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La Chiesa è cattolica

Tratto da "La Chiesa nostra Madre" XIX

Autore: San Josemaría Escrivá

La Chiesa è cattolica

26. Dio «vuole che tutti gli uomini si salvino e arrivino alla conoscenza della verità. Perché uno solo è Dio, e uno solo il mediatore tra Dio e gli uomini, l’uomo Gesù Cristo, che ha dato sé stesso in riscatto per tutti» [1 Tm 2, 4-6]. Cristo istituisce una sola Chiesa, la sua Chiesa; per questo la Sposa di Cristo è Una e Cattolica: universale, per tutti gli uomini.

Da secoli la Chiesa è diffusa in tutto il mondo; ed è composta da persone di tutte le razze e condizioni sociali. Però la cattolicità della Chiesa non dipende dall’estensione geografica, che comunque ne è segno visibile e motivo di credibilità. La Chiesa era cattolica già nella Pentecoste; nasce cattolica dal cuore piagato di Gesù, come un fuoco alimentato dallo Spirito Santo.

Nel secondo secolo i cristiani chiamavano cattolica la Chiesa per distinguerla dalle sètte che, utilizzando il nome di Cristo, tradivano in qualche punto la sua dottrina. «La chiamiamo cattolica», scrive san Cirillo, «non soltanto perché è diffusa su tutta la terra, dall’uno all’altro confine, ma perché in modo universale e senza alcun difetto insegna tutti i dogmi che gli uomini devono conoscere, e che riguardano ciò che è visibile e ciò che non lo è, ciò che è celeste e ciò che è terreno. E anche perché unifica nel retto culto tutti gli uomini, governanti e semplici cittadini, dotti e ignoranti. E, infine, perché cura e sana da ogni genere di peccati, dell’anima e del corpo, e perché possiede inoltre — in qualunque modo le si voglia chiamare — tutte le virtù, nei fatti e nelle parole e in ogni specie di doni spirituali» [SAN CIRILLO, Catecheses, 18, 23].

La cattolicità della Chiesa non dipende neppure dal plauso o dalla considerazione dei non cattolici; né ha alcun rapporto con il fatto che, in problemi non spirituali, le opinioni di alcune persone dotate di autorità nella Chiesa siano prese in considerazione — e a volte strumentalizzate — da mezzi di opinione pubblica di correnti vicine al loro pensiero. Capiterà con frequenza che la parte di verità che si trova in qualunque ideologia umana, trovi un’eco o un fondamento nell’insegnamento perenne della Chiesa; il che è, in una certa misura, un segno della divinità della rivelazione che il Magistero custodisce. Però la Sposa di Cristo è cattolica anche quando sia deliberatamente ignorata da molti, e anche oltraggiata e perseguitata, come purtroppo oggi capita in molti luoghi.

27. La Chiesa non è un partito politico, né un’ideologia sociale, né un’organizzazione mondiale di concordia o di progresso materiale, pur riconoscendo la nobiltà di queste e altre attività. La Chiesa ha sempre svolto, e svolge, un immenso lavoro a vantaggio dei bisognosi, di coloro che soffrono, di tutti coloro che patiscono in qualche maniera le conseguenze dell’unico vero male, che è il peccato. E a tutti — a coloro che in un modo o nell’altro sono bisognosi, come a quelli che credono di godere della pienezza dei beni materiali — la Chiesa viene a confermare l’unica cosa essenziale, definitiva: che il nostro destino è eterno e soprannaturale, che soltanto in Cristo abbiamo la salvezza eterna, e che soltanto in Lui otterremo in qualche modo già in questa vita la vera pace e la vera felicità.

Pregate ora con me Dio nostro Signore perché i cattolici non dimentichino mai queste verità, e si decidano a metterle in pratica. La Chiesa Cattolica non ha bisogno dell’approvazione degli uomini, perché è opera di Dio.
Ci mostreremo cattolici se diamo frutti di santità, perché la santità non conosce frontiere né è patrimonio di alcun particolarismo umano. Ci mostreremo cattolici se preghiamo, se cerchiamo continuamente di rivolgerci a Dio, se ci sforziamo sempre e in tutto di essere giusti — dando al termine giustizia tutta la sua portata, perché in questi tempi è utilizzato frequentemente in senso materialista ed erroneo —, se amiamo e difendiamo la libertà personale degli altri uomini.

Vi ricordo anche un altro segno, chiaro, della cattolicità della Chiesa: la fedele conservazione e amministrazione dei Sacramenti così come sono stati istituiti da Cristo, senza tergiversazioni umane né falsi tentativi di sottoporli a condizionamenti psicologici o sociologici. Perché «nessuno può deliberare sulle cose che sono in potere di un altro, ma solo su quelle che sono in suo potere. Essendo quindi la santificazione dell’uomo in potere di Dio santificatore, non compete all’uomo decidere a suo arbitrio circa le cose che lo devono santificare, ma esse devono venire determinate per istituzione divina» [SAN TOMMASO, Summa theologiae, III, q. 60, a. 5]. I tentativi di togliere universalità all’essenza dei Sacramenti avrebbero forse ragion d’essere se si trattasse soltanto di «segni», di simboli, che operassero in conformità alle leggi naturali di comprensione e di intelligenza. Però i «Sacramenti della nuova legge sono allo stesso tempo cause e segni. Per questo si dice comunemente che essi producono ciò che significano. E ciò dimostra pure che sono Sacramenti in modo perfetto: perché sono ordinati a ciò che è sacro non solo come segni, ma anche come cause» [SAN TOMMASO, Summa theologiae, III, q. 62, a. 1, ad 1].

28. Questa Chiesa Cattolica è romana. Io gusto il sapore di questa parola: romana. Mi sento romano, perché romano vuol dire universale, cattolico; perché così mi sento spinto ad amare teneramente il Papa, «il dolce Cristo in terra», come piaceva ripetere a santa Caterina da Siena, che considero come un’amica carissima.

«Da questo centro cattolico romano», sottolineava Paolo VI nel discorso di chiusura del Concilio Vaticano II, «nessuno è, in via di principio, irraggiungibile; in linea di principio tutti possono e debbono essere raggiunti. Per la Chiesa cattolica nessuno è estraneo, nessuno è escluso, nessuno è lontano» [SACROSANCTUM OECUMENICUM CONCILIUM VATICANUM II, Constitutiones, Decreta, Declarationes, Vaticano 1966, p. 1079]. Io venero con tutte le mie forze la Roma di Pietro e di Paolo, bagnata dal sangue dei martiri, centro di espansione per tanti che hanno propagato nel mondo intero la parola salvifica di Cristo. Essere romano non racchiude nessun significato di particolarismo, bensì di ecumenismo autentico; presuppone il desiderio di allargare il cuore, di aprirlo a tutti con l’ansia redentrice di Cristo, che tutti cerca e tutti accoglie, perché tutti ha amato per primo.

Sant’Ambrogio ha scritto alcune brevi parole, che sembrano quasi un canto di gioia: «Dove c’è Pietro, lì c’è la Chiesa; e dove c’è la Chiesa non regna la morte, ma la vita eterna» [SANT’AMBROGIO, In XII Ps. Enarratio, 40, 30]. Perché dove sono Pietro e la Chiesa, c’è Cristo: ed egli è la salvezza, l’unico cammino.