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La Chiesa nostra Madre IX

Il fine soprannaturale della Chiesa

Autore: San Josemaría Escrivá

[Omelia pronunciata il 28 maggio 1972, festa della Santissima Trinità].

1. Vorrei ricordarvi, per cominciare, queste parole di san Cipriano: «La Chiesa universale ci appare come un popolo che fonda la sua unità nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» [SAN CIPRIANO, De oratione dominica, 23; PL 4, 553]. Non vi dovete meravigliare, pertanto, se nella ricorrenza della Santissima Trinità l’argomento dell’omelia possa essere la Chiesa; perché la Chiesa è radicata nel mistero fondamentale della nostra fede cattolica: il Dio uno nell’essenza e trino nelle persone.
La Chiesa incentrata sulla Trinità: i Padri l’hanno sempre vista così. Sentite come sono chiare le parole di sant’Agostino: «Dio abita nel suo tempio; non soltanto lo Spirito Santo, ma anche il Padre e il Figlio… Orbene, la santa Chiesa è il tempio di Dio, e cioè di tutta la Trinità» [SANT’AGOSTINO, Enchiridion, 56, 15; PL 40, 259].
Quando domenica prossima ci riuniremo di nuovo, ci soffermeremo su un altro aspetto meraviglioso della santa Chiesa: cioè in quelle note che reciteremo fra poco nel Credo, dopo aver proclamato la nostra fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. «Et in Spiritum Sanctum», diremo. E subito dopo, «et unam, sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam» [Credo della santa Messa]; confesseremo che c’è Una sola Chiesa, Santa, Cattolica e Apostolica.
Tutti quelli che hanno saputo veramente amare la Chiesa hanno sempre messo in rapporto quelle quattro note con il mistero più ineffabile della nostra santa religione: la Trinità Beatissima. «Noi crediamo nella Chiesa di Dio, Una, Santa, Cattolica e Apostolica, nella quale ci è data la dottrina; conosciamo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo e siamo battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» [SAN GIOVANNI DAMASCENO, Adversum Icon., 12; PG 96, 1358 D].