Preghiera a Dio Padre per la fratellanza tra gli uomini
Autore: San Giovanni Paolo II
1. In questa settimana di speciali preghiere per l’unità dei cristiani è bene che riflettiamo insieme su questo impegno che è comune a tutti i battezzati. Nel mondo intero, in questi giorni, cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti si incontrano per chiedere insieme al Signore il dono dell’unità perfetta. Nell’emisfero sud la Settimana di preghiere si farà verso la Pentecoste sullo stesso tema. L’unico tema e l’unico scopo determinano una sintonia, che fa pregustare la concordia della piena comunione.
Quest’anno la Settimana di preghiere per l’unità ha luogo a vent’anni dalla promulgazione del decreto conciliare sull’ecumenismo, Unitatis redintegratio. Da quel giorno (21 novembre 1964) ad oggi, il movimento ecumenico ha avuto un’espansione imprevedibile. Solo la grazia di Dio ha potuto ispirare tutto questo. E la risposta dei credenti è stata generosa, talvolta sofferta, sempre desiderosa di essere in coerenza con la vocazione cristiana. Al di là della fatica necessaria per ristabilire un nuovo rapporto con tutti gli altri cristiani, l’incontro è stato profondamente gioioso. Riscoprire negli altri, fino a poco tempo fa sconosciuti o considerati avversari, il volto del fratello, è un dono impagabile del Signore, il quale tutti ha chiamato nella comunità di fede e di amore, che è la Chiesa di Dio. Il decreto conciliare sull’ecumenismo ha indicato i principi cattolici per la partecipazione al movimento ecumenico, ha suggerito gli strumenti per esercitarlo, ha presentato gli altri cristiani come fratelli con una propria storia da considerare attentamente allo scopo di entrare in dialogo con essi al fine di appianare quelle divergenze che hanno causato lo scandalo della divisione.
La Chiesa cattolica è così impegnata nel dialogo multilaterale ed è entrata in dialogo diretto con tutte le Chiese e Comunità ecclesiali, d’Oriente e d’Occidente. Questi dialoghi, distinti l’uno dall’altro proprio per esaminare a fondo le specifiche differenze, tendono, in definitiva, a un unico scopo: la Unitatis redintegratio, il ristabilimento della piena unità di tutti i cristiani.
Si tratta di un processo complesso e delicato. Implica problemi di fede, di dottrina, di liturgia, di disciplina. Con competenze, modalità e responsabilità diverse esso coinvolge tutti i battezzati, tanto i pastori e i teologi nei loro studi per il dialogo, quanto tutti gli altri fedeli nella vita cristiana di ogni giorno (cf. Unitatis redintegratio, 5).
In questa complessità, i testi che le varie commissioni miste di dialogo vanno pubblicando delineano importanti convergenze su problematiche essenziali per la ricomposizione della piena unità. Questi risultati positivi incoraggiano a proseguire il contatto fraterno e il dialogo teologico. D’altra parte, spingono a questo proseguimento le stesse difficoltà incontrate e i problemi non ancora affrontati. Il decreto Unitatis redintegratio offre ancora un valido stimolo e orientamenti sicuri per giungere alla meta, posta dal Signore stesso: la perfetta unità.
2. All’intero movimento ecumenico, la preghiera dà sostegno, ispirazione, consistenza. Di anno in anno questa speciale Settimana ci chiama a raccolta e ci sollecita a un accresciuto impegno. I vari temi di riflessione, suggeriti di comune accordo fra il nostro Segretariato per l’unione dei cristiani e il Consiglio ecumenico delle Chiese, ci riportano a considerare insieme aspetti essenziali e complementari della piena unità fra tutti i cristiani.
Il tema di quest’anno sottolinea la redenzione operata da Gesù Cristo, il quale ci ha portato “dalla morte alla vita”. “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatto rivivere con Cristo” (Ef 2, 4).
Questa realtà misteriosa e misericordiosa coinvolge tutti coloro che credono in Gesù Cristo. Il decreto sull’ecumenismo ha asserito che tutti i cristiani sono giustificati nel Battesimo dalla fede (cf. Unitatis redintegratio, 3) e ha aggiunto: “Con il sacramento del Battesimo, quando secondo l’istituzione del Signore è debitamente conferito e ricevuto con la dovuta disposizione d’animo, l’uomo è veramente incorporato a Cristo crocifisso e glorificato e viene rigenerato per partecipare alla vita divina” (Ivi, 22). Tutti gli altri cristiani sono pertanto nostri fratelli e in una certa comunione, vera e profonda, con la Chiesa cattolica, anche se ancora in comunione non perfetta.
Questa comune situazione di redenti in Gesù Cristo spinge alla piena unità. Il Battesimo tende al raggiungimento della pienezza della vita in Cristo, all’integra professione della fede, all’integrale incorporazione nell’istituzione della salvezza, come Cristo ha voluto, e infine alla comune celebrazione dell’Eucaristia del Signore.
La redenzione comune realizzata nell’unico Battesimo costituisce il dinamismo interno di grazia verso la piena unità. La ricerca dell’unità pertanto non è motivata da alcun fattore esterno o contingente. Proviene intrinsecamente dalla nostra stessa fede nell’unico Signore, che “per noi uomini e per la nostra salvezza” si fece uomo e morì sulla croce per redimerci tutti. La situazione del mondo ha però oggi maggiore bisogno della testimonianza cristiana di riconciliazione e di unità. Una nuova testimonianza di unità è necessaria, tanto per aiutare gli stimoli positivi per una convivenza pacifica presenti nel mondo, quanto per correggere ed evitare le tentazioni di morte e di odio che serpeggiano tra gli uomini.
Raccogliamo pertanto l’invito dell’apostolo Paolo contenuto nella stessa Lettera agli Efesini, dalla quale è anche stato preso il tema di questa Settimana di preghiera: “Vi esorto a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello Spirito nel vincolo della pace” (Ef 4, 1-3).
In sintonia con questa vocazione, ognuno, secondo il proprio ministero e la propria funzione nella Chiesa, contribuisca all’edificazione del corpo di Cristo “finché arriviamo tutti all’unità della fede” (Ef 4, 13).
3. A questo scopo adesso preghiamo tutti insieme dicendo:
“Concedici, Signore, la pace e l’unità”.
La pace di Cristo ci guidi nella nostra vita: nella pace Dio ci ha tutti chiamati a formare un solo corpo.
Concedici, Signore, la Pace e l’unità.
Nella sua carne Gesù Cristo ha distrutto ogni muro di separazione; per mezzo della sua morte sulla croce egli ha distrutto ogni ostilità.
Uno solo è il Signore, una la fede, uno il Battesimo.
Vi è un solo corpo e un solo Spirito e tutti siamo chiamati a una sola speranza.
Preghiamo:
O Padre,
donaci la grazia
di amarci gli uni gli altri
affinché, nell’unità dello Spirito,
professiamo la nostra fede
vivendo in concordia
e santa pace,
testimoni dell’Evangelo di salvezza
dell’unico Signore
del cielo e della terra,
Gesù Cristo, tuo Figlio,
che vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.