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Eternità

Forgia, cap XIII

Autore: San Josemaría Escrivá

Eternità

987. Un figlio di Dio non ha paura della vita e non ha paura della morte, perché il fondamento della sua vita spirituale è il senso della filiazione divina: Dio è mio Padre, egli pensa, ed è l’Autore di ogni bene, è tutta la Bontà.
— Ma tu e io, agiamo davvero da figli di Dio?
988. Mi riempì di gioia vedere che avevi compreso ciò che ti avevo detto: tu e io dobbiamo agire e vivere e morire da innamorati, e così “vivremo” eternamente.
989. Il Signore vince sempre. — Se sei strumento suo, anche tu vincerai, perché combatterai le battaglie di Dio.
990. La santità consiste proprio in questo: nel lottare per essere fedeli durante la vita; e nell’accettare con gioia la Volontà di Dio, nell’ora della morte.
991. Quando ricevi il Signore nell’Eucaristia, siigli grato con tutte le fibre dell’anima per la sua bontà di stare con te.
— Non ti sei soffermato a considerare che sono dovuti passare secoli e secoli, prima che venisse il Messia? I patriarchi e i profeti a implorare, con tutto il popolo di Israele: la terra è assetata, Signore, vieni!
— Magari fosse così la tua attesa d’amore.
992. Anche ai giorni nostri, a dispetto di quanti negano Dio, la terra è molto vicina al Cielo.
993. Scrivevi: “Simile est regnum coelorum” — il Regno dei Cieli è simile a un tesoro… Questo passo del Santo Vangelo mi è caduto nell’anima, e ha messo radici. Lo avevo letto tante volte, senza coglierne il midollo, il sapore divino”.
Tutto…, tutto deve vendere l’uomo avveduto, pur di ottenere il tesoro, la perla preziosa della Gloria!
994. Entra in colloquio con la Madonna e confidale: oh, Signora!, per vivere l’ideale che Dio ha messo nel mio cuore, ho bisogno di volare… molto, molto in alto!
Non basta che ti distacchi, con l’aiuto divino, dalle cose di questo mondo, sapendo che sono polvere. Più ancora: anche se facessi di tutto l’universo un mucchio sotto i tuoi piedi, per stare più vicino al Cielo…, non basterebbe!
Hai bisogno di volare, senza appoggiarti a niente di quaggiù, attento alla voce e al soffio dello Spirito. — Però, mi dici, le mie ali sono incrostate!: il fango di anni, sudicio, appiccicoso…
E io ho insistito: ricorri alla Vergine. Madre mia — ripetiglielo —: riesco appena a spiccare il volo!, la terra mi attira come una calamita maledetta! — Madre mia, Tu puoi far sì che la mia anima si lanci nel volo definitivo e glorioso, che ha termine nel Cuore di Dio.
— Abbi fiducia, perché Lei ti ascolta.
995. Pensa quanto è gradito a Dio nostro Signore l’incenso che è bruciato in suo onore; pensa anche a quanto poco valgono le cose della terra, che appena cominciate sono già finite…
Invece, un grande Amore ti aspetta in Cielo: senza tradimenti, senza inganni: tutto l’Amore, tutta la bellezza, tutta la grandezza, tutta la scienza…! E senza stancare: ti sazierà senza saziarti.
996. Visione soprannaturale! Calma! Pace! Guarda così le cose, le persone e gli avvenimenti…, con sguardo d’eternità.
Allora, qualsiasi muro ti sbarri il passo — anche se, umanamente parlando, appare enorme —, non appena alzi davvero gli occhi al Cielo, che poca cosa è!
997. Se siamo vicini a Cristo e seguiamo le sue orme, dobbiamo amare di tutto cuore la povertà, il distacco dai beni terreni, le privazioni.
998. Nella vita spirituale, molte volte bisogna saper perdere, rispetto alla terra, per vincere in Cielo. — Così si vince sempre.
999. Mentono gli uomini quando dicono “per sempre” nelle cose di quaggiù. È vero soltanto, di una verità totale, il “per sempre” dell’eternità.
— E tu devi vivere così, con una fede che ti faccia sentire sapore di miele, dolcezze di cielo, al pensiero dell’eternità, che davvero è per sempre!
1000. Se non ci fosse altra vita che questa, sarebbe una burla crudele: ipocrisia, cattiveria, egoismo, tradimento.
1001. Va’ avanti, con allegria, con sforzo, anche se sei così poca cosa: un nulla!
— Con Lui, nessuno al mondo ti fermerà. Pensa, inoltre, che tutto è buono per coloro che amano Dio: su questa terra, tutto si può aggiustare, tranne la morte; e per noi la morte è Vita.
1002. Per salvare l’uomo, Signore, tu muori sulla Croce; e, tuttavia, per un solo peccato mortale, condanni l’uomo a un’eternità infelice di tormenti…: quanto ti offende il peccato, e quanto lo debbo odiare!
1003. Santa Teresa assicura che “chi non fa orazione, non ha bisogno di un demonio che lo tenti; mentre chi ne fa anche soltanto un quarto d’ora al giorno, necessariamente si salva”…, perché il dialogo con il Signore — amabile, anche nei tempi di asprezza o di aridità dell’anima — ci rivela l’autentico rilievo e la giusta dimensione della vita.
Sii anima di orazione.
1004. “Dunque tu sei re”… — Sì, Cristo è il Re, che non solo ti concede udienza quando lo desideri, ma che, in un delirio d’Amore, abbandona persino — mi capisci? — il magnifico palazzo del Cielo, dove tu non puoi ancora arrivare, e ti aspetta nel Tabernacolo.
— Non ti sembra assurdo non accorrere premurosamente e con maggiore costanza a parlare con Lui?
1005. Ne sono sempre più persuaso: la felicità del Cielo è per coloro che sanno essere felici sulla terra.
1006. Vedo con chiarezza meridiana la formula, il segreto della felicità terrena ed eterna: non soltanto adeguarsi alla Volontà di Dio, ma aderirvi, identificarsi con essa, volere — in una parola —, con un atto positivo della nostra volontà, la Volontà divina.
— Questo — insisto — è il segreto infallibile della gioia e della pace.
1007. Quante volte ti vedrai inondato, inebriato di grazia di Dio! E che gran peccato, se non corrispondessi!
1008. Nell’ora della tentazione, esercita la virtù della Speranza, dicendo: per riposare e godere, mi aspetta tutta l’eternità; ora, pieno di Fede, mi debbo guadagnare il riposo con il lavoro; e, con il dolore, il godimento… Che cosa sarà l’Amore, in Cielo?
Meglio ancora, esercita l’Amore, reagendo così: voglio compiacere il mio Dio, il mio Amato, compiendo in tutto la sua Volontà…, come se non ci fosse premio né castigo: solamente per fargli piacere.
1009. Quando — talvolta, come un lampo; altre volte, come una mosca sporca e noiosa, che si scaccia e che ritorna — viene a inquietarti il pensiero di non avere rettitudine di intenzione, fa’ sempre, e subito, atti contrari…, e continua a lavorare tranquillo, per Lui e con Lui.
— Nel frattempo, anche se ti pare di pronunciarlo solo con le labbra, ripeti lentamente: Signore, per me non voglio nulla. Tutto per la tua gloria e per tuo Amore.
1010. Per te fa lo stesso stare qui o in Cina, mi dici.
— Fa’ dunque in modo di stare dove compi la Santa Volontà di Dio.
1011. Da te dipende anche che molti non rimangano nelle tenebre, e camminino per sentieri che conducono fino alla vita eterna.
1012. Abìtuati a raccomandare al suo Angelo Custode ogni persona che frequenti, perché egli l’aiuti a essere buona e fedele, e allegra; perché possa ricevere, a suo tempo, l’eterno abbraccio di Amore di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo e di Santa Maria.
1013. Come il chicco di grano, abbiamo bisogno di morire per essere fecondi.
Tu e io vogliamo aprire, con la grazia di Dio, un solco profondo e luminoso. Pertanto, dobbiamo lasciare il povero uomo animale e lanciarci per i campi dello spirito, dando senso soprannaturale a tutte le occupazioni umane e, nel contempo, agli uomini che vi lavorano.
1014. Gesù: che le mie distrazioni siano distrazioni alla rovescia: invece di ricordarmi del mondo quando mi intrattengo con Te, che io mi ricordi di Te quando mi occupo delle cose del mondo.
1015. Ti sei un po’ spaventato, nel vedere tanta luce…, tanta che ti riesce difficile guardare, e persino vedere.
— Chiudi gli occhi davanti alla tua evidente miseria; apri lo sguardo della tua anima alla fede, alla speranza, all’amore, e va’ avanti, lasciandoti guidare da Lui, per mezzo di chi dirige la tua anima.
1016. Sii generoso! Non chiedere a Gesù neppure una consolazione!
— Perché?, mi hai domandato. Perché sai bene, ti ho risposto, che, anche se il nostro Dio sembra lontano, risiede nel centro della tua anima, e dà rilievo divino a tutta la tua vita!
1017. Ti raccontavo che persino alcuni che non hanno ricevuto il battesimo mi hanno detto commossi: “È vero, capisco che le anime sante devono essere felici, perché guardano gli avvenimenti con una visione che è al di sopra delle cose della terra, perché vedono le cose con sguardo d’eternità”.
Magari non ti mancasse questa visione! — aggiunsi poi —, perché tu sappia corrispondere al trattamento di predilezione che hai ricevuto dalla Trinità.
1018. Ti assicuro che, se noi figli di Dio lo vogliamo, contribuiremo poderosamente a illuminare il lavoro e la vita degli uomini, con lo splendore divino — eterno! — che il Signore ha voluto porre nelle nostre anime.
— Però “chi dice di dimorare in Gesù, deve seguire il cammino che Egli ha seguìto”, come insegna San Giovanni: cammino che porta sempre alla gloria, passando — pure sempre — attraverso il sacrificio.
1019. Che delusione per coloro che videro la luce dello pseudo-apostolo, e vollero uscire dalle loro tenebre avvicinandosi a quel chiarore! Hanno corso per arrivare. Forse hanno lasciato per la strada brandelli della loro pelle… Alcuni, nel loro anelito di luce, hanno abbandonato anche brandelli dell’anima… Eccoli accanto allo pseudo-apostolo: freddo e oscurità. Freddo e oscurità che finiranno per riempire il cuore spezzato di chi, per un momento, ha creduto nell’ideale.
Pessimo lavoro ha compiuto lo pseudo-apostolo: questi uomini delusi che erano venuti a scambiare la carne del loro essere con una brace ardente, con il meraviglioso rubino della carità, ridiscendono alla terra da cui erano venuti…, ridiscendono con il cuore spento, con un cuore che non è un cuore…, è un pezzo di ghiaccio avvolto nelle tenebre che arriveranno a offuscare anche il loro cervello.
Falso apostolo dei sofismi, è questa la tua opera: perché hai Cristo sulla bocca, ma non in quello che fai; perché attiri con una luce, di cui sei privo; perché non hai il calore della carità, e fingi di preoccuparti degli estranei, mentre i tuoi li abbandoni; perché sei bugiardo, e la menzogna è figlia del diavolo… Pertanto, lavori per il demonio, sconcerti i seguaci del Padrone e, anche se spesso quaggiù hai successo, guai a te, nel giorno non lontano in cui verrà la nostra amica Morte e tu vedrai l’ira del Giudice, che non hai mai potuto ingannare! — I sofismi, no, Signore: i sofismi, mai.
1020. Questo è il cammino sicuro: attraverso l’umiliazione, fino alla Croce; dalla Croce, con Cristo alla Gloria immortale del Padre.
1021. Che gioia mi ha dato l’epistola di oggi! Lo Spirito Santo, per bocca di San Paolo, ci insegna il segreto dell’immortalità e della Gloria. Tutti noi uomini aneliamo a perdurare.
Vorremmo rendere eterni gli istanti della vita che riteniamo felici. Vorremmo glorificare la nostra memoria… Vorremmo l’immortalità per i nostri ideali. Per questo, nei momenti di apparente felicità, quando c’è qualcosa che consola la nostra desolazione, tutti, naturalmente, diciamo e ci auguriamo: per sempre, per sempre…
Quante ne sa il demonio! Come conosceva bene il cuore umano! Diventerete come Dio, disse ai nostri progenitori. Fu un inganno crudele. San Paolo, nell’epistola ai Filippesi che abbiamo letto, insegna un segreto divino per ottenere l’immortalità e la Gloria: Gesù spogliò sé stesso, assumendo la condizione di servo… Umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte, e morte di Croce. Per questo, Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome: perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei Cieli, sulla terra e sotto terra…
1022. Per unirci a Cristo nella sua Gloria, nel trionfo finale, è necessario partecipare prima al suo olocausto, e identificarci con Lui, morto sul Calvario.
1023. Non ti distrarre, non lasciare briglia sciolta all’immaginazione: vivi dentro di te e sarai più vicino a Dio.
1024. Aiutami a ripeterlo all’orecchio di questo, e di quello…, e di tutti: il peccatore, che abbia la fede, anche se ottiene tutte le fortune della terra, è necessariamente infelice e disgraziato.
È vero che il motivo che ci deve portare a odiare il peccato, anche veniale, il motivo che deve muovere tutti, è soprannaturale: Dio aborrisce il peccato con tutta la sua infinità, con odio sommo, eterno e necessario, in quanto male che si oppone al bene infinito…; tuttavia, quella prima considerazione che ti ho suggerito, ci può condurre a quest’ultima.
1025. Avrai tanto di santità, quanto, per Amore, avrai di mortificazione.
1026. Si era scatenata la persecuzione violenta. E quel sacerdote pregava: Gesù, ogni incendio sacrilego aumenti il mio incendio d’Amore e di Riparazione.
1027. Nel considerare la bellezza, la grandezza e l’efficacia del lavoro apostolico, assicuri che arriva a farti male la testa, pensando alla strada che resta da percorrere — quante anime attendono! —; e ti senti felicissimo di offrirti a Gesù come suo schiavo. Hai brama di Croce e di dolore e di Amore e di anime. Senza volerlo, con un movimento istintivo — che è Amore —, apri le braccia e schiudi le mani, perché Egli ti inchiodi alla sua Croce benedetta: per essere suo schiavo — “serviam!” — che significa regnare.
1028. Mi commosse la supplica ardente che uscì dalle tue labbra: “Dio mio, desidero soltanto essere gradito ai tuoi occhi; di tutto il resto non m’importa. — Madre Immacolata, fa’ che mi muova esclusivamente l’Amore”.
1029. Chiedi di tutto cuore la morte, e mille volte la morte, piuttosto che offendere il tuo Dio.
E questo, non per le pene del peccato — che giustamente meritiamo —, ma perché Gesù è stato ed è così buono verso di te.
1030. Dio mio: quando amerò Te, per Te? Anche se, a ben considerare, Signore, desiderare il premio eterno è desiderare Te, che Ti dai come ricompensa.
1031. Gustate e vedete quanto è buono il Signore, dice il Salmista.
— La conquista spirituale, perché è Amore, deve essere — nel grande e nel piccolo — ansia di Infinito, di eternità.
1032. Gesù, non voglio pensare a quello che sarà il “domani”, perché non voglio mettere limiti alla tua generosità.
1033. Fa’ tue le riflessioni di quell’amico che scriveva: “Andavo meditando le manifestazioni della bontà di Dio verso di me e, pieno di gioia interiore, mi sarei messo a gridare per la strada, perché tutti si rendessero conto della mia gratitudine filiale: Padre, Padre! E, pur non gridando, l’ho invocato così, sottovoce, molte volte — Padre! —, sicuro di fargli piacere.
— Altro non cerco: voglio solo il suo gradimento e la sua Gloria: tutto per Lui. Se voglio la salvezza, la mia santificazione, è perché so che Lui la vuole. Se, nella mia vita di cristiano, ho sete di anime, è perché so che Lui ha questa sete. Lo dico davvero: non mi occorre rivolgere lo sguardo al premio. Non desidero ricompensa: tutto per Amore!”.
1034. Come amava la Volontà di Dio quella malata che assistevo spiritualmente! Vedeva nella malattia, lunga, penosa e complessa (non aveva più niente di sano), la benedizione e la predilezione di Gesù: e, anche se nella sua umiltà affermava di meritare castighi, il dolore terribile che provava in tutto l’organismo non era castigo, era misericordia.
— Parlammo della morte. E del Cielo. E di ciò che doveva dire a Gesù e alla Madonna… E di come da lassù “avrebbe lavorato” più che quaggiù… Voleva morire quando Dio lo avesse voluto…; però — esclamava, piena di gioia — ah, se fosse oggi stesso! Contemplava la morte con la gioia di chi sa che, morendo, se ne va da suo Padre.
1035. Non temere la morte. È amica tua!
— Fa’ in modo di abituarti a questa realtà, affacciandoti spesso alla tua tomba: e lì, guarda, annusa, e tocca il tuo cadavere putrefatto, morto da otto giorni.
— E ricordati di farlo, specialmente, quando ti turba l’impeto della carne.
1036. Aprendomi la sua anima, diceva: “Pensavo in questi giorni alla morte, come a un riposo, nonostante i miei crimini. E riflettevo: se mi comunicassero: “È arrivata l’ora di morire”, con che piacere risponderei: “È arrivata l’ora di Vivere””.
1037. Morire è una cosa buona. Può mai essere che uno abbia fede e, allo stesso tempo, paura della morte?… Però, finché il Signore vorrà lasciarti sulla terra, per te morire sarebbe una vigliaccheria. Vivere, vivere e patire e lavorare per Amore: questo è il tuo compito.
1038. Almeno una volta al giorno, va’ con il pensiero al momento della morte, per vedere in questa luce gli avvenimenti di ogni giorno.
Ti assicuro che avrai una buona esperienza della pace che questa considerazione produce.
1039. Rimanesti molto serio, mentre mi ascoltavi: accetto la morte quando Egli voglia, come Egli voglia, dove Egli voglia; e allo stesso tempo penso che sia “una comodità” il morire presto, perché dobbiamo desiderare di lavorare molti anni per Lui, e, con Lui, al servizio degli altri.
1040. Morire?… Che comodità!, ripeto.
— Come quel santo vescovo, anziano e malato, di’: “Non recuso laborem”: Signore, finché ti posso essere utile, non rifiuto di vivere e di lavorare per Te.
1041. Non fare cosa alcuna per acquistare meriti, e nemmeno per paura delle pene del purgatorio: impegnati, da ora e per sempre, a fare tutto, anche la cosa più piccola, per piacere a Gesù.
1042. Desidera ardentemente che, quando la nostra buona e inevitabile sorella, la morte, verrà a farti il servizio di portarti davanti a Dio, non ti trovi legato ad alcuna cosa terrena!
1043. Se aneli ad avere vita, e vita e felicità eterne, non puoi uscire dalla barca della Santa Madre Chiesa. — Guarda: se ti allontani dallo spazio della barca, finisci tra le onde del mare, vai verso la morte, anneghi nell’oceano; ti separi da Cristo, perdi la sua amicizia, che scegliesti volontariamente quando ti rendesti conto che Egli te la offriva.
1044. Gesù è venuto sulla terra per soffrire… e per risparmiare le sofferenze — anche quelle terrene — agli altri.
1045. Non c’è maggior dignità che sapersi a servizio: al servizio volontario di tutte le anime!
— È così che si conquistano i grandi onori: quelli della terra e quelli del Cielo.
1046. Di fronte al dolore e alla persecuzione, un’anima diceva, con senso soprannaturale: “Preferisco che mi bastonino qui, piuttosto che nel purgatorio!”.
1047. Se amo, per me non ci sarà l’inferno.
1048. Com’è bello vivere di Dio! Com’è bello non volere altro che la sua gloria!
1049. Se vuoi davvero ottenere vita e onore eterni, impara a prescindere in molti casi dalle tue nobili ambizioni personali.
1050. Non mettere il tuo “io” nella tua salute, nella tua reputazione, nella tua carriera, nel tuo lavoro, in ogni tuo passo… Che cosa sgradevole! Sembra che abbia dimenticato che “tu” non hai nulla, che tutto è Suo.
Quando nel corso della giornata ti senti umiliato — magari senza motivo —; quando pensi che dovrebbe prevalere il tuo criterio; quando ti rendi conto che a ogni istante il tuo “io” borbotta, il tuo, il tuo, il tuo…, convinciti che stai ammazzando il tempo, e invece hai bisogno che sia “ammazzato” il tuo egoismo.
1051. Ti consiglio di non cercare la lode personale, neppure quando l’avessi meritata: è meglio passare inosservato, e che la parte più bella e nobile della nostra attività, della nostra vita, resti nascosta… Quanto è grande questo farsi piccoli!: “Deo omnis gloria!” — tutta la gloria, a Dio.
1052. In momenti di afflizione, un’anima diceva al Signore: “Gesù mio, che potevo darti, oltre al mio onore, se non avevo altro? Se avessi avuto beni di fortuna, te li avrei dati. Se avessi avuto delle virtù, avrei dato buon esempio, per servirti. Avevo solo l’onore, e te l’ho dato. Sii benedetto! Si vede bene che nelle tue mani il mio onore si trova al sicuro!”.
1053. Il fango fu il mio principio e la polvere è l’eredità di tutta la mia stirpe.
Chi, se non Dio, è degno di lode?
1054. Quando senti l’orgoglio che ribolle dentro di te — la superbia! —, che ti fa considerare un superuomo, è arrivato il momento di esclamare: no! E così, assaporerai la gioia del buon figlio di Dio, che passa sulla terra commettendo errori, ma facendo il bene.
1055. “Sancta Maria, Stella maris” — Santa Maria, Stella del mare, guidaci Tu!
— Grida così, con vigore, perché non vi è tempesta che possa far naufragare il Cuore Dolcissimo della Vergine. Quando vedi arrivare la tempesta, se ti metti nel forte Rifugio che è Maria, non vi è pericolo di tempesta o di naufragio.