I vespri nel rito romano
Struttura della preghiera vespertina
Autore: San Giovanni Paolo II
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Da numerose testimonianze sappiamo che, a cominciare dal secolo IV, le Lodi e i Vespri sono ormai una istituzione stabile in tutte le grandi Chiese orientali ed occidentali. Così, ad esempio, testimonia sant’Ambrogio: «Come ogni giorno, andando in chiesa o applicandoci alla preghiera in casa, cominciamo da Dio e in Lui finiamo, così l’intero giorno della nostra vita quaggiù e il corso di ogni singola giornata sempre prenda principio da Lui e finisca in Lui» (De Abraham, II, 5,22).
Come le Lodi si collocano sul far del mattino, così i Vespri trovano posto verso il tramonto, nell’ora in cui, nel tempio di Gerusalemme, veniva offerto l’olocausto con l’incenso. In quell’ora Gesù, dopo la sua morte sulla Croce, riposava nel sepolcro, avendo offerto se stesso al Padre per la salvezza del mondo.
Le varie Chiese, seguendo le rispettive tradizioni, hanno organizzato secondo una propria ritualità l’Ufficio divino. Prendiamo qui in considerazione il rito romano.
2. Apre la preghiera l’invocazione Deus in adiutorium, secondo versetto del Salmo 69, che san Benedetto prescrive per ogni Ora. Il versetto ricorda che soltanto da Dio può venirci la grazia di lodarlo degnamente. Segue il Gloria al Padre, perché la glorificazione della Trinità esprime l’orientamento essenziale della preghiera cristiana. Infine, eccetto che in Quaresima, si aggiunge l’Alleluia, espressione ebraica che significa «Lodate il Signore», e che è divenuta, per i cristiani, una gioiosa manifestazione di fiducia nella protezione che Dio riserva al suo popolo.
Il canto dell’Inno fa risuonare i motivi della lode della Chiesa in preghiera, evocando con afflato poetico i misteri compiuti a salvezza dell’uomo nell’ora vespertina, in particolare il sacrificio compiuto da Cristo sulla Croce.
3. La salmodia dei Vespri consta di due Salmi adatti a quest’ora e di un cantico desunto dal Nuovo Testamento. La tipologia dei Salmi destinati ai Vespri presenta varie sfumature. Vi sono Salmi lucernari, in cui è esplicita la menzione della sera o della lampada o della luce; Salmi che manifestano la fiducia in Dio, stabile rifugio nella precarietà della vita umana; Salmi di ringraziamento e di lode; Salmi da cui traspare il senso escatologico evocato dalla fine del giorno, ed altri a carattere sapienziale o di intonazione penitenziale. Troviamo inoltre Salmi dello Hallel, con riferimento all’Ultima Cena di Gesù con i discepoli. Nella Chiesa latina si sono tramandati degli elementi che favoriscono la comprensione dei Salmi e la loro interpretazione cristiana, quali i titoli, le orazioni salmiche e soprattutto le antifone (cfr Principi e norme per la Liturgia delle Ore, 110-120).
Un posto di rilievo ha la lettura breve, che nei Vespri è tratta dal Nuovo Testamento. Essa ha lo scopo di proporre con forza e incisività qualche sentenza biblica e di imprimerla nei cuori perché sia tradotta in vita (cfr ibid., 45, 156, 172). Per facilitare l’interiorizzazione di quanto ascoltato, la lettura è seguita da un conveniente silenzio e da un responsorio, che ha la funzione di «rispondere», con il canto di alcuni versetti, al messaggio della lettura, favorendone l’accoglienza cordiale da parte dei partecipanti alla preghiera.
4. Con grande onore, introdotto dal segno di croce, viene intonato il Cantico evangelico della beata Vergine Maria (cfr Lc 1,46-55). Attestato già dalla Regola di san Benedetto (capp. 12 e 17), l’uso di cantare alle Lodi il Benedictus e ai Vespri il Magnificat «è convalidato dalla tradizione secolare e popolare della Chiesa Romana» (Principi e norme per la Liturgia delle Ore, 50). In effetti, tali Cantici sono esemplari per esprimere il senso della lode e del ringraziamento a Dio per il dono della Redenzione.
Nella celebrazione comunitaria dell’Ufficio divino, il gesto di incensare l’altare, il sacerdote e il popolo, mentre si eseguono i Cantici evangelici, può suggerire – alla luce della tradizione ebraica di offrire l’incenso mattina e sera sull’altare dei profumi -, il carattere oblativo del «sacrificio di lode» espresso nella Liturgia delle Ore. Stringendoci a Cristo nella preghiera, possiamo vivere personalmente quanto è detto nella Lettera agli Ebrei: «Per mezzo di lui offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome» (13,15; cfr Sal 49,14.23; Os 14,3).
5. Dopo il Cantico, le intercessioni dirette al Padre o talvolta a Cristo, esprimono la voce supplice della Chiesa, memore della sollecitudine divina per l’umanità, opera delle sue mani. Il carattere delle intercessioni vespertine è, infatti, quello di chiedere l’aiuto divino per ogni categoria di persone, per la comunità cristiana e per la società civile. Vi è infine il ricordo dei fedeli defunti.
La liturgia dei Vespri ha il suo coronamento nella preghiera di Gesù, il Padre nostro, sintesi di ogni lode e di ogni supplica dei figli di Dio rigenerati dall’acqua e dallo Spirito. A conclusione della giornata, la tradizione cristiana ha messo in relazione il perdono implorato da Dio nel Padre nostro e la riconciliazione fraterna degli uomini fra di loro: il sole non deve tramontare sull’ira di nessuno (cfr Ef 4,26).
La preghiera vespertina è conclusa da un’orazione che, in sintonia con Cristo crocifisso, esprime la consegna della nostra esistenza nelle mani del Padre, consapevoli che la sua benedizione non viene mai meno.