La Chiesa nostra Madre XXI
Lealtà verso la Chiesa: Ogni cristiano è chiamato all'apostolato
Autore: San Josemaría Escrivá
Ogni cristiano è chiamato all’apostolato
31. La Chiesa ci santifica dal momento in cui, grazie al battesimo, entriamo nel suo seno. Appena nati alla vita naturale, possiamo già aver parte alla grazia santificante. «La fede di un altro, anzi di tutta la Chiesa, giova al bambino in virtù dell’operazione dello Spirito Santo che unisce la Chiesa e mette l’uno in comunicazione di beni con l’altro» [SAN TOMMASO, Summa theologiae, III, q. 68, a. 9, ad 2]. È meravigliosa questa maternità soprannaturale della Chiesa, conferitale dallo Spirito Santo. «La rigenerazione spirituale prodotta dal battesimo somiglia in qualche modo alla nascita fisica, nel senso che i bambini, come non prendono il cibo da sé quando sono ancora nel seno materno, ma vengono sostentati dal nutrimento della madre, così finché non hanno l’uso di ragione e vivono quasi nel seno della madre Chiesa, non si applicano la salvezza da sé stessi, ma per mezzo della Chiesa» [SAN TOMMASO, Summa theologiae, III, q. 68, a. 9, ad 1].
Risalta in tutta la sua grandezza il potere sacerdotale della Chiesa, che deriva direttamente da Cristo. «Cristo è la fonte di ogni sacerdozio; perché quello dell’Antica Legge ne era la figura, e quello della Nuova Legge agisce in suo nome, secondo l’affermazione di san Paolo (2 Cor 2, 10): “Anch’io, se ho perdonato qualcosa, l’ho fatto per riguardo a voi, in persona di Cristo”» [SAN TOMMASO, Summa theologiae, III, q. 22, a. 4].
La mediazione salvifica tra Dio e gli uomini si perpetua nella Chiesa per mezzo del Sacramento dell’Ordine, che abilita — in virtù del carattere e della grazia che ne conseguono — a operare come ministri di Cristo in favore di tutte le anime. «Il fatto che uno possa realizzare un atto di cui un altro è incapace, non deriva da differenze nella bontà o nella malizia, ma dalla potestà acquisita, che uno possiede e un altro no. Per questo, poiché il laico non ha la potestà di consacrare, non può operare la consacrazione qualunque sia il grado della sua bontà personale» [SAN TOMMASO, In IV Sent., d. 13, q. 1, a. 1].
32. Nella Chiesa c’è diversità di ministeri, ma il fine è uno solo: la santificazione degli uomini. E a questo compito partecipano in qualche modo tutti i cristiani, per il carattere ricevuto con i Sacramenti del battesimo e della cresima. Tutti dobbiamo sentirci responsabili di questa missione della Chiesa, che è la stessa missione di Cristo. Chi non sente zelo per la salvezza delle anime, chi non cerca con tutte le sue forze di far sì che il nome e la dottrina di Cristo siano conosciuti e amati, non potrà comprendere l’apostolicità della Chiesa.
Un cristiano passivo non ha ancora capito ciò che Cristo chiede a tutti noi. Un cristiano che pensi ai «fatti suoi», trascurando la salvezza degli altri, non ama con il Cuore di Gesù. L’apostolato non è missione esclusiva della Gerarchia, né dei sacerdoti o dei religiosi. Il Signore ci chiama tutti a essere strumenti, con l’esempio e la parola, di quella fonte di grazia che balza fino alla vita eterna.
Ogni volta che leggiamo gli Atti degli Apostoli, ci commuoviamo di fronte all’audacia, alla fede nella loro missione e alla gioia, in mezzo ai sacrifici, dei discepoli di Cristo. Non cercano le folle. E anche se le folle vengono, essi si rivolgono a ogni anima in concreto, a ogni uomo, uno per uno: Filippo, all’etiope [Cfr At 8, 26-40]; Pietro, al centurione Cornelio [Cfr At 10, 1-48]; Paolo, a Sergio Paolo [Cfr At 13, 6-12].
Avevano imparato dal Maestro. Ricordatevi di quella parabola degli operai che attendevano lavoro in mezzo alla piazza del villaggio. Quando, a giorno inoltrato, arriva il padrone della vigna, si accorge che c’è ancora gente con le mani in mano: «Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?». «Perché nessuno ci ha assoldati» [Mt 20, 6-7], rispondono. Questo non deve accadere nella vita del cristiano; non deve esserci nessuno al suo fianco che possa affermare di non aver mai udito parlare di Cristo, perché nessuno glielo ha annunciato.
Gli uomini pensano spesso che nulla impedisca loro di fare a meno di Dio. Si sbagliano. Anche se non lo sanno, giacciono come il paralitico della piscina probatica: incapaci di muoversi verso le acque che salvano, verso la dottrina che riempie l’anima di gioia. La colpa è, molte volte, dei cristiani; quelle persone potrebbero infatti ripetere: «hominem non habeo» [Gv 5, 7], non ho nessuno che mi aiuti. Ogni cristiano deve essere apostolo, perché Dio, pur non avendo bisogno di nessuno, tuttavia ha bisogno di noi. Conta su di noi perché ci dedichiamo a diffondere la sua dottrina di salvezza.
33. Stiamo contemplando il mistero della Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica. È giunta l’ora di chiederci: condivido la sete di anime di Cristo? Prego per la Chiesa, della quale faccio parte, e nella quale devo realizzare una missione specifica, che nessun altro può fare in vece mia? Stare nella Chiesa è già molto: ma non basta. Dobbiamo essere Chiesa, perché nostra Madre non deve mai esserci estranea, al di fuori, lontana dai nostri pensieri più profondi.
Concludiamo queste considerazioni sulle note della Chiesa. Con l’aiuto del Signore, esse resteranno impresse nelle nostre anime, confermando in noi un criterio chiaro, sicuro, divino, per amare di più questa Madre santa, che ci ha fatto nascere alla vita della grazia, e ci nutre giorno per giorno con inesauribile sollecitudine.
Se per caso udite parole o grida di offesa contro la Chiesa, mostrate, con umanità e con carità, ai disamorati, che non si può maltrattare questa Madre. Adesso la attaccano impunemente perché il suo regno, quello del suo Maestro e Fondatore, non è di questo mondo. «Finché il frumento geme in mezzo alla paglia, finché le spighe soffrono in mezzo alla zizzania, finché si lamentano i vasi di misericordia fra i vasi d’ira, finché piange il giglio fra le spine, non mancheranno i nemici che dicono: Quando morirà e sparirà il suo nome? Vedrete che verrà il tempo nel quale spariranno i cristiani, e non ci saranno più… Però, dopo aver detto questo, essi muoiono senza scampo. E la Chiesa permane» [SANT’AGOSTINO, Enarrationes in Psalmos, 70, II, 12].
Qualunque cosa succeda, Cristo non abbandonerà la sua Sposa. La Chiesa trionfante è già con Lui, alla destra del Padre. E da là ci chiamano i nostri fratelli, i cristiani che glorificano Dio per questa realtà che noi vediamo ancora avvolta nella chiara penombra della fede: la Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica.