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Lealtà

Solco, cap XI

Autore: San Josemaría Escrivá

Lealtà

340 La lealtà ha come conseguenze la sicurezza di procedere per un cammino retto, senza instabilità né perturbazioni; e l’affermarsi di questa certezza: che la tranquillità d’animo e la gioia esistono.
– Vedi se si verificano nella tua vita di ogni istante.
341 Mi confidavi che Dio, a tratti, ti riempie di luce; in altri momenti no.
Ti ho ricordato, con fermezza, che il Signore è sempre infinitamente buono. Per questo, per andare avanti, ti bastano quei tempi di luce; ma anche gli altri ti sono utili, per renderti più fedele.
342 Sale della terra. – Nostro Signore ha detto che i suoi discepoli – anche tu e io – sono il sale della terra: per immunizzare, per evitare la corruzione, per dar sapore al mondo.
– Ma ha anche aggiunto: “Quod si sal evanuerit…” – se il sale perde il sapore, sarà gettato via e calpestato dagli uomini…
– Adesso, di fronte a molti avvenimenti che lamentiamo, incominci a spiegarti quello che non riuscivi a spiegarti?
343 Mi fa tremare quel passo della seconda lettera a Timoteo, in cui l’Apostolo si duole della fuga di Dema a Tessalonica attratto dalle seduzioni del mondo… Per una bagattella, e per paura delle persecuzioni, un uomo che san Paolo in altre lettere cita tra i santi, ha tradito l’impresa divina.
Mi fa tremare, conoscendo la mia piccolezza; e mi porta a esigere la mia fedeltà al Signore anche nelle occasioni che possono apparire indifferenti, perché, se non mi servono per unirmi di più a Lui, non ne voglio sapere!
344 Per tanti momenti della storia, che il diavolo si premura di ripetere, mi è sembrata una considerazione molto azzeccata quella che hai scritto sulla lealtà: “Porto tutto il giorno nel cuore, nella testa e sulle labbra una giaculatoria: Roma!”.
345 Una grande scoperta! Una cosa che riuscivi a capire solo a malapena, ti è diventata chiarissima quando hai dovuto spiegarla ad altri.
Hai dovuto parlare molto distesamente con uno sfiduciato, perché si sentiva inefficace e non voleva essere di peso a nessuno… Allora comprendesti come non mai perché ti parlo costantemente di essere asinelli di nòria: fedeli, con paraocchi molto grandi per non guardare né assaporare personalmente i risultati – i fiori, i frutti, il rigoglio dell’orto –, ben sicuri dell’efficacia della nostra fedeltà.
346 La lealtà esige fame di formazione, perché – mosso da un amore sincero – non vuoi correre il rischio di diffondere o difendere, per ignoranza, criteri e posizioni che sono molto lontani dal concordare con la verità.
347 “Vorrei – mi scrivi – che la mia lealtà e la mia perseveranza fossero così solide e così eterne, e il mio servizio così vigilante e amoroso, che lei potesse essere contento di me, e io fossi per lei un piccolo riposo”.
– E ti rispondo: Dio ti confermi nel tuo proposito, affinché siamo di aiuto e di riposo per Lui.
348 È vero che alcuni che si entusiasmano, poi se ne vanno… Non preoccuparti: sono l’ago di cui Dio si serve per far passare il filo.
– Ah, e raccomandali al Signore!, perché forse si può ottenere che continuino a spingere altri.
349 Per te, che tentenni, trascrivo da una lettera: “Da ora in poi, forse continuerò a essere il solito strumento inetto. Nonostante questo, saranno cambiate l’impostazione e la soluzione del problema della mia vita; perché c’è in me un desiderio, solido, di perseveranza… per sempre”.
– Non avere dubbi, Egli non sbaglia mai.
350 La tua vita è servizio, ma sempre con lealtà granitica, senza condizioni: soltanto così daremo il rendimento che il Signore aspetta.

351 Non condividerò mai, né sul piano ascetico né su quello giuridico, l’i¬ dea di quanti pensano e vivono come se servire la Chiesa equivalesse a emergere sugli altri.
352 Ti duole vedere che alcuni usano la tecnica di parlare della Croce di Cristo, solo per innalzarsi e per conquistare posizioni… Sono gli stessi che non considerano onesto nulla di ciò che vedono, se non coincide con il loro criterio.
– Una ragione di più perché tu perseveri nella rettitudine delle tue intenzioni e perché chieda al Maestro di concederti la forza di ripetere: “Non mea voluntas, sed tua fiat!” – Signore, che io compia con amore la tua Santa Volontà!
353 Ogni giorno di più devi aumentare la tua lealtà verso la Chiesa, il Papa, la Santa Sede… Con un amore sempre più teologico!
354 Hai un gran desiderio di amare la Chiesa: tanto più grande, quanto più si agitano coloro che tentano di imbruttirla. – Mi sembra molto logico: perché la Chiesa è tua Madre.
355 Quelli che non vogliono capire che la fede esige servizio alla Chiesa e alle anime, presto o tardi invertono i termini, e finiscono per servirsi della Chiesa e delle anime, per i loro scopi personali.
356 Voglia il Cielo che tu non cada, mai, nell’errore di identificare il Corpo Mistico di Cristo con un determinato atteggiamento, personale o pubblico, di uno qualsiasi dei suoi membri.
E voglia il Cielo che tu non offra motivo a gente poco formata di cadere in questo errore.
– Vedi quanto è importante la tua coerenza, la tua lealtà!
357 Non ti capisco quando, parlando di questioni di morale e di fede, mi dici di essere un cattolico indipendente…
– Indipendente da chi? Questa falsa indipendenza equivale a uscire dal cammino di Cristo.
358 Non cedere mai nella dottrina della Chiesa. – Nel fare una lega, quello che ci perde è il metallo migliore.
Inoltre, questo tesoro non è tuo, e – come racconta il Vangelo – il Padrone te ne può chiedere conto quando meno te lo aspetti.
359 Sono d’accordo con te che vi sono cattolici, praticanti e persino pii agli occhi degli altri, e forse sinceramente convinti, che ingenuamente si rendono utili ai nemici della Chiesa…
– Si è infiltrato nella loro stessa casa, con diversi nomi male applicati – ecumenismo, pluralismo, democrazia –, l’avversario peggiore: l’ignoranza.
360 Anche se sembra un paradosso, non di rado succede che proprio coloro che si autoproclamano figli della Chiesa sono poi quelli che seminano maggior confusione.
361 Sei stanco di lottare. Ti ha nauseato questo clima, caratterizzato dalla mancanza di lealtà… Tutti si lanciano su chi è caduto, per calpestarlo!
Non so perché ti meravigli. La stessa cosa è già successa a Cristo, ma Egli non si è tirato indietro, perché era venuto appunto per salvare i malati e coloro che non lo comprendevano.
362 Che i leali non agiscano! Questo vogliono gli sleali.
363 Rifuggi dai settarismi, che impediscono una collaborazione leale.
364 Non si può promuovere la vera unità provocando nuove divisioni… Peggio ancora, quando i promotori aspirano a far da padroni, soppiantando la legittima autorità.
365 Rimanesti molto pensoso nel sentirmi dire: voglio avere il sangue di mia Madre la Chiesa; non quello di Alessandro, né quello di Carlo Magno, né quello dei sette Savi greci.
366 Perseverare è persistere nell’amore, “per Ipsum et cum Ipso et in Ipso…”, che in realtà possiamo anche interpretare cosi: Lui! con me, per me e in me.
367 Può succedere che tra i cattolici ve ne siano alcuni di scarso spirito cristiano; o che diano questa impressione a chi li avvicina in un determinato momento.
Ma se ti scandalizzassi di questa realtà, dimostreresti di conoscere poco la miseria umana e… la tua stessa miseria. Inoltre, non è giusto né leale prendere spunto dalla debolezza di questi pochi, per diffamare Cristo e la sua Chiesa.
368 È vero che noi figli di Dio non dobbiamo servire il Signore per essere visti…, ma non ci deve importare che ci vedano, e meno ancora possiamo smettere di essere osservanti perché ci vedono!
369 Sono trascorsi venti secoli, e la scena si ripete ogni giorno: continuano a processare, a flagellare e a crocifiggere il Maestro… E molti cattolici, con il loro comportamento e con le loro parole, continuano a gridare: costui? non lo conosco!
Vorrei andare per ogni dove, a ricordare in confidenza a molti che Dio è Misericordioso, e che è anche molto giusto! Per questo ha affermato chiaramente: “Nemmeno Io riconoscerò quelli che non mi hanno riconosciuto davanti agli uomini”.
370 Ho sempre pensato che la mancanza di lealtà per rispetto umano è disamore…, e mancanza di personalità.
371 Volgi i tuoi occhi alla Vergine e contempla come vive la virtù della lealtà. Quando Elisabetta ha bisogno di Lei, il Vangelo dice che accorre “cum festinatione”, – con gioiosa sollecitudine. Impara!