La preghiera di intercessione
La preghiera - V
Autore: Autori Cristiani
LA PREGHIERA DI INTERCESSIONE
Il coraggio di “mettersi in mezzo”
Il verbo latino “intercedere” significa, alla lettera, “cedere” (andare, passare) ed “intee’ (attraverso). Ossia: interporsi, frapporsi, mettersi in mezzo, intervenire a favore di qualcuno. Ma anche: rivolgersi insistentemente a qualcuno con domande, preghiere, suppliche.
Il vocabolo, successivamente, è venuto ad indicare, genericamente, la preghiera per gli altri.
1) Atteggiamenti di fondo
Perché la preghiera d’intercessione sia autentica, occorre che l’orante adotti ed esprima degli atteggiamenti di fondo essenziali:
– consapevolezza di un ruolo “sacerdotale” di mediazione
– senso di solidarietà con qualcuno
– coraggio ed umiltà insieme
Bisogna avere umiltà audace e un’audacia umile.
2) Importanza del “chissà”?
Col “forse”, “può darsi”, “chissà”, l’avvenire rimane aperto alla Grazia e alle sorprese inaudite dell’amore di Dio, ricco di misericordia.
La regola di Dio è l’eccezione.
Un’altra storia, impossibile, diventa possibile grazie al “forse”.
La preghiera d’intercessione nasce soltanto se uno è dotato di fantasia dell’amore.
Il “forse” ci introduce nell’imprevedibilità divina.
3) Servizio della speranza
La preghiera d’intercessione va vista come il varco aperto dalla speranza, attraverso i fori della Croce di Cristo…
4) Servizio della Carità
La preghiera d’intercessione diventa la forma più efficace del servizio della carità. Più precisamente, assume la dimensione di un amore universale, che può raggiungere chiunque.
Con le opere della carità io non riesco ad arrivare a tutti gli infelici, i poveri, i sofferenti… Con la preghiera d’intercessione, invece, il mio amore si dilata a misura del mondo.
5) Complici della misericordia di Dio
Attraverso la preghiera d’intercessione il Signore ci associa alla Sua misericordia, ci dà la possibilità di essere generosi e magnanimi come Lui.
6) Salvati in due
La preghiera d’intercessione non è solo in funzione della salvezza altrui, ma anche dell’orante stesso; non è soltanto un favore che noi facciamo agli altri, ma un dono estremo che Dio ci offre per salvarci, per farci diventare un po’ più buoni, per dilatare il nostro cuore alla misura del Suo amore.
7) Protagonisti della storia
Grazie alla preghiera d’intercessione noi, insieme a Dio, che resta il Protagonista Unico, costruiamo, rifacciamo e scriviamo un’altra storia. Sia pure in maniera nascosta, invisibile, sotterranea.
8) E, dopo, tutto resta da fare!
Naturalmente dobbiamo convincerci che, dopo aver pregato per gli altri, non abbiamo esaurito il nostro compito.
Molto resta da fare: una visita, una lettera, una telefonata, un fiore, un dono, un po’ di attenzione… La preghiera può tutto, ma non è tutto. La stessa preghiera d’intercessione non è “conclusiva”, ma “introduttiva”. Ci introduce, ci spinge ad altri interventi, stavolta dal basso… al basso…
Intercessione di Cristo
Numerosi testi del Nuovo Testamento ci presentano Cristo che, asceso alla destra del Padre, svolge il ruolo di grande Intercessore a nostro favore. Ecco i principali: Gv 17,20; Lc 2,32; Lc 23,34; Rm 8,34; 1 Gv 2,1; Eb 7,24; Eb 9,24.
In questi ultimi due testi, il ruolo d’intercessore di Cristo è talmente legato al sacrificio della Croce, da coincidere con la Sua presenza presso il Padre e l’offerta eterna che ha fatto del proprio sangue.
Intercessione dello Spirito
Ci ricorda San Paolo: “Lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili e Colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché Egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio” (Rm 8,26-27).
Intercessione di Maria
La Lumen Gentium (cap. 7, n° 62), dopo aver affermato il ruolo unico ed insostituibile, quale Mediatrice di Cristo, sottolinea la funzione salvifica e subordinata di Maria.
Si ricordano i titoli con cui viene invocata: Ausiliatrice, Soccorritrice, Avvocata, Mediatrice.
Intercessione dei Santi
È la più potente ed efficace, a motivo della qualità e forza della loro fede e dell’intensità del loro amore. L’intercessione dei Santi si sviluppa anche dopo la morte. Hanno raggiunto la Patria, ma non riescono a staccarsi dalla terra. Tipico, a questo riguardo, l’atteggiamento di S. Teresa di Lisieux: “Se i miei desideri saranno esauditi, trascorrerò il mio cielo sulla terra sino alla fine del mondo. Sì, voglio passare il mio cielo a fare del bene sulla terra. La cosa non è impossibile. Non potrò prendere alcun riposo fino alla fine del mondo e fintantoché ci saranno anime da salvare”
Intercessione della Chiesa
Ricordiamo il fondamento teologico: la Comunione dei Santi, il Corpo Mistico di Cristo. Soprattutto nella liturgia, la Chiesa esercita questa funzione d’intercessione.
Figure di intercessori
Scorrendo le pagine dell’Antico Testamento s’intravedono diverse figure di intercessori. Ma i due esempi classici di preghiera d’intercessione hanno come protagonisti Abramo e Mosè.
ABRAMO: La scena descritta nel capitolo 18 della Genesi rimane impressa nella memoria. Dio vuole distruggere gli abitanti di Sodoma e Gomorra, per i loro numerosi peccati, ma Abramo cerca in ogni modo d’intercedere, chiedendo al Signore di perdonarli, se avesse trovato almeno 50 giusti, o solo 45, o 40, o 30, o 20, o infine solo 10!
In questa “trattativa” di Abramo il Signore acconsente ad ogni sua richiesta, sempre più grande, e lo fa in virtù della sua fede, insistenza, coraggio, fiducia. Abramo non si rivolge a Dio da pari a pari, ma con grande umiltà: riconoscendosi “polvere e cenere” (…’Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere…’). Il suo linguaggio è caratterizzato dalla modestia, ma anche dall’ instancabilità, poiché comprende che la generosità di Dio prevale sulla volontà di punire. La giustizia di Dio, disposta a dare spazio al perdono, viene assicurata dalla grande fede di Abramo, non dai suoi meriti o dalle sue virtù. Abramo non si pone in una posizione di superiorità rispetto agli abitanti di Sodoma e Gomorra; grazie al suo atteggiamento di umiltà il Signore dà ascolto alla sua preghiera e lo fa diventare “uomo d’intercessione”.
MOSÈ: Rileggendo il capitolo 32 dell’Esodo, emerge il peccato commesso dal popolo che, poichè Mosè tardava a scendere dal monte Sinai, aveva costruito e si era messo ad adorare un idolo: il vitello d’oro. Dio vuole punire gli Israeliti, colpevoli di adorare un idolo di metallo e di essersi allontanati dal vero Dio. (Colui che li aveva liberati dalla schiavitù in Egitto) e dice a Mosè:… “Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro.. “Ma Mosè trova il coraggio di “mettersi in mezzo”, tra il Signore e il popolo infedele; non accetta di separare la propria sorte da quella del popolo, vuole condividere la sorte della sua gente, rifiuta di essere un privilegiato, non accetta una salvezza individuale.
Mosè si fa solidale con il peccato commesso dal popolo (quel peccato che lui, singolarmente, non ha commesso). Si fa peccatore coi peccatori. Non recita la parte del giusto, dell’innocente, che prega per i misfatti degli altri, come avviene invece in certe nostre preghiere abusivamente chiamate “d’intercessione”. Mosè si assume la responsabilità di mettere in gioco addirittura la propria vita! E, con coraggio, si rivolge a Dio dicendo:… “Se ora Tu vuoi perdonare il loro peccato, perdona!… …Altrimenti, cancellami dal libro che hai scritto!..” È proprio attraverso questo atteggiamento deciso e pieno di coraggio, che la preghiera di Mosè porta i suoi frutti.
I primi Cristiani
Fa impressione, leggendo le lettere di San Paolo, vedere l’importanza che aveva presso i primi Cristiani la preghiera d’intercessione. Riportiamo alcuni testi che ci fanno capire quanto stesse a cuore all’Apostolo Paolo formare le prime comunità Cristiane alla preghiera per gli altri.
LETTERA ai CORINZI”…Dio ci ha liberati e ci libera grazie alla vostra cooperazione nella preghiera per noi…” (2 Cor 1,1011) “…Noi preghiamo anche per la vostra perfezione… (2 Cor 13,9)
LETTERA agli EFESINI”…Non cesso di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere… “(Ef 1,16) “…Io piego le ginocchia davanti al Padre… perché vi conceda… di essere potentemente rafforzati dal Suo Spirito… “(Ef 3,14) “…Siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando ed inneggiando al Signore con tutto il cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo…” (Ef 5,18) “…Pregate incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i Santi ed anche per me…” (Ef 6,18)
LETTERA ai FILIPPESI “…Ringrazio il mio Dio ogni volta che io mi ricordo di voi pregando sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera…” (Fil 1, 3) “… In ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche, ringraziamenti…” (Fil 4,6)
LETTERA ai COLOSSESI “…Non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della Sua volontà…” (Col 1,9) “…Perseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazie. Pregate anche per noi, perché Dio ci apra la porta della predicazione e possiamo annunziare il mistero di Cristo per il quale mi trovo in catene…” (Col 4,2)
LETTERA ai TESSALONICESI “…Pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù. Fratelli, pregate anche per noi…” (1 Tess 5,17) “… Preghiamo di continuo per voi perché il nostro Dio vi renda degni della Sua chiamata…” (2 Tess 1,11) “… Fratelli, pregate per noi perché la parola del Signore si diffonda…” (2 Tess 3,1)
LETTERA a TIMOTEO “…Ti raccomando prima di tutto che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini e per i re, e per tutti quelli che hanno il potere…” (1 Tim 2,1)