Meditare il Sabato Santo
Autore: Autori Cristiani
La speranza illumina il Sabato Santo
Ci può succedere che il Sabato Santo sia «il giorno del Triduo pasquale che più trascuriamo, presi dalla fremente attesa di passare dalla croce del venerdì all’alleluia della domenica»1. Perché questo non ci accada, possiamo fissare la nostra attenzione sulle donne che accompagnarono la Madonna in ogni momento. «Per loro era l’ora più buia, come per noi. Ma in questa situazione le donne non si lasciano paralizzare. Non cedono alle forze oscure del lamento e del rimpianto, non si rinchiudono nel pessimismo, non fuggono dalla realtà. Compiono qualcosa di semplice e straordinario: nelle loro case preparano i profumi per il corpo di Gesù. […] Queste donne, senza saperlo, preparavano nel buio di quel sabato “l’alba del primo giorno della settimana”, il giorno che avrebbe cambiato la storia»2.
Oggi Cristo giace nel sepolcro. Mani amiche lo hanno sistemato con affetto in quel luogo, proprietà di Giuseppe d’Arimatea, non lontano dal Calvario. Dove sono gli apostoli? I vangeli non ci dicono nulla, ma forse all’imbrunire di quel sabato arrivarono uno dopo l’altro al Cenacolo, dove alcuni giorni prima si erano riuniti con il Maestro. Quanto scoraggiamento nelle loro conversazioni! Avevano tradito Gesù. Fino a tal punto dovette arrivare lo scoraggiamento che probabilmente non mancò l’idea di abbandonare tutto e ritornare alle cose di una volta, come se gli ultimi tre anni fossero stati un sogno soltanto. Tuttavia, «nel silenzio che avvolge il Sabato Santo, toccati dall’amore sconfinato di Dio, viviamo nell’attesa dell’alba del terzo giorno, l’alba della vittoria dell’Amore di Dio, l’alba della luce che permette agli occhi del cuore di vedere in modo nuovo la vita, le difficoltà, la sofferenza. I nostri insuccessi, le nostre delusioni, le nostre amarezze, che sembrano segnare il crollo di tutto, sono illuminati dalla speranza»3.
I personaggi che tengono compagnia a Cristo nell’abbandono
Tra le sante donne le cose sono andate diversamente: sono state fedeli sino all’ultimo momento. Avevano osservato attentamente come tutto era stato sistemato, in modo che, dopo il riposo del sabato, potevano ritornare e finire di imbalsamare Gesù. È spiegabile lo scoraggiamento di tutti: ma ancora non sono testimoni, né gli apostoli né loro, della risurrezione di Cristo. Malgrado tutto, non vogliono omettere di prestare questo servizio. Il loro affetto è più forte della morte. D’altra parte, ci piacerebbe anche essere tanto coraggiosi come Giuseppe d’Arimatea e come Nicodemo, che «nell’ora della solitudine, del totale abbandono e del disprezzo…, proprio allora danno la faccia […]. Io salirò con loro – diceva san Josemaría – fino ai piedi della Croce, mi stringerò al Corpo freddo, al cadavere di Cristo, con il fuoco del mio amore…, lo schioderò con i miei atti di riparazione e con le mie mortificazioni…, lo avvolgerò nel lenzuolo nuovo della mia vita limpida, e lo seppellirò nel mio cuore di roccia viva, dal quale nessuno me lo potrà strappare»4. Quando quasi nessuno si aspetta qualcosa da Cristo, tutti questi personaggi della Scrittura non si tirano indietro. Non hanno nulla da guadagnare, possono perdere tutto, ma vogliono offrire ugualmente a Gesù il loro affetto.
1 Papa Francesco, Omelia, 11-IV-2020. 2 Ibid.
3 Benedetto XVI, A conclusione della Via Crucis, 2-IV-2010
4 San Josemaría, Via Crucis, XIV stazione, n. 1.
Per un altro verso, il Sabato Santo non sarà stato per la Madonna un giorno triste, benché sicuramente doloroso.
La fede, la speranza e l’amore più tenero per il suo divino figlio le avranno dato pace, le avranno fatto aspettare con un’ansia serena la risurrezione. Avrà ricordato, frattanto, le ultime parole di Gesù: «Donna, ecco tuo figlio!» (Gv 19, 26); avrà cominciato a esercitare la sua maternità con quegli uomini e quelle donne che avevano seguito Cristo fin dai primi tempi. Maria avrà cercato di rinvigorire la fede e la speranza degli apostoli, ricordando loro le parole che poco tempo prima avevano ascoltato dalle labbra del Signore: «Lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà» (Mc 10, 34). Il Signore aveva parlato ben chiaro in modo che, arrivati i momenti di difficoltà, sapessero aggrapparsi con fede alla sua parola. Insieme al ricordo doloroso delle sofferenze patite da Gesù, un grande sollievo invaderà il cuore di Maria pensando che ormai tutto questo era passato: «L’opera della nostra Redenzione è compiuta. Ormai siamo figli di Dio, perché Gesù è morto per noi e la sua morte ci ha riscattati»5.
Maria ci consola e ci fortifica nei momenti difficili
Accanto alla Madonna, alla luce della sua speranza, si infiammeranno i cuori di ciascuno di loro. «E se tutto questo fosse vero?», pensavano, forse, gli apostoli. «E se veramente Cristo risuscitasse, come aveva promesso?». Come in altri tempi erano stati tutti stretti attorno al Figlio, ora hanno piacere di stare vicino alla Madre. Sicuramente Maria inviò alcuni a cercare quelli che magari non si erano fatti vivi all’inizio. Può darsi che ella sperasse di incontrare Tommaso per consolare il suo cuore intimorito. Nel momento della prova seppero ricorrere a Maria e «con Lei, com’è facile!»6.
Vogliamo poggiare la nostra fede sulla sua: soprattutto quando le cose costano, quando sopraggiungono le difficoltà e i momenti di oscurità. San Bernardo lo aveva sperimentato bene: «Se si alzano i venti delle tentazioni, se t’imbatti negli scogli delle tribolazioni, guarda la Stella, chiama Maria»7. Dio vuole che ella sia per noi avvocata, madre, cammino sicuro per ritrovare la luce nei momenti di oscurità.
Chi ricorre alla potente intercessione di santa Maria sa che mai si è sentito dire che coloro che hanno confidato nella Madonna sono rimasti abbandonati, per quanto duro fosse il momento e grande la confusione della loro anima. Possiamo dire a Gesù: «Qualunque tristezza abiti in noi, sentiremo di dover sperare, perché con Te la croce sfocia in risurrezione, perché Tu sei con noi nel buio delle nostre notti: sei certezza nelle nostre incertezze, Parola nei nostri silenzi, e niente potrà mai rubarci l’amore che nutri per noi»8. Accanto a Maria, madre della speranza, riprenderà a crescere la nostra fede nei meriti di suo figlio Gesù.
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