Misericordia nella vita quotidiana - Introduzione
Autore: Mons. Javier Echevarría Rodríguez
Il Giubileo Straordinario, indetto da Papa Francesco, pone la misericordia al
centro dell’attenzione del pellegrinaggio cristiano. Il Santo Padre fa notare che la
misericordia è “la parola-chiave per indicare l’agire di Dio verso di noi. Egli non
si limita ad affermare il suo amore, ma lo rende visibile e tangibile”.
Ognuno dei suoi figli può essere testimone dell’amore di Dio nel corso della
propria vita e del fatto che siamo chiamati a rispondere con amore a questo
amore. Il Papa invita tutti a essere portatori della misericordia di Dio, come tante
volte abbiamo sperimentato personalmente: basta pensare a quante volte ci
perdona – sempre! – nel sacramento della Penitenza. Perciò i prossimi mesi
devono essere un “tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed
efficace la testimonianza dei credenti”.
La vicinanza del Signore non potrà mai rimanere una frase astratta; ogni
giorno deve tradursi in opere, nel comportamento concreto durante ogni
giornata, in quelle “intenzioni, atteggiamenti, comportamenti che si verificano
nell’agire quotidiano” . Il successore di Pietro ha affermato che “La
misericordia di Dio è la sua responsabilità per noi. Lui si sente responsabile, cioè
desidera il nostro bene e vuole vederci felici, colmi di gioia e sereni. È sulla
stessa lunghezza d’onda – continua il Santo Padre – che si deve orientare
l’amore misericordioso dei cristiani. Come ama il Padre così amano i figli. Come
è misericordioso Lui, così siamo chiamati ad essere misericordiosi noi, gli uni
verso gli altri”.
In tal senso, acquistano un peso molto serio le opere di misericordia che
nostro Signore ha trasmesso alla sua Chiesa. Cristo – il “volto della misericordia
del Padre” – invita i cristiani a volgere lo sguardo a Lui costantemente e con
attenzione, con il desiderio di arrivare a unirci alla sua vita, di imitarlo come i
piccoli imitano i genitori o i fratelli più grandi.
San Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei, coltivò appassionatamente,
durante la sua vita terrena, le opere di misericordia corporali e spirituali,
imitando Gesù. In una sua omelia ha potuto scrivere giustamente: “Si
comprendono benissimo l’impazienza, l’ansia, i desideri inquieti di coloro che,
con un’anima naturalmente cristiana, non si rassegnano di fronte all’ingiustizia
personale e sociale che il cuore umano è capace di creare. Sono tanti i secoli
della convivenza degli uomini, e tanto è ancora l’odio, tante le distruzioni, tanto
il fanatismo accumulato in occhi che non vogliono vedere e in cuori che non
vogliono amare”. Fin qui san Josemaría.
In seguito ha enumerato alcuni dei mali che affliggono il mondo: “I beni della
terra – specificava san Josemaría –, divisi tra pochi e i beni della cultura chiusi in
cenacoli ristretti. Fuori [da questi luoghi], c’è fame di pane e di dottrina; e le vite
umane, che sono sante perché vengono da Dio, sono trattate come cose, come
numeri statistici” . Qui termina la citazione del fondatore dell’Opus Dei.
Davanti all’assenza di misericordia e di autentica fraternità, non possiamo
lasciarci trascinare dallo scoraggiamento, ma dobbiamo accogliere il consiglio di
san Giovanni della Croce: “Metti amore dove non c’è amore e ricaverai
amore” . Siamo chiamati – tutti! – a essere altri Cristi, lo stesso Cristo , e così
operare in suo nome, contagiando la carità dappertutto. In tal senso, anche san
Josemaría diceva che Cristo “continua a invitarci a mettere in pratica il
comandamento nuovo dell’amore, il mandatum novum […].Occorre riconoscere
Cristo che ci viene incontro negli uomini, nostri fratelli. Nessuna vita umana è
isolata; ogni vita si intreccia con altre vite. Nessuna persona è un verso a sé: tutti
facciamo parte dello stesso poema divino che Dio scrive con il concorso della
nostra libertà”.
Forse qualcuno potrebbe pensare – soprattutto nei paesi più avanzati – che i
progressi nell’assistenza sociale, sanitaria, lavorativa… renderebbero non
necessarie, o addirittura superflue, le tradizionali opere di misericordia; ma non è
così! Anche nelle nazioni più progredite molte persone si dibattono sulla soglia
della povertà, mancano dei servizi più elementari o sono in preda alla solitudine
o all’abbandono, pur disponendo dei mezzi materiali. Aveva ragione il fondatore
dell’Opus Dei nell’osservare, molti anni fa, che quando le circostanze storiche
sembrano aver superato la miseria o il dolore, proprio allora si fa più urgente
l’intraprendenza dell’autentica fraternità cristiana, che riesce a indovinare dove
c’è necessità di consolazione, pur in mezzo a un apparente benessere generale.
Con l’aiuto di Dio, durante questi mesi, mi propongo di offrire alcune
considerazioni sulle quattordici opere di misericordia, spirituali e corporali, con
l’intenzione che trovino posto più spesso nella nostra esistenza ordinaria. Nelle
vicissitudini di ogni giornata – il lavoro, la vita familiare, le relazioni con gli altri
–, il Maestro ci invita a identificarci con Lui.
In tal modo, il nostro cammino sulla terra con Cristo potrà diventare una
“scuola di misericordia”.