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La Vita di Maria: Risurrezione, ascensione del Signore e la discesa dello Spirito Santo

Autore: José Antonio Loarte

● Vita di Maria (XVII): Risurrezione e Ascensione del Signore ●

(Parte IX: capitoli XVII e XVIII)

I Vangeli non includono la Madonna nel gruppo di donne che la domenica si è recata a lavare il corpo del Signore. La sua assenza apre alla speranza nella vittoria di Cristo.
All’alba del terzo giorno, passato il sabato, Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Salome si misero in cammino verso il sepolcro di Gesù. L’amore le spingeva a prestare al corpo morto del Signore gli ultimi servigi, che non avevano potuto compiere nel pomeriggio del venerdì. Mentre camminavano si domandavano l’un l’altra: Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro? (Mc 16, 3). Era, infatti, simile a una ruota di mulino, e parecchi uomini lo avevano collocato per chiudere la sepoltura.

Fa riflettere il particolare che i vangeli non menzionano la Vergine Santissima. Dopo aver registrato la sua presenza ai piedi della Croce, la figura della Madonna riappare solo dopo l’Ascensione, quando san Luca, all’inizio del libro degli Atti degli Apostoli, scrive che Maria si trovava nel Cenacolo di Gerusalemme, con gli Apostoli, le altre donne che avevano seguito il Signore dalla Galilea e diversi suoi familiari (cfr. At 1, 12-14).
Questo silenzio è molto eloquente. Maria, al contrario di tutti gli altri, credeva fermamente nella parola di suo Figlio, che aveva predetto che sarebbe risuscitato dai morti il terzo giorno. Per questo, fin dalla più remota antichità, i cristiani hanno pensato che abbia passato in veglia la notte fra il sabato e la domenica, in attesa del momento in cui Gesù avrebbe adempiuto la sua promessa. Possiamo pensare che, con l’aiuto di Giovanni – che non si separava da Lei da quando l’aveva ricevuta come madre ai piedi della Croce -, abbia dedicato le ore precedenti a riunire i discepoli del Maestro, cercando di fortificarli nella fede e nella speranza, soprattutto quelli che erano stati codardi nei momenti dolorosi.

Mentre spuntava l’alba del nuovo giorno – che ben presto si sarebbe chiamato dies dominica, giorno del Signore –, la Vergine si impegnava sempre più nell’orazione. La fede e la speranza della Chiesa nascente era concentrata su di Lei. Ed è opinione diffusa che la prima apparizione del Signore risuscitato sia stata a sua Madre: non affinché credesse, ma come premio della sua fedeltà e a consolazione del suo dolore. Dopo, con il passare delle ore, la notizia si diffuse di bocca in bocca: prima fra i discepoli, ai quali lo comunicarono le donne che erano andate al sepolcro, e poi in una cerchia sempre più ampia di persone.
Tuttavia, a Gerusalemme gli animi erano ancora esagitati; la crocifissione di Cristo non aveva placato l’odio dei principi dei sacerdoti e degli anziani. Sugli Apostoli gravava un serio pericolo: essere accusati di sottrazione e occultamento di cadavere. Forse per questa ragione, gli angeli ricordarono alle donne – perché lo comunicassero ai discepoli – ciò che Gesù stesso aveva detto loro prima della passione: che se ne andassero in Galilea (cfr. Lc 24,8).

Quella prima domenica fu caratterizzata dal va e vieni dal sepolcro vuoto. Si concluse nel Cenacolo con l’apparizione di Gesù agli Apostoli, alla quale farà seguito un’altra apparizione nel medesimo luogo una settimana dopo (cfr. Gv 20, 19 ss). Poi, probabilmente, gli apostoli intrapresero il viaggio verso la Galilea, assieme a Maria, lungo i sentieri percorsi altre volte in lieta compagnia con Gesù.
In attesa delle manifestazioni del Maestro, gli Apostoli ritornarono al loro lavoro di pescatori (cfr. Gv 21, 1 ss), mentre la Madonna, sicuramente rientrata nella casa di Cafarnao dove era vissuta prima, continuava a fortificare tutti nella fede e nell’amore.

A poco a poco gli animi ostili si placarono, gli Apostoli e i discepoli videro fortificata la loro fede nella risurrezione: da ogni incontro con il Signore – i vangeli ce ne raccontano soltanto qualcuno – uscivano infervorati, pieni di gioia, ottimisti sul futuro. Fino a quando, in un momento determinato, Gesù diede appuntamento ai più intimi a Gerusalemme per dar loro gli ultimi insegnamenti e alcune raccomandazioni, perché la partenza definitiva si avvicinava.

Ciò accadde un pomeriggio, dopo aver consumato insieme un ultimo pasto. Sulla cima o su un pendio del Monte degli Ulivi, con Gerusalemme ai loro piedi, ebbero l’ultimo incontro familiare con il Maestro. Forse sentivano i loro cuori stringersi un poco, pensando che non lo avrebbero visto mai più. Però il Signore stesso, allontanandosi, li aveva rassicurati dicendo che sarebbe stato con loro in un modo nuovo (cfr. Mt 28, 20).
Ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre (At 1, 4), e poi ascese ai Cieli per prendere parte alla potestà di Dio nella sua Umanità Santissima. San Luca racconta la scena nei dettagli: Li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia (Lc 24, 50-52). Avevano con loro la Madre di Gesù, che era anche Madre di ciascuno di loro. E, stretti intorno a Lei, aspettarono l’arrivo dello Spirito Santo promesso.

La allegria della Madonna di fronte alla risurrezione di suo Figlio e il momento di intimità e gioia che dovettero condividere sono stati cantati da santi e contemplati da Padri della Chiesa e dal Magistero.

+ + + La voce del Magistero + + +

«I Vangeli riportano diverse apparizioni del Risorto, ma non l’incontro di Gesù con sua Madre. Questo silenzio non deve portare a concludere che dopo la Risurrezione Cristo non sia apparso a Maria; ci invita invece a ricercare i motivi di una tale scelta da parte degli evangelisti.

Ipotizzando una “omissione”, essa potrebbe essere attribuita al fatto che quanto è necessario per la nostra conoscenza salvifica è affidato alla parola di “testimoni prescelti da Dio” (At 10, 41), cioè agli Apostoli, i quali “con grande forza” (At 4, 33) hanno reso testimonianza della risurrezione del Signore Gesù. Prima che a loro, il Risorto è apparso ad alcune donne fedeli a motivo della loro funzione ecclesiale: “Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno” (Mt 28, 10). Se gli autori del Nuovo Testamento non parlano dell’incontro della Madre con il Figlio risorto, ciò è, forse, attribuibile al fatto che una simile testimonianza avrebbe potuto essere considerata, da parte di coloro che negavano la risurrezione del Signore, troppo interessata, e quindi non degna di fede.
I Vangeli, inoltre, riferiscono un piccolo numero di apparizioni di Gesù risorto, e non certo il resoconto completo di quanto accadde nei quaranta giorni dopo la Pasqua. San Paolo ricorda un’apparizione “a più di cinquecento fratelli in una sola volta” (1 Cor 15, 6). Come giustificare che un fatto noto a molti non sia riferito dagli Evangelisti, nonostante la sua eccezionalità? È segno evidente che altre apparizioni del Risorto, pur essendo nel novero dei fatti avvenuti e notori, non sono state riportate. La Vergine, presente nella prima comunità dei discepoli (cfr. At 1, 14), come potrebbe essere stata esclusa dal numero di coloro che hanno incontrato il suo divin Figlio risuscitato dai morti?

È anzi legittimo pensare che verosimilmente la Madre sia stata la prima persona a cui Gesù risorto è apparso. L’assenza di Maria dal gruppo delle donne che all’alba si reca al sepolcro (cfr. Mc 16, 1; Mt 28, 1), non potrebbe forse costituire un indizio del fatto che Ella aveva già incontrato Gesù? Questa deduzione troverebbe conferma anche nel dato che le prime testimoni della risurrezione, per volere di Gesù, sono state le donne, le quali erano rimaste fedeli ai piedi della Croce, e quindi più salde nella fede. A una di loro, Maria Maddalena, infatti, il Risorto affida il messaggio da trasmettere agli Apostoli (cfr. Gv 20, 17-18). Anche questo elemento consente forse di pensare a Gesù che si mostra prima a sua Madre, Colei che è rimasta la più fedele e nella prova ha conservato integra la fede.
Infine, il carattere unico e speciale della presenza della Vergine sul Calvario e la sua perfetta unione con il Figlio nella sofferenza della Croce, sembrano postulare una sua particolarissima partecipazione al mistero della risurrezione.

Un autore del secolo V, Sedulio, sostiene che Cristo si è mostrato nello splendore della vita risorta innanzitutto alla propria Madre. Infatti, Colei che nell’Annunciazione era stata la via del suo ingresso nel mondo era chiamata a diffondere la meravigliosa notizia della risurrezione, per farsi annunziatrice della sua gloriosa venuta. Inondata così dalla gloria del risorto, Ella anticipa lo “sfolgorio” della Chiesa (cfr. Sedulii, Carmen Paschale, 5, 357-364; CSEL 10, 140s).
Essendo immagine e modello della Chiesa, che attende il Risorto e che nel gruppo dei discepoli lo incontrò durante le apparizioni pasquali, sembra ragionevole pensare che Maria abbia avuto un contatto personale col Figlio risorto, per godere anche Lei della pienezza della gioia pasquale.

Presente sul Calvario durante il Venerdì Santo (cfr. Gv 19, 25) e nel Cenacolo a Pentecoste (cfr. At 1, 14), la Vergine Santissima è probabilmente stata testimone privilegiata anche della risurrezione di Cristo, completando in tal modo la sua partecipazione a tutti i momenti essenziali del Mistero pasquale. Accogliendo Gesù risorto, Maria è inoltre segno ed anticipazione dell’umanità, che spera nel raggiungimento della sua piena realizzazione mediante la risurrezione dai morti».
Giovanni Paolo II (XX secolo) – Catechesi mariana all’udienza generale, 21-V-1997

 

+ + + La voce dei Padri della Chiesa + + +

«Maria ricevette per prima l’annuncio della risurrezione e fu considerata degna di vedere per prima suo Figlio e Signore – visione divinamente bella, culmine di tutti i beni desiderabili – e di udire la sua dolce voce. Accolse per fede tutti i misteri della sua divina economia; e così come aveva creduto in quelli dell’incarnazione, ora credeva in quelli della risurrezione. E questo non soltanto perché era la Madre immacolata e santa, ma anche perché era rimasta con un affetto totale accanto a Lui nell’ora della passione, con Lui aveva sofferto piena d’amore, da Lui aveva ricevuto la forza d’animo per non morire con Lui. Per questo ora vive con Lui e con Lui è glorificata.
Ella diede la notizia ai discepoli, o meglio, alle donne che portavano gli aromi. Se poi nel racconto della risurrezione gli evangelisti non hanno ricordato nulla di questo, lo hanno fatto per motivi di convenienza. Hanno omesso la testimonianza della Madre perché tutti lo sapevano, o forse perché nessuno avesse il pretesto di non credere nella risurrezione per il semplice fatto che era stata vista e raccontata dalla Madre […].
La santa Madre di Dio, dunque, vide con i suoi occhi la risurrezione di suo Figlio Re e, colma di gioia, si recò nella casa del discepolo per aspettare il momento dell’ascensione di Cristo […]. Nel periodo di tempo trascorso tra la risurrezione e l’ascensione, il Signore apparve molte volte alla sua santissima Madre, quando lo riteneva opportuno; e più di una volta la consolava come a Lui piaceva. Invece ai discepoli non appariva continuamente, ma solo quando era necessario […].

Fece loro comprendere molti misteri, promise la venuta dello Spirito Santo e ordinò che rimanessero a Gerusalemme fino a quando non fossero rivestiti della forza dall’alto. “Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse” (Lc 24, 49-50). Con essi si trovava anche la santa Madre di Dio. Era conveniente che fosse presente: in modo che il suo cuore, che aveva sofferto più degli altri al momento della passione rimanendo inseparabilmente unito a Lui, contemplasse ora la sua ascensione gloriosa e fosse colmato di gioia».
San Massimo il Confessore (VI-VII secolo) – Vita di Maria, nn. 92-93 (attribuito).

+ + + La voce dei Santi e degli scrittori spirituali + + +

«È cosa comunemente ammessa che Gesù apparve dopo la risurrezione, prima di tutto e separatamente, a sua Madre; prima di tutto, perché Ella lo meritava in modo speciale per essere rimasta ai piedi della croce del martirio; separatamente, poiché questa apparizione aveva un motivo per essere molto diversa dall’apparizione alle altre donne e ai discepoli. I discepoli doveva indurli a riacquistare la fede; Maria, invece, doveva essere ricompensata per averla.
Fu una scena d’indicibile pace e intimità. Maria, Madre di Gesù, si trovava da sola in una stanza. Fuori, la gente si preparava a una nuova giornata di lavoro, dopo il riposo del sabato. Ella, la Madre di Gesù, non pensava che a una cosa: risusciterà! In Maria non c’era posto per quella sorpresa che eccitò i discepoli a tal punto che soltanto lentamente ritornarono in sé. Come prima aveva presentito le sofferenze e le aveva affrontate con piena coscienza, così ora era preparata alla risurrezione a motivo della propria fede.

Non sappiamo in che modo avvenne l’apparizione di Gesù a sua Madre. Alla Maddalena apparve in un aspetto tale che essa in un primo momento neppure lo riconobbe e lo prese per il custode del giardino dov’era il sepolcro di Gesù. Ai due discepoli di Emmaus si accostò come fosse un viandante. Agli apostoli riuniti nel cenacolo apparve a porte chiuse. Ai cinquecento discepoli di Galilea diede appuntamento in montagna, come accade fra amici per una chiacchierata.

A sua Madre si mostrò in modo tale che Ella sapesse, in ogni caso, che era in uno stato glorioso e che non avrebbe proseguito la vita comune sulla terra. I loro rapporti erano già cambiati prima, non foss’altro che per averla affidata a Giovanni, che aveva dichiarato figlio di Maria.
Franz M. Willam (XX secolo) – Vita di Maria, la Madre di Gesù, pp. 347-248.

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«A questo punto è il caso di considerare la gioia di tutte le apparizioni che vi furono in quella giornata tanto gloriosa, che sono: la gioia dei Padri nel limbo, che il Salvatore visitò per primi e liberò dalla prigionia; la gioia della Vergine Santissima la Madonna; la gioia di quelle sante donne che andavano al sepolcro per ungerlo; infine, la gioia dei discepoli che, sconsolati, erano rimasti senza il loro Maestro e che tanta consolazione ricevettero nel vederlo risuscitato […].
Chi potrà descrivere la gioia che la Vergine Santissima provò quel giorno vedendo il Figlio risuscitato? Infatti, se Ella è stata sicuramente colei che più di ogni altro ha sentito il dolore della sua Passione, è anche certo che Ella più di ogni altro fu pervasa dalla gioia per la sua risurrezione.
Che cosa avrà provato la Madonna benedetta quando vide davanti a sé il Figlio vivo e glorioso, in compagnia di tutti quei santi Padri che erano risuscitati? Quali saranno stati i suoi abbracci e i suoi baci? E le lacrime dei suoi occhi devoti? E il desiderio di andare dietro a Lui, se le fosse concesso?
Che dirò della gioia di quelle sante Marie, e specialmente di quella che continuava a piangere davanti al sepolcro, prostrata ai piedi del Signore che ha visto nel suo aspetto glorioso? Ricordati che dopo la Madre, ad essa apparve per primo, a quella che più amò, più perseverò, più pianse e più sollecitamente lo cercò; cosicché puoi ritenere per certo che troverai Dio se con quelle medesime lacrime e quella medesima diligenza lo cercherai».
Fray Luis de Granada (XV-XVI secolo) – Vita di Gesù Cristo, cap. 26.

● Vita di Maria (XVIII): La discesa dello Spirito Santo ●

“Erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui “. E così discese lo Spirito Santo, scena che si contempla in questo articolo sulla vita della Madonna.
Non appena Gesù Cristo ascese al Cielo, i testimoni di quel fatto meraviglioso ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città, salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelota e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui (At 1, 12-14).

Adempivano il mandato di Gesù, che aveva loro detto di aspettare nella Città Santa l’invio del Consolatore promesso. Furono dieci giorni di attesa, tutti attorno a Maria. Com’è umanamente logico quello che ci racconta la Sacra Scrittura! Avendo perduto la compagnia fisica del loro Maestro, i più intimi si riuniscono intorno alla Madre, che tanto avrebbe loro ricordato Gesù: nei lineamenti, nel timbro della voce, nello sguardo affettuoso e materno, nella delicatezza di cuore e, soprattutto, nella pace che emanava attorno a lei. Oltre agli Apostoli e alle sante donne, troviamo i parenti più vicini del Signore, quegli stessi che prima avevano dubitato di Lui e che ora, convertiti, si stringono intorno alla Vergine di Nazaret.
È facile immaginare la vita in quel Cenacolo, che doveva avere un’ampiezza tale da accogliere tante persone. I dati della tradizione non permettono di sapere con certezza di chi fosse quella casa, anche se due ipotesi sembrano le più attendibili: o si trattava della casa della madre di Marco, il futuro evangelista, alla quale si riferisce più avanti il testo sacro (cfr. At 12, 12), o poteva anche essere la casa che la famiglia di Giovanni l’evangelista aveva nella Città Santa. In ogni caso, la preghiera unanime dei discepoli con Maria produsse subito un primo risultato: la scelta di Mattia ad occupare il posto di Giuda Iscariota. Una volta completato il numero dei dodici Apostoli, continuarono a pregare in attesa dell’effusione dello Spirito Santo che Gesù aveva promesso.

Però non si limitavano a pregare: dovevano sbrigare molti altri compiti, anche se, in fondo, tutto quello che facevano era vera preghiera, perché il loro pensiero andava continuamente a Gesù e perché avevano con loro Maria. Possiamo immaginare le conversazioni – vere riunioni di famiglia – con la Madonna. Ora che avevano visto Cristo risuscitato e contemplato la sua ascensione in Cielo, volevano conoscere molti dettagli della vita – anche dell’infanzia – del loro Maestro. E lì c’era la Madre, che evocava quei ricordi sempre vivi nel suo cuore: l’annuncio di Gabriele negli anni ormai lontani di Nazaret, le nozze con Giuseppe – che molti di loro non avevano conosciuto –, la nascita a Betlemme, l’adorazione dei pastori e dei magi, la fuga in Egitto, la vita di lavoro nella bottega di Nazaret… Quanti temi offerti dalle parole di Maria all’orazione dei discepoli! Sotto quale nuova luce dovettero vedere tutte le vicende vissute accanto al Maestro nei tre anni in cui lo avevano accompagnato per le terre della Palestina! Accanto a Maria, la Vergine fedele, si accendeva in loro la fede, la speranza e l’amore: la migliore preparazione per ricevere il Paraclito.

Alla fine, compiuti i giorni di Pentecoste, venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo (At 2, 2-4).
Il fatto prodigioso toccò la moltitudine presente allora in Gerusalemme: Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia… (At 2, 9 ss). Pietro parlò alla moltitudine, infiammato dalla forza dello Spirito Santo. Successivamente gli Apostoli si disperderanno per la Galilea, la Samaria e i più lontani confini della terra, portando da ogni parte la buona novella del regno di Dio.

Maria ringraziava Dio per la conversione di quelle primizie della predicazione apostolica e per l’innumerevole moltitudine di fedeli che sarebbe venuta alla Chiesa nel corso dei secoli. Tutti avevano un posto nel suo cuore di madre, che Dio le aveva dato al momento dell’incarnazione del Verbo e che Gesù le aveva confermato dal legno della Croce nella persona del discepolo amato.

Nella scena della Pentecoste risplende con speciale vigore la Madonna. Così l’hanno immaginata autori di molti secoli fa, di cui presentiamo alcuni testi.

+ + + La voce del Magistero + + +

Nel clima di attesa, predominante nel Cenacolo dopo l’Ascensione, qual è la posizione di Maria in rapporto alla discesa dello Spirito Santo? Il Concilio sottolinea espressamente la sua presenza orante in vista dell’effusione del Paraclito: Ella implora “con le sue preghiere il dono dello Spirito”. Questa notazione risulta particolarmente significativa dal momento che nell’Annunciazione lo Spirito Santo era già sceso su di lei, ricoprendola della “sua ombra” e dando origine all’Incarnazione del Verbo. Avendo già fatto un’esperienza del tutto singolare circa l’efficacia di tale dono, la Vergine Santissima era nella condizione di poterlo apprezzare più di chiunque altro; all’intervento misterioso dello Spirito, infatti, Ella doveva la sua maternità, che faceva di lei la via d’ingresso del Salvatore nel mondo.

A differenza di coloro che erano presenti nel Cenacolo in trepida attesa, Ella, pienamente consapevole dell’importanza della promessa di suo Figlio ai discepoli (cfr. Gv 14, 16), aiutava la comunità a ben disporsi alla venuta del Paraclito. La sua singolare esperienza, quindi, mentre le faceva desiderare ardentemente la venuta dello Spirito, la impegnava anche a predisporre menti e cuori di coloro che le stavano accanto […].
Era opportuno che la prima effusione dello Spirito su di lei, avvenuta in vista della divina maternità, fosse rinnovata e rafforzata. Infatti, ai piedi della croce, Maria era stata investita di una nuova maternità, quella nei confronti dei discepoli di Gesù. Proprio questa missione esigeva un rinnovato dono dello Spirito. La Vergine lo desiderava, quindi, in vista della fecondità della sua maternità spirituale.

Mentre nell’ora dell’Incarnazione lo Spirito Santo era sceso su di lei, come persona chiamata a partecipare degnamente al grande mistero, ora tutto si compie in funzione della Chiesa, della quale Maria è chiamata ad essere tipo, modello e madre. Nella Chiesa e per la Chiesa Ella, memore della promessa di Gesù, attende la Pentecoste ed implora per tutti una molteplicità di doni, secondo la personalità e la missione di ciascuno.
Nella comunità cristiana la preghiera di Maria riveste un peculiare significato: favorisce l’avvento dello Spirito, sollecitandone l’azione nel cuore dei discepoli e nel mondo. Come nell’Incarnazione lo Spirito aveva formato nel suo grembo verginale il corpo fisico di Cristo, così ora nel Cenacolo lo stesso Spirito scende ad animare il Corpo Mistico. La Pentecoste, quindi, è frutto anche dell’incessante preghiera della Vergine, che il Paraclito accoglie con favore singolare, perché espressione del materno amore di lei verso i discepoli del Signore.

Contemplando la potente intercessione di Maria che attende lo Spirito Santo, i cristiani di tutti i tempi, nel lungo e faticoso cammino verso la salvezza, ricorrono spesso alla sua intercessione per ricevere con maggiore abbondanza i doni del Paraclito.

Rispondendo alla preghiera della Vergine e della comunità raccolta nel Cenacolo il giorno di Pentecoste, lo Spirito Santo ricolma la Vergine ed i presenti della pienezza dei suoi doni, operando in loro una profonda trasformazione in vista della diffusione della Buona Novella. Alla Madre di Cristo e ai discepoli sono concessi nuova forza e nuovo dinamismo apostolico per la crescita della Chiesa. In particolare, l’effusione dello Spirito conduce Maria ad esercitare la sua maternità spirituale in modo singolare, attraverso la sua presenza intessuta di carità e la sua testimonianza di fede.

Nella Chiesa nascente Ella consegna ai discepoli, quale inestimabile tesoro, i suoi ricordi sull’Incarnazione, sull’infanzia, sulla vita nascosta e sulla missione del divin Figlio, contribuendo a farlo conoscere e a rafforzare la fede dei credenti. Non possediamo nessuna informazione sull’attività di Maria nella Chiesa primitiva, ma è lecito supporre che, anche dopo la Pentecoste, Ella abbia continuato a vivere un’esistenza nascosta e discreta, vigile ed efficace. Illuminata e condotta dallo Spirito, ha esercitato un influsso profondo sulla comunità dei discepoli del Signore».
Beato Giovanni Paolo II (XX-XXI secolo) – La Catechesi mariana nell’Udienza generale, 28-V-1997

+ + + La voce dei Padri della Chiesa + + +

Dopo aver visto il Figlio, il Verbo del Padre, vero Dio e Re del creato, risuscitare dal sepolcro – avvenimento superiore a qualunque altro – e salire al Cielo con quella natura umana che aveva preso da Lei, dopo tutta questa gloria, non le fu risparmiata qui giù una vita di prove e di fatiche, non fu privata di ansie e preoccupazioni. Come se cominciasse allora la sua vita pubblica e il suo impegno, non si stendeva sul suo giaciglio, non concedeva sonno ai suoi occhi né riposo alle sue palpebre (cfr. Sal 131, 3- 4); e quando gli Apostoli si sparpagliarono nel mondo intero, la Santa Madre di Cristo, come Regina di tutti, viveva al centro del mondo, a Gerusalemme, a Sion, con l’Apostolo prediletto, che le era stato dato come figlio da Nostro Signore Gesù Cristo […].

La Vergine non solo era di sprone e insegnava ai Santi Apostoli e agli altri fedeli a essere pazienti e a sopportare le prove, ma era solidale con loro nelle fatiche, li sosteneva nella predicazione, era in unione spirituale con i discepoli del Signore nelle privazioni, nei tormenti, nelle prigionie. Così come aveva preso parte col cuore trapassato alla Passione di Cristo, ora soffriva con loro. Inoltre consolava questi degni discepoli con le sue azioni, li confortava con la sua parola, mostrando loro come modello la Passione di suo Figlio Re. Ricordava loro la ricompensa e la corona del regno dei Cieli, la beatitudine e le delizie per i secoli dei secoli. Quando Erode fece arrestare Pietro, il capo degli Apostoli, tenendolo incatenato fino all’alba, anch’Essa fu spiritualmente prigioniera con lui: la santa e benedetta Madre di Cristo partecipava alle sue catene, pregava per lui e faceva pregare la Chiesa. E prima, quando i cattivi israeliti lapidarono Stefano, quando Erode fece giustiziare Giacomo, il fratello di Giovanni, le persecuzioni, le sofferenze e i supplizi trapassarono il cuore della santa Madre di Dio: nel dolore del suo cuore e con le lacrime del suo pianto, era martirizzata con lui […].

Ella era la santa speranza dei cristiani di allora e di quelli che verranno dopo: sino alla fine del mondo sarà mediatrice e fortezza dei credenti. Ma allora la sua preoccupazione e il suo impegno erano più intensi, per correggere, per consolidare la nuova legge del cristianesimo, perché fosse glorificato il nome di Cristo. Le persecuzioni che si abbattevano sulla Chiesa, la violazione delle abitazioni dei fedeli, le esecuzioni capitali di numerosi cristiani, le carceri e le tribolazioni di ogni tipo, le persecuzioni, le fatiche e le vessazioni degli Apostoli, espulsi da questo e da quel luogo: tutto questo si ripercuoteva in Essa, che soffriva per tutti e di tutti si prendeva cura con la parola e con le opere. Ella era il modello del bene e il miglior insegnamento al posto del Signore, suo Figlio, e in vista di Lui. Ella era l’interceditrice e l’avvocata di tutti i credenti. Supplicava suo Figlio che spargesse su tutti la sua misericordia e il suo aiuto».
San Massimo il Confessore (VII secolo) (attribuito) – (Vita di Maria, nn. 95.97.99).

+ + + La voce dei Santi e degli scrittori spirituali + + +

C’erano gli Apostoli del Signore, i discepoli ed altri buoni uomini, in tutto circa centoventi; stavano in una parte del Cenacolo, mentre nell’altra c’era la Madonna e le Marie e altre sante donne. Dissero sconsolati: “Parliamo con la Madonna, perché ce l’ha lasciata come consolatrice”. Andarono da Lei assai tristi, a testa bassa e sconsolati. Dissero alla Madonna fino a che punto erano senza consolazione, che il Maestro tardava a consolarli, che erano circondati da nemici e che erano scoraggiati: “Pregate, Vergine, vostro Figlio affinché ci invii il Consolatore promesso”.

“Perché avete poca fede nel vostro Maestro, mio Figlio? Egli vi consolerà come ha promesso. Non sapete, amati figli e discepoli del mio santissimo Figlio, che la Legge che fu data sul monte del Sinai fu data dopo cinquanta giorni che erano usciti dall’Egitto? Sono passati ormai cinquanta giorni dacché mio Figlio Gesù ha subito la passione, liberandovi dalla schiavitù del peccato, e oggi verrà lo Spirito Santo”.
La Santissima Vergine, per compassione di quel gruppo che le era stato affidato, si mise in ginocchio, alzò le mani al Cielo e, con i suoi occhi benedetti pieni di lacrime, cominciò a pregare il suo amato Figlio: “O Signor mio e dolce Figlio mio, vi prego per l’amore che avete per me, per i meriti vostri, per i meriti della vostra benedetta Passione, di voler consolare bene i vostri Apostoli. Inviate loro, Signore, il Consolatore che li consoli; adempite, Signore, la parola che nel vostro nome avete data loro, che sarebbe venuto lo Spirito Santo consolatore; inviatelo a questi che ora sono deboli”.

Si smossero le viscere del Padre e mise gli occhi sulla Santissima Vergine e su quelli che le stavano attorno. Venne prima di tutto un suono che fece tremare il Cenacolo, per far capire che era forte. Poi vennero delle lingue di fuoco, che apparivano visibili sulle teste di quelli che si trovavano lì, per far capire che lo Spirito Santo è fuoco, è cuore ardente. Quando voi sentite un ardore dentro di voi, che fa ardere il vostro cuore di amore di Dio, è lo Spirito Santo; il fuoco è un messaggero molto leale, e lì sta lo Spirito Santo. Entra, dunque, lo Spirito Santo negli Apostoli, li abbraccia, li consola, li rafforza, dà loro un bacio di pace».
San Giovanni d’Avila (XVI secolo) – Sermoni dello Spirito Santo VI.

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Pensiamo ora ai giorni che seguirono l’Ascensione, all’attesa della Pentecoste. I discepoli, pieni di fede per il trionfo di Cristo risorto, e anelanti lo Spirito Santo promesso, vogliono sentirsi uniti: li troviamo cum Maria matre Iesu, con Maria, la Madre di Gesù (cfr. At 1, 14). La preghiera dei discepoli accompagna la preghiera di Maria: è la preghiera di una famiglia unita.
Chi ci informa questa volta è san Luca, l’evangelista che ha narrato con maggior ampiezza l’infanzia di Gesù. Sembra quasi volerci far capire che Maria, così come ebbe un ruolo di primo piano nell’Incarnazione del Verbo, in modo analogo fu presente alle origini della Chiesa, che è il Corpo di Cristo.

Dal primo momento della vita della Chiesa tutti i cristiani che hanno cercato l’amore di Dio – quell’amore che si rivela e si fa carne in Gesù Cristo – hanno incontrato la Madonna e hanno sperimentato in tanti modi la sua materna sollecitudine. La Madonna può essere chiamata veramente Madre di tutti i cristiani. Sant’Agostino lo afferma chiaramente: Cooperò con la sua carità a generare alla Chiesa i fedeli, che sono membra di quel Capo di cui Ella fu effettivamente Madre secondo il corpo (De sancta virginitate, 6).

Non deve quindi meravigliare che una delle più antiche testimonianze della devozione a Maria sia proprio un’orazione piena di fiducia. Si tratta di un’antifona, composta molti secoli fa, che ripetiamo ancora oggi: Ci rifugiamo sotto la tua protezione, santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche che ti rivolgiamo nelle nostre necessità, ma liberaci sempre da tutti i pericoli, Vergine gloriosa e benedetta».
San Josemaría (XX secolo) – È Gesù che passa, n. 141

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