Il mistero del Natale
Discorso in occasione dell'Udienza Generale del 17 dicembre 2002
Autore: San Giovanni Paolo II
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. “Il regno di Dio è vicino: siatene certi, non tarderà”. Queste parole, tratte dall’odierna Liturgia, esprimono il clima della nostra trepida ed orante preparazione alle Feste natalizie ormai vicine.
L’Avvento mantiene viva l’attesa di Cristo, che verrà a visitarci con la sua salvezza, realizzando appieno il suo Regno di giustizia e di pace. L’annuale rievocazione della nascita del Messia a Betlemme rinnova nel cuore dei credenti la certezza che Dio tiene fede alle sue promesse. L’Avvento è, pertanto, potente annuncio di speranza, che tocca in profondità la nostra esperienza personale e comunitaria.
2. Ogni uomo sogna un mondo più giusto e solidale, dove degne condizioni di vita e una pacifica convivenza rendano armoniose le relazioni tra individui e tra popoli. Spesso, però, non è così. Ostacoli, contrasti e difficoltà di vario genere appesantiscono la nostra esistenza e talora quasi la opprimono. Le forze e il coraggio di impegnarsi per il bene rischiano di cedere al male che sembra a volte avere la meglio. E’ specialmente in questi momenti che ci viene in aiuto la speranza. Il mistero del Natale, che fra pochi giorni rivivremo, ci assicura che Dio è l’Emmanuele – Dio con noi. Per questo non dobbiamo mai sentirci soli. Egli ci è vicino, si è fatto uno di noi nascendo nel grembo verginale di Maria. Ha condiviso il nostro pellegrinaggio sulla terra, garantendoci il raggiungimento di quella gioia e pace, a cui aspiriamo dal profondo del nostro essere.
3. Il tempo di Avvento pone in luce un secondo elemento della speranza, che riguarda più in generale il significato e il valore dell’esistenza. Non infrequentemente ci si chiede: chi siamo, dove andiamo, che senso ha ciò che compiamo sulla terra, che cosa ci attende dopo la morte?
Vi sono obiettivi indubbiamente buoni e onesti: la ricerca di un maggiore benessere materiale, il perseguimento di mete sociali, scientifiche ed economiche sempre più avanzate, una migliore realizzazione delle aspettative personali e comunitarie. Ma bastano queste mète a soddisfare le aspirazioni più intime del nostro animo?
La Liturgia di oggi ci invita ad allargare la visuale e a contemplare la Sapienza di Dio che esce dall’Altissimo ed è capace di estendersi ai confini del mondo, tutto disponendo “con soavità e forza” (cfr Antifona resp.).
Dal popolo cristiano sgorga allora spontanea l’invocazione: “Vieni, Signore, non tardare”.
4. Merita, infine, di essere sottolineato un terzo elemento caratteristico della speranza cristiana, che il tempo d’Avvento ben evidenzia. All’uomo, che elevandosi dalle vicende quotidiane cerca la comunione con Dio, l’Avvento e soprattutto il Natale ricordano che è Dio ad aver preso l’iniziativa di venirgli incontro. Facendosi bambino, Gesù ha assunto la nostra natura e ha stabilito per sempre la sua alleanza con l’intera umanità.
Potremmo, dunque, concludere che il senso della speranza cristiana, riproposta dall’Avvento, è quello dell’attesa fiduciosa, della disponibilità operosa e dell’apertura gioiosa all’incontro con il Signore. A Betlemme Egli è venuto per rimanere con noi, per sempre.
Alimentiamo, pertanto, questi giorni di immediata preparazione al Natale di Cristo con la luce ed il calore della speranza, carissimi Fratelli e Sorelle. Questo è l’augurio che porgo a voi qui presenti e ai vostri cari. Lo affido alla materna intercessione di Maria, modello e sostegno della nostra speranza.
Buon Avvento e Buon Natale a tutti !