Immacolata concezione di Maria, vergine e madre
Autore: Don Francesco Argese
Immacolata concezione di Maria,
vergine e madre
Ho visto da vicino come Tu mi hai creata
e come Tu mi hai benedetta.
Ho saputo tutto di Te,
come ogni donna terrena
sa tutto dell’uomo che ama.
Ella lo conosce dalla sua infanzia,
lo brama nei suoi destini,
lo imprigiona nei suoi deliri.
Così è la donna che ama.
Ma Tu, che non avevi principio,
mi hai sprofondata nella carne angelica
dove non si nasce e non si muore
se non con la sua resurrezione e il suo grido.
Io, Maria,
sono il tuo grido, o Signore.
Col tuo grido mariano
Tu hai sconvolto le genti,
con i veli della mia castità
hai messo pudore dove c’era vizio e odio.
(Alda Merini, 1931–2009)
Gabri’el ti riconosce e ti saluta
come la kecharitomène.
La “ricolmata di grazia”.
Perché tu, o Maria, sei questo trabocco di bellezza
non per un tuo merito,
ma perché su di te ha posto i suoi occhi
il divino Amante.
Che ti ha resa divinamente bella
facendoti pienamente donna,
compiutamente umana.
Bellezza acqua e sapone,
eppure fascino senza tempo,
che fa innamorare di sé
uomini e donne di ogni tempo.
Perché, o Maria, anche noi,
perdendoci nello sguardo innamorato di Dio per te,
possiamo essere un trabocco di grazia.
(don Francesco Argese)