Maria, madre animata dallo Spirito Santo
Udienza Generale 1998
Autore: San Giovanni Paolo II
Maria, madre animata dallo Spirito Santo
1. A coronamento della riflessione sullo Spirito Santo, in questo anno a lui dedicato nel cammino verso il grande Giubileo, alziamo lo sguardo verso Maria. Il consenso da lei espresso nell’Annunciazione duemila anni fa rappresenta il punto di partenza della nuova storia dell’umanità. Il Figlio di Dio, infatti, si è incarnato ed ha cominciato ad abitare in mezzo a noi quando Maria ha dichiarato all’angelo: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38).
La cooperazione di Maria con lo Spirito Santo, manifestata nell’Annunciazione e nella Visitazione, si esprime in un atteggiamento di costante docilità alle ispirazioni del Paraclito. Consapevole del mistero del suo Figlio divino, Maria si lasciava guidare dallo Spirito per comportarsi in modo adeguato alla sua missione materna. Da vera donna di preghiera, la Vergine chiedeva allo Spirito Santo di completare l’opera iniziata al concepimento perché il bimbo crescesse “in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,52). Sotto questo profilo Maria si presenta come un modello per i genitori, mostrando la necessità di ricorrere allo Spirito Santo per trovare la via giusta nel difficile compito educativo.
2. L’episodio della presentazione di Gesù al tempio coincide con un intervento importante dello Spirito Santo. Maria e Giuseppe erano andati al tempio per “presentare” (cfr Lc 2,22), cioè per offrire Gesù, secondo la legge mosaica che prescriveva il riscatto dei primogeniti e la purificazione della madre. Vivendo profondamente il senso di questo rito, come espressione di sincera offerta, essi furono illuminati dalle parole di Simeone, pronunciate sotto l’impulso speciale dello Spirito.
Il racconto di Luca sottolinea espressamente l’influsso dello Spirito Santo sulla vita di questo vegliardo. Egli aveva ricevuto dallo Spirito la garanzia di non morire senza avere visto il Messia. E appunto, “mosso dallo Spirito, si recò al tempio” (Lc 2,27), nel momento in cui Maria e Giuseppe vi portavano il bambino. E’ dunque lo Spirito Santo a suscitare l’incontro. E’ lui a ispirare al vecchio Simeone un cantico che celebra il futuro del bambino, venuto come “luce per illuminare le genti” e “gloria del popolo di Israele” (Lc 2,32). Maria e Giuseppe si meravigliano di queste parole che ampliano la missione di Gesù a tutti i popoli.
E’ ancora lo Spirito a far pronunciare a Simeone una profezia dolorosa: Gesù sarà “segno di contraddizione” e a Maria “una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2,34.35). Attraverso queste parole, lo Spirito Santo prepara Maria alla grande prova che l’attende, e conferisce al rito di presentazione del bambino il valore di un sacrificio offerto per amore. Quando Maria ha ricevuto il suo figlio dalle braccia di Simeone, ha capito che lo riceveva per offrirlo. La sua maternità l’avrebbe coinvolta nella sorte di Gesù e ogni opposizione a lui si sarebbe ripercossa nel suo cuore.
3. La presenza di Maria presso la Croce è il segno che la madre ha seguito fino in fondo l’itinerario doloroso tracciato dallo Spirito Santo per bocca di Simeone.
Sul Calvario, nelle parole che Gesù rivolge alla Madre e al discepolo prediletto, emerge un’altra caratteristica dell’azione dello Spirito Santo: egli assicura fecondità al sacrificio. Le parole di Gesù manifestano appunto un aspetto “mariano” di questa fecondità: “Donna, ecco il tuo figlio!” (Gv 19,26). In queste parole lo Spirito Santo non appare espressamente. Ma dal momento che l’evento della Croce, come l’intera vita di Cristo, si svolge nello Spirito Santo (cfr Dominum et vivificantem, 40-41), proprio nello stesso Spirito il Salvatore chiede alla Madre di consentire al sacrificio del Figlio, per diventare la madre di una moltitudine di figli. A questa suprema offerta della Madre di Gesù egli assicura un frutto immenso: una nuova maternità destinata ad estendersi a tutti gli uomini.
Dalla Croce il Salvatore voleva riversare sull’umanità fiumi di acqua viva (cfr Gv 7,38), cioè l’abbondanza dello Spirito Santo. Ma desiderava che questa effusione di grazia fosse legata al volto di una madre, la sua Madre. Maria appare ormai come la nuova Eva madre dei viventi, o la Figlia di Sion madre dei popoli. Il dono della madre universale era incluso nella missione redentrice del Messia: “Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta …”, scrive l’Evangelista dopo la duplice dichiarazione: “Donna, ecco il tuo figlio” e “Ecco la tua madre” (Gv 19,26-28).
Da questa scena si può intuire l’armonia del piano divino in rapporto al ruolo di Maria nell’azione salvifica dello Spirito Santo. Nel mistero dell’Incarnazione la sua cooperazione con lo Spirito aveva svolto un ruolo essenziale; anche nel mistero della nascita e formazione dei figli di Dio il concorso materno di Maria accompagna l’attività dello Spirito Santo.
4. Alla luce della dichiarazione di Cristo sul Calvario, la presenza di Maria nella comunità in attesa della Pentecoste assume tutto il suo valore. San Luca, che aveva attirato l’attenzione sul ruolo di Maria nell’origine di Gesù, ha voluto sottolineare la sua presenza significativa nell’origine della Chiesa. La comunità è composta non solo di Apostoli e Discepoli, ma anche di donne, tra le quali Luca nomina unicamente “Maria, la madre di Gesù” (At 1,14).
La Bibbia non ci offre altra informazione su Maria dopo il dramma del Calvario. Ma è molto importante sapere che Ella partecipava alla vita della prima comunità e alla sua preghiera assidua e unanime. Senza dubbio fu presente all’effusione dello Spirito il giorno di Pentecoste. Lo Spirito che già abitava in Maria, avendo operato in lei meraviglie di grazia, ora ridiscende nel suo cuore comunicando doni e carismi necessari per l’esercizio della sua maternità spirituale.
5. Maria continua ad esercitare nella Chiesa la maternità che le è stata affidata da Cristo. In questa missione materna l’umile serva del Signore non si pone in concorrenza con il ruolo dello Spirito Santo; al contrario, Ella è chiamata dallo stesso Spirito a cooperare in modo materno con Lui. Egli risveglia continuamente alla memoria della Chiesa le parole di Gesù al discepolo prediletto: “Ecco tua madre!”, e invita i credenti ad amare Maria come Cristo l’ha amata. Ogni approfondimento del legame con Maria permette allo Spirito un’azione più feconda per la vita della Chiesa.