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L'esame per la confessione

Esame di coscienza per ogni situazione (II) - Indecisione

Autore: Autori Cristiani

7) – TIMIDITÀ – INDECISIONE

Pensieri da meditare:
Il Figliuolo di Dio, Gesù Cristo, non fu sì e no, ma in lui fu sempre sì.
Non essere pusillanime in cuor tuo.
Dite ai pusillanimi. Fatevi coraggio, e non temete.
La rea coscienza è sempre timida e inquieta.
Chi teme molto gli uomini, non farà mai nulla di grande per Dio. S. IGNAZIO DI LOYOLA.
Il timore di essere biasimato soffoca più i buoni sentimenti, di quanto non reprima quelli cattivi.
I ESERCIZIO1. Mi sono tenuto indebitamente in disparte, invece di presentarmi in pubblico, quando era mio dovere?
2. Ho evitato di dire o di fare qualche cosa, per timore di far brutta figura?
3. Ho tralasciato di far qualche lavoro, per timore di non riuscire?
4. Ho taciuto, per timidità, non avvertendo debitamente Superiori, Confratelli, alunni?
5. Mi sono lasciato vincere dal rispetto umano, ascoltando cose inopportune, o tralasciando
pratiche di pietà?
6. Ho resistito, per mancanza di coraggio, a qualche buona ispirazione interiore?

II ESERCIZIO
1. Mi sono presentato con fare timido, impacciato e indeciso?
2. Ho mancato di sincerità coi miei Superiori?
3. Mi sono lasciato intimidire, per qualche mio dovere?
4. Mi sono scoraggiato per qualche contrattempo, o per un insuccesso?
5. Ho rimandato ad altro tempo, in avvenire, la esecuzione di propositi fatti?
6. Quanti atti di fiducia nel Sacro Cuore di Gesù ho fatto oggi, per rincuorarmi? (Minimo).

8) – RISPETTO UMANO
Stimolo alla lotta contro il rispetto umano
Il monito di Gesù: Se qualcuno avrà avuto vergogna di me e delle mie parole, il Figliuolo dell’Uomo avrà vergogna di liti, quando verrà nella sua gloria e in quella del Padre e dei santi Angeli.
S. Paolo: Cerco, forse, di piacere agli uomini? Se cercassi di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo.
Poca cosa è avere Gesù Cristo nel cuore, quando si ha vergogna di confessarlo apertamente
Come l’arrossire è lodevole nelle cose cattive, è biasimevole in quelle buone. Arrossire del male è sapienza; arrossire del bene è stupidità
Non ci proponiamo di piacere a quelli, a cui Gesù Cristo non piace.
Nulla è più fastidioso, della cura di Piacere agli uomini.Chi, non desidera di piacere agli uomini, n’è teme di dispiacer loro, godrà molta pace.

I ESERCIZIO
1. Per debolezza, mi sono conformato alle opinioni o al modo di agire degli altri, sacrificando la mia coscienza?
2. Ho violato qualche punto, di Regola, per rispetto umano? (Mancanze).
3. Ho saputo rinunziare a una conversazione interessante, a una compagnia a me simpatica, ma che avrebbe fatto del male all’anima mia?
4. Mi sono allontanato subito da un gruppo, in cui si mormorava?
5. Ho messo qualche mio dovere o pratica di devozione, per timore di quanto si sarebbe pensato o detto di me?
6. Quante volte ho avuto, oggi, il coraggio di dire o di fare il contrario di chi mancava al suo dovere? (Vittorie riportate).

II ESERCIZIO
1. Per timore o per vergogna, mi sono lasciato sfuggire qualche occasione di mostrarmi regolare?
2. Per fiacchezza di carattere, ho tralasciato di parlare di cose spirituali?
3. Per rispetto umano, mi sono astenuto di fare una visita in cappella, o di mortificarmi in qualche cosa?
4. Ascoltando qualcosa d’inopportuno, ho protestato almeno con un contegno freddo e riservato?
5. Ho avuto il coraggio di prendere la difesa dell’autorità o della riputazione altrui?
6. Per condiscendenza colpevole, per omertà o per malinteso cameratismo, ho omesso di avvertire, di correggere, di denunciare chi di dovere?

ASPIRAZIONI:
Dammi, o Signore, di conoscere e di fare la tua volontà.
Raffrena i miei passi nelle tue vie, o Signore, perché non vacillino i miei piedi.
O Gesù, fate che io sia vostro, tutto vostro, e sempre vostro.
Sonno dell’anima è la dimenticanza di Dio.
Un’anima ha dormito per tutto il tempo in cui ha perduto di vista Dio.

OSSERVAZIONE
Nella vita spirituale bisogna guardarsi da certi pericoli che insidiano la virtù sotto fallaci apparenze di stimoli al fervore, con travisamenti ed esagerazioni che ne rendono sospetta l’origine. I maestri di spirito raccomandano la docilità ai rappresentanti di Dio, e la vigilanza, per rendersi conto se lo spirito di Dio o il nostro, se la natura o la grazia, governano effettivamente la nostra attività spirituale.
Anche nell’esaminarsi sopra i vari “itinerari” di questo minuto studio introspettivo, bisogna tener conto di tali regole, che l’IMITAZIONE DI GESU’ CRISTO riassume in un capitolo di mirabile chiarezza e praticità.
Osserva con diligenza i movimenti della natura e della grazia, perché sono tra loro contrari; eppure ne è sì impercettibile la differenza, che può appena rilevarla un uomo illuminato intimamente nella via dello spirito.
La natura è scaltra: essa attrae, allaccia e inganna molti. III Imit.., 54, 1-2
Altrove lo stesso aureo libro richiama ottimi principi di vita spirituale, ed esorta all’attività fattiva e instancabile.
E’ il Signore che parla all’anima: I desideri spesso, t’infiammano e fortemente ti commuovono; tu esaminali bene Se sono io che li eccito, ti acqueterai a quanto disporrà; ma se vi si nasconde il tuo interesse, ti sentirai inquieto.

Guardati, dunque, di fermarti troppo sui desideri formati prima di consultarti meco; poiché non ogni affezione che sembri buona, deve subito seguirsi, n’é si deve subito respingere quella che appare meno buona. III Imit., 11,3
In due modi sono solito visitare i miei eletti, cioè con le tentazioni e con le consolazioni.
Ogni giorno do loro due lezioni. una, riprendendo i loro vizi; l’altra, esortandoli a crescere nelle virtù. III Imit., 3,5
Pochi si affaticano a morire perfettamente a se stessi; perciò pochi s’innalzano con lo spirito al di sopra dei sensi.
Il pio Autore rivolge il suadente invito: Non voler, fratello mio, perdere la fiducia di avanzare nella virtù; tu ne hai ancora il tempo: e questo è il momento! I Imit., 32,4
Custodisci il tuo cuore con ogni cautela. Prov. 4, 23
Se vuoi far qualche profitto, serbati nel timor di Dio, e non voler essere troppo libero; ma raffrena tutti i tuoi sensi con la disciplina. II Imit., 21,1
L’amore, congiunto al sacrificio operoso, è il gran mezzo per riparare tutto un passato di debolezze e di meschinità.
Tranne l’amor di Dio e delle anime, tutto il resto deve esservi indifferente. S. G. B. De La Salle

9) – IMPULSIVITA’, IMPAZIENZA, MALUMORE
Pensieri da meditare
Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio.
Ognuno sia pronto ad ascoltare, tento a parlare e tardo all’ira. S. GIACOMO
La concordia si conserva solo con la pazienza. S. GREGORIO.
Parecchi vorrebbero morire per Gesù Cristo, e poi non vogliono sopportare una parola penosa per Gesù Cristo. Ma chi trema allo stormire d’una foglia, come starà saldo, nell’attesa del colpo di spada sulla testa? Abituatevi a sopportare pazientemente le minime cose per poter soffrire quelle più grandi. S. BONAVENTURA.
E’ grande imperfezione lamentarsi di continuo per i piccoli mali. S. TERESA.
Il vero segno dell’innocenza conservata o ricuperata, è la dolcezza. BOSSUET.
L’uomo pacifico giova più assai dell’uomo dotto.
Tutti lodano la pazienza, quantunque pochi voglian patire.

I ESERCIZIO
1. Quante volte non ho repressi subito, anche stando solo, i piccoli movimenti d’impazienza e di malcontento che sorgono in me?
2. Ho fatto attenzione a tenere tutto in ordine, a posare delicatamente un oggetto, a chiudere senza strepito una porta… ? (Impazienze).
3. Ho saputo attendere qualche tempo, prima di leggere una corrispondenza, un libro, un giornale, una rivista, o vedere qualcosa d’interessante?
4. Ho accettato coraggiosamente l’uniformità e la noia nel seguire il dovere, l’ordine, la disciplina?
5. Quante volte, sentendomi oggi turbato, mi sono arrestato un istante, prima di agire?
6. Ho giudicato gli altri con eccessiva severità?

II ESERCIZIO
1. Ho saputo reprimere qualche scatto d’impazienza o di malumore?
2. Ho sopportato pazientemente un carattere antipatico o noioso? (Occasioni perdute).
3. Nelle conversazioni odierne, ho interrotto o contraddetto altri? (Mancanze).
4. Ho eseguito con pazienza e costanza, i miei propositi della meditazione e della rivista settimanale?
5. Ho rimproverato o punito per colpe dubbie?
6. Dopo una mancanza di riguardo sfuggitami, ho chiesto scusa?

III ESERCIZIO
1. Ho ricevuto in buona parte qualche mancanza di riguardo, qualche scherzo?
2. Ho sopportato, senza lamentarmi, il freddo, il caldo, il tempo cattivo e qualche indisposizione?
3. Dopo un insuccesso, mi sono mantenuto calmo e rassegnato al volere di Dio?
4. Dopo una mancanza, ho saputo opporre alla stizza dell’amor proprio, un atto di umile pentimento e di fiducia in Dio?
5. Ho sopportato, senza mormorare n’é lamentarmi, gli sbagli e i difetti degli altri?
6. Nelle pene più sensibili, ho pensato a quanto ha sofferto Gesù nella sua Passione?

PIE ASPIRAZIONI
che possono recitarsi a piacere durante il giorno, per tutto il tempo che dura l’esame particolare sulla superbia:
Gesù mite e umile di cuore, rendete il mio cuore simile al vostro!
Cuore di Gesù, fate ch’io vi ami e vi faccia amare!
Vergine singolare, fra tutte mansuetissima, scioglieteci dalle colpe, fateci miti e casti!

10) – SUSCETTIBILITÀ, PERMALOSITÀ
Scegliere alcuni «punti» secondo i propri bisogni:
I ESERCIZIO
1. Ho replicato, per amor proprio, alle osservazioni ricevute?
2. Mi sono subito rasserenato per qualche subitanea malinconia, e ho eliminato l’aspetto uggioso?
3. Ho ricevuto, con animo sereno, e per amore di Gesù, qualche rifiuto a quanto avevo chiesto?
4. Ho abbandonato generosamente un puntiglio, dicendo interiormente una giaculatoria?

II ESERCIZIO
1. Quanti atti d’impulsività mi sono lasciato sfuggire oggi?
2. Ho subito respinto qualche pensiero di diffidenza o di freddezza, verso chi mi ha fatto qualche pena?
3. Mi sono sottomesso di buona voglia a tutte le disposizioni, anche a quelle che ferivano il mio amor proprio?
4. Ho evitato, per superbia, di chiedere qualche permesso?

III ESERCIZIO
1. Ho fatto giudizi o sospetti temerari? (volte)
2. Ho lasciato, per umiltà, l’ultima parola agli altri, specialmente nelle piccole discussioni in cui sentivo di aver ragione io?
3. Ho avuto la debolezza di ruminare a lungo un rimprovero, un’umiliazione?
4. Ho offerto a Dio tutte le umiliazioni e sofferenze di oggi, in espiazione dei mici peccati?

IV ESERCIZIO
1. L’ho avuta a male, per le preferenze date ad altri?
2. Ho preso in mala parte le osservazioni fatte solo a me, e non ad altri?
3. Ho evitato di discolparmi e giustificarmi, quando non era assolutamente necessario?
4. Ho mostrato con semplicità, all’occasione, rispetto e riconoscenza a chi, ora o per il passato, mi ha fatto del bene?

11) – INVIDIA, GELOSIA, RIVALITÀ
Pensieri da meditare
L’invidia rende gli uomini simili ai demoni, e ne amareggia tutta l’esistenza, perché al dir dello Spirito Santo, «l’invidia è tarlo delle ossa».
La gelosia accompagna sempre l’orgoglio; è quasi inipossibile che un orgoglioso non sia anche un invidioso.
L’invidia fa molte vittime, e colpisce anche gli ottimi tra gli uomini.
Il cristiano deve vegliare con cura per non lasciar penetrare nel cuore la minima gelosia, perché un falso zelo non degeneri in odio contro il proprio fratello; e così, quasi senza avvedersene, non dia la morte all’anima sua, con le sue proprie armi.
Per l’orgoglio perdo la pace con Dio – per la gelosia perdo la pace col prossimo – per la collera perdo la pace con ine stesso (6).

I ESERCIZIO
1. Ho detto qualche cosa per attirare la stima o l’ammirazione degli altri su di me?
2. Mi sono rattristato del bene altrui, considerandolo come una menomazione del bene mio?
3. Mi sono rallegrato esteriormente o interiormente del male del prossimo?
4. Ho criticato altri, col segreto proposito di prenderne il posto?
5. Ho nutrito, oggi, nell’animo mio, sentimenti di umiltà verso di me, e di benevolenza verso gli altri?
6. Ho detto qualche preghiera per le persone che hanno suscitato in me sentimenti d’invidia?

II ESERCIZIO
1. Ho fatto le riflessioni propostemi sulla vanità della stima degli uomini, volgendo a Dio solo, le aspirazioni dell’anima mia? (Fissare il numero delle volte)
2. Mi sono contristato o turbato, per qualche lode o per qualche preferenza date ad altri?
3. Ho rifiutato qualche servizio ai Confratelli, per impedire o diminuire i loro felici successi?
4. Ho tentato di abbassare altri nella stima generale, denunziando colpe e difetti?
5. Ho partecipato cordialmente ai successi, alle gioie dei miei Fratelli, dicendo loro una parola di lode o di congratulazione? (Occasioni mancate).
6. Ho benedetto Dio, per il bene fatto da altri nell’ambiente mio, e in generale nella santa Chiesa?

12) – SPIRITO DI CRITICA E DI MALDICENZA
Vi sono stati sempre degl’invidiosi e dei malcontenti: Lucifero coi suoi seguaci, in Cielo; i figli di Giacobbe, verso il fratello Giuseppe; Core, Datan, Abiron, verso Aronne, per le bramate funzioni sacerdotali; Saul contro David, perché più festeggiato e più amato dal popolo; Assalonne contro il padre David, per usurparne il trono…; i Farisei contro Gesù e gli Apostoli, furenti del favore popolare…; gli eresiarchi, gli scismatici, gli apostati, contro le legittime autorità ecclesiastiche…
Intanto, maldicenti e criticoni, convinti che tutto va male perché non sono loro al timone, aggravano le difficoltà generali, intralciando l’azione di chi detiene la responsabilità.
Il venerando Card. Ferrari. a chi faceva recriminazioni soleva rispondere; “Che vale lamentarsi? La critica demolisce…; noi dobbiamo essere dei costruttori”.
Chi è portato a criticare per sistema gli altri, e vuol correggersene sinceramente, mediti sopra i pensieri seguenti, e segua coraggiosamente gli esercizi proposti.
Se uno crede di essere religioso e non tiene a freno la sua lingua, e anzi seduce il suo cuore, la religione sua è vana.
L’uomo rende pieghevole il ferro, ma non riesce a vincere la sua lingua; doma i leoni, e non frena le sue labbra; egli doma, e resta indomabile; doma ciò che gli resiste, e non doma se stesso.
E’ difficile dire chi pecca di più: chi fa la maldicenza, o chi le presta ascolto di buon grado
Se al mondo si sopprimesse la maldicenza, si toglierebbe la maggior parte dei, peccatori.
La maldicenza è una specie di omicidio, perché, togliendo il buon nome a una persona, la priva della vita sociale.

I. ESERCIZIO
1. Mi sono lamentato di quanto non è andato secondo i miei desideri e progetti?
2. Ho detto o fatto qualcosa, che ha provocato divisione di animi?
3. Ho censurato, con parole o per iscritto, i consigli, le intenzioni o gli ordini dei Superiori?
4. Ho criticato indirettamente, esponendo i miei giudizi e progetti, opposti a quelli dei Superiori?
5. Ho sfuggito quelli che hanno sempre qualcosa da criticare, dileguandomi dalla loro compagnia?
6. Ho procurato di pacificare gli animi, facendo opera di buono spirito? (Occasione mancate).

II. ESERCIZIO.
1. Ho borbottato per disposizioni date, per osservazioni ricevute? (Mancanze).
2. Ho riparato i torti fatti al prossimo, quando ne denigrai la stima?
3. Mi sono atteggiato ad amico di chi è stato rimproverato, insinuandogli sentimenti di poca stima e deferenza verso chi lo ha ripreso?
4. Ho eccitato altri, direttamente o indirettamente, a lamentarsi e a criticare?
5. Con i miei esempi o con le parole, ho insinuato sentimenti di sfiducia verso i superiori?
Oggi, mi sono ispirato piuttosto all’ottimismo, vedendo specialmente il lato buono e incoraggiante. negli uomini e nelle cose?

13) – SENSUALITÀ
Pensieri da meditare
II sensuale non reagendo, come dovrebbe agli istinti sregolati della natura, fa del piacere sensibile, lo scopo della vita. Così ragione e libertà diventano serve dell’istinto. La vita spirituale ne è mortificata, e, finalmente, uccisa.
Lo asserisce lo Spirito Santo stesso: I sensi e i pensieri, del cuore umano sono inclinati al male, sin dall’adolescenza.
Gesù aggiunge: Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole.
E S. Paolo: L’uomo animale non capisce le cose dello Spirito di Dio….
S. Teresa: Vita sensuale e orazione, non vanno d’accordo. Alla quale osservazione e da aggiungere l’altra di S. G. B. De La Salle: Tra una carne immortificata e l’impurità, l’alleanza è inevitabile.
L’«Imit. di G. C.» dice chiaramente: Quelli che seguono gli impulsi dei sensi, macchiano la coscienza, e perdono la grazia di Dio .

I ESERCIZIO
1. Ho mancato alla modestia dentro casa? Ovvero ho guardato dalle finestre?
2. Ho fatto qualche intemperanza nel mangiare o nel bere?
3. Ho mancato di riservatezza, toccando fosse pure per scherzo, fratelli, alunni…?
4. Ho fatto letture morbose, o dato sguardi che hanno turbato l’anima mia?
5. Quante volte ho pensato alla santità che deve avere il mio corpo, come tempio di Dio, destinato alla gloria del Cielo? (Minimo di volte da fissare).

II ESERCIZIO
1. Ho preso positure troppo comode o molli?
2. Ho lasciato troppa libertà ai miei occhi, specialmente fuori di casa?
3. Ho respinto risolutamente i sentimenti di simpatia particolare, per Fratelli, alunni, altre persone?
4. Nelle mie pene intime, ho ricordato la santa presenza di Dio?
5. Quante volte mi sono abbandonalo alla tristezza, invece di pregare di più, o distrarmi con qualche buon pensiero?
6. Mi sono addormentato nella preghiera, raccomandandomi a Gesù, Maria, Giuseppe, e all’Angelo Custode?

III ESERCIZIO
1. Ho perduto del tempo, oggi, in ozio, o in occupazioni frivole?
2. Nei lavori e negli studi, ho seguito il mio umore, invece del dovere?
3. Mi sono lamentato per qualche leggero malessere o incomodo?
4. Ho reagito contro l’apatia o la stanchezza, nella vita spirituale?
5. Ho fatto gli atti di contrizione e le penitenze che avevo stabilito, per riparare i miei peccati di sensualità? (Minimo).

ASPIRAZIONI
Cuore di Gesù, vittima di carità, fate che io sia per Voi, ostia viva, santa e accetta a Dio!
Trafiggete, o Signore, col vostro timore le mie carni.
Signore, rinunzio alla mia volontà e a tutti i piaceri che potrei prendere nell’uso dei miei sensi; mi rassegno tutto a Voi, per soffrire, oggi, tutto quello che Voi volete. S. G. DE LA SALLE;
A Voi, Vergine Madre, che non foste tocca da neo alcuno di colpa, né attuale, né originale, io raccomando e affido la purità del mio cuore!

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