Meditazione per riflettere nel giorno di Pasqua
La gioia della Resurrezione
Autore: Autori Cristiani
La Resurrezione torna a infiammare la vita delle sante donne
A Gerusalemme albeggia. L’oscurità riempiva tutto fino a quando il sole ha cominciato a illuminare le mura, il Tempio, le torri della fortezza… Maria Maddalena e altre donne camminano in direzione nord-ovest della città, verso il Calvario. Le strade sono vuote. Esse hanno l’impressione che la morte di Gesù abbia oscurato la terra per sempre: il sole non brillerà più come quando il loro maestro era con loro. Eppure non gl’importa la mancanza di luce, né la guardia messa lì dal sinedrio, né che Cristo sia morto ormai da tre giorni. Non sanno chi toglierà la pietra che chiude il sepolcro, ma non sono disposte a restarsene a casa. Ripercorrono i luoghi nei quali ha camminato Gesù; il loro cuore sussulta ancora una volta, ma non cedono al timore.
«La fede di queste donne mi commuove – diceva san Josemaría –, e mi fa ritornare alla memoria tante cose buone di mia madre, come anche voi ricorderete molti dettagli stupendi delle vostre […]. Quelle donne erano a conoscenza dei soldati di guardia, sapevano che il sepolcro era completamente chiuso: però spendono i loro soldi e di prima mattina vanno a ungere il corpo del Signore […]. Bisogna essere coraggiose! […]. Quando arrivarono al sepolcro, si accorsero che la pietra era stata allontanata. Questo succede sempre. Quando ci decidiamo a fare quello che dobbiamo fare, le difficoltà si superano facilmente»[1].
Ad esse chiediamo quell’amore a Gesù, più forte della tremenda sofferenza della passione. Nel cuore di quelle donne il rogo che aveva infiammato lo stesso Cristo non si era spento del tutto. Si sono alzate di buon mattino e non è stato vano. Dio non può resistere a un amore del genere e dà loro la migliore notizia, la pagina definitiva nella quale hanno compimento tutte le profezie: «“Sono risorto e ora sono sempre con te”, dice a ciascuno di noi. La mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai nelle mie mani. Sono presente perfino alla porta della morte. Dove nessuno può più accompagnarti e dove tu non puoi portare niente, là ti aspetto io e trasformo per te le tenebre in luce»[2].
Pietro e Giovanni accorrono al sepolcro
Corrono piene di gioia, benché ancora piuttosto confuse, fino al Cenacolo per annunciare agli apostoli quello che hanno visto. A loro sembra una follia quello che ascoltano dalle labbra di queste donne che arrivano ansimanti per la corsa che hanno fatto. Le loro parole si mescolano alle lacrime e alle manifestazioni di gioia, data la tensione del momento. Pietro e Giovanni vogliono sapere tutto ciò che si riferisce al loro maestro, pur non essendo del tutto convinti di quello che ascoltano, così che si mettono in cammino: «Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro» (Gv 20, 4). Noi vogliamo correre con loro e superare anche Giovanni. E se fosse vero quello che dicono le donne? E se Gesù ha compiuto veramente quello che aveva promesso? Mentre corrono per la strada e la luce del giorno cresce, aumenta anche la speranza nel cuore di questi due apostoli.
Per il momento possiamo fissare il nostro sguardo su san Pietro, che «non rimase seduto a pensare, non restò chiuso in casa come gli altri. Non si lasciò intrappolare dall’atmosfera cupa di quei giorni, né travolgere dai suoi dubbi; non si fece assorbire dai rimorsi, dalla paura e dalle chiacchiere continue che non portano a nulla. Cercò Gesù, non se stesso. […] Questo è stato l’inizio della “resurrezione” di Pietro, la resurrezione del suo cuore. Senza cedere alla tristezza e all’oscurità, ha dato spazio alla voce della speranza: ha lasciato che la luce di Dio gli entrasse nel cuore, senza soffocarla»[3].
Benché come Pietro qualche volta abbiamo rinnegato Gesù, ancora una volta come Pietro vogliamo ritornare accanto a Lui: «È il momento di rinnovarsi, figli miei – diceva san Josemaría –; la santità è questo: ogni giorno rinascere, ogni giorno ricominciare. Non dovete preoccuparvi dei vostri errori se avete la buona volontà di ricominciare […]. Questi ostacoli che sorgono nel tuo percorso mettili ai piedi di Gesù Cristo, in modo che Egli rimanga ben in alto, perché vinca Lui: e tu con Lui. Non ti preoccupare mai, cerca di cambiare, ricomincia, prova e riprova, perché alla fine, se tu non riesci, il Signore ti aiuterà a superare qualunque ostacolo alla tua santità. Anche questo è un modo di rinnovarsi, è un modo di vincersi: ogni giorno una resurrezione, che sia la certezza di arrivare alla meta del nostro cammino, che è l’amore»[4].
Accanto a Santa Maria nella gioia della Resurrezione
Maria, la madre di Gesù, quella mattina non è andata al sepolcro. È rimasta in casa e forse sorride dentro di sé. Nessuno, eccetto lei, è riuscito ad accettare realmente il piano di Dio Padre; gli altri « Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti» (Gv 20, 9). Maria era abituata a custodire nel suo cuore le parole di Gesù: da quel venerdì di dolore ella aveva cercato di concentrarsi nelle meraviglie che Gesù aveva detto e fatto. Probabilmente saranno affiorate nel suo cuore quelle parole misteriose che si riferiscono alla resurrezione al terzo giorno. Per lei ormai nulla di quel che riguardava suo Figlio era una sorpresa.
A noi, a più di duemila anni dagli avvenimenti che stiamo contemplando, il Venerdì Santo e la Resurrezione di Gesù continuano a dare forza e senso alla nostra vita. Perciò «tutte le cose della terra hanno l’importanza che noi vogliamo dare loro. Tutto quello che succede qui giù, se siamo messi in Dio, non ci turberà. Quando, a causa della nostra debolezza e dei nostri errori, diamo importanza a queste piccolezze e soffriamo, è perché amiamo. Se rimaniamo attaccati al Signore, stiamo al sicuro. Uniti alla Croce di Cristo, alla gloria della Resurrezione e al fuoco di Pentecoste, tutto si supera»[5].
A san Josemaría piaceva sapersi molto vicino alla Madonna, specialmente durante la gioia pasquale, «sempre sicuri nella vittoria della Resurrezione»[6]. Quando preghiamo il Regina Coeli potremo suscitare molti sorrisi di nostra Madre, santamente orgogliosa dei suoi figli neonati e rinnovati dalla Pasqua. «Rallegrati, Vergine Maria», le diremo, con il piacere di unirci a tanto gaudio, sapendo che Gesù è rimasto con noi per sempre.
[1] San Josemaría, Meditazione, 29-III-1959.
[2] Benedetto XVI, Omelia, 7-IV-2007.
[3] Papa Francesco, Omelia, 26-III-2016.
[4] San Josemaría, Meditazione, 29-III-1959.
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