriti lo svegliano, ed egli li rimprovera per la poca fede, dicendo: “Perché avete paura, uomini di poca fede?”. Terzo punto. Comanda ai venti di calmarsi; la tempesta si placa e il mare si fa tranquillo, per cui gli uomini si meravigliano e dicono: “Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?”.[280] CRISTO CAMMINA SULLE ACQUE (Matteo 14, 24-33). Primo punto. Mentre Gesù è sul monte, lascia che i discepoli salgano sulla barca e, congedata la folla, incomincia a pregare da solo. Secondo punto. La barca è agitata dalle onde; Cristo le va incontro camminando sull’acqua, e i discepoli pensano che sia un fantasma.

Terzo punto. Cristo dice loro: “Sono io, non abbiate paura”; san Pietro, per suo comando, gli va incontro camminando sull’acqua,ma, preso da paura, incomincia ad affondare; Cristo nostro Signore lo afferra e lo rimprovera per la poca fede; poi sale sulla barca e il vento si calma.[281] GLI APOSTOLI SONO INVIATI A PREDICARE (Matteo 10, 1-15). Primo punto. Cristo chiama i suoi amati discepoli e dà loro il potere di scacciare i demoni dal corpo degli uomini e di guarire ogni sorta di infermità. Secondo punto. Dà istruzioni sulla prudenza e la pazienza: “Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe”. Terzo punto. Indica loro il modo di comportarsi: “Non procuratevi oro né argento; quello che gratuitamente avete ricevuto, datelo gratuitamente”. Indica loro la materia su cui predicare: “Strada facendo, predicate così: “Il regno dei cieli è vicino “.[282]

LA CONVERSIONE DELLA MADDALENA (Luca 7, 36-50). Primo punto. La Maddalena entra in casa del fariseo, dove Cristo nostro Signore è seduto a tavola, e porta un vaso di alabastro pieno di unguento. Secondo punto. Stando dietro al Signore, ai suoi piedi, incomincia a bagnarli con le lacrime, li asciuga con i capelli, li bacia e li unge con l’unguento. Terzo punto. Il fariseo accusa la Maddalena, e Cristo parla in difesa di lei dicendo: “Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato”. Poi disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace”.[283] CRISTO NOSTRO SIGNORE DÀ DA MANGIARE A CINQUEMILA UOMINI (Matteo 14, 13-23). Primo punto. Poiché s’è fatto sera, i discepoli chiedono a Cristo di congedare la folla di uomini che erano con lui. Secondo punto. Cristo nostro Signore comanda che gli si portino dei pani e che tutti si siedano a mensa; benedice i pani, li spezza, li dà ai suoi discepoli e questi alla folla. Terzo punto. Tutti mangiarono e furono saziati, e ne avanzarono dodici ceste.[284]

LA TRASFIGURAZIONE DI CRISTO (Matteo 17,1-13). Primo punto. Cristo nostro Signore prende con sé i suoi amati discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, e si trasfigura: il suo volto risplende come il sole e le sue vesti come la neve. Secondo punto. Parla con Mosè ed Elia. Terzo punto. Mentre Pietro dice di fare tre tende, risuona una voce dal cielo che dice: “Questi è il mio Figlio diletto; ascoltatelo”. All’udire questa voce, i discepoli per la paura cadono con la faccia a terra; Cristo li tocca e dice loro: “Alzatevi e non temete; non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell’uomo non sia risorto”.[285] LA RISURREZIONE DI LAZZARO (Giovanni 11,1-44). Primo punto. Marta e Maria mandano a dire a Cristo nostro Signore che Lazzaro è malato; saputa la notizia, si trattiene ancora per due giorni, perché il miracolo sia più evidente. Secondo punto. Prima di risuscitarlo, chiede all’una e all’altra che credano in lui dicendo: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”. Terzo punto. Dopo aver pianto e pregato, lo risuscita; e il modo di risuscitarlo è il comando: “Lazzaro, vieni fuori!”.[286] LA CENA DI BETANIA (Mt 26,1-13). Primo punto. Il Signore cena in casa di Simone il lebbroso, insieme a Lazzaro. Secondo punto. Maria sparge l’unguento sul capo di Cristo. Terzo punto. Giuda mormora dicendo: “Perché questo spreco dell’unguento?”. Ma egli scusa un’altra volta la Maddalena dicendo: “Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un’azione buona verso di me”.[287]

IL GIORNO DELLE PALME (Matteo 21, 1-11). Primo punto. Il Signore manda a prendere l’asina e il puledro dicendo: “Scioglieteli e conduceteli a me; se qualcuno vi dirà qualche cosa, dite che il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà subito”. Secondo punto. Sale sull’asina, coperta con i mantelli degli apostoli. Terzo punto. Escono a riceverlo, stendendo sulla strada i loro mantelli e i rami degli alberi dicendo: “Osanna al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!”.[288] LA PREDICAZIONE NEL TEMPIO (Luca 19), Primo punto. Ogni giorno insegna nel tempio. Secondo punto. Finita la predicazione, non avendo chi lo ospiti a Gerusalemme, ritorna a Betania.[289] L’ULTIMA CENA (Matteo 26; Giovanni 13, 1-17). Primo punto. Mangia l’agnello pasquale con i dodici apostoli e predice loro la sua morte: “In verità io vi dico che uno di voi mi tradirà”. Secondo punto. Lava i piedi dei discepoli, anche quelli di Giuda, incominciando da san Pietro, che, considerando la grandezza del Signore e la propria indegnità, non vuole permetterlo e dice: “Signore, tu lavi i piedi a me?”. Ma san Pietro non sa che con questo egli vuole dare un esempio di umiltà, e perciò dice: “Vi ho dato l’esempio, perché, come ho fatto io, facciate anche voi”. Terzo punto. Istituisce il santissimo sacrificio dell’Eucarestia, come prova suprema del suo amore, dicendo: “Prendete e mangiate”. Finita la cena, Giuda esce e va a vendere Cristo nostro Signore.[290]

I MISTERI AVVENUTI DALL’ULTIMA CENA FINO ALL’ORTO DEGLI ULIVI INCLUSO (Matteo 26; Marco 14). Primo punto. Finita la cena e cantando l’inno, il Signore si reca sul monte Oliveto, con i discepoli pieni di paura; ne lascia otto nel Getsemani e dice: “Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”. Secondo punto. Presi con sé san Pietro, san Giacomo e san Giovanni, prega il Signore per tre volte dicendo: “Padre, se è possibile, passi da me questo calice; però non sia fatta la mia volontà, ma la tua”. E in preda all’angoscia pregava più intensamente. Terzo punto. Giunge a tal punto di paura, che dice: “La mia anima è triste fino alla morte”; e suda sangue tanto copiosamente, che san Luca dice: “Il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra”; questo fa supporre che le sue vesti fossero già piene di sangue.[291] I MISTERI AVVENUTI DALL’ORTO DEGLI ULIVI FINO ALLA CASA DI ANNA INCLUSA (Matteo 26; Luca 22; Marco 15). Primo punto. Il Signore si lascia baciare da Giuda e catturare come un brigante; dice loro: “Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni per catturarmi. Ogni giorno stavo con voi nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato”. Mentre dice: “Chi cercate?”, i nemici cadono a terra. Secondo punto. San Pietro ferisce un servo del pontefice; il Signore in tono mite gli dice: “Rimetti la spada nel fodero”, e guarisce la ferita del servo. Terzo punto. Abbandonato dai discepoli, è trascinato da Anna, dove san Pietro, che lo ha seguito da lontano, lo rinnega una volta; una guardia dà uno schiaffo a Cristo dicendo: “Così rispondi al pontefice?”.[292]

I MISTERI AVVENUTI DALLA CASA DI ANNA ALLA CASA DI CAIFA INCLUSA (Matteo 26; Marco 14; Luca 22; Giovanni 18). Primo punto. Lo trascinano legato dalla casa di Anna alla casa di Caifa, dove san Pietro lo rinnega per due volte; il Signore lo guarda, ed egli uscito fuori piange amaramente. Secondo punto. Gesù rimane legato per tutta quella notte. Terzo punto. Inoltre, quelli che lo tengono prigioniero si burlano di lui, lo percuotono, gli coprono il volto, lo schiaffeggiano e gli domandano: “Indovina: chi ti ha colpito?”. E proferiscono altre simili bestemmie contro di lui.[293]

I MISTERI AVVENUTI DALLA CASA DI CAIFA FINO A QUELLA DI PILATO INCLUSA (Matteo 27; Luca 23; Marco 15). Primo punto. Tutta la moltitudine dei Giudei lo trascina da Pilato e davanti a lui lo accusa dicendo: “Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo e impediva di pagare tributi a Cesare”. Secondo punto. Pilato, dopo averlo esaminato una prima e una seconda volta, dice: “Io non trovo in lui nessuna colpa”. Terzo punto. A lui viene preferito Barabba, un brigante. Tutti gridarono dicendo: “Non liberate costui, ma Barabba”.[294] I MISTERI AVVENUTI DALLA CASA DI PILATO A QUELLA DI ERODE (Luca 23,6-11). Primo punto. Pilato manda Gesù, che è galileo, da Erode, tetrarca della Galilea. Secondo punto. Erode, incuriosito, lo interroga a lungo, ed egli non risponde nulla, sebbene gli scribi e i sacerdoti continuino ad accusarlo. Terzo punto. Erode con il suo seguito lo schernisce, facendolo vestire con una veste bianca.[295]

I MISTERI AVVENUTI DALLA CASA DI ERODE A QUELLA DI PILATO (Matteo 26; Luca 23; Marco 15; Giovanni 19). Primo punto. Erode lo rimanda a Pilato; essi perciò diventano amici, mentre prima c’era fra loro inimicizia. Secondo punto. Pilato prende Gesù e lo fa flagellare; i soldati fanno una corona di spine e la pongono sul suo capo; lo vestono di porpora e si avvicinano a lui dicendo: “Salve, re dei Giudei!”; e lo schiaffeggiano. Terzo punto. Lo conduce fuori davanti a tutti: Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: “Ecco l’uomo!”. Al vederlo, i pontefici gridavano dicendo: “Crocifiggi, crocifiggilo!”.[296] I MISTERI AVVENUTI DALLA CASA DI PILATO ALLA CROCE INCLUSA (Giovanni 19, 13-22). Primo punto. Pilato, in veste di giudice, consegna loro Gesù perché lo crocifiggano, dopo che i Giudei lo hanno rinnegato come re dicendo: “Non abbiamo altro re all’infuori di Cesare!”. Secondo punto. Porta la croce sulle spalle; poiché non riesce a portarla, Simone cireneo è costretto a portarla dietro a Gesù. Terzo punto. Lo crocifiggono in mezzo a due ladroni, ponendo questa iscrizione: “Gesù Nazareno, re dei Giudei”.[297]

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