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La croce si porta più facilmente se si è circondati da persone amiche

Dalle lettere ai laici di San Paolo della Croce ai laici

Autore: San Paolo della Croce

11      ANGUILLARA ANNA CECILIA PETTI.      Canepina. (n. 6)

  1. Angelo – Vetralla, 10 maggio 1768. (Originale AGCP)

La croce si porta più facilmente quando si è circondati da persone amiche, che solidarizzano e ci incoraggiano, ma soprattutto quando si riesce a stare in un clima forte di preghiera, che rende possibile una accettazione della croce nei termini di assoluto, di volontà salvifica di Dio, di purificazione e santificazione.

La preghiera dei religiosi e dei fratelli è pure importante, perché sostiene, incoraggia la persona a dire il suo sì alla croce nella forma assoluta e con essa a compiere in un amore martire il dono pieno di sé. Paolo propone alla Sig.ra Anna Cecilia la spiritualità della croce nei termini autentici più alti: è arrivata anche per lei la sua ora, quella di lasciarsi crocifiggere nella potenza dello Spirito Santo. La croce che Dio vuole che portiamo con perfezione non è che la nostra vita, la vita che noi spesso vorremmo diversa.

Alla luce della volontà di quel Dio, che sommamente amiamo, riusciamo anche, per solo suo amore e per fargli piacere, ad abbracciare volentieri la croce della propria vita, addirittura ad amarla, giungendo a considerare paterna e amorosa la mano che ci fa soffrire, sicuri, anche se sembrerebbe il contrario, che lo fa solo per il nostro maggior bene spirituale.

Per giungere all’accettazione della croce volentieri e con gioia è necessario avere “animo e coraggio grande”, ma è l’unica via che porta nella persona un fiume di consolazione.

 

Ill.ma Signora, Sig.ra Padrona Colendissima,

in risposta del pregiatissimo foglio di V. S. Ill.ma gli significo che non mancherò di raccomandarla a Dio, e di far fare l’istesso da questi miei Religiosi, ad effetto che il Signore gli dia forza, pazienza e costanza nel patire, ed uniformità al Suo Divino Volere, consistendo il merito, e la perfezione in portare la Croce,1 che vuole Iddio, e non in quella che vorremmo noi. Sicché si faccia animo e coraggio grande abbracciando volentieri la Croce, e baciando quella mano, che anche quando la flagella è amorosa, e null’altro pretende che il Suo maggior bene spirituale. Sicché si consoli essendo tale la Volontà Ss.ma di Dio.

Per fine augurando da S. D. M. sì a Lei che al Suo Sig. Consorte e Figli2 ogni bene, resto racchiudendola nel Ss.mo Costato di Gesù Cristo, e di vero cuore passo a soscrivermi

di V. S. Ill.ma

  1. Angelo ai 10 maggio 1768

 

 

Ind.mo ed Obbl.mo Servitore Paolo della Croce3

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