5 minuti

Regole per sentire con la Chiesa

Esercizi Spirituali - Sant'Ignazio di Loyola - Parte VIII

Autore: Sant' Ignazio di Loyola

 Link alle parti precedenti e successive in fondo pagina

REGOLE PER SENTIRE CON LA CHIESA [352] PER IL RETTO SENTIRE CHE DOBBIAMO AVERE NELLA CHIESA MILITANTE, SI OSSERVINO LE REGOLE SEGUENTI.[353]

Prima regola. Messo da parte ogni giudizio proprio, dobbiamo avere l’animo disposto e pronto a obbedire in tutto alla vera sposa di Cristo nostro Signore, che è la nostra santa madre Chiesa gerarchica.[354]

Seconda regola. Si lodi il confessarsi con il sacerdote e il ricevere la santa Eucarestia una volta all’anno, molto più ogni mese, e molto meglio ancora ogni otto giorni, con le condizioni richieste e dovute.[355]

Terza regola. Si lodi il partecipare spesso alla messa; così pure si lodino i canti, i salmi e le lunghe preghiere in chiesa e fuori di essa, e anche l’orario fissato a tempi determinati per ogni funzione sacra, per ogni preghiera e per tutte le ore canoniche.[356]

Quarta regola. Si lodino molto gli ordini religiosi, il celibato e la castità, e il matrimonio non tanto come questi.[357]

Quinta regola. Si lodino i voti religiosi di obbedienza, povertà e castità e delle altre opere di perfezione consigliate. Si noti che il voto riguarda cose che conducono alla perfezione evangelica; perciò non si deve far voto di cose che allontanano da essa, come esercitare il commercio, sposarsi e simili.[358]

Sesta regola. Si lodino le reliquie dei santi, venerando quelle e pregando questi; si lodino le celebrazioni stazionali, i pellegrinaggi, le indulgenze, i giubilei, le crociate e le candele che si accendono nelle chiese.[359]

Settima regola. Si lodino le disposizioni circa i digiuni e le astinenze, come quelli della quaresima, delle quattro tempora, delle vigilie, del venerdì e del sabato; così pure le penitenze, non solo interne ma anche esterne.[360]

Ottava regola. Si lodino il decorare e l’erigere chiese, così pure le immagini, venerandole secondo quello che rappresentano.[361]

Nona regola. Si lodino infine tutti i precetti della Chiesa, con l’animo pronto a cercare ragioni in loro difesa e mai contro di essi.[362]

Decima regola. Dobbiamo essere sempre pronti ad approvare e a lodare, sia le disposizioni e le raccomandazioni, sia i comportamenti dei superiori. Infatti, anche se alcuni di questi non fossero buoni, o non lo fossero stati, il criticarli, predicando in pubblico o discorrendo con persone semplici, susciterebbe mormorazione e scandalo piuttosto che vantaggio; e così la gente si sdegnerebbe contro i superiori civili o religiosi. Tuttavia, come è dannoso criticare i superiori in loro assenza davanti alla gente semplice, così può essere vantaggioso parlare dei loro cattivi comportamenti alle persone che possono portarvi rimedio.[363]

Undicesima regola. Si deve lodare la teologia positiva e la scolastica. Infatti, come è proprio dei dottori positivi san Gerolamo, sant’Agostino, san Gregorio e altri muovere l’affetto per amare e servire in tutto Dio nostro Signore, così è proprio degli scolastici san Tommaso, san Bonaventura, Pietro Lombardo e altri definire e chiarire per i nostri tempi quanto è necessario per raggiungere la salvezza eterna e per meglio impugnare e confutare gli errori e le falsità. Infatti i dottori scolastici, che sono più moderni, non solo si servono dell’autentica interpretazione della Sacra Scrittura e dei santi dottori positivi, ma, illuminati e guidati essi stessi dalla grazia divina, utilizzano anche i concili, i canoni e le costituzioni della nostra santa madre Chiesa.[364]

Dodicesima regola. Dobbiamo evitare di fare paragoni tra noi vivi e i beati del cielo. Infatti si sbaglia non poco, dicendo per esempio: questi ne sa più di sant’Agostino, è uguale o superiore a san Francesco, è un altro san Paolo per bontà e santità, e così via.[365]

Tredicesima regola. Per essere certi in tutto, dobbiamo sempre tenere questo criterio: quello che io vedo bianco lo credo nero, se lo stabilisce la Chiesa gerarchica. Infatti noi crediamo che lo Spirito che ci governa e che guida le nostre anime alla salvezza è lo stesso in Cristo nostro Signore, lo sposo, e nella Chiesa sua sposa; poiché la nostra santa madre Chiesa è guidata e governata dallo stesso Spirito e signore nostro che diede i dieci comandamenti.[366]

Quattordicesima regola. È verissimo che nessuno si può salvare senza essere predestinato e senza avere la fede e la grazia; tuttavia bisogna fare molta attenzione nel modo di parlare e di discutere di tutti questi argomenti.[367]

Quindicesima regola. Abitualmente non si deve parlare molto della predestinazione; ma se in qualche modo e qualche volta se ne parla, se ne deve parlare in modo che le persone semplici non cadano in alcun errore, come quando uno dice: è già stabilito se io dovrò essere salvo o dannato; perciò, sia che agisca bene sia che agisca male, non potrà accadere diversamente. Così si diventa pigri e si trascurano le opere che conducono alla salvezza e al vantaggio spirituale dell’anima.[368]

Sedicesima regola. Così pure bisogna fare attenzione che, parlando molto e con grande fervore della fede, senza alcuna distinzione o spiegazione, non si dia occasione alla gente di essere indolente e pigra nell’operare, sia prima che la fede sia congiunta con la carità, sia dopo.[369]

Diciassettesima regola. Allo stesso modo non si deve parlare troppo diffusamente della grazia, insistendovi tanto da favorire quell’errore che nega la libertà. Perciò si può parlare della fede e della grazia, per quanto ci è possibile con l’aiuto divino, per la maggior lode della divina Maestà; ma, particolarmente in questi tempi così pericolosi, non in maniera e in termini tali, che le opere e il libero arbitrio ne ricevano danno o non si tengano in alcun conto.[370]

Diciottesima regola. Si deve stimare più di tutto il servizio di Dio nostro Signore per puro amore; tuttavia si deve lodare molto anche il timore della sua divina Maestà. Infatti, non solo il timore filiale è cosa buona e santissima, ma, se non si arriva ad altro di meglio o di più utile, anche il timore servile aiuta molto ad uscire dal peccato mortale; poi, una volta usciti, si arriva facilmente al timore filiale, che è pienamente accetto e gradito a Dio nostro Signore, essendo un tutt’uno con l’amore divino.

Parte prima: https://smartpray.org/esercizi-spirituali-santignazio-di-loyola-parte-i/

Parte seconda : https://smartpray.org/esercizi-spirituali-santignazio-di-loyola-parte-ii/

Parte terza : https://smartpray.org/esercizi-spirituali-santignazio-di-loyola-parte-iii/

Parte quarta: https://smartpray.org/esercizi-spirituali-santignazio-di-loyola-parte-iv/

Parte quinta: https://smartpray.org/esercizi-spirituali-santignazio-di-loyola-parte-v/

Parte sesta : https://smartpray.org/esercizi-spirituali-santignazio-di-loyola-parte-vi/

Parte settima : https://smartpray.org/esercizi-spirituali-santignazio-di-loyola-parte-vii/

Parte ottava : https://smartpray.org/esercizi-spirituali-santignazio-di-loyola-parte-viii/

Link alla fonte »