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La Chiesa nostra Madre XXVIII

Sacerdote per l'eternità

Autore: San Josemaría Escrivá

Sacerdote per l’eternità

49. Quando un sacerdote vive la santa Messa come si deve — adorando, espiando, impetrando, rendendo grazie, identificandosi con Cristo — e insegna agli altri a fare del Sacrificio dell’Altare il centro e la radice della vita cristiana, dimostra realmente la grandezza incomparabile della sua vocazione, e cioè quel carattere che porta impresso e che non perderà per tutta l’eternità.
So che mi capite quando vi dico che, ben diversamente dal tipo di sacerdote a cui mi sto riferendo, bisogna considerare un fallimento — umano e cristiano — la condotta di taluni che si comportano come se dovessero chiedere scusa di essere ministri di Dio. Sono incorsi in una situazione disgraziata che li spinge ad abbandonare il ministero, a mimetizzarsi tra i laici, a cercare una seconda occupazione che un po’ alla volta sostituisce quella propria della loro vocazione e della loro missione. Sovente, nel rifuggire dal lavoro inerente alla cura spirituale delle anime, tendono a sostituirlo con interventi nei campi d’azione propri dei laici — nelle iniziative a carattere sociale, nella politica — e appare così il fenomeno del «clericalismo», autentica patologia della vera missione sacerdotale.
50. Non voglio concludere con questa nota amara, che potrebbe sembrare pessimistica. Nella Chiesa di Dio l’autentico sacerdozio cristiano non è affatto scomparso; la dottrina è immutabile, quella stessa insegnata dalle labbra divine di Gesù. Sono molte migliaia i sacerdoti che, in tutto il mondo, senza spettacolo, la osservano con piena corrispondenza, senza cadere nella tentazione di mandare in rovina un tesoro di santità e di grazia che la Chiesa ha portato con sé fin dal principio.
Gusto la dignità e il garbo umano e soprannaturale di questi miei fratelli sparsi su tutta la terra. Già ora è un’esigenza di giustizia che si sentano circondati dall’amicizia, dall’aiuto e dall’affetto di molti cristiani. Quando poi giunga il loro momento di presentarsi davanti a Dio, Gesù stesso andrà loro incontro e li glorificherà eternamente perché, nel tempo, agirono in suo nome e in sua Persona, distribuendo generosamente la grazia di cui erano amministratori.
Torniamo di nuovo, con il pensiero, ai membri dell’Opus Dei che saranno sacerdoti la prossima estate. Non cessate di pregare per loro perché siano sempre dei sacerdoti fedeli, devoti, dotti, abnegati; e sempre lieti! Raccomandateli specialmente a Maria Santissima, che fa splendere più viva la sua sollecitudine materna verso coloro che impegnano tutta la vita a servire da vicino suo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore, Sacerdote Eterno.