Forgia V
Tu Puoi!
Autore: San Josemaría Escrivá
Tu puoi!
286. Voglio metterti in guardia di fronte a una difficoltà che forse si può presentare: la tentazione della stanchezza, dello scoraggiamento.
— Non è ancora fresco il ricordo di una vita — la tua — senza rotta, senza meta, senza gusto, che la luce di Dio e la tua donazione hanno orientato e riempito di gioia?
— Non cambiare scioccamente questa con quella.
287. Se ti accorgi che non ce la fai, per qualsiasi motivo, digli, abbandonandoti in Lui: Signore, confido in Te, mi abbandono in Te, ma Tu aiuta la mia debolezza!
E, pieno di fiducia, ripetigli: guardami, Gesù, sono uno straccio sporco; l’esperienza della mia vita è tanto triste, non merito di essere tuo figlio. Diglielo…; e diglielo molte volte.
— Non tarderai a sentire la sua voce: “Ne timeas!” — non avere paura!; oppure: “Surge et ambula!” — alzati e cammina!
288. Mi facevi osservare, ancora indeciso: come si notano i momenti in cui il Signore mi chiede di più!
— Mi limitai soltanto a ricordarti: mi avevi assicurato di volerti unicamente identificare con Lui; perché opponi resistenza?
289. Magari riuscissi a compiere il proposito che ti sei prefisso: “Morire un poco a me stesso, ogni giorno”.
290. La gioia, l’ottimismo soprannaturale e umano, sono compatibili con la stanchezza fisica, col dolore, con le lacrime — perché abbiamo un cuore —, con le difficoltà nella vita interiore o nel lavoro apostolico.
Egli, “perfectus Deus, perfectus Homo” — perfetto Dio e perfetto Uomo —, che possedeva tutta la felicità del Cielo, volle provare la fatica e la stanchezza, il pianto e il dolore…, perché comprendessimo che essere soprannaturali implica essere molto umani.
291. Gesù ti chiede orazione… Lo vedi chiaramente.
— Eppure, che mancanza di corrispondenza! Tutto ti costa molto: sei come il bambino che non ha voglia di imparare a camminare. Però, nel tuo caso, non è solo pigrizia. È anche paura, mancanza di generosità.
292. Ripeti con frequenza: Gesù, se talvolta mi si insinua nell’anima il dubbio tra ciò che Tu mi chiedi o il seguire altre ambizioni nobili, fin da ora ti dico che preferisco il tuo cammino, a qualunque costo. Non mi lasciare!
293. Cerca l’unione con Dio e riempiti di speranza — virtù sicura! —, perché Gesù ti illuminerà, anche nella notte più oscura, con le luci della sua misericordia.
294. Così ragionavi nell’orazione: “Le mie miserie mi pesano, ma non mi opprimono perché sono figlio di Dio. Espiare. Amare… E — aggiungevi — voglio avvalermi della mia debolezza, come San Paolo, persuaso che il Signore non abbandona chi in Lui confida”.
— Continua così, ti confermai, perché — con la grazia di Dio — ce la farai, e supererai le tue miserie e le tue meschinità.
295. Qualunque momento è propizio per fare un proposito efficace, per dire credo, per dire spero, per dire amo.
296. Impara a lodare il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Impara ad avere una speciale devozione alla Santissima Trinità: credo in Dio Padre, credo in Dio Figlio, credo in Dio Spirito Santo; spero in Dio Padre, spero in Dio Figlio, spero in Dio Spirito Santo; amo Dio Padre, amo Dio Figlio, amo Dio Spirito Santo. Credo, spero, amo la Trinità Beatissima.
— Questa devozione è necessaria come un esercizio soprannaturale dell’anima, che si esprime in atti del cuore, anche se non sempre si traduce in parole.
297. Il sistema, il metodo, il procedimento, l’unica maniera per avere vita — abbondante e feconda di frutti soprannaturali — è seguire il consiglio dello Spirito Santo, che ci giunge attraverso gli Atti degli Apostoli: “Omnes erant perseverantes unanimiter in oratione” — tutti perseveravano unanimi nell’orazione.
— Senza orazione, niente!
298. Il mio Signore Gesù ha un cuore più sensibile di tutti i cuori di tutti gli uomini buoni, messi insieme. Se un uomo buono (mediamente buono) sa che una certa persona gli vuol bene, senza aspettarsi soddisfazione o premio (ama per amare); e sa anche che questa persona desidera solo che egli non si opponga a essere amato, anche se da lontano…, non tarderà a corrispondere a un amore così disinteressato.
— Se l’Amato è così potente da potere tutto, sono sicuro che, oltre a finire coll’arrendersi all’amore fedele della creatura (nonostante le miserie di questa povera anima), darà all’amante la bellezza, la scienza e il potere sovrumani che siano necessari, perché gli occhi di Gesù non si macchino, rivolgendosi al povero cuore che l’adora.
— Bambino, ama: ama e spera.
299. Se con sacrificio semini Amore, raccoglierai Amore.
300. Bambino: non ardi dal desiderio di far sì che tutti lo amino?
301. Gesù-bambino, Gesù-adolescente: mi piace vederti così, Signore, perché… mi sento più audace. Mi piace vederti piccolino, quasi indifeso, per illudermi che hai bisogno di me.
302. Ogni volta che entro in oratorio, dico al Signore — sono tornato bambino — che lo amo più di chiunque altro.
303. Com’è stupenda l’efficacia della Sacra Eucaristia, nell’azione — e ancor prima nello spirito — delle persone che la ricevono con frequenza e devozione.
304. Se quegli uomini, per un pezzo di pane — per quanto il miracolo della moltiplicazione sia molto grande — si entusiasmano e ti acclamano, che cosa dovremo fare noi per i molti doni che ci hai concesso e specialmente perché ti dai a noi senza riserve nell’Eucaristia?
305. Bambino buono: gli innamorati, su questa terra, come baciano i fiori, la lettera, il ricordo di chi amano!…
— E tu, potrai forse dimenticarti che lo hai sempre accanto… Lui!? — Ti dimenticherai… che lo puoi mangiare?
306. Affàcciati molte volte in oratorio, per dire a Gesù:… mi abbandono nelle tue braccia.
— Lascia ai suoi piedi ciò che hai: le tue miserie!
— In questo modo, nonostante il turbinìo di cose che ti porti dietro, non mi perderai mai la pace.
307. Prega sicuro col Salmista: “Signore, Tu sei mio rifugio e mia fortezza, in Te confido!”.
Ti garantisco che Egli ti preserverà dalle insidie del “demonio meridiano” — nelle tentazioni e… nelle cadute! —, quando l’età e le virtù dovrebbero essere mature, quando dovresti sapere a memoria che soltanto Lui è la Fortezza.
308. Pensi che si possa mai gradire un servizio prestato malvolentieri? Evidentemente, no. E si arriva persino a concludere: sarebbe meglio che non lo si facesse.
— E tu pensi di poter servire Dio con la faccia scura? No! — Devi servirlo con gioia, nonostante le tue miserie, che elimineremo poi con l’aiuto divino.
309. Ti assalgono dubbi, tentazioni dall’elegante parvenza.
— Mi piace ascoltarti: si vede che il demonio ti considera nemico, e che la grazia di Dio non ti abbandona. Continua a lottare!
310. La maggior parte di coloro che hanno problemi personali, “li hanno” per l’egoismo di pensare a sé stessi.
311. Sembra che sia tutto tranquillo. Ma il nemico di Dio non dorme…
— Anche il Cuore di Gesù vigila! Questa è la mia speranza.
312. La santità consiste nella lotta, nel sapere che abbiamo difetti e nel cercare eroicamente di evitarli.
La santità — insisto — consiste nel superare questi difetti…, però arriveremo alla morte con difetti: altrimenti, te l’ho già detto, saremmo dei superbi.
313. Grazie, Signore, perché — mentre permetti la tentazione — ci dai anche la bellezza e la forza della tua grazia, affinché siamo vincitori! Grazie, Signore, delle tentazioni, che permetti affinché siamo umili!
314. Non mi abbandonare, Signore mio: non vedi in che abisso senza fondo andrebbe a finire questo tuo povero figlio?
— Madre mia: sono anche figlio tuo.
315. Non si può condurre una vita pura senza l’aiuto divino. Dio vuole la nostra umiltà, vuole che chiediamo il suo aiuto, attraverso la Madre nostra e sua.
Devi dire alla Vergine, proprio adesso, nella solitudine piena di compagnia del tuo cuore, parlando senza rumore di parole: Madre mia, questo mio povero cuore qualche volta si ribella… Ma se tu mi aiuti… — E ti aiuterà, affinché tu lo custodisca puro e prosegua per il cammino a cui Dio ti ha chiamato: la Vergine ti aiuterà sempre a compiere la Volontà di Dio.
316. Per custodire la santa purezza, la pulizia di vita, devi amare e praticare la mortificazione quotidiana.
317. Quando senti lo stimolo della povera carne, che a volte incalza con violenza, bacia il Crocifisso, bacialo molte volte!, con volontà efficace, anche se ti sembra di farlo senza amore.
318. Mettiti ogni giorno davanti al Signore e, come quel povero bisognoso del Vangelo, digli piano, con tutto lo slancio del tuo cuore: “Domine, ut videam!” — Signore, che io veda!; che io veda ciò che ti aspetti da me e lotti per esserti fedele.
319. Dio mio, com’è facile perseverare, sapendo che Tu sei il Buon Pastore, e noi — tu e io… — pecore del tuo gregge!
— Perché sappiamo bene che il Buon Pastore dà tutta la sua vita per ciascuna delle sue pecore.
320. Oggi, nella tua orazione, ti sei confermato nel proposito di farti santo. Ti capisco quando aggiungi, per concretare: so che ci riuscirò: non perché sia sicuro di me, Gesù, ma perché… sono sicuro di Te.
321. Tu, da solo, senza contare sulla grazia, non potrai fare nulla di utile, perché avrai interrotto la strada del rapporto con Dio.
— Con la grazia, invece, puoi tutto.
322. Vuoi imparare da Cristo e prendere esempio dalla sua vita? — Apri il Santo Vangelo, e ascolta il dialogo di Dio con gli uomini…, con te.
323. Gesù sa bene che cosa conviene…, e io amo e amerò sempre la sua Volontà. È lui che fa muovere “i burattini” e, se è un mezzo per il nostro fine, benché gli uomini senza Dio si impegnino a mettere ostacoli, mi darà ciò che chiedo.
324. La fede vera si rivela nell’umiltà. “Dicebat enim intra se” — diceva dentro di sé quella povera donna: “Si tetigero tantum vestimentum eius, salva ero” — se riesco anche solo a toccare l’orlo del suo vestito, sarò guarita.
— Che umiltà la sua, frutto e segno della sua fede!
325. Se Dio ti dà il peso, Dio ti darà la forza.
326. Invoca lo Spirito Santo nell’esame di coscienza, affinché tu conosca di più Dio, e conosca te stesso, e così possa convertirti ogni giorno.
327. Direzione spirituale. Non ti opporre se, con senso soprannaturale e con santa sfacciataggine, frugano nella tua anima, per verificare fino a che punto puoi — e vuoi! — dar gloria a Dio.
328. “Quomodo fiet istud quoniam virum non cognosco?” — come potrà operarsi questo prodigio, se non conosco uomo? Domanda di Maria all’Angelo, che è riflesso del suo Cuore sincero.
Osservando la Vergine Santa, mi sono rinsaldato in una norma chiara: per avere pace e vivere in pace, dobbiamo essere molto sinceri con Dio, con coloro che dirigono la nostra anima e con noi stessi.
329. Il bimbo sciocco piange e pesta i piedi, quando sua madre, con affetto, gli infila la punta di un ago nel dito per togliere la spina che vi si è conficcata… Il bimbo giudizioso, forse con gli occhi colmi di lacrime — perché la carne è debole —, guarda con gratitudine la mamma buona, che lo fa soffrire un poco, per evitare mali peggiori.
— Gesù, che io sia un bimbo giudizioso.
330. Bambino, povero somarello: se, con Amore, il Signore ha pulito la tua nera groppa, abituata allo sterco, e ti addossa una bardatura di raso e su di essa mette fulgidi gioielli, povero somarello!, non dimenticare che “puoi”, per colpa tua, gettare il bel carico al suolo…, però che tu da solo “non puoi” caricartelo di nuovo.
331. Riposa nella filiazione divina. Dio è un Padre — tuo Padre! — pieno di tenerezza, di infinito amore.
— Chiamalo Padre molte volte, e digli — a tu per tu — che gli vuoi bene, che gli vuoi bene moltissimo!: che senti l’orgoglio e la forza di essere figlio suo.
332. La gioia è conseguenza necessaria della filiazione divina, del saperci amati con predilezione da nostro Padre Dio, che ci accoglie, ci aiuta e ci perdona.
— Ricòrdatelo bene e sempre: anche se qualche volta sembra che tutto crolli, non crolla niente!, perché Dio non perde battaglie.
333. La migliore manifestazione di gratitudine a Dio è amare appassionatamente la nostra condizione di figli suoi.
334. Sei come il poveretto che improvvisamente scopre di essere figlio del Re! — Perciò ormai sulla terra ti preoccupa soltanto la Gloria — tutta la Gloria — di tuo Padre Dio.
335. Bambino amico, digli: Gesù, sapendo che ti voglio bene e che mi vuoi bene, il resto non mi importa nulla: tutto va bene.
336. — Ho supplicato molto la Madonna, mi assicuravi. E ti correggevi: ho detto male, ho fatto presente molte cose alla Madonna.
337. “Tutto posso in colui che mi dà la forza!”. Con Lui non c’è possibilità di sconfitta, e da questa persuasione nasce il santo “complesso di superiorità” per affrontare le occupazioni con morale di vittoria, perché Dio ci concede la sua fortezza.
338. Davanti alla tela, con ansia di superamento, un artista esclamava: Signore, voglio dipingerti trentotto cuori, trentotto angeli che si consumano d’amore per Te: trentotto meraviglie ricamate nel tuo cielo, trentotto astri sul tuo manto, trentotto fuochi, trentotto amori, trentotto pazzie, trentotto allegrie…
Poi, umile, ammetteva: questo nell’immaginazione, nel desiderio. In realtà sono trentotto figure mal riuscite che, più che dare soddisfazione, mortificano la vista.
339. Non possiamo avere la pretesa che gli Angeli ci obbediscano… Però, abbiamo l’assoluta sicurezza che i Santi Angeli ci ascoltano sempre.
340. Làsciati guidare da Dio. Ti porterà per “la sua strada”, servendosi di innumerevoli avversità…, e forse anche della tua poltroneria, perché si veda che il tuo lavoro lo fa Lui.
341. Chiedigli senza paura, insisti. Ricordati della scena evangelica della moltiplicazione dei pani. — Guarda con quanta magnanimità risponde agli Apostoli: quanti pani avete? cinque?… Che cosa mi chiedete?… Ed Egli dà sei, cento, mille… Perché?
— Perché Cristo vede i nostri bisogni con una sapienza divina, e con la sua onnipotenza può giungere, e giunge, più lontano dei nostri desideri.
Il Signore vede ben oltre la nostra povera logica ed è infinitamente generoso!
342. Quando si lavora per Dio, bisogna avere “complesso di superiorità”, ti ho ricordato.
Ma questa, mi domandavi, non è una manifestazione di superbia? — No! È una conseguenza dell’umiltà, di un’umiltà che mi fa dire: Signore, Tu sei colui che è. Io sono la negazione. Tu hai tutte le perfezioni: la potenza, la fortezza, l’amore, la gloria, la sapienza, il dominio, la dignità… Se io mi unisco a Te, come un figlio che si mette nelle forti braccia di suo padre o nel grembo dolce di sua madre, sentirò il calore della tua divinità, sentirò le luci della tua sapienza, sentirò scorrere nel mio sangue la tua fortezza.
343. Se hai presenza di Dio, al di sopra della tempesta assordante, nel tuo sguardo brillerà sempre il sole; e, al di sotto dei flutti tumultuosi e devastanti, regneranno nella tua anima la calma e la serenità.
344. Per un figlio di Dio, ogni giornata dev’essere occasione per rinnovarsi, sicuro che, con l’aiuto della grazia, giungerà al termine del cammino, che è l’Amore.
Perciò, se cominci e ricominci, vai bene. Se hai morale di vittoria, se lotti, con l’aiuto di Dio, vincerai! Non c’è difficoltà che tu non possa superare!
345. Spingiti fino a Betlemme, avvicinati al Bambino, cullalo, digli tante cose ardenti, stringitelo al cuore…
— Non parlo di bambinate: parlo di amore! E l’amore si manifesta con i fatti: nell’intimità della tua anima, lo puoi ben abbracciare!
346. Facciamo presente a Gesù che siamo bambini. E i bambini, i bambini piccolini e impacciati, che fatica fanno per salire un gradino! Se ne stanno lì, sembra, a perdere tempo. Alla fine, ce l’hanno fatta. Adesso, un altro gradino. Con le mani e con i piedi, e con la spinta di tutto il corpo, ottengono un nuovo trionfo: un altro gradino. E si torna a cominciare. Che sforzi! Ormai ne mancano pochi…, ma, proprio allora, un ruzzolone… e, ahi!, giù di nuovo. Pieno di lividi, inondato di lacrime, il povero bimbo comincia, ricomincia a salire.
Così è di noi, Gesù, quando siamo soli. Prendici Tu nelle tue braccia amabili, come un Amico grande e buono del bambino impacciato; non lasciarci finché non siamo arrivati in cima; e allora — oh, allora! — sapremo corrispondere al tuo Amore Misericordioso, con audacia infantile, dicendoti, dolce Signore, che, a parte Maria e Giuseppe, non c’è stato né ci sarà alcun mortale — e ce ne sono stati di molto pazzi — che ti ami come ti amo io.
347. Non esitare a fare piccole bambinate, ti ho consigliato: se questi atti non diventano abitudinari, non saranno sterili.
— Un esempio: supponiamo che un’anima che segue la via dell’infanzia spirituale, si senta mossa ad ammantare ogni sera, al momento di dormire, una statuetta in legno della Santissima Vergine.
L’intelligenza si ribella contro un’azione del genere, perché le sembra chiaramente inutile. Ma l’anima piccola, toccata dalla grazia, vede perfettamente che un bambino, per amore, agirebbe così.
Allora la volontà virile, che hanno tutti coloro che sono spiritualmente bambini, insorge, costringendo l’intelligenza alla resa… E se quell’anima infantile continua ogni giorno ad ammantare la statuetta della Madonna, ogni giorno fa anche una piccola bambinata feconda agli occhi di Dio.
348. Quando sarai sinceramente bambino e seguirai cammini di infanzia — se il Signore ti ci conduce —, sarai invincibile.
349. Preghiera fiduciosa da figlio piccino: vorrei, Signore, una compunzione come quella di coloro che più hanno saputo piacerti.
350. Bambino, cesserai di esserlo se qualcuno o qualcosa si frappone fra Dio e te.
351. Non debbo chiedere nulla a Gesù: mi limiterò a compiacerlo in tutto e a raccontargli le cose, come se Egli non le sapesse, proprio come fa un bimbo piccolo con suo padre.
352. Bambino, di’ a Gesù: con meno di Te, non mi accontento.
353. Nella tua orazione di infanzia spirituale, quante cose puerili dici al tuo Signore! Con la fiducia di un bimbo che parla all’Amico grande, del cui amore è sicuro, gli confidi: che io viva soltanto per la tua Gloria!
Ricordi e lealmente riconosci che fai tutto male: questo, Gesù mio — aggiungi —, non può sorprenderti: è impossibile che io ne combini una giusta. Aiutami Tu, fa’ Tu per me e vedrai come tutto riesce bene.
Poi, audacemente e senza discostarti dalla verità, continui: imbevimi, inebriami del tuo Spirito, e così farò la tua Volontà. Voglio farla. Se non la faccio…, è perché non mi aiuti. Ma sì, Tu mi aiuti!
354. Devi sentire la necessità urgente di vederti piccolo, sprovvisto di tutto, debole. Allora ti abbandonerai sul grembo della nostra Madre del Cielo, con giaculatorie, con sguardi d’amore, con esercizi di devozione mariana…, che sono radicati nel tuo spirito filiale.
— Ella ti proteggerà.
355. Succeda quel che succeda, persevera nel tuo cammino; persevera, allegro e ottimista, perché il Signore si impegna a spazzare via tutti gli ostacoli.
— Ascoltami bene: sono sicuro che, se lotti, sarai santo!
356. I primi Apostoli, quando il Signore li chiamò, stavano accanto alla vecchia barca e alle reti rotte, a rammendarle. Il Signore disse loro di seguirlo; ed essi, “statim” — immediatamente, “relictis omnibus” — abbandonando ogni cosa, tutto!, lo seguirono…
E capita talvolta che noi — che desideriamo imitarli — non abbandoniamo proprio tutto, e ci resta un attaccamento nel cuore, un errore nella nostra vita, che non vogliamo tagliare per offrirlo al Signore.
— Esaminerai per bene il tuo cuore fino in fondo? — Non deve restarvi nulla che non sia Suo; altrimenti, non lo amiamo bene, né tu né io.
357. Fa’ presente al Signore, con sincerità e costanza, i tuoi desideri di santità e di apostolato…, e allora non si romperà il povero vaso della tua anima; o, se si rompe, si potrà ricomporre con eleganza nuova, e continuerà a servire per la santità tua propria e per l’apostolato.
358. La tua orazione deve essere di figlio di Dio; non quella degli ipocriti, che dovranno ascoltare da Gesù queste parole: “Non chiunque mi dice Signore, Signore!, entrerà nel Regno dei Cieli”.
La tua orazione, il tuo gridare: “Signore, Signore!”, deve essere unito, in mille forme diverse durante la giornata, al desiderio e allo sforzo efficace di compiere la Volontà di Dio.
359. Bambino, digli: o Gesù, io non voglio che il demonio si impadronisca delle anime!
360. Se sei stato scelto, chiamato dall’Amore di Dio, per seguirlo, hai l’obbligo di rispondergli…, e hai anche il dovere, non meno forte, di guidare gli altri, di contribuire alla santità e al giusto cammino degli uomini tuoi fratelli.
361. Coraggio!…, anche quando il cammino si fa duro. Non ti rallegra sapere che la fedeltà ai tuoi impegni di cristiano dipende in buona parte da te?
Riémpiti di gioia, e rinnova liberamente la tua decisione: Signore, anch’io lo voglio, conta sulla mia pochezza!
362. Dio non ti strappa dal tuo ambiente, non ti allontana dal mondo, né dal tuo stato, né dalle tue nobili ambizioni umane, né dal tuo lavoro professionale… però, lì, ti vuole santo!
363. Con la fronte prostrata a terra e alla presenza di Dio, considera (perché è così) che sei cosa più sudicia e spregevole della spazzatura raccolta dalla scopa.
— E, nonostante tutto, il Signore ti ha scelto.
364. Quando ti deciderai…! Molti, attorno a te, conducono una vita sacrificata per un motivo meramente umano; queste povere creature non si ricordano di essere figli di Dio, e si comportano così forse soltanto per superbia, per emergere, per raggiungere in futuro una vita più comoda: si privano di tutto!
E tu, che hai il dolce peso della Chiesa, dei tuoi cari, dei tuoi colleghi e amici, motivi per i quali vale la pena di spendersi, che fai?, con quale senso di responsabilità reagisci?
365. Oh, Signore, perché hai cercato me — che sono la negazione —, quando ci sono tante persone sante, sapienti, ricche e piene di prestigio?
— Hai ragione…; proprio per questo, ringrazialo con opere e con amore.
366. Gesù, che nella tua Chiesa Santa tutti perseverino nel cammino, seguendo la loro vocazione cristiana, come i Magi seguirono la stella: sdegnando i consigli di Erode…, che non mancheranno.
367. Chiediamo a Gesù Cristo che il frutto della sua Redenzione cresca abbondante nelle anime: ancora di più, di più, più abbondante!, divinamente abbondante!
E per questo, che ci renda buoni figli della sua Madre benedetta.
368. Vuoi un segreto per essere felice? Dònati agli altri e servili, senza attenderti che te ne siano grati.
369. Se agisci — vivi e lavori — al cospetto di Dio, per ragioni d’amore e di servizio, con anima sacerdotale, anche se non sei sacerdote, tutto il tuo agire acquista un genuino senso soprannaturale, che mantiene tutta la tua vita unita alla fonte di tutte le grazie.
370. Di fronte all’immenso panorama di anime che ci attende, di fronte a questa magnifica e tremenda responsabilità, forse ti viene da pensare quello che a volte penso anch’io: con me, tutto questo lavoro?, con me, che sono così poca cosa?
— Dobbiamo allora aprire il Vangelo, e contemplare come Gesù guarisce il cieco nato: con fango fatto di polvere della terra e di saliva. E questo è il collirio che dà la luce a degli occhi ciechi!
Questo siamo tu e io. Consapevoli della nostra debolezza, del nostro non valere nulla, tuttavia — con la grazia di Dio e con la nostra buona volontà — siamo collirio!, per illuminare, per offrire la nostra fortezza agli altri e a noi stessi.
371. Gli diceva un’anima apostolica: Gesù, vedrai Tu che cosa fare…, io non lavoro per me…
372. Dio nostro Signore, se perseveri nell’orazione con “perseveranza personale”, ti darà i mezzi di cui hai bisogno, per essere più efficace e per estendere il suo dominio nel mondo.
— Ma è necessario che tu permanga fedele: chiedi, chiedi, chiedi… Pensi che ti stai comportando così?
373. Il Signore vuole i suoi figli, in tutti i cammini onesti della terra, a spargere il seme della comprensione, del perdono, della convivenza, della carità, della pace.
— Tu, che cosa fai?
374. La Redenzione si sta compiendo, anche in questo momento…, e tu sei — devi essere! — corredentore.
375. Essere cristiano nel mondo non significa isolarsi, al contrario! — Significa amare tutti gli uomini, e desiderare di infiammarli con il fuoco dell’amore di Dio.
376. Maria, Madre di Dio e Madre mia, neanche per sogno voglio che tu smetta di essere Signora e Imperatrice di tutto il creato.