10 minuti

Un patrimonio etico e morale da riscoprire e un inno alla libertà

I Dieci Comandamenti  ovvero: 10 consigli (divini)  per una vita felice - Parte I

Autore: Gianfranco Vanzini

Il decalogo in pillole

1 – Presentazione

I Dieci Comandamenti  ovvero: 10 consigli (divini)  per una vita felice

di Gianfranco Vanzini

 

Nel mese di aprile 2022  è uscita la seconda edizione edizione del mio libro:  “La teologia del ragioniere- credere conviene perché fa bene” –   Edizioni  Cantagalli

       Nella quarta pagina di copertina del libro si legge:” La ricerca della gioia oggi interessa e impegna quasi tutti, perché l’umanità sembra affetta da una dilagante forma di infelicità e di insoddisfazione.

Riprendendo l’insegnamento di Gesù l’autore suggerisce:” Osservate i Comandamenti e amatevi gli uni gli altri”. È necessario ricominciare a educare le coscienze e occorrono testimoni che dimostrino ai giovani che vivere correttamente si può e fa stare bene. Una coscienza retta non ha bisogno di leggi che vietino i comportamenti scorretti, sa già quello che è lecito fare e quello che non è lecito”.

Personalmente sono convinto che nei 10 comandamenti sia concentrato tutto quello che serve per sapere che cosa è bene e che cosa è male. Che cosa si può o si deve  fare, e che cosa, non si può o non si deve fare, per vivere sereni e felici.

D’accordo con la direzione abbiamo pensato di istituire una rubrica periodica:

I Dieci Comandamenti, ovvero: 10 consigli (divini) per una vita …”da Dio”.

Ho ripreso e spezzettato il testo del libro e ve lo riproporrò  in “pillole” settimanali, sperando che l’esperimento vi piaccia e possiate seguirlo con interesse e utilità.

Sono certo che usando il Decalogo come filo conduttore  del nostro dialogo, ci troveremo ad affrontare ed esaminare diverse problematiche molto attuali.

La rubrica sarà a disposizione di tutti quelli che vorranno, di volta in volta, interloquire con domande e/o suggerimenti.

Parto subito con una affermazione molto netta e precisa: I dieci comandamenti sono normalmente conosciuti e considerati  come la legge che Dio ha dettato a Mosè sul Monte Sinai: un elenco di cose che non si possono fare, un insieme di divieti e di proibizioni.

Alzi la mano chi non è convinto di questo. Spero che NON la alziate in molti perché le affermazioni di cui sopra sono sbagliate!   

 

 

2 – Un patrimonio etico e morale da riscoprire

 

La manifestazione concreta di un  Dio Padre, attento e premuroso verso i suoi figli

Che cosa sono i Dieci Comandamenti

Un insieme di regole e di divieti?  No.

Una serie di imposizioni? No.

Sono… un grande atto di amore di Dio verso le Sue creature.

Sono la manifestazione concreta di un  Dio Padre, attento e premuroso verso i suoi figli.

Qualsiasi buon padre di famiglia si preoccupa di insegnare ai propri figli le regole del vivere civile mettendoli in guardia e proteggendoli dai pericoli e dalle tentazioni. Così fa Dio con noi.

Dopo averci creati liberi, sapendo bene le difficoltà e i rischi che comporta l’esercizio della libertà, ci ha dato  le indicazioni per vivere bene ed essere felici.

Dio  infatti  prima di  dettare a Mosè i Suoi  Comandamenti si presenta  e dice:

Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese dell’Egitto, dalla condizione di schiavitù.”(Es.20)   Cioè: sono quel Dio che ti ama, che ti vuole bene e ti dà le indicazioni per essere felice.

 

Poi ha dettato a Mosè, per tutti noi,  10 Comandamenti  che potremmo anche definire 10 suggerimenti, 10 consigli che rappresentano una sintesi perfetta di quello che l’uomo dovrebbe pensare, dire e fare, per vivere felice e godere di una gioia umanamente perfetta. Ci aiutano e ci guidano a distinguere il bene dal male, con  indicazioni precise e chiare.

Sono stati spesso letti come imposizioni vessatorie, ordini perentori, sono invece preziose indicazioni per tutti noi, come lo sono i binari per il treno o la rotta per le navi. Sembra che ti obblighino e ti costringano. Ti guidano e ti portano, invece, sano e salvo a destinazione.

Dice Papa Francesco nell’enciclica Lumen Fidei: “Il Decalogo non è un insieme di precetti negativi, ma di indicazioni concrete per uscire dal deserto dell’io autoreferenziale, chiuso in se stesso, ed entrare in dialogo con Dio.”

E  San Giovanni Paolo II:

“I Dieci comandamenti schiudono davanti a noi, l’unico futuro autenticamente umano e questo perché non sono l’arbitraria imposizione di un Dio tirannico. Dio li ha scritti nella pietra ma li ha incisi soprattutto in ogni cuore umano, quale universale legge morale, valida ed attuale in ogni luogo e in ogni tempo.

Questa ultima affermazione può senz’altro essere condivisa da tutti: credenti e non credenti. La ragione e la storia  ne confermano l’esattezza. Se, con un atto lungimirante e coraggioso,  un organismo sovranazionale ( l’ONU, per esempio ) proclamasse il Decalogo come: Universale legge morale che deve  guidare  i comportamenti degli individui e delle comunità, molte cose andrebbero meglio  e molti problemi si  avvierebbero a soluzione.

Entrando nel merito di ogni singola indicazione scopriremo che da ognuna di esse possiamo trarre suggerimenti per una autentica cultura della vita,  della famiglia, dell’amore responsabile e fedele, della solidarietà e della responsabilità sociale, con l’aggiunta di un inno alla verità e al rispetto dell’altro e di ciò che gli è proprio. Tutti valori di cui oggi abbiamo un estremo bisogno.

Dio ci segnala i pericoli che potremmo incontrare nel nostro vivere quotidiano. Non ci dà una indicazione vaga e generica, ci dà indicazioni precise, ci mette in guardia dagli ostacoli che potremmo incontrare. Poi ci lascia liberi, totalmente liberi; anche troppo potrebbe dire qualcuno, ma la libertà o è piena, o non è libertà.  A proposito di libertà, qualche anno fa ha avuto un grande successo una canzone che iniziava così: “La prima cosa bella che ho avuto dalla vita…” Mentre pensavo a come iniziare le mie riflessioni sui Dieci Comandamenti mi è venuta alla mente questa canzone;  ho canticchiato il ritornello e mi è venuto spontaneo completare la frase aggiungendo il sostantivo: la libertà.  Ne è venuta fuori una frase che dice: La prima cosa bella che ho avuto dalla vita… è la libertà.  Dopo il dono della vita Dio ci regala…  la libertà.

Siamo infatti liberi di seguire le Sue indicazioni o di fare quello che ci pare. Oggi in particolare si fa un grande uso di questa libertà, talmente grande che, come vedremo prossimamente, ci avviciniamo all’anarchia. Al personalismo assoluto.  Attenzione però, perché  non dobbiamo dimenticare  che la libertà sottintende e richiama la responsabilità.  (Continua)

 

3 – Un inno alla libertà

 

Il modo corretto per leggere il decalogo e, mettendolo in pratica, vivere felici è: avere sempre presente l’amore di Dio che ci guida e il nostro dovere di amare i fratelli

Prima di entrare nel dettaglio dei 10 comandamenti occorre fare una precisazione che riguarda Gesù Cristo e quello che Lui ha detto a proposito dei Comandamenti.  Rispondendo alla domanda di un dottore della legge su: quale sia il primo di tutti i comandamenti, Gesù dice: “Il primo è: il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: amerai il prossimo tuo come te stesso.” (Mc 12,29-31) E ancora: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento”  (Mt 5,17). E conclude con il Suo Comandamento nuovo: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore …  Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato.” (Gv 15,9-12).

Ecco svelato il modo corretto per leggere il decalogo e, mettendolo in pratica, vivere felici: avere sempre presente l’amore di Dio che ci guida e il nostro dovere di amare i fratelli. Andiamo avanti. La volta scorsa ci siamo lasciati parlando di libertà e  del fatto che Dio ci lascia liberi. Qualcuno però potrebbe dire: “ Scusa Vanzini, ma, se non mi sbaglio, il Decalogo (i 10 Comandamenti) che ci hanno fatto studiare a catechismo fin da piccoli, inizia dicendo: Io sono il Signore tuo Dio. Non avrai altro Dio fuori di me. Non nominare il nome di Dio invano. Sono affermazioni e indicazioni molto nette e chiare. E allora? Dov’è la mia libertà? Caro Vanzini, qui non ci siamo”. E invece è proprio qui che ci siamo.

È  proprio in queste tre frasi, lette con la mentalità del ragioniere (del ragiunat, come dicono a Milano, cioè di quello che pensa e ragiona con la sua testa), che è contenuto il principio e il fondamento della nostra libertà. Prima di tutto:  libertà da Dio , perché è Lui stesso che ci lascia liberi. Liberi di seguire Lui e i suoi Comandamenti, o di non seguire né Lui né i Suoi Comandamenti; liberi di amarlo come Lui vorrebbe ed essere felici, come conseguenza di questo nostro amore verso di Lui, ma anche liberi di non amarlo, di combatterlo, di volere perfino la Sua eliminazione. Lui ci lascia fare.

Questa libertà da Dio è, senza dubbio, un atto di fiducia di Nostro Signore verso di noi, ma è anche qualcosa più, di molto più importante, perché ci  aiuta e ci guida  a vivere da uomini autenticamente liberi. Libertà da Dio, (nostro unico Signore), diventa, infatti, anche: libertà dagli uomini, da tutti gli uomini, accompagnata, però, da una conseguente responsabilità.

Oggi si parla molto di libertà, forse anche troppo e non sempre in modo corretto. Spesso, infatti, si dà a questa parola un significato sbagliato, molto vicino a quello di anarchia: visto che sono libero, faccio quello che mi pare. Relativismo e autoreferenzialità a tutto campo. Trasformazione del concetto di libertà in: diritto illimitato dell’individuo di fare qualunque cosa, svincolato da qualsiasi responsabilità, senza tenere conto di alcuna norma morale che possa limitare, o anche semplicemente indirizzare, la ricerca del piacere personale o del proprio tornaconto o comodo immediato. Liberi da Dio e liberi da tutto. Gilbert Chesterton, però, già molti anni fa, metteva in guardia gli uomini del suo tempo da una possibile illusione e affermava: “Chi non crede in Dio non è vero che non crede a niente, perché comincia a credere a tutto” (Continua)

Parte successiva : https://smartpray.org/i-10-comandamenti-parte-2-g-vanzini/ 

Il testo completo :

Parte 1 : https://smartpray.org/i-10-comandamenti-parte-1-g-vanzini/

Parte 2 : https://smartpray.org/i-10-comandamenti-parte-2-g-vanzini/

Parte 3 : https://smartpray.org/i-10-comandamenti-parte-3-g-vanzini/

Parte 4 ( ultima) : https://smartpray.org/i-10-comandamenti-parte-4-g-vanzini/