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Meditare in tempo di Avvento - Quarto Giorno

La nostra Preghiera quotidiana

Autore: Autori vari

– Quarto giorno – La necessità della purificazione interiore «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista» (Mt
11, 11). Queste parole di Gesù che leggiamo nel vangelo della Messa di
oggi, sono state custodite fedelmente dalla Chiesa, che fin dalle
origini ha venerato in modo particolare il Precursore. Lo possiamo
vedere, per esempio, nella liturgia, che celebra con solennità la sua
nascita, perché è intimamente collegata con il mistero della
incarnazione di Cristo.Anche i quattro vangeli mettono in risalto
la figura di san Giovanni Battista. È l’ultimo dei profeti, quello che
chiude l’Antico Testamento e guarda al Nuovo, annunciando Gesù, il
Messia, l’Agnello di Dio. Suo padre, Zaccaria, quando riacquistò la
parola che aveva perduto per la sua iniziale mancanza di fede, lodò Dio
con il Benedictus, la preghiera che appare particolarmente
significativa in questo tempo liturgico: «E tu, bambino, sarai chiamato
profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le
strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella
remissione dei suoi peccati» (Lc 1, 76-77). Dichiarava in tal
modo la missione che avrebbe dovuto svolgere Giovanni: rendere più
fecondo l’arrivo di Gesù, più vicino, chiamando alla penitenza e alla
conversione dei cuori.Per poter scoprire Cristo è necessaria una
certa purificazione. «Chiedi al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, e
a tua Madre, di aiutarti a conoscerti e a piangere per tutte quelle
cose sporche che ti hanno attraversato e che hanno lasciato – ahimè –
tante incrostazioni… E nel contempo, senza allontanarti da questa
considerazione, digli: dammi, Gesù, un Amore che sia fuoco di
purificazione, nel quale la mia povera carne, il mio povero cuore, la
mia povera anima, il mio povero corpo, si consumino, ripulendosi di
tutte le miserie terrene… Poi, il mio io ormai vuoto, riempilo di Te:
che non mi attacchi a nulla qui sulla terra; che mi sostenga sempre
l’Amore»[1].La purezza di cuore«Poiché io sono il Signore, tuo Dio, che ti tengo per la destra e ti dico: Non temere, io ti vengo in aiuto» (Is
41, 13). Queste parole del profeta Isaia, nella prima lettura della
Messa, ci ricordano che, nell’impegno per disporci meglio a ricevere
Gesù, la cosa più importante è la nostra fiducia nell’aiuto che ci verrà
dalla grazia divina. È Dio che ci trasformerà se siamo docili alle sue
ispirazioni. Così sorgerà nel nostro cuore una vita nuova, si rigenererà
ciò che forse fino a quel momento sembrava sterile in noi. Potremo
assaporare, divenuta realtà nella nostra anima, questa dolce promessa
del Signore: «Farò scaturire fiumi su brulle colline, fontane in mezzo
alle valli; cambierò il deserto in un lago d’acqua; la terra arida in
zona di sorgenti» (Is 41, 18).Dio ci concederà la sua
grazia come i fiumi destinati a dare vita ai campi. In quel misterioso
tessuto tra la nostra volontà e la sua, il nostro compito consiste nel
desiderare e accogliere, togliendo gli ostacoli che potrebbero soffocare
il frutto: «Gesù, che il mio povero cuore sia un giardino recintato –
chiediamo con san Josemaría –; che il mio povero cuore sia un paradiso,
dove Tu possa abitare; che il mio Angelo Custode lo difenda, con spada
di fuoco, con cui purifichi tutti gli affetti prima che entrino in me;
Gesù, con il divino sigillo della tua Croce, sigilla il mio povero
cuore»[2].Vogliamo
amare il Signore di tutto cuore e, per questo, gli chiediamo di
aiutarci a migliorare in ciò che ancora ci è di ostacolo ad avere i suoi
stessi sentimenti: mancanza di carità e di misericordia verso gli
altri, egoismo, indifferenza… Chiediamo, dunque, l’aiuto della grazia
per ripulire il nostro cuore: «Questo dono è stato dato a coloro che lo
hanno chiesto, a coloro che lo hanno voluto, a coloro che hanno lavorato
per riceverlo»[3].
L’invito che la Chiesa ci rivolge nell’Avvento non è una semplice
assenza di contaminazione. Si tratta di una cosa radicalmente diversa,
molto più attraente e che è alla portata di tutti: vogliamo purificare
il nostro cuore, chiedendolo al Signore con umiltà, per identificare
sempre più il nostro cuore con il cuore di Cristo.L’amore si accende e cresce nell’orazione«Noi
cristiani siamo innamorati dell’Amore: il Signore non ci vuole freddi,
rigidi, come materia insensibile. Ci vuole impregnati del suo affetto»[4].
Per riempire di amore divino il nostro cuore è necessaria una preghiera
continua, come chiediamo nell’orazione colletta della Messa di oggi:
«Risveglia, o Dio, la fede del tuo popolo perché prepari le vie del tuo
unico Figlio, e per il mistero della sua venuta possa servirti con la
santità della vita». Da parte nostra dobbiamo fare in modo di «agire e
vivere e morire da innamorati»[5],
facendo nostra una preghiera di san Josemaría: «Signore!, concedimi di
essere così tuo che non entrino nel mio cuore neppure gli affetti più
santi, se non attraverso il tuo Cuore piagato»[6].La
liturgia dell’Avvento ripete spesso l’annuncio pressante: il Signore
viene e bisogna preparargli una strada sempre più ampia, una dimora
sempre più pulita, un cuore sempre più disponibile. Tuttavia, per una
persona innamorata, aspettare è poco: l’amore spinge ad andare alla
ricerca. Perciò, da ora in poi, vogliamo che coaguli in un proposito per
andargli incontro nell’orazione, con dimostrazioni di affetto, come
hanno fatto la Vergine santissima e san Giuseppe. Vogliamo incontrare
Gesù nelle nostre manifestazioni di pietà durante la giornata per dirgli
che lo amiamo, che ci dolgono le nostre infedeltà, che siamo impazienti
di riceverlo.Dio premierà il nostro sforzo di avvicinarci a lui
perché, come recitiamo nel salmo di oggi, «Misericordioso e pietoso è il
Signore, lento all’ira e grande nell’amore» (Sal 145, 8). Egli
ci darà un cuore più libero, più innamorato, che trabocchi di pace e di
gioia verso tutti coloro che ci stanno accanto. Per avere una maggiore
certezza di essere ascoltati, ricorriamo alla Vergine, Madre del
Bell’Amore, seguendo il consiglio che ci dà san Josemaría: «Devi dire
alla Vergine, proprio adesso, nella solitudine piena di compagnia del
tuo cuore, parlando senza rumore di parole: Madre mia, questo mio povero
cuore qualche volta si ribella… Ma se tu mi aiuti… E ti aiuterà,
affinché tu lo custodisca puro e prosegua per il cammino a cui Dio ti ha
chiamato»[7].[1] San Josemaría, Forgia, n. 41.[2] Ibid., n. 412.[3] San Gerolamo, Commento al vangelo di Matteo, 3, 19, 11.[4] San Josemaría, Amici di Dio, n. 183.[5] San Josemaría, Forgia, n. 988.[6] Ibid, n. 98.[7] Ibid, n. 315.

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