La Vita di Maria: l'Immacolata Concezione e la nascita della Madonna
Parte I: capitoli I e II
Autore: José Antonio Loarte
● La vita di Maria (I): l’Immacolata Concezione ●
In occasione dell’Anno Mariano iniziamo a pubblicare una serie di testi sulla vita della Madonna. Ogni episodio è corredato da alcuni documenti del Magistero della Chiesa, dei Padri, dei santi e dei poeti. Il primo riguarda l’Immacolata Concezione di Maria.
La storia dell’uomo sulla terra è la storia della misericordia di Dio. Sin dall’eternità ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità (Ef 1, 4). Tuttavia, istigati dal demonio, Adamo ed Eva si ribellarono ai piani divini: diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male (Gn 3, 5), aveva loro sussurrato il principe della menzogna. Lo ascoltarono; non vollero avere debiti verso l’amore di Dio e cercarono di ottenere con le loro sole forze la felicità alla quale erano stati chiamati.
Però Dio non venne meno. Sin dall’eternità, nella sua Sapienza e nel suo Amore infinito, prevedendo il cattivo uso della libertà che avrebbero fatto gli uomini, aveva deciso di farsi uno di noi, mediante l’Incarnazione del Verbo, seconda Persona della Trinità. Perciò, rivolgendosi a Satana che sotto l’aspetto di un serpente aveva tentato Adamo ed Eva, lo minacciò: Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe (Gn 3, 15). È il primo annuncio della Redenzione, nel quale già s’intravede la figura di una Donna, discendente di Eva, che sarà la Madre del Redentore e, con Lui e sotto di Lui, schiaccerà la testa del serpente infernale. Una luce di speranza si accende sul genere umano nell’istante stesso in cui peccavamo.
Cominciavano così a compiersi le parole ispirate – scritte molti secoli prima che la Madonna venisse al mondo – che la liturgia mette sulla bocca di Maria di Nazaret. Il Signore mi ha creato all’inizio della sua attività, prima di ogni sua opera… Dall’eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata; quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io sono stata generata. Quando ancora non avevo fatto la terra e i campi, né le prime zolle del mondo (Pro 8, 22-26).
La Redenzione del mondo era avviata fin dal primo momento. Poi, a poco a poco, ispirati dallo Spirito Santo, i profeti cominciarono a svelare le fattezze di questa figlia di Adamo, che Dio – in previsione dei meriti di Cristo, Redentore universale del genere umano – preserverà dal peccato originale e da tutti i peccati personali, e colmerà di grazia, per fare di Lei la degna Madre del Verbo Incarnato. Ella è la vergine [che] concepirà e partorirà un Figlio, che chiamerà Emmanuele (Is 7, 14); è preannunciata in Giuditta, l’eroina del popolo ebreo che ottenne la vittoria contro un nemico fortissimo, fino al punto che a lei, più che a ogni altra, sono rivolte quelle lodi: Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d’Israele, tu splendido onore della nostra gente… Sii sempre benedetta dall’onnipotente Signore (Gdt 15, 9-10).
Estasiati davanti alla bellezza di Maria, da sempre i cristiani le hanno rivolto lodi copiose e ricche di immagini, che la Chiesa raccoglie nella liturgia: orto recintato, giglio tra le spine, sorgente sigillata, porta del cielo, torre vittoriosa contro il serpente infernale, paradiso di delizie piantate da Dio, stella amica dei naufraghi, Madre purissima…
L’Immacolata Concezione di Maria è una realtà che è stata ben delineata in testi del Magistero, di Padri della Chiesa, di santi, di poeti. Ve ne offriamo una selezione.
+ + + La voce del Magistero + + +
«Dio ineffabile fin da principio e prima dei secoli scelse e preordinò al suo Figlio una Madre, nella quale si sarebbe incarnato e dalla quale poi, nella felice pienezza dei tempi, sarebbe nato; e, a preferenza di ogni altra creatura, la fece segno a tanto amore da compiacersi in lei sola con una singolarissima benevolenza. Per questo mirabilmente la ricolmò, più di tutti gli angeli e di tutti i santi, dell’abbondanza di tutti i doni celesti, presi dal tesoro della sua divinità. Così Ella, sempre assolutamente libera da ogni macchia di peccato, tutta bella e perfetta, possiede una tale pienezza di innocenza e di santità, di cui, dopo Dio, non se ne può concepire una maggiore, e di cui, all’infuori di Dio, nessuna mente può riuscire a comprendere la profondità».
«Certo era del tutto conveniente che una Madre così venerabile risplendesse sempre adorna dei fulgori della santità più perfetta, e, immune interamente dalla macchia del peccato originale, riportasse il più completo trionfo sull’antico serpente; poiché a essa Dio Padre aveva disposto di dare l’unigenito suo Figlio – generato dal suo seno, uguale a Se stesso e amato come Se stesso – in modo tale che Egli fosse, per natura, Figlio unico e comune di Dio Padre e della Vergine; poiché lo stesso Figlio aveva stabilito di renderla sua Madre in modo sostanziale; poiché lo Spirito Santo aveva voluto e fatto sì che da lei fosse concepito e nascesse Colui, dal quale Egli stesso procede».
«I Padri e gli scrittori ecclesiastici, considerando che la Santissima Vergine fu chiamata piena di grazia dall’angelo Gabriele – per mandato e in nome di Dio stesso -, quando le annunciò l’altissima dignità di Madre di Dio, indicarono che, con un saluto tanto solenne e singolare, mai udito, si manifestava che la Madre di Dio era la sede di tutte le grazie divine, e che era adornata di tutti i carismi dello Spirito Santo».
«A questo è dovuto il loro sentire, non meno chiaro che unanime, secondo il quale la gloriosissima Vergine, nella quale grandi cose ha fatto l’Onnipotente ( Lc 1, 49), splendette con tale abbondanza di doni celesti, con tale pienezza di grazia e con tale innocenza, che risultò come un ineffabile miracolo di Dio; e ancor più, come il miracolo culmine di tutti i miracoli e degna Madre di Dio; e avvicinandosi a Dio stesso il più possibile, per quanto glielo permetta la condizione di creatura, fu superiore ad ogni lode, tanto di uomini come di angeli».
«Per questa ragione, a onore della santa e indivisibile Trinità, a decoro e ornamento della Vergine Madre di Dio, a esaltazione della fede cattolica e a incremento della religione cristiana, con l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Beati Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, pronunziamo e definiamo: la dottrina che sostiene che la Beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale, è stata rivelata da Dio e perciò si deve credere fermamente e inviolabilmente da tutti i fedeli».
Beato Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus, 8-XII-1854, che definisce come dogma di fede l’Immacolata Concezione.
+ + + La voce dei Padri della Chiesa + + +
«Esulti oggi tutta la creazione e frema di gioia la natura. Si rallegri il cielo lassù in alto e le nubi spargano la giustizia. Distillino i monti la dolcezza del miele e giubilo le colline, perché il Signore ha avuto misericordia del suo popolo e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide suo servo, vale a dire, nella immacolatissima e purissima Vergine, mediante la quale arriva la salvezza e l’attesa dei popoli.
«Le anime buone e grate intonino un cantico di gioia; la natura convochi tutte le creature per annunciare loro la buona novella del loro rinnovamento e l’inizio della loro riforma […]. Facciano salti di gioia le madri, perché colei che non aveva discendenza [Sant’Anna] ha generato una Madre vergine e immacolata. Si rallegrino le vergini, perché un terreno non seminato dall’uomo porterà come frutto Colui che procede dal Padre senza separazione, secondo una modalità più ammirevole di quanto possa dirsi. Applaudano le donne, perché se in altri tempi una donna fu occasione imprudente di peccato, ancora una donna oggi ci porta le primizie della salvezza; e quella che prima fu rea, si manifesta ora approvata dal giudizio divino: Madre che non conosce uomo, eletta dal suo Creatore, restauratrice del genere umano».
«Tutte le cose create cantino e danzino allegramente, e contribuiscano adeguatamente a questa giornata di gioia. Sia oggi una e comune la celebrazione del cielo e della terra, e quanto c’è in questo mondo e nell’altro facciano festa di comune accordo. Infatti, oggi è stato creato ed eretto il purissimo santuario del Creatore di tutte le cose, e la creatura ha preparato al suo Autore un alloggio nuovo e appropriato».
«Oggi la natura, anticamente estromessa dal paradiso, riceve la divinità e corre con passo gioioso verso la cima più alta della gloria. Oggi Adamo offre Maria a Dio a nome nostro, come le primizie della nostra natura; e queste primizie, che non sono state unite col resto della massa, sono trasformate in pane per la riparazione del genere umano».
«Oggi l’umanità, in tutto lo splendore della sua nobiltà immacolata, riceve il dono della sua prima formazione dalle mani divine e ritrova la sua antica bellezza. Le vergogne del peccato avevano oscurato lo splendore e gl’incanti della natura umana; ma nasce la Madre del Bello per eccellenza, la natura stessa riacquista in Lei i suoi antichi privilegi ed è modellata seguendo un modello perfetto e veramente degno di Dio. Questa formazione è una perfetta restaurazione; questa restaurazione, una divinizzazione; e questa, una parificazione allo stato primitivo».
«Oggi è sfavillata la porpora divina e la miserabile natura umana si è rivestita della dignità regale. Oggi, secondo la profezia, è fiorito lo scettro di Davide, il ramo sempre verde di Aronne, che per noi ha prodotto Cristo, il ramo della forza. Oggi da Giuda e da Davide è uscita una giovane vergine, portando il sigillo del regno e del sacerdozio di Colui che, secondo l’ordine di Melchisedek, ricevette il sacerdozio di Aronne. Oggi la grazia, purificando l’efod mistico del divino sacerdozio, ha tessuto – alla maniera di simbolo – la veste del seme levitico e Dio ha impregnato di porpora reale il sangue di Davide».
«In altre parole, oggi comincia la riforma della nostra natura: il mondo invecchiato, sottoposto ora a una trasformazione totalmente divina, riceve le primizie di una seconda creazione».
Sant’Andrea di Creta, Omelia 1 per la Natività della Santissima Madre di Dio.
+ + + La voce dei Santi + + +
«Stiamo contemplando un mistero d’amore. La ragione umana non riesce a comprendere. Solo la fede può spiegare come una creatura umana sia stata elevata a una dignità così grande da essere il centro d’amore su cui convergono le compiacenze della Trinità divina. Ma, trattandosi di nostra Madre, ci sentiamo capaci, per così dire, di capire di più di quanto non ci sia concesso in altre verità di fede».
«I teologi, perché si potesse comprendere in qualche modo il senso di tutta l’abbondanza di grazie di cui Maria è rivestita e che culmina nell’Assunzione in Cielo, si sono espressi sovente con ragionamenti simili. Essi dicono: Era conveniente, Dio poteva farlo, quindi lo fece. È la spiegazione più chiara del perché il Signore concesse a sua Madre, fin dal primo istante della sua concezione immacolata, tutti i privilegi. Fu immune dal potere di Satana ed è tutta bella – tota pulchra! -, senza macchia e purissima nell’anima e nel corpo».
San Josemaría, È Gesù che passa, n. 171.
«Come piace agli uomini sentirsi ricordare la loro parentela con personaggi della letteratura, della politica, delle armi, della Chiesa…! – Canta davanti alla Vergine Immacolata e ricordale: ave Maria, Figlia di Dio Padre: ave Maria, Madre di Dio Figlio: ave Maria, Sposa di Dio Spirito Santo… Più di te, soltanto Dio!».
San Josemaría, Cammino, n. 496.
«Qualcuno di voi forse può pensare che il lavoro quotidiano, l’andirivieni della nostra vita, non si prestano molto per mantenere il cuore in una creatura purissima come la Madonna. Vi prego di riflettere. Che cosa ricerchiamo, anche senza prestarvi particolare attenzione, in tutto ciò che facciamo? Quando siamo mossi dall’amore di Dio e lavoriamo con rettitudine d’intenzione, cerchiamo ciò che è buono, ciò che è puro, ciò che porta la pace alla coscienza e la felicità all’anima. Commettiamo anche degli sbagli? È vero; ma proprio il riconoscimento dei nostri errori ci fa scoprire con ulteriore chiarezza che la nostra meta è questa: una felicità non passeggera, ma profonda, serena, umana e soprannaturale».
«Esiste una creatura che su questa terra ha ottenuto questa felicità, perché essa è il capolavoro di Dio: la nostra santissima Madre, Maria. Maria è viva e ci protegge; è accanto al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, in corpo e anima. È la stessa creatura nata in Palestina, che si diede al Signore fin da bambina, che ricevette l’annuncio dell’arcangelo Gabriele, che diede alla luce il nostro Salvatore, che rimase con lui ai piedi della Croce».
«In Lei tutti gli ideali diventano realtà, ma non dobbiamo concludere che la sua sublime grandezza la renda inaccessibile e distante. Maria è la piena di grazia, la somma di tutte le perfezioni: ed è madre. Con il suo potere davanti a Dio, ci otterrà ciò che le chiediamo; essendo Madre, vuole esaudirci. E, sempre come Madre, ascolta e comprende le nostre debolezze, incoraggia, giustifica, facilita il cammino, ha sempre pronto un rimedio, anche quando sembra che non ci sia più niente da fare».
San Josemaría, Amici di Dio, n. 292.
● Vita di Maria (II): La Nascita della Madonna ●
La Nascita della Vergine Maria è il secondo tema della serie dei testi sulla vita della Madre di Dio, iniziata in occasione dell’Anno Mariano che si sta vivendo nell’Opus Dei.
Molti secoli erano passati da quando Dio, nei primi tempi del Paradiso, aveva promesso ai nostri progenitori l’arrivo del Messia. Centinaia di anni, durante i quali la speranza del popolo di Israele, depositario della promessa divina, era concentrata su una vergine della stirpe di Davide, che concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele (Is 7, 14), che significa Dio con noi. Generazione dopo generazione, i pii israeliti aspettavano la nascita della Madre del Messia, colei che deve partorire, come spiegava Michea tenendo conto della profezia di Isaia (cfr. Mic 5, 2).
Al ritorno dall’esilio di Babilonia, l’aspettativa messianica si era fatta più intensa in Israele. Un’ondata emotiva attraversava quelle terre negli anni immediatamente precedenti all’era cristiana. Molte antiche profezie sembravano puntare verso questa direzione: uomini e donne aspettavano con ansia l’arrivo del Desiderato dalle nazioni. A uno di essi, l’anziano Simeone, lo Spirito Santo aveva rivelato che non sarebbe morto prima che i suoi occhi avessero veduto la realizzazione della promessa (cfr. Lc 2, 26). Anna, una vedova avanti negli anni, supplicava condigiuni e preghiere la redenzione di Israele. Entrambi godettero dell’immenso privilegio di vedere e di prendere fra le braccia Gesù bambino (cfr. Lc 2, 25-38).
Anche nel mondo pagano – come affermano alcuni racconti dell’antica Roma – non mancavano i segnali che qualcosa di molto grande stava per accadere. La stessa pax romana, la pace universale proclamata dall’imperatore Ottaviano Augusto pochi anni prima della nascita di Nostro Signore, era un presagio che l’autentico Principe della pace stava per venire sulla terra. I tempi erano maturi per ricevere il Salvatore.
Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli (Gal 4, 4-5). Dio mette ogni cura nello scegliere colei che è sua Figlia, Sposa e Madre. E la Vergine Santa, la nobilissima Madonna, la creatura più amata da Dio, concepita senza peccato originale, venne sulla nostra terra. Nacque circondata da un profondo silenzio. Si dice in autunno, quando i campi riposano. Nessuno dei suoi contemporanei si rese conto di quello che stava accadendo. Solo gli angeli del cielo fecero festa.
Delle due genealogie di Cristo che compaiono nei vangeli, quella che riporta san Luca è molto probabilmente la genealogia di Maria. Sappiamo che era di stirpe illustre, discendente di Davide, come aveva indicato il profeta parlando del Messia – un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici (Is 11, 1) – e come conferma san Paolo quando scrive ai Romani intorno a Gesù, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne (Rm 1, 3).
Uno scritto apocrifo del II secolo, conosciuto con il nome di Protovangelo di san Giacomo, ci ha trasmesso i nomi dei suoi genitori – Gioacchino e Anna -, che la Chiesa ha iscritto nel calendario liturgico. Diverse tradizioni collocano il luogo della nascita di Maria in Galilea o, con maggiore probabilità, nella città santa di Gerusalemme, dove sono state trovate le rovine di una basilica bizantina del V secolo, edificata sulla cosiddetta casa di Sant’Anna, molto vicina alla piscina probatica. A ragion veduta, la liturgia mette sulle labbra di Maria una frase dell’Antico Testamento: mi sono stabilita in Sion. Nella città amata mi ha fatto abitare; in Gerusalemme è il mio potere (Sir 24, 15).
Sino alla nascita di Maria la terra era rimasta al buio, avvolta nelle tenebre del peccato. Con la sua nascita è sorta nel mondo l’aurora della salvezza, come un presagio dell’avvicinarsi del giorno. Lo riconosce la Chiesa nella festa della Natività della Beata Vergine Maria: Con la tua nascita, Vergine Madre di Dio, hai annunciato la gioia a tutti: da te è nato il Sole di giustizia, Cristo nostro Dio (Ufficio delle Lodi).
Ma il mondo, allora, non lo seppe. La terra dormiva.
La Nascita della Vergine Maria in una selezione di testi del Magistero, di Padri della Chiesa, di santi, di poeti.
+ + + La voce del Magistero + + +
«I libri dell’Antico e del Nuovo Testamento e la venerata Tradizione mostrano in modo sempre più chiaro la funzione della Madre del Salvatore nella economia della salvezza, e per così dire la propongono alla nostra considerazione. I libri dell’Antico Testamento descrivono la storia della Salvezza, nella quale lentamente viene preparandosi la venuta di Cristo nel mondo.
E questi primitivi documenti, come sono letti nella Chiesa e sono capiti alla luce dell’ulteriore e piena rivelazione, passo passo mettono sempre più chiaramente in luce la figura della donna, Madre del Redentore. Sotto questa luce Ella viene già profeticamente adombrata nella promessa, fatta ai progenitori caduti nel peccato, circa la vittoria sul serpente (cfr. Gn 3, 15).
Parimenti, Ella è la Vergine che concepirà e partorirà un Figlio, il cui nome sarà Emanuele (cfr. Is 7, 14; Mic 5, 2-3; Mt 1, 22-23). Ella primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da Lui la salvezza. E infine con Lei, la eccelsa Figlia di Sion, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura la nuova economia, quando il Figlio di Dio assunse da lei la natura umana, per liberare con i misteri della sua carne l’uomo dal peccato».
Concilio Vaticano II – Cost. dogm. Lumen gentium, n. 55.
«Guardate Maria, bella come la luna, pulchra ut luna. È un modo questo per esprimere la eccelsa bellezza di Lei. Come deve essere bella la Vergine! Quante volte siamo stati colpiti dalla bellezza di un volto angelico, dall’incanto di un sorriso di bambino, dal fascino di uno sguardo puro! E certamente nel volto della propria Madre Iddio ha raccolto tutti gli splendori della sua arte divina. Lo sguardo di Maria! il sorriso di Maria! la dolcezza di Maria! la maestà di Maria, Regina del cielo e della terra! Come splende la luna nel cielo oscuro, così la bellezza di Maria si distingue da tutte le bellezze, che paiono ombre accanto a Lei. Maria è la più bella di tutte le creature. […] Su quel volto non si rivela soltanto la bellezza naturale. Nell’anima di Lei Iddio ha riversato la pienezza delle sue ricchezze con un miracolo della sua onnipotenza, e allora Egli ha fatto passare nello sguardo di Maria qualche cosa della sua dignità sovrumana e divina. Un raggio della bellezza di Dio splende negli occhi della sua Madre […].
Ma la Chiesa non paragona Maria soltanto alla luna; servendosi ancora della Sacra Scrittura (cfr. Ct 6, 10), passa ad un’immagine più forte ed esclama: Tu sei, o Maria, electa ut sol, eletta come il sole. La luce del sole ha una differenza grande da quella della luna: è luce che scalda e che vivifica. Splende la luna sui grandi ghiacciai del polo, ma il ghiaccio rimane compatto e infecondo, così come rimangono le tenebre e perdura il gelo nelle notti lunari dell’inverno. La luce della luna non porta il calore, non porta la vita. Fonte di luce, di calore e di vita è il sole. Ora Maria, che ha la bellezza della luna, splende anche come un sole e irraggia un calore vivificante. Parlando di Lei, parlando a Lei, non dimentichiamo che è vera Madre nostra, perché attraverso di Lei abbiamo ricevuto la vita divina. Ella ci ha dato Gesù e con Gesù la sorgente stessa della grazia. Maria è mediatrice e distributrice di grazie.
Electa ut sol. Sotto la luce e il calore del sole fioriscono sulla terra e danno frutto le piante; sotto l’influsso dell’aiuto di questo sole che è Maria fruttificano i buoni pensieri nelle anime. Forse, già in questo momento voi siete ripieni dell’incanto che promana dalla Vergine Immacolata, Madre della divina grazia, Mediatrice di grazie, perché Regina del mondo […].
Riandate, diletti figli e figlie, alla storia della vostra vita: non vedete un tessuto di grazie di Dio? Voi potete pensare allora: in quelle grazie è entrata Maria. I fiori sono spuntati, i frutti sono maturi nella mia vita, grazie al calore di questa Donna eletta come il sole».
Pio XII (secolo XX) – Radiomessaggio all’apertura dell’Anno Mariano, 8-XII-1953
+ + + La voce dei Padri della Chiesa + + +
«Si chiamava Gioacchino; era della casa di Davide, re e profeta; sua moglie si chiamava Anna. Rimase senza figli sino alla vecchiaia, perché sua moglie era sterile. Eppure, proprio a lei era riservato l’onore al quale, secondo la legge di Mosè, aspiravano tutte le donne che danno alla luce, un onore che non era stato concesso a nessuna donna privata di figli.
Gioacchino e Anna, infatti, erano degni di onore e di venerazione, tanto nelle parole come nelle opere; erano conosciuti come appartenenti alla stirpe di Giuda e di Davide, discendenza di re. Quando le case di Giuda e di Levi si unirono, il ramo reale e quello sacerdotale finirono per mescolarsi. Così sta scritto tanto riguardo a Gioacchino quanto riguardo a Giuseppe, con il quale si sposò la Vergine santa. Di quest’ultimo si afferma esplicitamente che era della casa e della tribù di Davide (cfr. Mt 1, 16; Lc 1, 5); però lo erano entrambi: l’uno secondo la discendenza naturale di Davide, l’altro in virtù della legge secondo la quale lo erano i leviti.
Anche la beata Anna era di un ramo eletto della medesima casa. Questo significava a priori che il re che sarebbe nato da sua figlia sarebbe stato sommo sacerdote, in quanto Dio e in quanto uomo. Tuttavia, la mancanza di figli causava un gran dolore ai venerabili e stimati genitori della Madonna, a causa della legge di Mosè e anche delle frecciate che ricevevano da alcuni uomini stolti. Desideravano la nascita di un discendente che cancellasse l’ignominia davanti ai loro occhi e davanti al mondo intero, elevandoli così a una gloria superiore.
Allora la beata Anna, come quell’altra Anna madre di Samuele (cfr. 1 Sam 1, 11), andò al tempio e supplicò il Creatore dell’universo che le concedesse un frutto delle sue viscere, che poi gli avrebbe consacrato per averlo ricevuto come dono. Neppure il beato Gioacchino restava inattivo, ma chiedeva a Dio che lo liberasse dalla mancanza di figli.
Il Re benigno, l’Autore generoso di tutti i doni, ascoltò la preghiera del giusto e inviò un annuncio ai due coniugi. Prima di tutto mandò un messaggio a Gioacchino mentre stava pregando nel tempio. Gli fece udire una voce del cielo che gli diceva: “Avrai una figlia che sarà gloria, non solo per te, ma per il mondo intero”. Questo stesso annuncio fu fatto alla beata Anna, la quale non cessava di pregare Dio con ardenti lacrime. Anche a lei fu inviato il messaggio da parte di Dio, nel giardino dove offriva sacrifici con petizioni e preghiere al Signore. L’angelo di Dio venne ad essa e le disse: “Dio ha ascoltato la tua preghiera; darai alla luce l’annunciatrice della gioia e la chiamerai Maria, perché da Lei nascerà la salvezza del mondo intero”.
Dopo il messaggio avvenne il concepimento e dalla sterile Anna nacque Maria, Colei che illumina tutti: così, infatti, si traduce il nome di Maria: “colei che illumina”. Allora i venerabili genitori della felice e santa bambina furono colmi di una grande gioia. Gioacchino organizzò un banchetto e invitò tutti i vicini, sapienti e ignoranti, e tutti diedero gloria a Dio che aveva operato per loro un grande prodigio.
In tal modo, l’angoscia di Anna si mutò in una gloria più sublime, la gloria di essere diventata la porta della porta di Dio, porta della sua vita e inizio della sua gloriosa condotta».
Vita di Maria attribuita a San Massimo il Confessore (VII secolo). I fatti esposti si ispirano a scritti apocrifi, soprattutto al “Protovangelo di san Giacomo”, che rimonta al II secolo.
+ + + La voce dei Santi + + +
«Carissimi, un grandissimo danno ci è stato causato da un uomo e da una donna; ma, grazie a Dio, ugualmente attraverso un uomo e una donna si è ristabilita ogni cosa. E non senza un grande aumento di grazie. Infatti, il dono non è paragonabile al misfatto, perché la grandezza del beneficio supera di gran lunga la stima del danno.
Così il prudentissimo e clementissimo Artefice non distrusse ciò che s’era infranto, ma lo rifece più utile in tutti i casi, e cioè, formando dal vecchio un nuovo Adamo e trasfondendo Eva in Maria.
Sicuramente poteva bastare Cristo, poiché tutta la nostra sufficienza ci viene da Lui; però non era bene per noi che l’uomo fosse solo (cfr. Gn 2, 18). Molto più conveniente era che fossero presenti alla nostra riparazione l’uno e l’altro sesso, non essendo mancati alla nostra corruzione né l’uno né l’altro. Fedele e potente Mediatore di Dio e degli uomini è l’uomo Cristo Gesù, ma gli uomini riconoscono in Lui una divina maestà. Sembra che l’umanità sia assorbita nella divinità, non perché si sia mutata la sostanza, ma perché i suoi affetti sono divinizzati. Non si canta di Lui solo la misericordia, ma si canta ugualmente la giustizia, perché, pur avendo appreso la compassione dalle cose che patì, ed essendo divenuto misericordioso (cfr. Eb 5, 8), proprio per questo ha, allo stesso tempo, la potestà di giudice. Infine, Dio nostro è un fuoco che consuma. Se il peccatore teme molto di avvicinarsi a Lui, non è forse dovuto al fatto che, come la cera si scioglie in presenza del fuoco, allo stesso modo potrebbe perire lui alla presenza di Dio?
Così, dunque, non sembrerà inutile la presenza della donna benedetta fra tutte le donne, perché si vede chiaramente il ruolo che Essa svolge nell’opera della nostra riconciliazione; infatti abbiamo bisogno di un mediatore accanto a questo Mediatore e nessuno come Maria può svolgere questo ufficio in modo più fruttuoso. Una mediatrice troppo crudele fu Eva, attraverso la quale il serpente antico infuse nell’uomo il pestifero veleno; fedele, invece, è Maria, che propinò l’antidoto della salvezza agli uomini e alle donne. Quella fu strumento della seduzione, questa della propiziazione; quella suggerì la prevaricazione, questa introdusse la redenzione. Che cosa trattiene la fragilità umana dall’arrivare a Maria? Nulla c’è in Essa di austero, nulla di terribile; tutto è dolce, a tutti vengono offerti latte e lana.
Studia con cura tutta la serie della storia evangelica, e se trovi in Maria un pizzico di durezza o di burbero rimprovero, o qualche segno di indignazione, sia pure lieve, ritienila d’ora in poi sospetta e diffida dall’avvicinarti a Lei. Ma se invece (come succede nella realtà) scopri che tutto ciò che appartiene a Lei è colmo di pietà e di misericordia, di mansuetudine e di grazia, sii grato a quel Signore che, con la sua misericordia straordinariamente benevola ti ha dotato di una mediatrice tale che niente può esserci nella Vergine che infonda timore. Ella si è fatta tutta a tutti; si è fatta debitrice di sapienti e di ignoranti, con una meravigliosa carità. A tutti apre il seno della misericordia, affinché tutti ricevano la sua pienezza: redenzione al prigioniero, guarigione al malato, consolazione all’afflitto, al peccatore il perdono, al giusto la grazia, all’angelo la gioia e, infine, la gloria a tutta la Trinità; e la stessa Persona del Figlio riceve da Lei la sostanza della carne umana, affinché non vi sia chi si sottragga al suo calore».
San Bernardo (XII secolo) – Sermone della Domenica nell’ottava dell’Assunzione, 1-2.
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La nascita di Miryām
Bianco e azzurro è l’abito per Miryām
E Hannāh canta alle prime luci dell’alba.
Canta le profezie sulla figlia di Sion, Della Madre dell’Emanuele.
La perla Del Creato sorride ai vecchi genitori
E fissa la luce che prepara Lentamente all’angelo Gabrī ‘el. Miryām ascolta la voce di Hannāh,
Il canto gioioso per ringraziare il Signore Il Padre che nello Spirito Santo
Le manderà un Figlio, concepito Senza peccato. Miryām succhia il latte Di Hannāh, respira già la Gloria
Del Creato. E Hannāh e Iehộyāqîm, Mentre Miryām dorme, pregano
Il più grande miracolo del Padre, miracolo Che annuncia una Croce e sette spade.
Da Elio Fiore, Miryām di Nazareth, 1992