Meditazioni per la quinta settimana di Quaresima - Lunedì
Gesù è la luce del mondo
Autore: Autori Cristiani
«IO SONO LA LUCE del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv
8,12). Forse in più di un’occasione abbiamo dovuto affrontare
l’oscurità della notte. Allora le forme delle cose intorno a noi
scompaiono e perdiamo l’orientamento. Ma nel momento in cui la luce
ritorna improvvisamente, tutto riacquista i suoi contorni e il suo
senso.In queste parole con cui il Signore si proclama
essere la nostra luce, troviamo rifugio dai momenti di oscurità in cui a
volte possiamo essere sopraffatti dal pessimismo o dalla tristezza.
«Chi crede in Gesù, certamente non vede sempre soltanto il sole nella
vita, quasi che gli possano essere risparmiate sofferenze e difficoltà,
ma c’è sempre una luce chiara che gli indica una via, la via che conduce
alla vita in abbondanza (cfr Gv 10,10). Gli occhi di chi crede
in Cristo scorgono anche nella notte più buia una luce e vedono già il
chiarore di un nuovo giorno»[1]«Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto» (Lc
24, 29), dice a Cristo uno dei discepoli sulla strada di Emmaus. Anche
noi possiamo sentire molte volte al giorno il bisogno di chiedere al
Signore di non scostarsi dalla nostra vita. I nostri dubbi, le nostre
ferite e le nostre preoccupazioni hanno bisogno di essere esposti alla
luce del suo sguardo. Possiamo ben capire quei seguaci di Cristo che,
mentre stavano camminando verso casa scoraggiati, si sono resi conto che
non erano in grado di ritrovare la strada: «Tra le ombre del giorno in
declino e l’oscurità che incombeva nell’animo, quel Viandante era un
raggio di luce che risvegliava la speranza ed apriva i loro animi al
desiderio della luce piena»[2].LA
LUCE DI CRISTO ci aiuta a scoprire la bellezza nascosta nei diversi
eventi e persone che compongono la nostra vita. A volte possiamo
sentirci frustrati quando le cose non vanno come avevamo pianificato; o
facciamo troppe storie su un disaccordo con qualcuno vicino a noi; o
abbiamo l’impressione che la società abbia troppi problemi. In alcune
circostanze può capitarci di sperimentare i nostri limiti con maggiore
consapevolezza. Tuttavia, se ci lasciamo riempire dalla luce di Cristo,
non solo troveremo il conforto per superare tutto, ma saremo anche in
grado di acquisire quel «sguardo al mondo che, al di là del semplice
carattere naturale, permette di vedere il lato positivo – e magari
divertente – delle cose e delle situazioni»[3].Di
solito è difficile identificare il colore degli occhi di un neonato.
Anche se all’inizio sono piuttosto grigiastri, acquisiscono gradualmente
il loro vero colore solo col tempo. Qualcosa di simile accade nella
nostra preghiera. Ogni volta che ci rivolgiamo al Signore, vogliamo che
Lui trasformi i nostri occhi, a volte grigi, in una contemplazione
luminosa e grata di tutto ciò che ci circonda. «Rimaniamo qualche
momento in raccoglimento, ogni giorno un pochettino, fissiamo lo sguardo
interiore sul suo volto e lasciamo che la sua luce ci pervada e si
irradi nella nostra vita»[4].In
un’occasione, Gesù ha sottolineato l’importanza degli occhi per la vita
interiore: «La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è
semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso» (Mt 6, 22-23). Non
solo vogliamo vedere la luce di nostro Signore, ma vogliamo anche
irradiare quella luce di Cristo a coloro che ci circondano. Per questo
san Josemaría ci ha insegnato a ripetere una giaculatoria che nasconde
un approccio profondo alla vita: «Che io veda con i tuoi occhi, Cristo
mio, Gesù della mia anima»[5].«Il
Signore è il mio pastore: non manco di nulla – prega il salmista – Su
pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce» (Sal
22, 3). Se Gesù è il nostro Pastore, quali tenebre possono spaventarci?
«Chi va col Signore anche nelle valli oscure della sofferenza,
dell’incertezza e di tutti i problemi umani, si sente sicuro. Tu sei con
me: questa è la nostra certezza, quella che ci sostiene»[6].Questa
realtà può influenzare il modo in cui affrontiamo le situazioni
quotidiane. Gesù illumina i momenti migliori e peggiori della giornata.
«Questa è la grande luce che illumina la nostra vita e che, pur tra
difficoltà e miserie personali, ci spinge ad andare avanti con
perseveranza»[7].
Ecco perché ogni famiglia cristiana riflette, al di là dei piccoli o
grandi contrattempi che deve affrontare, una profonda serenità, frutto
della fiducia in Dio. È la stessa tranquillità che prova un bambino
quando, in mezzo all’oscurità, non è sopraffatto dalla paura perché sa
che suo padre è vicino.«Se siamo anime di fede, daremo
un’importanza molto relativa agli avvenimenti di questa terra, come
hanno fatto i santi… Il Signore e sua Madre non ci abbandonano e, ogni
volta che sarà necessario, si faranno presenti per riempire di pace e
di sicurezza il cuore di chi appartiene a loro»[8].
Se a volte sentiamo che questa oscurità sta diventando più fitta,
possiamo rivolgerci come buoni figli a nostra Madre e, unendoci alle
parole di san Josemaría, possiamo invocarla, con la certezza che ci sta
ascoltando.: «Mamma!, non mi lasciare»[9].