Le religioni hanno tutte lo stesso valore? Il cristianesimo è una religione come le altre?
Domande sulla fede cristiana
Autore: Autori Cristiani
- L’uomo è un essere religioso?
- Perché ci sono tante religioni?
- Qual è il valore di una religione?
- È necessaria una rivelazione da parte di Dio?
- Il cristianesimo è la vera religione?
L’uomo è un essere religioso?
«Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l’uomo e soltanto in Dio l’uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 27).
Dal momento stesso della creazione dell’uomo Dio gli va incontro, fa il primo passo in questa relazione di amore gratuito, e non smette di attrarlo, in ogni cosa «lo aiuta a cercarlo, a conoscerlo e ad amarlo con tutte le forze» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1).
Questo desiderio di Dio, iscritto nel più profondo dell’essere dell’uomo, che chiamiamo religione o religiosità, è un dono di Dio. È ciò che ci unisce, ci lega al Creatore. È espressione della vocazione trascendente di ogni essere umano.
San Tommaso, nella Summa Teologica (2-2 q81), insegna che la religione comporta propriamente un ordine a Dio. Con maggiore chiarezza possiamo dire che è l’atto o l’insieme degli atti con i quali l’uomo, avendo riconosciuto in qualche modo la realtà di Dio, orienta la propria vita in relazione a Lui.
La religiosità è un aspetto costitutivo dell’uomo che si riflette in tutte le sue dimensioni, giacché sgorga dalla sua naturale condizione di creatura, e si riferisce fondamentalmente alla relazione dell’uomo creatura con il Dio Creatore. «Nel corso della loro storia, e fino ai giorni nostri, la ricerca di Dio da parte degli uomini si è espressa in molteplici modi, attraverso le loro credenze ed i loro comportamenti religiosi (preghiere, sacrifici, culti, meditazioni, ecc.). Malgrado le ambiguità che possono presentare, tali forme d’espressione sono così universali che l’uomo può essere definito un essere religioso» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 28).
Meditare con san Josemaría
«La religione è la più grande ribellione dell’uomo che non sopporta di vivere da bestia, che non si rassegna — non trova riposo — finché non conosce ed entra in rapporto con il Creatore». (Amici di Dio, 38).
Perché ci sono tante religioni?
Il pluralismo religioso è una realtà evidente nella storia dell’uomo. A sua volta, tale diversità di opzioni è una dimostrazione in più degli sforzi degli uomini di tutti i tempi per trovare la verità.
«L’uomo è alla ricerca di Dio. Mediante la creazione Dio chiama ogni essere dal nulla all’esistenza. Coronato di gloria e di splendore, l’uomo, dopo gli angeli, è capace di riconoscere che il nome del Signore è grande su tutta la terra. Anche dopo aver perduto la somiglianza con Dio a causa del peccato, l’uomo rimane ad immagine del suo Creatore. Egli conserva il desiderio di colui che lo chiama all’esistenza. Tutte le religioni testimoniano questa essenziale ricerca da parte degli uomini» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2566).
La diversità delle religioni ha diverse cause: la difficoltà dell’uomo a comprendere il divino, la facilità di associare la nozione di Dio e delle divinità agli elementi del mondo, per fabbricare dèi a misura dell’uomo; l’influenza della cultura e l’intolleranza dei popoli nelle diverse religioni; il sorgere di figure, profeti, o fondatori che, con la loro forte personalità e la loro predicazione, sono capaci di dare vita a una loro religione.
Essendo la religione la risposta dell’uomo alla conoscenza che arriva ad avere di Dio – conoscenza che si acquisisce in tanti modi diversi – è naturale che esistano tante religioni, oppure, detto in maniera diversa, diversi modi di esprimere la relazione con il trascendente. D’altro canto, l’uomo, in tale ricerca, può avere o meno successo e, anche, può ignorarne o negarne la realtà.
«Ma questo “intimo e vitale legame con Dio” può essere dimenticato, misconosciuto e perfino esplicitamente rifiutato dall’uomo. Tali atteggiamenti possono avere origini assai diverse: la ribellione contro la presenza del male nel mondo, l’ignoranza o l’indifferenza religiosa, le preoccupazioni del mondo e delle ricchezze, il cattivo esempio dei credenti, le correnti di pensiero ostili alla religione, e infine la tendenza dell’uomo peccatore a nascondersi, per paura, davanti a Dio e a fuggire davanti alla sua chiamata» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 29).
Meditare con san Josemaría
«Dio da principio creò l’uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere (Sir 15, 14). Ciò non sarebbe possibile se non avesse libertà di scelta (San Tommaso d’Aquino, Quaestiones disputatae. De malo, q. VI, sed contra). Siamo responsabili davanti a Dio di tutte le azioni che compiamo liberamente. Non c’è posto per l’anonimato; l’uomo si trova di fronte al suo Signore, e sta alla sua volontà decidere di vivere da amico o da nemico. Questo è l’inizio del cammino della lotta interiore, che è compito di tutta la vita, perché finché dura il nostro passaggio sulla terra nessuno può dire di aver raggiunto la pienezza della propria libertà. La fede cristiana, inoltre, ci induce a garantire a tutti un’atmosfera di libertà, che incomincia coll’evitare ogni genere di insidiosa coazione nel presentare la fede». (Amici di Dio, 36)
Qual è il valore di una religione?
È logico, quindi, interrogarci riguardo al valore di ognuna delle varie religioni, se sono tutte vere, o se qualcuna è falsa, o se qualcuna è più vera delle altre. Questa ricerca ci porta immediatamente al tema della verità.
Possiamo affermare che, da un punto di vista più ampio, non ci sono religioni false, perché tutte, in qualche modo, hanno qualcosa della verità, essendo una via orientata al divino e alla conseguente pienezza dell’essere umano. Tutte hanno elementi e nuclei di verità, per quanto alcune in misura maggiore di altre.
«La Chiesa riconosce nelle altre religioni la ricerca, ancora “nelle ombre e nelle immagini”, di un Dio ignoto ma vicino, poiché è lui che dà a tutti vita, respiro e ogni cosa, e vuole che tutti gli uomini siano salvi. Pertanto la Chiesa considera tutto ciò che di buono e di vero si trova nelle religioni come una preparazione al Vangelo, “e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita». (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 843)
Quale religione, allora, avrà maggior valore? Se teniamo conto che la religiosità è espressione del desiderio e della ricerca del trascendente da parte dell’uomo, avrà maggiore valore quella che fa raggiungere all’uomo la verità in modo più pieno.
In altre parole, nel fenomeno religioso, l’elemento determinante si ritrova nell’aspetto obiettivo, ossia nella realtà verso cui l’uomo è diretto e aderisce, mosso dalla sua religiosità, che è realtà superiore e indipendente da lui e dalla sua esistenza.
Pertanto, al di là delle somiglianze e delle differenze tra le diverse religioni, oppure al di là degli apprezzamenti soggettivi delle diverse persone, c’è un’unica realtà che dà il vero valore e che determina la veracità di una religione: che sia capace di stabilire una retta relazione con l’Essere divino.
«L’aspetto più sublime della dignità dell’uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio. Se l’uomo esiste, infatti, è perché Dio lo ha creato per amore e, per amore, non cessa di dargli l’esistenza, e l’uomo non vive pienamente secondo verità se non riconosce liberamente quell’amore e se non si abbandona al suo Creatore». (Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes, n. 19)
Meditare con san Josemaría
«Qual è la verità che inizia e porta a compimento in tutta la nostra vita il cammino della libertà? Ve lo dirò sinteticamente con la gioia e la sicurezza che derivano dalla relazione fra Dio e le sue creature: sapere che siamo opera delle mani di Dio, che siamo prediletti dalla Santissima Trinità, che siamo figli di un Padre eccelso. Chiedo al Signore che ci aiuti a renderci conto di tutto questo, ad assaporarlo giorno dopo giorno: in questo modo agiremo da persone libere. Non dimenticatelo: chi non sa di essere figlio di Dio, non conosce la più intima delle verità che lo riguardano, e nel suo comportamento viene a mancare della padronanza e della signorilità che contraddistinguono coloro che amano il Signore al di sopra di tutte le cose». (San Josemaría, Amici di Dio, n. 26)
«Siamo obbligati a difendere la libertà personale di tutti, sapendo che è stato Cristo ad acquistarci questa libertà (cfr. Gal 4, 3); se non facciamo così, con che diritto potremo reclamare la nostra libertà? E dobbiamo anche diffondere la verità, perché veritas liberabit vos (Gv 8, 32), la verità ci libera, mentre l’ignoranza rende schiavi». (Amici di Dio, 171)
È necessaria una rivelazione da parte di Dio?
Come abbiamo visto all’inizio, Dio in nessun momento della storia ha lasciato l’uomo senza una testimonianza di Sé (At 14, 17; cfr. Rom 1, 18-23), anzi si è fatto conoscere dall’uomo attraverso la creazione. Il desiderio di eternità, l’anelito di infinito, il rivolgersi a Dio per avere da Lui un destino futuro, sono segni dell’immagine di Dio presente nell’uomo. Questa immagine o impronta di Dio, macchiata ma non distrutta dal peccato, c’è sempre ed è stata lasciata da Dio in modo che l’umanità ritorni a Lui.
«Tuttavia, nelle condizioni storiche in cui si trova, l’uomo incontra molte difficoltà per conoscere Dio con la sola luce della ragione. (…) Lo spirito umano, infatti, nella ricerca intorno a tali verità, viene a trovarsi in difficoltà sotto l’influsso dei sensi e dell’immaginazione ed anche a causa delle tendenze malsane nate dal peccato originale. Da ciò consegue che gli uomini facilmente si persuadono, in tali argomenti, che è falso o quanto meno dubbio ciò che essi non vorrebbero che fosse vero». (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 37)
«Per questo l’uomo ha bisogno di essere illuminato dalla rivelazione di Dio», in modo che tutte le verità su Dio «possano essere conosciute da tutti senza difficoltà, con ferma certezza e senza mescolanza d’errore». (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 38)
Meditare con san Josemaría
«Lo Spirito Santo realizza nel mondo le opere di Dio; Egli è, come dice l’inno liturgico, datore dei doni, luce dei cuori, ospite dell’anima, riposo nella fatica, conforto nel pianto. Senza il suo soccorso nulla vi è nell’uomo che sia innocente e valido, perché è Lui che purifica ciò che è contaminato, sana ciò che è malato, accende ciò che è gelido, riconduce sulla retta via chi si è smarrito e avvia tutti gli uomini verso il porto della salvezza e della gioia eterna (dalla sequenza Veni Sancte Spiritus, della Messa di Pentecoste)». (San Josemaría, È Gesù che passa, 130)
«La Chiesa è questo: Cristo presente in mezzo a noi, Dio che viene incontro all’umanità per salvarla, chiamandoci con la sua rivelazione, santificandoci con la sua grazia, sostenendoci con il suo costante aiuto nelle piccole e grandi battaglie della vita quotidiana». (San Josemaría, È Gesù che passa, 131)
Il cristianesimo è la vera religione?
Molte religioni parlano di rivelazione, come l’induismo o l’islamismo, ma è fondamentale valutare la differenza tra queste e la Rivelazione cristiana, dato che quest’ultima si situa in un ambito superiore, perché eleva la religiosità naturale a un piano ontologicamente diverso.
La Rivelazione divina, che è la manifestazione che Dio fa di sé stesso, comporta anche una elevazione, una purificazione, un risanamento della natura umana. Si può dire, anche, che il rivelarsi di Dio ci trasforma, ci purifica, ci rende capaci di ricevere e percepire in modo adeguato le verità che Egli ci presenta.
La Rivelazione cristiana ci eleva all’ordine soprannaturale. Tale differenza riguarda sia l’ordine dell’evento che rivela che quello dei contenuti che vengono rivelati.
Con la Rivelazione di Dio operata da Cristo, il cristiano accede alla conoscenza Dio non soltanto come Creatore ma come Padre, dato che Dio ci fa partecipi della sua natura divina.
«Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelare sé stesso e far conoscere il mistero della sua volontà, mediante il quale gli uomini, per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, nello Spirito Santo hanno accesso al Padre e sono così resi partecipi della divina natura». (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 51)
Pertanto il cristianesimo, in confronto alle altre religioni, le trascende per diversi motivi: perché nasce dalla Rivelazione storica fatta da Dio, perché Dio rivela agli uomini il suo proprio essere in Gesù Cristo, che è vero Dio e vero uomo, e perché, attraverso i sacramenti, ci assicura la grazia che ci consente di ottenere l’unione con Dio stesso.
Tuttavia, la Rivelazione cristiana non ha per fine di combattere le altre religioni, anzi rispetta e promuove quanto di positivo possa esserci in esse, i valori spirituali e morali, o socio-culturali che sono in esse contenuti. (Cfr. Dichiarazione conciliare Nostra Aetate, 28 ottobre 1965, n. 2).
Nel cristianesimo «il disegno divino della Rivelazione (…) comporta una “pedagogia divina” particolare: Dio si comunica gradualmente all’uomo, lo prepara per tappe a ricevere la rivelazione soprannaturale che Egli fa di sé stesso e che culmina nella Persona e nella missione del Verbo incarnato, Gesù Cristo». (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 53)
Per questo, possiamo affermare che il desiderio di Dio, inizio della ricerca che è presente in ogni uomo, è già, in qualche modo, un dono divino, e l’unione con Dio, meta di questo cammino, è possibile anche per l’azione divina che eleva e risana la nostra natura decaduta. In ogni momento Dio accompagna e sostiene l’uomo nel suo cammino verso la sua pienezza.
La Rivelazione opera nel desiderio dell’uomo e trasforma e purifica l’umana ricerca di Dio. Perciò con il cristianesimo, che è rivelazione del mistero di Cristo, si comprende il carattere parziale e frammentario della verità presente nelle religioni, così come le loro carenze. È questa la ragione per la quale la Chiesa deve continuare ad annunciare a tutti gli uomini il Vangelo di Gesù Cristo. (Cfr. F. Conesa, Sobre la religión verdadera, pag. 37)
Meditare con san Josemaría
«Premura per le anime: abbiamo il desiderio veemente di essere corredentori con Cristo, di salvare con Lui tutte le anime, perché siamo, vogliamo essere, ipse Christus, ed Egli dedit redemptionem semetipsum pro omnibus (I Tim II, 6), ha dato se stesso in riscatto per tutti. In unione con Cristo e con la sua Madre benedetta, che è anche nostra Madre, Refugium peccatorum; fedelmente uniti al Vicario di Cristo in terra, al dolce Cristo in terra, al Papa, nutriamo l’ambizione di far arrivare a tutti gli uomini i mezzi di salvezza della Chiesa, traducendo in realtà la giaculatoria che sto ripetendo dal giorno dei santi Angeli Custodi 1928: omnes cum Petro ad Iesum per Mariam!» Lettera 9 gennaio 1932, 82
Riferimenti:
- Catechismo della Chiesa Cattolica
- José Luis Illanes Maestre, Natura della Religione
- F. Conesa, Sobre la religión verdadera,
- José Morales, Filosofía de la Religión