Omelia Messa di Natale 1991
Solennità della Natività del Signore
Autore: San Giovanni Paolo II
1. “Un bambino è nato per noi, / ci è stato dato un figlio” (Is 9, 5).
Il Bambino nasce a mezzanotte. Nasce in una stalla, vicino alla città di Betlemme, nei campi nei quali i pastori facevano la guardia al loro gregge (cf. Lc 2, 8).
Nasce il Bambino! Tanti bambini nascono in tutta l’estensione della terra, tra nord e sud, in occidente e in oriente. Il Bambino: uno tra i miliardi dei nati sulla terra che è l’abitazione dell’uomo.
Viene alla luce l’uomo nato da donna, come ogni essere umano.
2. Quest’uomo è un dono. Il Profeta dice: “ci è stato dato un figlio”. Non soltanto è nato da Maria Vergine, ma la sua nascita costituisce un dono. Essa ha il suo principio nella nascita eterna: è il Figlio dell’Eterno Padre. È il testimone del Mistero Trinitario di Dio.
Ci è stato dato un figlio. Nascendo da Maria porta in sé questa Nascita eterna: Dio da Dio, Luce da Luce.
Viene per rivelare il Padre. Dio che è il Padre. Egli stesso è la rivelazione del Padre. “Dio . . . ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3, 16).
Ci è stato dato un figlio.
Ci è stato dato perché diventi la caparra della nostra figliolanza in Dio; perché noi stessi – noi uomini – possiamo diventare figli di Dio: figli nel Figlio, figli a somiglianza del Figlio.
A Jasna Gora quest’anno, nel Santuario di Czestochowa, i giovani dell’Occidente e dell’Oriente, di tutta l’Europa e degli altri continenti, si sono riuniti per scoprire di nuovo la verità di questa figliolanza, che ha il suo inizio terreno nella notte di Betlemme.
3. Passa la notte di Betlemme come ogni altra notte. Ad essa segue il giorno, e poi di nuovo la notte e quindi il giorno.
Siamo forse riuniti, in questa notte di dicembre, qui come ovunque nel mondo, soltanto per ricordare l’avvenimento che è passato alla storia, come ogni nascita dell’uomo passa alla storia e gradualmente diventa un ricordo?
Ci è stato dato un figlio: ecco un avvenimento che conta già quasi duemila anni! Tuttavia non può essere considerato un passato. Questa nascita è di oggi e di domani, di sempre: “Ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità”, dice il Profeta (Is 9, 5).
Questo figlio è dono. E quale sovranità può essere sul mondo umano il dono? È una sovranità completamente dissimile da quella degli uomini: da quella di Augusto, Imperatore romano, di Quirino, Governatore della Siria, o di Erode, Re della Giudea.
Questa è la sovranità di salvezza! “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia . . . oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore” (Lc 2, 10-11): il Salvatore del mondo.
Ci è stato dato un figlio: il Dono che salva. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16).
Soltanto Dio può elargire all’uomo il bene che non conosce il male; soltanto Dio può dare all’uomo la vita che non conosce la morte; soltanto Dio può salvare: il Figlio di Dio della stessa sostanza del Padre, che nasce nella notte di Betlemme! Solo Lui ha una tale sovranità. Essa si manifesterà alla fine della sua missione terrena: nella notte pasquale della risurrezione, per durare fino alla fine dei secoli e oltre i limiti del tempo.
4. Ora è ancora in corso la notte di Betlemme: i primi preparativi dell’umanità alla notte pasquale.
Ora è ancora la notte di Betlemme. Nella stalla, vicino alla cittadina di Betlemme, restano in contemplazione del Neonato Maria e Giuseppe, lo sposo della Vergine testimone del Mistero della nascita di Cristo. Nella stessa notte, arrivano dai campi vicini i pastori, portando doni.
In questa stessa notte anche noi celebriamo qui, nella Basilica di San Pietro a Roma, lo stesso Mistero. E come noi, altri nostri fratelli e sorelle rivivono questo felice evento in diversi luoghi della terra. Insieme a Maria e Giuseppe ci inchiniamo davanti all’ineffabile Mistero di Dio:
“Ci è stato dato un figlio!”.
Accogliamo ancora una volta questo Dono! La gioia penetra i nostri cuori e le labbra intonano un canto nelle lingue e nei dialetti del mondo intero: il canto di Natale! Il Canto della gioia e dell’esultanza.
Veramente:“un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio” (Is 9, 5).
“Cantate al Signore da tutta la terra” (Sal 96, 1).
“Dio . . . ha amato il mondo” (Gv 3, 16).
Amen!