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La Chiesa nostra Madre X

Il fine soprannaturale della Chiesa: Momenti difficili

Autore: San Josemaría Escrivá

Momenti difficili

2. È necessario meditare spesso, perché non si cancelli dalla memoria, che la Chiesa è un mistero grande e profondo. Esso non potrà mai essere compreso in questa vita. Se la ragione, per sé sola, tentasse di spiegarlo, scorgerebbe soltanto un insieme di persone che compiono alcuni precetti, che pensano in modo simile. Ma questo non sarebbe la santa Chiesa.
Nella santa Chiesa noi cattolici troviamo la nostra fede, le nostre norme di condotta, la nostra orazione, il senso della fraternità, la comunione con tutti i fratelli defunti che si purificano nel Purgatorio — la Chiesa purgante — o che godono già della visione beatifica — la Chiesa trionfante — amando eternamente il Dio tre volte Santo. È la Chiesa che permane quaggiù, e nello stesso tempo trascende la storia. La Chiesa che è nata sotto il manto della Madonna e che ora continua — sulla terra e nel Cielo — a onorarla come Madre.
Consolidiamo in noi la coscienza del carattere soprannaturale della Chiesa; confessiamolo a gran voce, se è necessario, perché in questi momenti molte persone — materialmente all’interno della Chiesa, e anche in alto — si sono dimenticate di queste verità capitali e pretendono di proporre un’immagine della Chiesa che non è Santa, che non è Una, che non può essere Apostolica, perché non poggia sulla roccia di Pietro, e che non è Cattolica, perché è percorsa da illegittimi particolarismi, da capricci umani.
Non è una novità. Da quando nostro Signore Gesù Cristo ha fondato la santa Chiesa, questa nostra Madre ha patito una persecuzione costante. Forse in altre epoche le aggressioni erano organizzate apertamente; adesso in molti casi si tratta di una persecuzione silenziosa. Oggi, come ieri, si continua a combattere la Chiesa.
Vi ripeterò ancora una volta che non sono pessimista, né per temperamento né per abitudine. Come si può essere pessimisti, quando nostro Signore ci ha promesso [Cfr Mt 28, 20] che starà con noi fino alla fine dei secoli? L’effusione dello Spirito Santo ha plasmato, nei discepoli riuniti nel Cenacolo, la prima manifestazione pubblica della Chiesa [Ecclesia, quae iam concepta, ex latere ipso secundi Adami velut in cruce dormientis orta erat, sese in lucem hominum insigni modo primitus dedit die celeberrima Pentecostes. Ipsaque die beneficia sua Spiritus Sanctus in mystico Christi Corpore prodere coepit» (LEONE XIII, enc. Divinum illud munus, AAS 29, p. 648)].
Dio nostro Padre — un Padre amoroso, che ha cura di noi come della «pupilla dei suoi occhi» [Dt 32, 10], così come dice espressivamente la Scrittura per farcelo capire — continua a santificare, per mezzo dello Spirito Santo, la Chiesa fondata dal suo Figlio prediletto. Oggi però la Chiesa vive giorni difficili: sono tempi di grande sconcerto per le anime. Il clamore della confusione risuona dappertutto, e fragorosamente ricompaiono tutti gli errori dei secoli passati.
3. Fede. Dobbiamo avere fede. Se si guarda con occhi di fede, si scopre che «la Chiesa porta in sé stessa e diffonde attorno a sé la propria apologia. Chi la guarda, chi la studia con occhi di amore alla verità, deve riconoscere che Essa, indipendentemente dagli uomini che la compongono e dalle modalità pratiche con le quali si presenta, porta in sé stessa un messaggio di luce, universale e unico, liberatore e necessario, divino» [PAOLO VI, Allocuzione, 23 giugno 1966].
Quando ascoltiamo parole di eresia — di questo si tratta, non mi sono mai piaciuti gli eufemismi —, quando osserviamo che si attacca impunemente la santità del matrimonio e quella del sacerdozio; la concezione immacolata di nostra Madre, la Madonna, e la sua verginità perpetua, con tutti gli altri privilegi e doni di cui Dio volle adornarla; il perenne miracolo della presenza reale di Cristo nella santa Eucaristia, il primato di Pietro, e perfino la risurrezione di nostro Signore, come non sentire l’anima colma di tristezza? Ma abbiate fiducia: la santa Chiesa è incorruttibile. «La Chiesa vacillerà se vacilla il suo fondamento, ma forse Cristo potrà vacillare? Dato che Cristo non vacilla, la Chiesa resterà salda fino alla fine dei tempi» [SANT’AGOSTINO, Enarrationes in Psalmos, 103, 2, 5; PL 37, 1353].