Il coraggio di dare tutto
Senza calcoli, ma col cuore di Dio - Meditazione a partire da Lc 14,25-33 - XXIII Domenica del Tempo Ordinario Anno C
Autore: Don Flavio Maganuco
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Sap 9,13-18 Sal 89 Fm 1,9-10.12-17 Lc 14,25-33
IL CORAGGIO DI DARE TUTTO Senza calcoli, ma col cuore di Dio
Avete mai osservato un bambino che impara a camminare?
Non fa calcoli, non si chiede quante volte cadrà o se le ginocchia si sbucceranno.
Si butta, cade, piange, si rialza, e riprova.
È così che cresce.
Noi invece, da adulti, smettiamo di vivere così: passiamo il tempo a fare conti, a costruirci strategie per non cadere, e alla fine non camminiamo nemmeno più.
E dentro di noi cresce quella domanda che non ci aspetta, che non tace mai:
“Cosa vuole davvero Dio da me?
Come faccio a capire il suo piano per la mia vita?”
Sono le stesse domande che ci ha consegnato oggi il libro della Sapienza.
Eppure la volontà di Dio non si nasconde: siamo noi che la soffochiamo sotto i nostri paletti, i nostri “non ce la farò mai”, i nostri fallimenti che diventano catene.
E così rincorriamo il desiderio di avere di più, come se vivere bene fosse questione di quantità, di certezze.
Che bello allora sapere che possiamo contare sullo Spirito Santo, che come ci ricorda la Sapienza, ci istruisce su ciò che piace a Dio e ci salva, raddrizzando i nostri sentieri.
Proviamo infatti a riascoltare cosa il Salmista ci insegna, sorprendendoci; lui prega: “Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio”.
Non dice: “allungaci la vita”, ma insegnaci a pesarla, a riempirla, a viverla in pienezza. Perché una vita breve , ma piena vale infinitamente più di una lunga e vuota.
Quante volte ci accorgiamo che stiamo sprecando giorni dietro a cose che non contano?
È questa la vera povertà: non quella del portafoglio, ma quella di un cuore che non ha imparato a dare peso a ciò che vale.
Certo, capisco che, ascoltando il vangelo di oggi, qualcuno potrebbe obiettare dicendo: “Ma oggi Gesù ci chiede di fare l’opposto! Infatti chiede:
‘Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa?’
Ci sta proprio chiedendo di fare bene i nostri conti”.
E invece non è così!
La provocazione di Gesù è un’altra: i suoi esempi sui calcoli non sono inviti a fare strategie per salvaguardarci, ma piuttosto a scegliere, con coraggio, di dare tutto con amore.
Perchè se vuoi vivere davvero nell’amore, non puoi partire dai calcoli… perché se ti chiedi fino a dove sei disposto ad arrivare, non partirai mai.
È come un padre o una madre: non amano i figli fin dove possono, amano e basta, anche quando è stancante, anche quando sembra impossibile.
O come chi decide di perdonare: se aspetta che l’altro “meriti” quel perdono, non lo darà mai. O lo doni senza pensarci troppo, o non lo darai mai.
O come chi accoglie qualcuno che evita, magari un collega che nessuno sopporta, un vicino che crea problemi – e lo tratta come un fratello, con rispetto e amore. Come Filemone, che su richiesta di Paolo, accoglie Onesimo non come schiavo, ma come fratello amato.
Non ci sono calcoli in quel gesto, solo la libertà di un amore che trasforma, perchè chi si fa guidare dallo Spirito, si lascia trasformare.
In Conclusione: L’amore vero non si misura.
È senza riserve, senza condizioni, senza strategie.
“Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”: non è dunque durezza, è libertà.
I nostri calcoli, infatti, ci illudono di proteggerci, ma alla fine ci lasciano addosso solo vuoto e insoddisfazione.
E allora la domanda che resta oggi è bruciante:
Vogliamo continuare a bloccarci per via di quello che ci manca, o iniziare a dare tutto quello che abbiamo?
Vogliamo vivere guardando i nostri giorni, o imparando a viverli?
Perché la verità è che non saremo mai felici finché teniamo una parte al sicuro.
Saremo felici solo quando smetteremo di riservarci qualcosa.
Quando saremo docili a ciò che lo Spirito ci suggerisce di fare, a come ci suggerisce di guardarci gli uni gli altri, senza tattiche, senza paletti, senza chiusure, ma solo come fratelli.
L’Eucaristia ci insegna la via.
Perché è proprio segno di un Dio che non ha fatto calcoli, che ha dato tutto!
Non ha contato quanto meritavamo, non ci ha guardati dall’alto in basso; ha contato solo quanto ci amava.
È questo l’amore che ci nutre e ci rende capaci, attraverso lo Spirito Santo, di rischiare senza paura e senza paletti.
Lasciamoci dunque nutrire con questo dono meraviglioso. Perché l’amore vero è sempre sproporzionato, e solo chi accetta questa sproporzione conosce la gioia. Amen.