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La lotta più importante non è tra bene e male (Gen 32)

Ogni individuo che ha un progetto, lotta!

Autore: Don Gianmario Pagano

La storia di Giacobbe, narrata nel capitolo 32 del Libro di Genesi, si svela come un simbolo potente della lotta umana per realizzare ideali, desideri e vocazioni.

Ogni individuo, mosso da progetti e fede in qualcosa di non ancora esistente, ma che lui stesso si sente chiamato a far esistere, è destinato a lottare.

Il racconto biblico di Giacobbe prende una svolta drammatica quando, separatosi dalla sua famiglia, si trova a lottare tutta la notte con una figura misteriosa, che si rivela essere un angelo o una manifestazione divina. Questa lotta non è solo fisica, ma simboleggia anche il conflitto interiore di Giacobbe, il suo scontro con la propria coscienza e la sua vocazione. La vita di Giacobbe è un costante confronto tra ciò che è e ciò che è chiamato a diventare. Questo conflitto lo porta a identificarsi con il popolo della promessa, e in questa lotta notturna, Giacobbe ottiene un nuovo nome, Israele, che significa “colui che ha lottato con Dio”.

Questo momento segna una trasformazione radicale nella sua esistenza, indicando una nuova direzione nel suo destino. Questa storia è più di una semplice narrazione; è una metafora della relazione dell’uomo con il divino. La lotta di Giacobbe rappresenta il combattimento spirituale che ogni persona affronta nella ricerca di significato e scopo nella vita. Il racconto diventa così un’immagine potente della lotta dell’umanità nella sua milizia esistenziale e spirituale.

Infine, non va dimenticato il valore eziologico del racconto, che cerca di spiegare usanze e tradizioni del popolo di Israele. Il racconto di Giacobbe, quindi, non è solo la storia di un antenato, ma è intriso di significati più ampi che parlano di identità, fede e lotta incessante per raggiungere obiettivi sia umani che spirituali.

La lotta più importante non è tra bene e male (Gen 32)

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