La preghiera vocale e la preghiera mentale
tratto da "L'orazione" - capo XXII - I - II - III - IV
Autore: Padre Augusto Saudreau
1. La preghiera vocale e la preghiera mentale.
Il Signore disse a S. Caterina da Siena: « Molti mi pregano piuttosto colle labbra che col cuore. Non pensano che a recitare un certo numero di salmi e di Pater. E compito il numero che si sono proposti di dire, non pare che pensino più oltre; pare che pongano affetto e attenzione all’orazione, solo nel dire vocalmente. Egli non si vuole far così, perchè, non facendo altro, poco frutto traggono, c ciò poco è piacevole a me. Tu sai che l’anima è imperfetta prima d’essere perfetta; così è imperfetta la sua orazione. Per non cadere nell’ozio quando ancora è imperfetta, l’anima deve applicarsi all’orazione vocale. Ma non deve fare l’orazione vocale senza la mentale; mentre che le labbra pronunziano parole, ella si sforzerà d’innalzare e fissare la sua mente nel mio amore colla considerazione de’ suoi difetti in generale e del sangue del mio Figliuolo. E questo deve fare, acciocchè il conoscimento di sè e la considerazione de’ difetti suoi le faccia conoscere la mia bontà in sè e continuare l’esercizio suo con vera umiltà. Non voglio che siano considerati i difetti in particolare, ella in comune, acciocchè la mente non sia contaminata per il ricordo dei particolari e laidi peccati. Dico inoltre ch’ella non deve considerare i suoi peccati, senz’aggiungervi la considerazione del sangue del mio Figliuolo e la memoria della mia inesauribile misericordia, affinchè non cada nel turbamento che la condurrebbe alla disperazione ».
2. Chi non ha l’amore dell’orazione non può ricevere che poche grazie.
S. Teresa era alle volte incaricata da nostro Signore di certi messaggi che non poteva mandare ad effetto se non con molto sacrifizio. Un giorno, come riferisce uno de’ suoi confessori cercò di scusarsene: O Signore, non potete parlare ad essi voi stesso? Come mai m’incaricate d’una tal missione? E ricevette questa risposta: «Poiché tu non puoi adoperarti per me in opere più grandi, voglio almeno che aiuti gli altri a servirmi. Poi quegli di cui si tratta non non ha le disposizioni volute perchè io gli parli; e, se lo volessi fare poco dedito com’è all’orazione non mi crederebbe ». Difatti l’orazione sola e l’orazione ben fatta rende l’uomo capace di ricevere le divine comunicazioni. Nostro Signore lo fece intender ancora a S. Teresa che gli diceva: Signore, non vi sono altre persone, specialmente degli uomini, dei teologi che, se voi parlaste loro, compirebbero questa, missione molto meglio di me? A cui rispose egli: «Gli uomini, i teologi non vogliono porsi in grado d’entrar meco in relazione. Respinto da essi io mi trovo obbligato ad andar a trovare delle donne per aprir loro il mio Cuore e trattare con esse de’ miei interessi »..
Il mio Gesù, dichiara Giovanna Bengna Gojoz, mi dice sovente che la preghiera del cuore è migliore e ottiene più da lui che quella delle labbra, perchè egli esaudisce i desideri di quelli che si dilettano in lui, e non è possibile dilettarsi in qualcuno se non per l’amore del cuore (Parte I, c. IX).
3. Le anime d’orazione sono troppo scarse.
Nelle sue memorie Maria Brotel scrisse quanto segue: Gesù si presentò a me. Era triste e mi disse: «E’ un pezzo ch’io cerco un’anima che voglia trattenersi lungamente con me nell’orazione, e non ne trovo. Nessuno vuol rientrare, in sè e in me; nessuno vuol conversar meco; non se n’ha il tempo o si trova, lungo. Si cerca se stesso e non il Padre mio nè me; perciò non si giungerà alla santità. Quanto tempo perduto che non si ritroverà! quante grazie di cui ci si priva per sempre!» . – Toccate queste anime, gli dissi io, cambiatele. – « Come potrei farlo? poichè solo nell’orazione posso dar lume ed amore » .
Allora mi fece comprendere e in certo luogo vedere questo fatale accecamento di tante anime e fui spaventata vedendole sprofondarsi tutti i giorni in una notte profonda, precipitarsi da se stesse nell’inferno, senza che i demoni abbiano molto da fare. Gesù era profondamente triste facendomi veder tutto questo vergava lacrime. Egli riprese a dire: «Esse affermano che Dio non domanderà quello che non ha dato! Ed io chiederò a quelle anime quello che loro non avrò dato, perchè se ne privano per la loro pigrizia e per la loro indifferenza; perchè non vogliono incomodarsi nè mortificarsi. Domanderò loro tutto quello che loro avrei dato se avessero saputo volerlo; domanderò loro le anime che con sè avrebbero salvate, se avessero fatto ciò ch’io loro domandavo».
Dopo quello ch’io credetti di vedere, posso dire che è difficile andar in cielo senza far orazione; senza rientrar in sè e conversar con Dio circa quello ch’egli vuole da noi. Gesù continuò a dire: « Io voglio che tu mi compensi di tutte queste freddezze, e per questa tu passerai, meco quattro ore in orazione». Oh! Rispondo io, ciò è molto, io non lo posso fare. – «Vuoi tu dunque farmi dispiacere, trattarmi come quelle anime che ti ho fatto vedere? » – Ma è impossibile. – »«Utilizza bene il tuo tempo e vedrai che puoi non perdere un minuto e troverai tutto quello che occorrerà, ed anche di più ».
4. Gesù vuol’esser cercato nell’orazione.
M’accinsi pertanto a far queste quattro ore di orazione. Sovente mi sembravano trascorrere rapidamente, ma era, perchè allora Gesù faceva tutto. Quante volte, quando viene, egli mi dice: «Che cerchi tu? ». – Oh! cerco voi e non vi trovo. – « Io amo che tu mi cerchi. Quante anime, dopo avermi cercato un istante appena, se ne vanno, dicendo che perdono il loro tempo! Esse non mi trovano, perchè non si dànno la pena di cercarmi sul serio. Ah! se queste persone avessero perduto i loro buoi o le loro mucche, come li cercherebbero finchè non le avessero trovate! Ma sono Io non val la pena ». Com’era triste quando tali cose mi diceva! pareva che non potesse frenar le lacrime. « Non è per me, ma è per loro ch’io soffro; vedo le grazie di cui si privano per colpa loro e per sempre. Qual conto avranno da rendere al mio Padre e a Me, che le ho cercate con tanto amore, umiltà e pazienza, senza mai stancarmi, nè giorno, nè notte, nonostante il modo come mi trattano! No, non mi stanco io; ma esse… Gli bastano due minuti per disgustarle! Figlia mia, non mi compenserai tu? Voglio che tu mi cerchi per quelli che non vogliono; che ogni volta ch’io sono con te, mi domandi con perseveranza il lume ch’essi non hanno e che non avranno mai se tu non lo implori per essi ».
Io vedevo quanta pena gli ragionasse questa indifferenza delle anime, ma gli dicevo come volete voi che vi cerchino tanto, poiché non vi trovano presto? spesso voi vi lasciate cercare molto a lungo. « E’ vero, – mi ripose egli, – ma questo è ciò che forma il merito dell’amore. Quand’anche mi cercassero per tutta la loro vita senza trovarmi, ancora non avrebbero fatto che il loro dovere. Io m’incaricherei di compensarle largamente ».
Quand’ero in orazione, sovente mi trovavo nell’aridità, rimanendovi due ore senza che Gesù venisse a parlarmi né a vedermi; lo chiamavo invano, gli dicevo: passerò qui la mia vita, ma non me n’andrò affatto. Quando finalmente viene, mi sorride dicendomi: «Io non potei resistere a te, bisognò ch’io scendessi: tu rapisci il mio Cuore, bisogna ch’io venga ad aprirtelo e a farti vedere tutto il mio amore per i tuoi fratelli e per te »
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